Meglio una gallina da brodo che la pollastrella che non la dà!

Scritto da , il 2021-12-12, genere etero

Avevo ottenuto la patente di guida e già sognavo di trovare una donna di facili costumi che mi avrebbe permesso di collaudare i sedili ribaltabili della Fiat 600 che mio padre mi regalò e lasciò perdere nel racconto il motivo per cui ebbi in dono la per me "supercar 600". Avevo sì una morettina che frequentavo al Liceo ma, ahimè, tutto mi faceva fare e mi faceva lei ma di farsi scopare "nisba"...niente da fare. Mi faceva pompini da sballo, da godere anche da morto; mi mollava anche il suo bel culo e glielo conquistai quasi facendola implorarmi di fermarmi ma per lei la promessa è una promessa e...dato il mio "batacchione" la penetrai analmente con dolcezza, delicatezza...ezza, ezza, quanto volete voi ma che problema oltre al piacere che donavo...con la sua grossezza!?!. Nicoletta, che chiamavo la mia sorchetta, mi faceva godere da matti ( che poi sarà vero che "i matti" godono così tanto?" ) e per nulla avrei rinunciato a lei. Venne poi il momento che Nicoletta insistette che io conoscessi sua madre che mi descrisse alta, bionda, formosa e cinquantenne, senza scendere in particolari che poi io stesso avrei potuto constatare e valutare paragonandola alla figlia. Andai così a casa sua e mi aprì la porta una figona bionda, simile alla Venier che anche ora, ben di sopra i cinquant'anni fa il suo "effetto" ma Simona, appunto, la mamma di Nicoletta che al momento era lì a godersi la mia espressione di incantato, imbambolato, basito, allibito e...chi ne ha più di me da dire, lo dica pure... Simona era uno schianto...un bel pezzo di figa! Le strinsi la mano e lei subito fece i complimenti a sua figlia per avere scelto un bel ragazzo aitante ed anche lei giù a fare commenti sul mio aspetto fisico. Notai che in tutto il tempo che aveva commentato il mio aspetto con la figlia, non mi aveva mai mollato la mano che stringeva ancora con delicatezza ma con un modo che mi sembrava volesse dire qualcosa...forse perchè era vedova e non aveva più avuto contatti maschili (?) ...bho! Io comunuq ad un certo punto accorciai i tempi e roteando la mano, misi la sua in posizione per potergliela galantemente baciare sul dorso e lì lei rimase senza parole ed io staccai la mia dalla sua sorridedole e Nicoletta sghignazzò sotto i baffi che aveva con peluria lievissima. Andammo a sedersi in salotto e poi Simona chiese a Nicoletta do offrirmi qualcosa e mi propose il classico caffè, così mi si creò l'atmosfera che ambivo: Simona venne a sedersi sul divano accostandosi a me e mi prese la mano chiedendomi se tra me e Nicoletta c'era solo amicizia a eravamo "insieme" come si usa dire oggi, così le dissi che sì, eravamo insieme e finalmente capivo come era naturale nel vedere Nicoletta così bella, dato che la sua mammina era veramente una gran bella signora e così le dissi:" se l'albero è bello... è bello anche il frutto!". Simona, per ringraziarmi mi si avvicinò ancora di più e mi schioccò un bacio sulla guancia facendomi diventare rosso in viso e se ne accorse anche Nicoletta che stava arrivando con i caffè e sorrise soddisfatta facendomi l'occhiolino. Dopo un'ora di piacevole conversazione sentii che dovevo togliere il disturbo e, baciata nuovamente la mano a Simona, andai con Nicoletta alla porta dove ci baciammo slinguando appassionatamente, poi andai via. Il giorno dopo sentii il telefon squillare e Nicoletta mi disse che il giorno intero era impegnata nei suoi studi perciò non ci si vedeva e così chiudemmo la talafonata. Dopo mezz'ora però, erano le dieci di mattina, squillò nuovamente ed era Simona che mi chiedeva se ero disponibile per parlare un pò con lei e neanche dopo dieci minuti ero a casa sua. Mi aprì indossando un camice perchè intenta a sistemare casa e, senza preamboli mi chiese se la aiutavo a sistemare le coperte dei letti nel guardaroba. Accettai e lei salì sullo scalandrino permettendomi così di osservare le sue coscione da farmi subito eccitare bestialmente ed il mio batacchione già svettava in alto e ciò non sfuggì a lei che osservava con espressione languida ed eccitata l'erezione. Sistemato tutto a posto, lei finse, in modo più che comprensibile, di stare per cadere ed io mi adoperai per afferrarla ai fianchi e farla scendere in sicurezza. Nello strusciare sul mio corpo, si scoprì risalendole la gonna fino ai fianchi e le cosce tornite e ben sode che palpai subito con passione, eccitazione, mi spinsero ad abbracciare poi Simona e baciarla in bocca. Lei finse di volere mantenere compostezza ma poi cedette alla pressione del batacchio che anzi subito tirò fuori dalla patta e lo afferrò palpandolo e dopo che la avevo presa in braccio ed appoggiata sul lettone, le scostai le mutandine e sditalinai la figona pelosissima che si bagnò moltissimo.

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