Dopo il lungo volo. Il Pink Candy Club e Sherazade

di
genere
trio

Dopo quel veloce e travolgente scambio di effusioni sul faro mi chiedi
cos'altro mi piacerebbe vedere, e sorridendoti ti porgo il cartoncino
del locale indicatoci da Sherazade.
Tu lo osservi meglio e ti salta agli occhi la minuscola scritta
"lgbt+ venue". Mi guardi: "Vale ma è un gay lesbian club".
"Fantastico mi querida, potremo ballare allacciate senza che
qualche stupidotto represso ci infastidisca".
Giungiamo al Pink Candy verso sera dopo essere passate in
hotel a vestirci di tutto punto: io un abito blu notte con gonna al
ginocchio e spacchetto sul ginocchio sinistro, un paio sandali
tacco 8 blu scure anch'essi. Tu un abitino di cotone bianco con
sandali in zeppa e cinturini bianchi.
Entriamo ed è già piuttosto affollato: ragazzi di ogni colore
come è nella natura stessa di questo straordinario paese, e
tristemente represso e soffocato nell'epoca dell'apartheid.
Ragazzi che ballano intrecciati ad altri ragazzi e ragazze sedute
sui divanetti a baciarsi. Io e cerchiamo di individuare Sherazade,
almeno per farci vedere, e la vediamo in fondo alla sala mentre
avvinghiata ad un ragazzo limona con lui, immagine quasi
inusuale in mezzo a coppie quasi totalmente omosex.
Decidiamo di non disturbarla e ci dirigiamo al banco del bar a
prenderci due drinks. Sedute su due alti sgabelli continuiamo a
guardarci in giro, quando ad un tratto sento le prime note di
Tennessee Waltz, poso di colpo il mio bicchiere sul bancone, ti
tolgo dalle mani il tuo e prendendoti per una mano ti trascino in mezzo alla sala
allacciandomi a te proprio nel momento in cui la voce di Connie
Francis intona "I was dancing with my darling.."...amo da
impazzire questa canzone, e averti tra le braccia mentre l'ascolto aumenta
l'incanto che da sempre mi provoca. Tu ti accorgi della mia
emozione, alzi lo sguardo e mi sfiori le labbra con le tue, e poi
le incolliamo in un bacio lungo. Adoro baciarti mia dolcissima
Kitty, vibro quando ti stringo a me e quando la mia lingua entra
in contatto con la tua. Spariscono tutti quelli che affollano il
club mentre siamo intrecciate. Ma giusto in quell'istante una voce interrompe
il nostro idillio: "here are my beautiful girls". Lei quasi si scusa
rendendosi conto di aver interrotto qualcosa di speciale, e per
farsi perdonare ci offre da bere. Ci indica un divanetto al piano
superiore dicendoci di attenderla lì. E in meno di cinque minuti
ci raggiunge: bellissima, fasciata da una tunica rossa che le
arriva alle caviglie, sandali bassi ed una fascia dello stesso colore
dell'abito ad avvolgerle i capelli. Ci chiede che programmi
abbiamo per la serata, e dopo esserci guardate le rispondiamo
che non abbiamo nessun programma particolare se non il divertirci un
po' fino a tardi prima di rientrare in hotel. Ci sorride e ci chiede
se vogliamo finire la serata a casa sua. Accettiamo l'invito e una
volta finiti i nostri drinks guadagnamo l'uscita dirigendoci verso
le rispettive auto.
Una volta nella nostra tu metti in moto e segui quella di
Sherazade:
"Vale non ti nascondo che mai mi sarei immaginata un invito a
casa sua dopo neanche pochi minuti"
"Io non ne sarei così sorpresa tesoro, ti mangia con gli occhi da
quando l'abbiamo incontrata alla reception, e ad esser sincera lei
attizza da morire anche me".
Nel frattempo sembriamo essere giunte a destinazione, la
macchina di lei si ferma davanti ad un cancello che quasi
magicamente si spalanca, la seguiamo lungo il breve tratto che
ci porta davanti ad una villetta, lei spegne l'auto, scende, e
accostatasi al tuo finestrino ci da il benvenuto a casa sua. La
seguiamo ed entriamo con lei, io le sono appena dietro e
il suo profumo mi riempie le narici. Accende la luce e solo in
quel momento ci rendiamo conto di essere in un grande salone
decorato di quadri che ritraggono musicisti nell'atto
di suonare strumenti tipici della sua bellissima terra.
