Rossella - Capitolo 15 (Finale)

di
genere
dominazione

Non chiusi occhio tutta la notte per l’eccitazione che avevo in corpo e che non mi abbandonava un attimo! Più ci pensavo e più facevo fatica a capire come Rossella avesse potuto scendere così in basso. Nelle ore successive morivo dalla voglia di vedere con i miei occhi se Rossella avesse ingerito quel miscuglio di sperma. Entravo in quel sito di continuo ma giorno dopo giorno era una costante delusione. Avevo persino preso qualche giorno di ferie perché ormai a lavoro non riuscivo più ad avere la giusta concentrazione. Era chiaro che dovevo mettere fine a quello stato di ansia continua e poi avevo voglia di lei, una voglia matta di strapparle i vestiti e di sbatterla fino a svuotarmi l’anima. Così, visto che non riuscivo a contattarla direttamente essendo il suo smartphone irraggiungibile, misi da parte il mio orgoglio e chiamai Ettore:
“Ciao Ettore, come va……”
“… vorrei mettermi in contatto con Rossella ma non riesco a trovarla…”
“Non la vedo da una decina di giorni, dopo aver girato quell’ultimo video caricato sul web è andata via.”
“Come…è andata via? ...ma quell’ultima scena…pensavo di vederne il seguito perché non riuscivo a credere che l’avesse fatto…cioè…non so se mi capisci…”
“Certo che ti capisco…ma è proprio così… non ha completato le riprese del film ed è andata via con Omar…”
“In che senso è andata via con Omar?”
“Nel senso che secondo me era cotta a puntino, ha preso una sbandata per quell’uomo, incredibilmente attratta dalle sue maniere forti e dominanti. In sostanza gode ad essere trattata peggio di una puttana e Omar lo sa fare proprio bene!”
“Ma come è possibile…? Lo conosce da poco tempo e poi…che cosa ha più di me?”
“Ah, ah, ah…beh puoi immaginare che cosa abbia più di te…tra le gambe ha una bella mazza alla quale una donna difficilmente rinuncerebbe …ma non credo che questo sia l’unico motivo per cui si è invaghita di Omar, la ragione è che probabilmente ha scoperto la sua vera natura che lui è riuscito a tirare fuori completamente! Mi dispiace socio, ma penso che comunque sarebbe dovuta andare così prima o poi, e forse per te …meglio prima!”
“Mhh…si forse meglio così…me ne dovrò fare una ragione, d’altra parte ce l’ho spinta io in questo mondo di perversione… ma prima di chiudere definitivamente questa storia mi piacerebbe chiarire con lei …capire perché non mi abbia cercato e…mi piacerebbe me lo dicesse in faccia!”
Altre due battute e chiusi la conversazione telefonica con Ettore, ma non prima di avergli chiesto di procurarmi un recapito telefonico con cui mettermi in contatto con Rosella o anche con Omar visto che ormai sembrava vivessero insieme. Dopo qualche giorno Ettore mi inviò il numero di cellulare di Omar.
Pensai a lungo su come contattare Omar e poi decisi di inviargli un messaggio whatsapp. Mi rispose il giorno successivo invitandomi ad andarlo a trovare nel fine settimana a casa sua dove avrei potuto rivedere Rossella.
Attesi il fine settimana con trepidazione, il trascorrere del tempo sembrava più lento e mi stavo rodendo dalla voglia di rivederla per sentire dalla sua bocca quello che le era successo.
Continuai a riflettere su come erano andate le cose, ma la domanda che continuava a frullarmi per la testa era se realmente la decisione di provare quelle emozioni forti fosse stata realmente condivisa;
forse Rossella aveva solo subito la mia scelta e accettando quindi contro la sua volontà di finire prima nelle mani di Ettore e poi in quelle di Leonardo. Tutto avrei pensato ma non che andasse a finire così! sempre che di fine potesse effettivamente trattarsi: dovevo assolutamente vederla per capire se tra noi fosse proprio finita.
Il sabato mattina mi precipitai all’indirizzo che Omar mi aveva inviato su Whatsapp; distava un’ora e mezza da casa mia nella periferia del centro della cittadina. Mi ritrovai di fronte ad una casa che in realtà era un vecchio casolare ristrutturato che probabilmente un tempo era solo una stalla. Nei terreni adiacenti c’erano diversi campi coltivati, una vasta vigna ed un esteso uliveto. Inoltre erano presenti anche altre strutture dislocate all’interno del podere in cui si trovavano animali d’allevamento. Erano le 10:30 del mattino e tutt’intorno contai almeno una decina di ragazzi di colore che lavoravano come braccianti o mandriani e che presumibilmente vivevano nella tenuta.
