Cecilia 1/5

di
genere
tradimenti

Cecilia si sentiva bene, felice.
Alle 14.20 di domenica erano ancora nel letto della sua villa al Forte (dei Marmi).
Finalmente era nel suo mondo, quello che aveva sempre voluto. Quello che i suoi genitori dicevano sempre che avrebbe dovuto trovare. Perché lei oltre ad essersi laureata col massimo dei voti, era anche bella e con un eleganza innata.
Inizialmente si era sentita in colpa per Stefano, il marito, ma in fondo è quasi un anno che sono in crisi. Lui è un bell'uomo, commercialista, con un suo studio ben avviato. Non gli ha fatto mai mancare niente grazie anche alla casa e ai lasciti dei loro genitori. Ne tantomeno l'amore. Lui è ancora molto preso. Ma lei ha altre aspettative e desideri. La sua asticella è molto più in alto e lei DEVE vivere nel lusso, sguazzare nell'oro, frequentare solo l'elite.
Con Alberto si erano conosciuti in Palestra. Non la solita palestra, se pur elegante, che aveva frequentato precedentemente, ma alla 'Total Body Village', LA palestra più IN di tutta Milano.
Era stata invitata a iscriversi dalla sua 'nuova' amica Alex (Alessia) che la frequentava con Sandra e Paola. Tre splendide ragazze, alte, snelle, curve al posto giusto e abbigliamento tale che possiamo tranquillamente definirle 'arrizzacazzi'.
Lei non era certo da meno! Bionda, oltre il metro e settantacinque, poco seno ma sodo e ben disegnato, occhi chiari. Ma soprattutto vestita sempre in modo sexy, tacco a spillo, eccitante, mai volgare, gran portamento e moooolto esibizionista! Sarebbe stata la ciliegina sulla torta del gruppo.
Con Alex si erano conosciute sul set per la pubblicità di un noto brand di moda.
Alex, Hair stylist, e lei, broker di tessuti di moda, avevano subito legato. Alex l'aveva riempita di complimenti sia per il gusto lavorativo, sia per il personale e si erano subito accorte di avere gli stessi interessi, le stesse ambizioni.
In giro certo non passavano inosservate. Tra fouseaux, autoreggenti, minigonne 'paripassera', tacchi a spillo, vestiti aderenti e scollature vertiginose, facevano girare la testa a non pochi uomini. Ne erano molto fiere, godevano nel farlo.
Al "Village" frequentavano sala pesi e ginnastiche varie con top e leggings aderenti a tal punto che ad ogni piegamento il tessuto si tirava tanto da far vedere la totate mancanza di intimo. In piscina si presentavano con costumi, di almeno una di taglia meno, dai quali uscivano ad completamente le chiappe, all'altra seno e capezzoli.
L'elite milanese era tutta lì.
Emergenti e storici, i 'rampolli' della buona società facevano sfoggio di sé tra i pesi e le centrifughe del centro salute.
Alberto era il preferito del quartetto. Moro, fisico sportivo, 188 cm, girava voce fosse anche molto ben dotato. Ed era confermato dal gonfiore nella tuta. Avvocato penalista amministrativo aveva la procura dei più importanti brand di tendenza del momento. Alex non perdeva occasione per flertare con lui, ma dal momento dell'arrivo di Cecilia, lui aveva avuto occhi solo per lei. Alex era esuberante, estroversa, un vulcano. Cecilia più compassata ma molto provocante con uno sguardo intrigante.
Lei e Alberto si erano visti per un caffè in 'Terrazza Navigli'. Cocktail Bar esclusivo da dove dominavi tutta la zona.
Si era presentato con la sua Lamborghini, mentre per andare in palestra usava una Range.
Affascinata dal lusso notò anche che al polso aveva un 'Vacheron Costantin' mentre per allenarsi portava un 'Daytona'. Sembrava proprio il tenore di vita che lei anelava.
Alberto - "Posso invitarti a cena? Devo andare in Toscana e vorrei cenare con te all' Osteria Gucci di Bottura a Firenze."
La tentazione era troppo forte.
Tornata a casa inventò una scusa lavorativa con Stefano che, seppur ingoiando amaro, dovette far finta di niente.
Stivale Prada sopra il ginocchio tacco 12, pantacollant 'pitturati' addosso in mezzo al sedere, maglia a costine collo alto aderente fin sotto l'ombelico e giacca cortissima di pelliccia e tessuto firmata che lasciava ben visibile il movimento dei fianchi. La pochette di Fendi completava l'abbigliamento.
Voleva conquistare l'ingresso nel mondo di Alberto, e avrebbe fatto di tutto per non perdersi l'occasione.