Ci prega di seguirla, entriamo in un salottino con stampe di
scene teatrali, un grande divano color sabbia del deserto, due
poltrone dello stesso colore e design, un tavolo di vetro e sul
pavimento un grande tappeto che riprende il colore di divano e
poltrone.
Ci chiede di accomodarci e, sedutasi sul divano accavalando le
sue bellissime gambe, ci sorride:
"vi chiederete di sicuro il perchè' di un'invito senza che ci si
conosca, a parte quel veloce incontro al vostro arrivo in hotel.
Non è mia abitudine, ma non ho potuto farne a meno dopo
essermi accorta di come mi guardavate, e soprattutto di come mi
guardavi tu Valeria mentre parlavi con me al club"...le sorrido e
prosegue: "ne sono lusingata, come allo stesso modo mi ha
catturata il tuo sguardo Kitty, siete due ragazze che mi
trasmettono sensazioni belle e positive, per cui mi va di
raccontarvi la mia storia, ma non senza prima prendere una cosa
in camera mia". Si alza dirigendosi verso una porta che è
presumibilmente quella della sua stanza da letto,
io e te ci guardiamo interrogandoci sul tipo di piega che
prenderà la serata quando lei dopo pochi minuti
riappare sulla porta: "Valeria mi daresti una mano tesoro?"
La raggiungo e dopo essere entrata in camera sua lei richiude la
porta. I vestiti della serata appena trascorsa gettati sul letto, i
suoi sandali abbandonati sul pavimento,
Indossa ora una vestaglia da notte bianca con un nastro di seta
allacciato in vita, e la cascata dei suoi capelli corvini rende il
bianco della sua veste quasi abbagliante, ai piedi un paio di
ciabattine di raso color madreperla. La vedo prendere una scala

di una decina di pioli e posizionarla a fianco dell'armadio,
le chiedo come posso aiutarla e mi dice solo di tenerle ferma la
scala, sale fino a metà e sento il cuore iniziare a battermi come
un tamburo avendo il viso a pochi centimetri dalle sue gambe
nude, il profumo della sua pelle mi stordisce e la tentazione di
posarci le labbra riesco a reprimerla a stento. Sale ancora due
pioli e sono le sue caviglie ad arrivarmi all'altezza delle labbra,
alzo lo sguardo mentre la sento dire: "eccola l'ho trovata", si
spinge sulle punte e le piante dei suoi piedi mi si spalancano
davanti agli occhi, e in quell'esatto istante cedo alla tentazione
di accostare la punta del naso in quella che può essere una
finestra spazio temporale irripetibile, socchiudo gli occhi e
inizio a riempirmi narici e cervello dell'odore che, come la più
dolce delle fruste, le sue ciabatte emanano, resisto a fatica dal
baciarle i piedi, ma alzando lo sguardo mi accorgo che mi sta
guardando, mi sorride e mi passa una scatola, l'aiuto a scendere
e lei senza spegnere il suo sorriso mi pizzica con due dita la
punta del naso: "dai torniamo di la", usciamo dalla camera e tu
quando la vedi in vestaglia hai la stessa luce negli occhi che ho
avuto io appena mi è apparsa in quella "mise",
ci invita a sederci sul divano con lei nel mezzo, posa la scatola
sul tavolo di vetro e la apre rivelandone l'interno quasi pieno di
foto per lo più in bianco e nero: "qui dentro ho i ricordi
di una vita, sono nata a Teheran una trentina di anni fa e laggiù
la vita non mi era per niente facile". Prosegue, mentre io e te
capiamo subito al volo che questa ragazza bellissima ha un
fondo di solitudine che vuole condividere con noi, e di cui ci
sentiamo privilegiate.
