Dopo il Liceo lavorai anche lì. 2.

Scritto da , il 2022-10-20, genere etero

Marisa era veramente una gran figona: alta, viso da bambola, seno abbondante, fianchi che si facevano palpare magnificamente e le lunghe cosce con polpacci che ispiravano ad afferrarli e mordicchiarli come si fa quando si spolpa un cosciotto arrosto; la figa pelosissima e la peluria era presente anche molta alle ascelle per poi risaltare il gran bel corpo sulle cosce fino alle caviglie fine da gazzella. Il culo poi era da sogno, sodo, vellutato anche lì dalla peluria ed il forellino anche lui adornato da pelini che quando la penetravo inculandola, mi accarezzavano il batacchione aumentando così la mia grossezza penile facendola poi talvolta anche gridare, supplicandomi di fermarmi ma la voglia, il desiderio per me erano sempre più in crescendo come una sinfonia sempre più sonora. Insomma, più la scopavo e più mi caricavo, scatenavo ed infine era lei a supplicarmi di farle prendere fiato, di fermarmi un poco! Poi un giorno Marisa mi fece una sorpresa per me assai graditissima: una sua amica che mi descrisse gnocca come lei ma rossa, stava per perdere il marito per una malattia sempre più ingestibile e naturalmente non curabile, voleva conoscermi per prepararsi all'estremo saluto al suo "Lui". Le dissi di farla venire alla mia agenzia perchè certo non potevo andare a casa sua e magari per proporre un servizio dignitosissimo al marito stesso sentendo il suo parere in merito. Grazia, così si chiamava la rossa, mi telefonò per incontrarci in agenzia e lì si presentò il giorno stesso tutta ben acchittata, anche lei ben alta, formosa con abitino a vivaci colori con base rosso e risaltavano così le eccitatnti calze a rete fitta nere. Quando si sedette difronte a me non mi sfuggirono le cosce che si scoprivano sempre di più ad ogni suo movimento ed il seno straboccante sussultava mentre lei signhiozzava raccontandomi perchè suo marito la stava per lasciare sola. Rimasi impassibile, professionalissimo ma infine la avvicinai circondandole i fianchi dandole conforto, coraggio ma vidi comunque che lei era molto e solamente tutta presa nell'osservare il gonfiore alla patta dei pantaloni. Dopo che le feci il preventivo del servizio da offrirle, lei mise tutto nella sua borsa e poi disse che sarebbe ritornata per gli addobbi della tomba da stabilire. Le strinsi la mano baciandola galantemente e poi la accompagnai alla porta osservandola poi ancheggiare mentre si dirigeva verso la sua auto. Rientrando nel mio ufficio, telefonai subito a Marisa dicendole che la sua amica rossa era stata da me e, mentre se ne parlava, Marisa mi disse che Rossana, la rossa appunto, aveva fermato l'auto davanti a casa sua, così, per farla breve, io ero da Marisa dopo neanche dieci minuti e dopo altri pochi minuti, senza preamboli e formalità, ero avvinghiato ai corpi delle due sventolone, intento a tenerle a cosce spalancate per leccarle le loro fighe che in poco tempo mi imbrattarono il viso con i loro umori che schizzavano prese dalla eccitazione e... scopata l'una e dopo l'altra, arrivai dopo lunghe "cavalcate" ad implorarle a darmi una tregua ma loro vollero concludere la galoppata, l'una sbocchinandomi il cazzo e l'altra mi prese a slinguate l'ano, dandomi chiaramente un brivido, una sensazione mai provata prima di quel momento. Dop che mi coccolarono offrendomi una bevanda di erbe in infuso, mi sentii stranamente nuovamente in pista per correre con loro la gara delle trombate più scatenate in vita mia e, dopo altre scopate che divisi in due per ognuna di loro, le chiesi cosa mi avevano offerto per riavere subito le energie perdute prima e lì furono oneste: mi avevano fatto bere una bevanda rigenerante dell' apparato genitale. Dopo un sosta che avrebbe permesso di riprndere i giochi, mi ricordai di un impegno di lavoro che non potevo certo ignorare perciò dovetti rapidamente rivestirmi e congedarmi dalle gnoccolone con la promessa di un nuovo imminente incontro a tre. Andai subito dalla famiglia che mi attendeva come accordato e, dopo concordato il completo servizio funebre, uscendo di casa, fui avvicinato da una ragazza, nipote del defunto, chiedendomi un passaggio. La feci salire nella mia auto ed in breve tempo lei scoprì le cosce in maniera chiaramente provocante, poi, usciti dalla cittadina, lei mi disse che se mi fermavo mi avrebbe fatto un bocchino, tutto ciò suggeritole da Marisa che lei conosceva bene. Specificò subito che anche se piccola di statura non era minorenne ed aveva la patente di guida e Marisa l'aveva informata sulle mie generose dimensioni di cazzo... .Il visetto grazioso, le coscette ben fatte ed il seno picolo ma eccitante, mi spinse a non fermarmi nel boschetto ma a volare dritto a casa mia dove, dopo che dovetti rispondere al telefono sempre per il mio lavoro, mi misi a girare per le stanze ma solo in camera da letto trovai la bambolina già tutta nuda e sdraiata nel mio lettone ad attendermi.

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