I bigliettini per Emma 8 - la nostra storia continua

Scritto da , il 2022-08-15, genere etero

Mi lascia aprire il biglietto:
> era entro il 17 e oggi era il 10.
Faccio una faccia imbronciata, non mi dispiaceva essere in anticipo (ne era valsa la pena, anche se cazzo ho il culo dolorante!), ma sotto sotto volevo solo per fare scena.
“Sei stata fenomenale Emm, un culetto così è difficile da trovare: te lo dice un esperto”
“Ahahah – quasi in tono di sfottimento – mi sembrava fosse quasi un complimento… - lascio un paio di secondi di pausa – pensavo che mi facessi malissimo e invece…”
“…hai goduto come una troietta! Devi fidarti delle mie abilità”
Me lo limono e gli sussurro all’orecchio con fare da porca: “Con il tempo scoprirò se sei effettivamente così bravo a cavalcarmi”
Continuiamo a sfotterci per un po’; prima di andare mi lascia un altro bigliettino: “Questo non sarà così difficile” e mi bacia in bocca.

Volevo quasi aprirlo, quando ero fuori casa sua, ma non lo feci se no mi sarei rovinata l’emozione del momento…

Nelle settimane successive abbiamo continuato a frequentarci per scopare. Ormai anche il culo era diventato una routine. Scopavamo per divertirci: io potevo godere con il cazzo più grosso che avessi mai visto, provavo delle emozioni nell’essere penetrata che non avevo mai avuto l’occasione di sperimentare… Dal canto suo Giovanni poteva divertirsi (tra le tante) di una ragazza giovane, vogliosa e figa: con un culetto che adorava. Per entrambi la situazione aveva solo vantaggi.

Una cosa in quel periodo mi stava frullando per la testa: non capivo cosa fosse, almeno all’inizio. Poi pian piano capii che mi stavo affezionando a Giovanni: la sua ironia, la sua capacità nel mettermi al centro mi piaceva e stava smuovendo qualcosa dentro di me… Mi chiedevo spesso, in quei giorni se fossi innamorata di Giovanni. La risposta era secca: NO. Ma forse era più un no per non affrontare il problema: eravamo scopa-amici e ci bastava, perché volere una relazione con un uomo con 16 anni più di me? Cercavo sempre di sviare la domanda, ma qualcosa dentro di me mi faceva ritornare lì con la mente.

Era un pomeriggio, mio papà era a lavoro, mamma era a fare delle commissioni e come spesso capitava, chiedevo a Giovanni di venire da me… Scopavamo con regolarità più o meno una volta al giorno in quel periodo…
Eravamo sul mio letto, a limonarci: Giovanni senza maglia io con solo l’intimo, sotto di lui… La foga e il desiderio dell’altro c’era sempre, il volere il corpo dell’altro per godere era il denominatore comune e quindi anche in quei momenti la passione era al massimo. Continuavamo a strusciarsi tra i nostri corpi, per sentire le parti intime dell’altro senza però toccarle direttamente, intrecciandoci insieme…

“Cazzo!” esclamo. Non avevo sentito nulla, nemmeno visto… lì sulla porta della mia camera c’era mia mamma che ora sorrideva nel guardarci nel prepararci a scopare. Ci aveva colti in fragrante ma non ci aveva fermati (perché?) perchè si stava divertendo nel vederci, e sotto sotto nel suo viso mi invidiava.

continua...

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