La cena fu divina. Champagne e cameriere fisso al tavolo al loro esclusivo servizio.
All'uscita avvicinandosi alla macchina la prese per mano. Pochi passi, si fermò, l'abbracciò e la baciò con decisione. Le lingue si intrecciarono e lui con la stessa decisione scese con una mano e, afferrandole il culo, la strinse a sé.
Cecilia ebbe un piccolo sobbalzo, poi sentì l'erezione che premeva sul suo basso ventre. Era veramente potente. Cercava di misurarlo a mente!
Di colpo, come si era fermato per baciarla, riprese a camminare.

Salirono in macchina e Alberto posò la mano sull'inguine di Cecilia per tutto il viaggio. Lei la accarezzava e si aspettava anche qualcosa più spregiudicata, ma invece niente. Quella mano l'avrebbe presa lei e posata sul suo sesso per farli sentire quant'era bagnata, vogliosa, eccitata, ma lui era così distaccato. E questo la ecvitava ancora di più.
Raggiunsero velocemente il Forte. La villa si sviluppava su due piani. All'interno di un piccolo parco alberato era circondata da mura. Il cancello si aprì automaticamente, lasciarono la Lamborghini davanti alla porta principale ed entrarono.
Alb - "Benvenuta nel mio rifugio estivo!" disse con falsa modestia.
Inebriata dalla sfarzosa serata, questa volta fu Cecilia che gli buttò le braccia al collo ed iniziò a baciarlo. Dopo pochi secondi sentì di nuovo il grande pacco in erezione.
Senza altri preamboli lui la spinse in ginocchio, si slacciò i pantaloni ed estrasse il suo membro.
Cecilia rimase due secondi a bocca aperta estasiata da tanta roba. Lui immediatamente ne approfittò.
La cappella le riempiva buona parte della bocca. Afferrò il membro a due mani. Era almeno 23 cm e con la circonferenza di una lattina! Lo leccava, lo succhiava e lo segava! Felice come un bimbo al Luna Park!
Sentiva la passera sempre più bagnata.
Alberto la prese per mano e la portò nella camera da letto al piano superiore.
Un letto da oltre 2 piazze nel mezzo, tutto specchi sui tre lati e una unica vetrata sull'altro.
Si denudarono rapidamente, la mise a pecora sul bordo del letto, si bagno il cazzo lungo la fessura gocciolante di lei e spinse dentro la cappella. Cecilia scattò leggermente in avanti, sentiva quel palo allargarle la figa. Lui la prese per i fianchi e lentamente, ma inesorabilmente la penetrò finché fianchi e natiche non si toccarono.
Impalata com'era avava paura persino a muoversi. Aveva la sensazione che quel 'tubo' le arrivasse nello stomaco. Ma questo timore durò poco. Il piacere la pervase prepotentemente.
Un primo orgasmo la scosse quasi inaspettatamente. Se prima era bagnata ora era un lago. Ma Alberto praticamente non aveva ancora cominciato a scoparla. Sentiva il 'palo' stantuffarla con prepotenza. Stringeva e mordeva le lenzuola. All'improvviso uno schiaffo sul culo. Poi un'altro e un'altro ancora.
C - "Ahi! Piano! Piano!"
Non la ascoltò minimamente. Continuò a schiaffeggiarla.
Le natiche erano completamente rosse. Ora non sentiva più dolore, Il piacere aveva preso il sopravvento. Godeva! Godeva e continuava ad inzuppargli il cazzo col suo piacere. Non capiva più se veniva tante volte o era un'unico grande orgasmo.
Quando Alberto lo sfilò facendola nuovamente inginocchiare davanti a lui, fu come stappare una bottiglia, sentì come un risucchio dentro di lei e tutto il suo succo fuoriuscì dal suo sesso allargato, colandole sulle gambe e allagando il palché.
Alb - "apri la bocca! Tira fuori la lingua!" le ordinò!
L'afferrò per i capelli e si menò velocemente l'uccello struscciadolo sopra.
Alb - "vengo! Vengo! Bevi tutto il mio sperma! Tutto! Fino all'ultima goccia!!!"
E così dicendo glielo piantò letteralmente in gola.
Per non soffocare Cecilia ingoiò tutto quello che poteva, ma le dimensioni del cazzo e la quantità di seme era tale che un piccolo rivolo le colò dall'angolo della bocca su mento e collo. Lui, una volta svuotato e ripulito perfettamente, estrasse il membro e raccolto quanto era fuoriuscito, lo rinfilò in bocca.
Alb - "neanche una goccia devi sprecarne!"
Poi prese i vestiti di lei e li buttò sulla chiazza a tamponare gli umori che avevano continuato ad uscire dalla sua figa.
Si sdraiarono e si addormentarono.




Dedicato a B. e M.


maxborns4u@gmail.com
scritto il
2021-12-08
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