Parcheggiai l’auto nello sterrato di fronte alla casa e non appena chiusi lo sportello Omar aprì la porta venendomi incontro.
Mi accolse con estrema cordialità e mi fece accomodare nel soggiorno: l’arredamento era minimal tutto in legno e pietra. Un enorme tavolo in legno massiccio dominava la sala ed era corredato di 12 sedie. Nello sfondo una scala, anch’essa in legno, portava al piano superiore che fungeva da zona notte e che conteneva 6 camere da letto.
“Sei arrivato in ritardo, Rossella è uscita mezzora fa per andare a fare la sua lezione in palestra che si trova a venti minuti da qui…ma non ti preoccupare verso le 12.00 sarà di ritorno e ovviamente sei invitato a pranzo se non hai altri programmi”
“Ah…ok grazie mi tratterrò volentieri e poi ho fatto un bel po’ di strada e vorrei certamente vedere Rossella”
“Beh, Bruno penso di doverti dire diverse cose in attesa che tu possa poi parlare con Rossella…quando Rossella girava quei film sembrava non gli importasse delle conseguenze di quello che faceva o che qualcuno potesse venire a conoscenza di quella sua …inclinazione…a un certo punto mi sono reso conto che lo faceva più per me che per sé stessa, come se volesse compiacermi, così tutto quello che le chiedevo lo faceva senza nessuna obiezione. Questa cosa mi aveva colpito perché generalmente chi gira quei video lo fa per ragioni economiche oppure per un estremo piacere di superare i propri limiti spingendosi in terreni sempre più perversi. Così quando stavamo girando le riprese dell’ultimo film le chiesi se lo stesse facendo per me e fino a dove si sarebbe spinta… nella pausa pranzo del film dopo che era stata girata l’ultima scena del filmino caricato in rete, mentre eravamo soli, tirai fuori il cazzo dai pantaloni ordinandole di ingoiarlo: la passione con cui lo metteva in bocca e tentava di farlo sparire era fuori dal comune…chiaramente viste le dimensioni del mio uccello era impensabile riuscisse a metterlo tutto in gola ma…ci andava proprio vicino.”
Ascoltavo il discorso di Omar con molta attenzione e tremendamente eccitato da ciò che mi stava svelando.
“Le sborrai in bocca e l’intensità con cui succhiava mentre ancora stavo venendo mi aveva lasciato di stucco. Le parole che le dissi subito dopo uscirono di getto dalla mia bocca…”se vuoi stare con me e diventare la mia troia, usciamo da quella porta e andiamo via, ma devi chiudere i rapporti con tutti quelli che ti hanno trascinato qui…Ettore, Leonardo…e Bruno”
Mi rispose affermativamente senza batter ciglio ma prima volevo testare ulteriormente la sua appartenenza a me mettendola alla prova per una ennesima perversione: così ho preso la coppa piena di sperma…quella che era stata accumulata… e ci appartammo in uno stanzino all’insaputa di tutti. Cazzo!!! Ha ingoiato tutto …ho imboccato quella troia con un cucchiaio da minestra e nonostante i continui conati di vomito ha portato a termine l’impresa, chiaramente controvoglia e solo per dimostrarmi quanto mi potesse essere devota”.
Ero piacevolmente scioccato!...
“Dio, non ci credo!!!...quindi lo ha fatto! ...ma con te a telecamere spente? Cazzo…proprio non ci credo…”
“E invece devi credere a quello che ti ho detto …!”
Che troia perversa! Cercando di immaginare ogni dettaglio di quello che Omar mi aveva raccontato il mio uccello era già di marmo da tempo. Un po’ mi vergognavo ad avere una erezione di fronte all’uomo che mi aveva portato via Rossella e che l’avrebbe presto trasformata nella sua schiava sessuale, per cui cercai di cambiare argomento:
“…quindi dicevi che è andata in palestra…”
“Si… è stata una mia idea, la voglio sempre tonica e ben allenata considerando che deve soddisfare me e tutti i ragazzi che lavorano nell’azienda, si allenerà duramente per essere sempre in tiro e lavorerà altrettanto duramente come domestica. Nei momenti in cui non sarà occupata tra palestra e faccende di casa passerà il tempo a scopare e a succhiare cazzi.”
