Un nuovo avatar

Scritto da , il 2022-03-29, genere masturbazione

Un nuovo avatar.

Apro ER. Scorro i titoli e scelgo il primo racconto il cui incipit ha parvenza d'interessarmi. Finisco, quasi indifferente, e leggo i commenti. Vedo che Serena ha di nuovo cambiato il suo avatar in disqus. Mi piace molto, questo. Oh, sì, anche i precedenti avevano sovente attrattive interessanti, anche molto, ma questo mi sembra proprio speciale. Lo ingrandisco per cercare di vedere, di capire di più. Ammiro il suo sedere. Ammiro la sua posizione. Mi piace lei, così. Le sto dietro. Osservo con scrupolo. Caspita! C'è quel perizoma inutile. Glielo strapperei via volentieri. Sì, proprio strappare, come qualche volta gli uomini facevano con me, quando li usavo. Una donna presentarsi a me col perizoma? Assurdo! Però una volta strappato cederei ancor più ai piaceri della vista, del tatto, dell'odorato, del gusto. Anche dell'udito, quando la mia lingua o le mie dita raggiungeranno quelle morbide ed interessanti sconvolgenti aree...
Io adoro quella posizione. Ne conosco bene l'utilità. Penso a me stessa disposta così, a novanta. No, io non sarei proprio esattamente agghindata come Serena. Intanto le calze: indosserei le parigine, che lasciano libero per il tatto un'area maggiore. Poi la conotta: preferisco indossare uno di quei corsetti che strozzano la vita per esaltare il contrasto dimensionale fra vita e fianchi, magari lasciando scoperte le tette (sì, tette, anche se le mie sono una prima abbondante) coi piercing traballanti al mio fremente tremare di voglia. Infine le scarpe. Ai miei piedi ci sarebbero degli zoccoli col tacco molto alto e di gusto volgare, da battona: mi eccitano. Chi se ne frega se sono alta un metro e settantotto? Mio marito è quasi di due metri... Quando Lara lo vuole baciare in bocca stando in piedi deve salire su una sedia o usare una scala. Invece io mi trovo all'altezza giusta per ciò che non ha miglior alternativa, così, o no? Ho lunga esperienza in questo: disposta a novanta sono proprio all'altezza appropriata, ideale. Basta inarcare verso il basso un po' di meno il bacino e sono pronta all'ambito sacrificio. Bado bene a divaricare le gambe per facilitare la vista e l'accesso. È pur sempre uno sforzo doloroso, all'inizio, nonostante il lungo e frequente allenamento, prendere nel culo il cazzo di mio marito. Ma va bene anche inarcare leggermente di più la schiena verso il basso perché la mia liquida disponibilità si presenti come calda ed impellente esigenza.
Mentre faccio filosofia su me stessa continuo ad ammirare la fotografia di Serena. Suscita intensi pruriti. E anche se non sono coinvolti tutti e cinque i sensi, la mia passione trascina le mie dita dove mi fanno stare bene. Una vista così merita un riconoscimento, no?
Ecco: volevo leggermi qualche raccontino e magari commentarlo, ma Serena mi ha dirottata. Ne sono contenta, eh! Ora mi tocca vestirmi e spiaccicarmi addosso un filo di trucco per poi correre alla stazione e recarmi al lavoro. La chiazza sulla sedia? Be', ce ne sono state tante, prima. Una più una meno... E in più questa è un omaggio a Serena messa a novanta.

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