"Provengo da una famiglia di artisti teatrali e io stessa fin dalla
più tenera età sono stata abituata a calcare i palcoscenici di tutto
l'Iran, ma la mia vera predisposizione è sempre stata la danza,
specialmente durante la notte che noi celebriamo con il solstizio
d'inverno e che chiamiamo Shab-e Yalda, quando ci si riunisce e
si mangia, si fa musica, si danza e si ascoltano i racconti".
Prende in mano una foto che ritrae una giovanissima ragazza
che danza con un bambino, ce la mostra dicendoci che è la sua
sorella maggiore, ne tira fuori un'altra raffigurante lo
stesso bambino nell'atto di soffiare sulle candeline di una torta
decorata da chicchi di melograno, il numero 10 al centro e il suo
nome su un lato: "Zadeq", la guardo e sto per chiederle chi è
quel bambino, ma il timore che possa essere suo figlio mi
trattiene, poi riflettendo realizzo che è una foto troppo datata e
risalente a pellicole degli anni'80, lei si accorge che la mia
domanda è solo appesa, e lasciando entrambe sbalordite
aggiunge: "Zadeq sono io...o meglio sarebbe dire lo sono stata
fino ai 15 anni, da quando ho iniziato a sottopormi ad un
processo di transizione di genere, transizione però che non ho
avuto ne il coraggio, ne la voglia di portare a termine
chirurgicamente, così che di Zadeq ancora una cosa la
conservo".
Superando la sorpresa tu le chiedi quanto possa essere stato
difficile affrontare tutto ciò in un paese così rigido dal punto di

vista religioso, mentre io rimango muta, e ancora incredula
guardo il suo viso dai lineamenti così belli, dal taglio degli
occhi alle labbra che sembrano disegnate e alla sua voce,
davvero faccio fatica a credere che tra le gambe abbia un pene,
sentendomi un po'come la ragazza dalla curiosità un po'
irriverente cantata da De Andrè nella canzone Un Giudice, ma a
questo punto si, la mia curiosità verso di lei invece di spegnersi
raddoppia, e mentre lei risponde alla tua domanda
io non perdo occasione di vedere se scorgo un qualche gonfiore
sotto la sua vestaglia:
"Non credere che l'Iran sia così retrogado Kitty, esiste la
possibilità di cambiare sesso e la legge riconosce formalmente
la nuova identità, certo, poi il destino per chi diventa donna è
l'emarginazione e la prostituzione, io ho avuto la fortuna di
avere una famiglia colta e che mi ha sempre sostenuta, al punto
da permettermi di studiare all'estero, e così ho preso le mie
sottane, le mie scarpe tacco 12, la busta del trucco e a ventanni
sono arrivata qui a Cape Town."
Si volta a guardarmi notando il mio silenzio e cogliendo il mio
sguardo sul suo pube, arrossisco sentendo la mia curiosità
scoperta, ma lei per tutta risposta scioglie il laccio di seta della
sua vestaglia per soddisfare la mia curiosità, irriverente si, ma
pure evidente, come evidente è il rigonfiamento che ci
appare davanti agli occhi non appena la sua veste si apre,
a te viene naturale chiederle di poterla accarezzare,
e in un sussurro lei ti risponde di averlo desiderato fin dal
momento in cui ti ha vista...avvicini le tue labbra alle sue
mentre una delle tue mani saggia la consistenza del suo
membro...vi guardo incantata, e a me non resta
che cercare di capire se unirmi a te e a questo angelo venuto
dalla Persia. Glielo fai sgusciare fuori e io e te rimaniamo a
bocca aperta alla vista di quello scettro di carne duro e pulsante
di desiderio.
Le vostre labbra si congiungono e cercano in una perfezione di
bellezza da cui è difficile staccarsi, come non sto staccare lo
sguardo dalla tua mano che le accarezza il membro per poi
impugnarlo. Con l'altra mano l'aiuti a farle scivolare sulle
braccia la vestaglia a lasciarla nuda evidenziando un fisico di
una bellezza e sensualità irresistibili.
Mi avvicino dietro a te poggio le mie labbra sulla tua nuca,
affinchè tu senta che ci sono, li con te, e comincio da dietro a
sbottonarti la camicetta aiutando Sherazade a spogliarti.