Porca troia!!! Completamente sottomessa! Ma come è possibile che Rossella abbia potuto accettare tutto questo…? Chiacchierammo ancora, finché non sopraggiunse un’auto nello sterrato; poco dopo Rossella fece il suo ingresso nella casa. Cazzo quanto era bella e provocante nel suo abbigliamento ginnico: leggings bianchi che mettevano in evidenza la presenza di un ridottissimo perizoma bianco, un top aderentissimo sotto il quale spingevano prepotentemente i due seni con i capezzoli che risaltavano per l’evidente assenza del reggiseno e un paio di scarpe da tennis. I capelli erano raccolti in una coda di cavallo e il viso era pesantemente truccato, specialmente gli occhi con matita e mascara.
Sapeva che sarei venuto a trovarla eppure la sua espressione di sorpresa mal celava il disagio di doversi confrontare con me.
“Mi sembra giusto dovervi lasciare da soli perché possiate chiarire quello che ancora c’è da chiarire, ma sia ben inteso che questa potrebbe essere l’ultima volta che vi lascio a tu per tu, perché la prossima volta Rossella potrà comunicare con te mentre si gode un cazzo nel culo!”
Omar uscì dalla casa ed io e Rossella ci trovammo faccia a faccia. Dopo le prime battute necessarie a rompere il ghiaccio e che niente avevano a che fare con la nostra relazione Rossella si decise a chiarire quale fosse stata la sua scelta di vita…
“Proprio non capisco…doveva solo essere una esperienza di sesso estremo, una forte trasgressione dalla vita di tutti i giorni, per farti scoprire un nuovo mondo fatto di perversione” e subito mi interruppe
“…ed io in quel modo ci sono entrata caro Bruno, e mi ci hai spinto tu…forse inizialmente rappresentava una sfida, poi mi sono resa conto che tutto ciò mi piaceva …più prendevo schiaffi e cazzi e più mi piaceva…non credo di avere mai goduto così tanto in passato come mi ha fatto godere Omar!”
Colpito! Continuammo a discutere per un po’, tuttavia ero rimasto come frastornato da quella affermazione, insomma mi sentivo fuori gioco! Oramai, sia io che Rossella non avevamo più niente da dire e così dopo una lunga pausa di silenzio Omar fece ritorno in sala rompendo quella imbarazzante atmosfera e ribadendo che sarei stato loro ospite per pranzo.
“Vai a preparare qualcosa troia! E dai una mano ad Aziz che sta pensando all’arrosto…intanto io faccio fare un giro a Bruno.”
Mi fece vedere il resto della casa e poi andammo all’esterno dove mi illustrò tutte le attività in essere tra coltivazioni e allevamento. Quando rientrammo ci dirigemmo verso la cucina, ormai il pranzo doveva essere quasi pronto. Udimmo dei gemiti sempre più forti e quando varcammo la soglia della porta vedemmo Rosella a quattro zampe e Aziz che la montava. Benché fossi abituato a vedere Rossella in simili situazioni rimasi sorpreso, non si trattava di un film ma di vita reale, la nuova vita di Rossella.
Aziz aveva un fisico apparentemente esile ma pieno di muscoli scolpiti alla perfezione, le sue mani callose tenevano i fianchi di Rossella comandando i suoi movimenti al punto che lui rimaneva fermo e lei faceva avanti e indietro sul pavimento. Non appena lo vide Omar lo riprese:
“Cazzo Aziz! Dobbiamo pranzare, avrai modo di sbattertela più tardi!”
Aziz si ricompose estrasse la sua lunga ma non troppo grossa mazza dalla fica di Rossella e prima di rimettere l’arma dentro le mutande si fece ripulire l’uccello da lei che lo leccò tutt’intorno con molta cura e lo spompinò per qualche decina di secondi succhiando tutti i suoi umori e ripulendolo alla perfezione.
Il pranzo si svolse in totale tranquillità, avevamo occupato tutti e dodici i posti della tavola, Omar era seduto a capotavola e Rossella che per l’occasione gli sedeva vicino era stata una buona domestica servendo tutti i commensali. Solitamente, come mi aveva detto Omar, lei mangiava dopo aver servito tutti, in disparte nella cucina, ma quel giorno avevano fatto una eccezione, considerato che c’era un ospite di riguardo. Al termine del pranzo salutai tutti compresa Rossella seppur in modo freddo e distaccato, quindi Omar mi accompagnò all’esterno verso l’auto. Scambiammo due battute facendogli capire che seppure fossi ritornato sarebbe trascorso certamente un po’ di tempo, quando rammentai di aver dimenticato la giacca all’interno della casa. Facemmo ritorno nella sala a non appena aperta la porta vidi Aziz seduto su una sedia e Rossella in ginocchio con tutto il suo uccello in bocca. Intorno a loro, sparsi per la sala, c’erano tutti gli altri braccianti, indifferenti a quanto stavano facendo Aziz e Rossella. Presa la giacca, salutai Omar e andai in auto, misi in moto e partii via facendo rientro a casa. Dimenticai in fretta Rossella buttandomi a capofitto sul lavoro e non disdegnando di fare qualche trasferta. Inutile negare di non aver fantasticato più volte su quale fosse stata la vita di Rossella nei mesi a seguire, e così una domenica di circa un anno dopo, spinto soprattutto dalla curiosità, salii in auto e mi diressi verso il podere di Omar. Considerato quanto sperimentato la volta precedente, pensai di andare nel primo pomeriggio onde evitare di dover essere nuovamente trattenuto per pranzo. Quando arrivai, parcheggiai l’auto, andai verso la porta di casa e subito riconobbi Aziz che mi si fece incontro salutandomi e facendomi entrare.
