Lo riconobbi per caso.
di
Batacchione.
genere
etero
Dopo un esame clinico in Ospedale, vuoi l'afa di Agosto e poi a Roma il caldo si sente assai, vuoi la gioia del referto medico "negativo", ovvero stavo benissimo, decisi di andare al bar e gustarmi una birra ben ghiacciata. Mentre bevevo ti vedo un tipo entrare e chiedere al barista dii potere attaccare sulla parete un biglietto con su scritto : cerco infermiere per praticare intramuscolari a domicilio : segue lauto compenso. Io leggo e, proprio quando finisco la birra, vedo il tizio uscire dopo un caffè. Lo seguo e, raggiuntolo, gli dico di essere disponibile per il servizio richiesto e pubblicato. Dopo uno scambio cordialissimo di parole, lui mi chiede dove ho imparato a praticare iniezioni e chiarisco subito, durante il servizio militare e, dato che poi, tornato ad essere borghese, approfittai dell'insegnamento di un Colonnello Medico in infermeria, mi dedicai a spergere la notizia di sapere fare punture intramuscolari creandomi un grosso numero di bisognosi del mio servizio e di conseguenza un continuo "passavoce". A quel punto il tizio mi osserva con meticolosa attenzione e poi pronuncia il mio nome, cognome e grado conseguito nello svolgere il militare: Sergente! Rispostogli che aveva detto il giusto, si presenta anche lui e subito, con ansia, mi chiede di seguirlo a casa sua, dove sua figlia studia e deve ricevere punture per aiutarla ad affrontare gli esami di Liceo, proprio come fu per me col Classico. Andiamo a casa e Pietro mi presenta sua moglie Giovanna, una stangona mora, alta 1,80 circa, un fisico da sballo, da superfiga: Cosce da infarto e culo da andarci subito con la mano ed acciuffarle le sode e prossperose natiche palpando all'infinito. Dopo un caffè Pietro mi fà strada fino alla camera di Simona, sua figlia: una biondina da oscurare sua mamma per quanto era ancora più figa della mammina e, quando mi vede, dice a sua padre che sono un bell'uomo, peccato che sono troppo grande per relazionare con lei e Pietro ride felice poi le spiega che io sono il delegato da lui per praticarle le poco ambite punture ed infatti Simona storce il nasino ma, eccoti che subito dopo arriva sua madre con tutto l'occorrente per la iniezione e dice a Pietro di lasciarla sola con Simoona per farmi eseguire la pratica. Pietro esce ma simona non gradisce la presenza di sua madre ed io, sognando già la libertà che avrò di potere palpare il meraviglioso culetto per "sondare" l'elasticità della sua pelle, mi dedico subito a preparare la siringa intanto Giovanna, delusa di non potere curiosare sul comportamento di sua figlia, se ne esce senza parlare. Io invito Simona a sdraiarsi a pancia sotto sul suo letto ed io con ardore, mi preoccupo di sollevarle ai fianchi la sua gonna a pieghe, scoprendo il culetto ancora per poco protetto da slippini assai ridotti ma io ci metto tutta la mia attenzione a scorrere le mai sottp l'elastico che tiene le mutandine aderentissime alle natiche e gliele abbasso fino a metà delle cosce. Poi inizio a palparle il bellissimo culo per sentire, così le dico per giustificare la palpata, se ha nodini che le farebbero sentire moltissimo il dolore dell'ago che invece io le infilerò sulla polposa natica massaggiando molto con alcool e cotone, frizionandole a lungo e, quando meno se ne accorgerà, si troverà il culetto bucatglielo dalla mia mano ferma, decisa ma leggerissima ed infatti tutto andò così bene che Simona, quando le rimassaggiai la natica silenziosamente bucatale prima, mi chiese perchè la facevo aspettare ancora per bucarle il sederino ed io la rassicurai che per quel giorno non le avrei fatto altri buchi al culetto perchè tutto era finito e mi soddisfò il constatare che lei non se ne era affatto accorta dell'ago che le bucò il bel culetto. Simona poi si coprì il sederino,e chiamò subito sua mamma e papà, facendo subito presente che non era molto convinta nell'avere ricevuto un dolorosissimo ago ed era convinta di essere stata presa in giro per poterla bucare domani senza paura. A quel punto le feci vedere la siringa vuota mente prima era piena di farmaco iniettatole e lo aveva viso benissimo! Poi smorzai la tensione chedendole se voleva essere aiutata nello studio, venendo io dalla sua stessa scuola "Liceo Marconi sulla via Salaria". Lei accettò subito e Pietro mi disse che mi avrebbe ben cmpensato per iniezioni e lezioni per gli esami. Subito chiarii che al limite avrebbero potuto offrirmi una cena in compenso, specificando che vivevo solo ed allora da quella sera sarei stato ospite loro, fino ad esami conclusi. Accettai srridendo ed anche Simona mi disse che mi avrebbe ringraziato a modo suo e poi, Pietro e Giovanna ci lasciarono soli in camera e subito iniziammo a studiare ripassando generalmente tutte le materie. Poco dopo, notando Simona che mi guardava insistentemente, sentii sfiorarmi con il piedino il cazzo già semieretto nell'osservare la splendida fighina e quando chiesi spiegazione a lei, subito mi disse di volermi compensare per l'iniezione temutissima ma conclusasi indolore ed allora si alzò venendo davanti a me slacciandomi la patta dei pantaloni, abbassandomi gli slip e scoprì il ormai stradritto cazzone e se lo fece forzatamente entrare nella sua boccuccia che si dilatava disperatamente...non per niente tra le molte donne che hanno scopato con me, alcune mi hanno chiamato "Batacchione"... .Le tenni la testolina ferma e spinsi dentro il batacchio facendola mugolare e le diedi il ritmo di fare entrare ed uscire dalla sua boccuccia. Dopo che mantenne sempre lo stesso ritmo, si fermò un attimo per dirmi che sentiva il cazzone stare per sborrare ed allora le spinsi la testa fino a quasi soffocarla con la bocca piena zeppa di muscolo straboccante una quantità di sborra da farla quasi emettere conati ma io ero troppo eccitato e niente mi avrebbe fermato e dissuaduto a continuare l'enorme getto dell'altrettanto enorme batacchione...che giusto soprannome era quello! Dopo che andò al suo bagno a sciaccquarsi la bocca, ritornò vicino a me e si chinò per baciarmi in bocca, ma poi mi disse che se continuavo a non farle sentire il temutissimo ago, oltre alla bocca mi avrebbe offerto anche scopate e poi si sarebbe veduto anche...fece una lunga pausa. Sapendo poi che poco dopo sarebbe giunta l'ora della cena.
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