Ti bacio la schiena nuda e bellissima, scendendo con la bocca
verso l'apice delle tue natiche, slaccio la tua gonna, mentre il
vostro bacio appassionato accende me quanto voi. le mani di lei
sul tuo seno, i tuoi capezzoli che si inturgidiscono di
un'eccitazione prepotente, la tua mano che continua a percorrere
la virtù della nostra amica persiana, mentre l'altra le accarezza il
viso, gli zigomi, il collo. Faccio scivolare alle tue caviglie la tua
gonna, e ti sfilo le mutandine, e sempre stando dietro di te
continuo a baciare il tuo coccige, le mie mani scivolano in
avanti lungo le tue cosce, fino a raggiungere quelle di

Sherazade, e la sua pelle setosa, fino ad accarezzarle
i fianchi, i polpastrelli che sentono e seguono la curva
posteriore delle sue natiche.. i pollici che scendono lungo il
triangolo del suo inguine, dove incontro la tua mano , che
accarezza prima la mia, quasi a darle il benvenuto e a
rassicurarla, per poi accompagnarla assieme in quel movimento
di piacere che stai donando a lei. Ti stacchi dalle labbra di
Sherazade, molto lentamente guardandola negli occhi,
e osservando come l'eccitazione le abbia dilatato tantissimo le
pupille, sicura che lei stia vedendo lo stesso nei tuoi bellissimi
occhi. Scivolo tra voi, verso il basso, so già dove sto andando,
verso il mio paradiso privato. Continuo a scendere lentamente
sfiorando sia te che lei, mentre le baci e assapori la pelle, i suoi
seni, leccandole il ventre, baciandole il glande rosso lucido per
avvolgerlo poi tra le tue labbra. Scendo fino a raggiungere con
la mia bocca i suoi piedi, le sfilo le ciabattine mentre mi
accoccolo come una gatta tra le vostre gambe, lasciandoti di
fronte alla meraviglia di quel corpo d'angelo che hai davanti
mentre continui a succhiarle il membro.
Dall'espressione del suo viso e dalla reazione del suo corpo,
capisco che ha proprio nei piedi una sua zona erogena
potentissima, un fremito la pervade mentre faccio scorrere la
lingua tra le sue dita.
Risalgo con la mia bocca dai suoi piedi lungo le sue gambe
in preda ad un incantesimo di eccitazione che mi esplode nelle
tempie, e mi trovo il suo membro a pochi cm dal viso, lo
accarezzo, mi sembra davvero così prepotente e bello, non
riesco a fare a meno di baciarne la punta, mentre entrambe
sentiamo come lei inarchi la schiena, e senza nemmeno pensarci
me lo faccio scivolare tutto in bocca, cominciando a praticarle
una fellatio profonda e appassionata. Il tuo viso è a pochi cm dal
mio, mi accarezzi una guancia, mi baci il viso mentre la sto
mandando in paradiso. Con una mano sui miei capelli inizi a
baciare e leccare la parte bassa dell'asta del suo destriero,
sento una mano di Sherazade percorrere con le unghie la mia
schiena, abbandonata all'indietro contro lo schienale del divano,
mentre con l'altra mano accarezza il tuo viso.
Il tempo si ferma e, allo stesso tempo, scorre velocissimo, non
so se siano passati giorni, o solo un'ora. Ti distendi sul divano e
aprendoti come un fiore a primavera la inviti a scoparti.
Lei ti solleva le caviglie appoggiandosele sulle spalle, io mi alzo
e vengo dietro di lei, il mio pube contro le sue natiche e i tuoi
piedini di fronte al mio viso, te li annuso e te li bacio per poi morderti
ognuna delle dita mentre Sherazade inizia ad entrare in te, ed io ad
accompagnare con il mio bacino i suoi stessi colpi, come se fossi io
stessa a scoparti. Gemete insieme e ti sento gridare non appena il
suo seme caldo invade le tue viscere. Rimanete unite, sudate ed
esauste mentre io vengo a distendermi accanto a voi. Ci baciamo
lasciando che le nostre tre lingue giochino a rincorrersi l'una nelle
bocche delle altre.
di
scritto il
2022-09-13
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