Una storia una vita - scambio di ruoli Pt.1

Scritto da , il 2022-04-01, genere dominazione

Quello che mi mancava di più, oltre alla possibilità di scopare Silvia, o comunque di avere una possibilità di venire, era il divieto di vederla nuda. Da quando, usando le sue parole ero diventato "quello che portava in giro il suo cazzo" potevo baciarla, abbracciarla, persino tentare approcci, ma non dovevo toccarle nessuna parte intima, e nemmeno vederla. Dall'inizio della mia schiavitù per lei, si cambiava voltandosi di spalle o dopo avermi ordinato di lasciare la stanza, ed usava il bagno chiudendosi dentro. Spesso metteva la cintura in vibrazione in quei momenti, così come quando me la vedevo girare intorno in abiti discinti, intimi provocanti, o quando eravamo in piscina a rilassarci. Il mio obbligo alla nudità assoluta, fatta eccezione per la cintura, era invece permanente, e si stava estendendo il numero delle persone che erano a conoscenza della mia condizione e a cui potevo, o dovevo, secondo il punto di vista, mostrarmi liberamente. Il fratello e la sorella di Silvia erano stati i primi ad essere informati, e dovetti ammettere che dimostrarono sempre una grande civiltà nei miei confronti, al di là delle battute, trattandomi sempre con rispetto e limitando le battute anche in mia assenza. Silvia non mi aveva mai mostrato loro, dal vivo o in effigie, in situazioni scabrose o particolarmente degradanti, tranne in un'occasione in cui, per una risposta molto sgradevole che diedi a Sonia, dovetti stare in ginocchio davanti a tutti e tre con i polsi legati dietro la schiena ed una maschera sul viso dotata di bavaglio a palla. Nessuno mi toccò o fece nulla di più, ma ritenni un'umiliazione cocente essere ridotto così, ed ascoltarli parlare e muoversi attorno a me senza poter fare nulla.
Una collega di Silvia ed il giardiniere che sistemava settimanalmente la piscina, oltre naturalmente ad Adele con cui Silvia continuava a scambiarsi messaggi erano fino a quel momento i soli altri depositari del segreto. La collega era una collega di università di Silvia, che lavorava con lei a vari progetti, e Silvia l'aveva informata perché spesso si trovavano a lavorare a casa di una o dell'altra. Quando chiamava, ma anche quando era da noi, aveva iniziato a chiamarmi "schiavo", cosa che Silvia faceva molto raramente, e più di una volta aveva chiesto a Silvia di poter assistere a qualche trattamento. In un paio di occasioni era stata accontentata, accontentandosi di frustate e bondage.
Il sesso era molto frequente, anche se ovviamente Silvia mi usava solo per il suo piacere e per il divertimento che provava nel procrastinare il mio piacere all'infinito. Non avevo più avuto orgasmi completi, e anche quelli rovinati, della cui tecnica Silvia si era impadronita quasi subito, erano molto rari. E ovviamente, quando arrivava al momento di spogliarsi, io ero già bendato.
Quel pomeriggio Silvia entrò nella stanza dove mi trovavo con un perizoma da bagno ridottissimo e due dischetti copricapezzoli
- vieni anche tu a prendere un po' il sole?
Stupito per la vista di lei quasi nuda mi alzai e la seguii al volo, e ci stendemmo su due lettini vicini. Non potevo toglierle gli occhi di dosso, mentre lei faceva finta di niente e parlava del più e del meno.
- mi spalmi?
Presi l'olio e le cosparsi diligentemente il corpo. La cintura era tirata in avanti al massimo per lo sforzo di trattenere l'erezione. Silvia aveva allungato le braccia sopra la testa, ed in quel momento immaginai di poterla legare al lettino e scoparla fino all'esaurimento. Lei mi lesse nel pensiero
- dimmelo
- che cosa?
- quello che stai pensando. É sicuramente una porcata, hai cambiato totalmente espressione e mi stai scopando con gli occhi
- quello posso fare...
Rise di gusto e mi scosse leggermente i capelli, prima di riportare il braccio nella posizione precedente
- ti diverti ancora o stiamo andando troppo in lá?
- troppo in là sarà quando ti stancherai tu
- mi interessa il tuo punto di vista. Ti amo ancora, e non ho intenzione di smettere. Ma se a te non va più sono sempre pronta a cambiare il gioco
- ogni tanto mi vengono idee...come adesso
- e adesso a cosa hai pensato?
- che vorrei essere io a legarti e usarti un po'. Un po' tanto, visto il tempo passato dall'ultima volta
Silvia spalancò gli occhi e atteggiò la bocca in un "O" di stupore, che non riuscii a catalogare come sincero o falso stupore
- ma tu non mi hai mai nemmeno chiesto di essere legata
- non mi era mai venuto in mente
- adesso si?
- vorrei tanto...
- e non potresti farmi niente, tra l'altro
- potrei torturarti per estorcerti il codice sull'app
Mi guardò come se le avessi dato un'idea
- Hai già fatto qualcosa del genere?
- molto blandamente con un ragazzo in passato, si
- ti va di raccontare?
- niente di che, mi legava o lo legavo e scopavamo, tutto qui
- e basta?
- si sì, solo quello. Una volta in un bosco mi appese per i polsi ad un albero, e mentre mi scopava vidi due ragazzi che si erano fermati a guardarci. Non dissi nulla ma loro videro che li avevo visti, e rimasero fino alla fine. Io non riuscivo a smettere di venire, ed il tipo si prese il merito, ma in realtà era il fatto di avere spettatori ad eccitarmi così
- non ti facevo esibizionista
- non per quello. Perché non potevo coprirmi. Mi vergognavo per essere stata vista legata, ma la cosa mi faceva anche impazzire di piacere.
- capisco - posai il flacone di olio e mi sedetti sul bordo del mio lettino. Silvia si girò su un lato sostenendo la testa su una mano.
- propongo una cosa, se ti va
- accetto da subito - feci io di rimando
- aspetta di sentire no?
- ribadisco, per me va bene
- ma che tipo...allora adesso ti calmi, poi quando rientriamo ti faccio vedere un video e poi ti spiego. Adesso zitto e fammi abbronzare
Si rimise giù e dovetti rimandare, ma continuai ad immaginarmela legata al lettino.
Rientrammo e lei armeggiò sul PC, fino a trovare un video. Una ragazza che veniva condotta, legata e al guinzaglio per strada, per essere poi legata e usata in un parco.
- Questo ti piacerebbe?
- non dire che tu...e poi dove mai potremmo fare una cosa del genere
- prima lo fai tu, e se ti comporti bene lo faccio io. Ci staresti?
Fine prima parte
-

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