“…difficilmente dimentico qualche faccia…Omar è fuori per affari… posso invitarti qualcosa da bere?”
“No grazie, volevo solo salutare Rossella…”
Aziz mi rispose facendo un sorrisetto beffardo:
“Certo, ma ora non è qui in casa, dovrebbe essere con i ragazzi…giù alla stalla, io non posso accompagnarti ma se percorri questa strada, la trovi nel secondo caseggiato sulla destra”
“ok grazie!”
Feci una passeggiata di circa un minuto e non appena fui prossimo al portone della stalla iniziai a sentire dei forti gemiti e delle moderate urla, accompagnate da suoni molto simili a delle scudisciate. Via via che mi avvicinavo le parole furono sempre più chiare:
“ANCORA!! FORZA TROIA! Ingoiane di più!!!”
L’immagine che si balenò ai miei occhi era estremamente lussuriosa: 4 stalloni neri vestiti solo di jeans e scarponi tenevano Rossella sollevata da terra e sospesa in aria; ciascuno afferrava un arto mentre un quinto uomo di colore, completamente nudo e con un cazzo dalle dimensioni considerevoli se ne stava comodamente seduto in una sedia di legno posta tra le balle di fieno. Il suo uccello era colmo di saliva, quella di Rossella, che come fosse un ariete era costretta ad imboccare il cazzone di quel ragazzo pilotata dai 4 uomini. Un sesto uomo aveva in mano un battipanni e ogni volta che la bocca di Rossella ingoiava l’uccello lo sbatteva contro le natiche della donna rendendole sempre più incandescenti. Il tizio con battipanni mi vide e si mise a ridere, motivando il suo violento gesto:
“…ad ogni colpo che riceve ingoia sempre più centimetri di cazzo…questa troia è capace di tutto, l’abbiamo sfondata in ogni modo, ma ancora non riesce a ingoiare i nostri cazzoni…ah...ah...ah...ah”.
Decifrai le parole del nero solo dopo qualche secondo, imbambolato a osservare Rossella con il trucco disfatto, il volto rosso paonazzo, il culo rosso, il corpo tappezzato di lividi e abbondantemente sporco di fango, praticamente ridotta ad un misero oggetto di piacere. Feci qualche passo di lato rimanendo parzialmente nascosto dietro il portone, in modo che Rossella non potesse vedermi e continuai a fare il voyeur. Il tempo di permanenza del cazzo dentro la gola di Rossella si faceva sempre più lungo; lei non aveva alcuna possibilità di opporsi considerato che era sospesa in aria con braccia e gambe bloccate. Intanto il nero seduto sulla sedia continuava a darle la carica
“Avanti troia!!! Ingoia!!!”
Il movimento del gruppo di uomini era sincronizzato, mentre i grugniti di Rossella si intervallavano ai conati di vomito e contemporaneamente ai forti colpi di battipanni che il sesto uomo le assestava su quelle natiche ormai viola; non ero abbastanza vicino ma riuscivo a scorgere sul volto di Rossella un inconcepibile sorrisetto lussurioso. In realtà, non si trattava solo di godimento, le lacrime che scorrevano sul suo viso non erano dovute solo ai conati di vomito ma anche generate dalla sofferenza delle percosse. Rimasi a scrutare quella scena per un’altra decina di minuti durante i quali gli uomini si dettero il cambio e un altro di loro prese posizione sulla sedia per farsi ingoiare il cazzo da Rossella. Stranamente non trovavo più la cosa così eccitante da voler rimanere, così ancor prima che ritornasse Omar presi l’auto e abbandonai il podere. Ormai sono trascorsi due anni da quando vidi per l’ultima vola Rossella che tristemente avevo abbandonato alla sua sorte, un destino che lei aveva scelto, quello di schiava.
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2025-01-01
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