A Confronto - le origini di tutto

Scritto da , il 2022-01-24, genere tradimenti

Per iniziare a raccontare la nostra storia devo tornare indietro di molti anni.
Le nostre vite si sono incrociate per motivi di lavoro, per diversi anni però abbiamo avuto un rapporto strettamente professionale...proprio grazie al nostro lavoro avevamo modo di vederci spesso e sin dall' inizio per alcune cose, Francesca, doveva rivolgersi a lui che si era sempre dimostrato molto professionale e distaccato. Per questo motivo pensava di non essergli molto simpatica. A volte lo cercava anche per cose futili solo per cercare di stabilire un rapporto, ma in lui non aveva mai visto un cenno di interesse, aveva quel modo di fare così pacato, quella timidezza che a volte lo faceva arrossire, quegli occhi stupendi e una timbrica vocale che la turbava, ma lei era sposata e lui non aveva una compagna. Per questo poteva solo fantasticare, il suo matrimonio non era mai andato troppo bene sin dall'inizio, e questo la portava a rifugiarsi spesso nei suoi sogni...
In questi anni Francesca aveva stretto amicizia con una collega, tra la collega e lui c'era stato qualcosa in passato, lei le aveva raccontato alcuni particolari, ma niente di serio, Francesca invece le avevo confidato che lui le piaceva...
Una sera dopo una cena Francesca stava tornando in macchina con la sua collega, durante il viaggio venne a sapere che stava scambiavano messaggi con lui. Il caso vuole che questa amica finisce il credito proprio mentre Francesca era presente così prendendo l’occasione al volo le offrirle il suo cellulare. Lui non era molto contento per questo scambio di cellulari, ma scrisse ancora un paio di messaggi e la salutò.
Francesca aveva ottenuto quello che desiderava e pensò < ora lui ha il mio numero..>
Il giorno dopo lui, che possiamo iniziare a chiamare Paolo, scrisse a Francesca solo per assicurarsi che l’accaduto della sera precedente rimanesse un segreto. Una volta chiarita la situazione iniziarono a raccontarsi tutto quello che non si eravamo detti in 5 anni. I giorni seguenti furono un via vai di messaggi e scoprirono di essere più in sintonia di quanto potessero immaginare. Iniziarono subito le confidenze ed i rispettivi mondi si aprirono.
Racconto di Francesca
Un giorno lui mi chiese di raggiungerlo nel suo posto di lavoro, era solo, io l'ho fatto, cosa ricordo di quel momento? Ricordo soltanto che ci siamo appartati in una stanza che mi ha attaccato al muro e che mi ha baciata, ricordo soltanto il suo viso che si avvicinava al mio, ho chiuso gli occhi e sono andata in tilt, a me, sin da subito quel contatto mi ha scombussolata, ho sentito subito quella chimica della sua pelle a contatto con la mia scatenare reazioni al mio interno, un bacio, un bacio bellissimo.
Poco tempo fa mi ha chiesto se in quel nostro primo bacio mi ero resa conto del fatto che aveva allungato le mani sul mio seno. Sarà stato che ero totalmente rapita che non ho sentito niente. Fatto sta che da quel momento iniziò la nostra pericolosa storia , fatta di momenti fugaci, di baci rubati negli angoli più impensabili, di sguardi in cui sentivo spogliarmi l'anima, di cenni per poterci raggiungere e di continui messaggi, sia seri e confidenziali, che giocosi e provocatori.
Fin dall'inizio Paolo è stato molto chiaro, questa nostra "cosa" non poteva essere che così, un GIOCO segreto. Non ho impiegato molto ad odiare quel termine, ogni volta che lo diceva mi infastidiva, ma più andavamo in profondità con le nostre confidenze, più ci appartavamo per conoscere i nostri desideri, più avevo bisogno lui. Ci stuzzicavamo in ogni modo, mi guardava come nessuno mi aveva guardato mai, mi faceva sentire terribilmente donna, mi mangiava con gli occhi. Passa il tempo, dai baci alle carezze...dalle carezze all'assaporare il suo cazzo...ricordo ancora la prima volta che l'ho preso in bocca, non amavo molto fare i pompini, ricordo di aver sputato il suo seme, eppure non mi aveva disgustato il suo sapore, per la prima volta, non mi aveva fatto schifo. Quando era ricapitata l'occasione, non aveva dovuto obbligarmi (come invece ero abituata col mio ormai da tanto ex marito).
Una delle cose che sin da subito mi è piaciuto di noi è la spontaneità che riuscivo ad avere e il come riuscivo anche a tranquillizzare lui quando aveva dei dubbi. È sempre stato un compensarci a vicenda, è sempre stata una continua crescita, il tutto è evoluto molto lentamente, siamo cresciuti noi, i nostri sentimenti e siamo cresciuti insieme anche sessualmente. Ogni volta una scoperta fino al giorno in cui fu la prima occasione di fare l’amore. Anche di quel momento ho un ricordo poco chiaro, ricordo solo il suo chiedermi se lo volevo davvero e poi ricordo solo il come avevo sentito il suo riempirmi alla perfezione e il dovermi scostare da lui perché stava per venire. Ricordo meglio la nostra prima vera volta, lui mi aveva raggiunta a casa, ricordo che era rimasto scioccato da come lo guardavo, mi aveva detto che sembrava che lo volessi mangiare, ed era così, lo volevo da morire e a casa mia mi sentivo libera di poterlo avere. Finalmente lo potevo avere senza i secondi contati, senza la paura di essere visti, senza la paura di essere sentiti, libera di fargli sentire il mio piacere, quello che lui mi procurava. Ricordo con tenerezza quel giorno e se penso a quello che siamo oggi sorrido. Quanta strada sempre insieme, quante lacrime, quante belle emozioni, quante speranze e quante delusioni, quante risate e quanta complicità e quanto amore ci abbiamo messo per arrivare a quello che siamo. Tutto questo in 13 anni di noi e ogni qual volta che penso che abbiamo raggiunto l'apice dell'amore c'è sempre un qualcosa in più. È questo che mi fa innamorare ancora di noi, il nostro essere sempre in crescita, probabilmente sarà dovuto al non poterci vivere pienamente e quindi al non poterci scoprire totalmente. Al bisogno sempre acceso di appartenerci ,alla gelosia per chi vive la vita che si vorrebbe, ai sogni rimasti nel cassetto, mille volte mi sono chiesta se ne vale la pena questa vita a metà, fatta di attese, di aspettative molte volte andate in fumo, di giornate solitarie, di mancanze, mi basta il pensare a quello che siamo insieme e anche a quando siamo distanti, e la risposta viene da se. Con i piedi ben piantati a terra, ma continuo a sognare.

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