La Dottoressa 1

Scritto da , il 2021-10-30, genere etero

Capitolo 1

Il lockdown causa Covid mi aveva fatto perdere il lavoro e per tirare avanti avevo accettato di fare le pulizie per un ufficio statale insieme alla mia compagna.
In estate lei decise di passare agosto al mare da sua madre. Io continuai a lavorare non potendo interrompere il servizio.
Il caldo era veramente soffocante e mi recavo sempre al lavoro nel tardo pomeriggio per essere da solo.
Per comodità appendevo la maglietta all'entrata rimanendo solo con i jeans.
Quel mercoledì feci come gli altri giorni e iniziai a spazzare.
Quando arrivai alla stanza principale, spalancai la porta e mi trovai di fronte la "dottoressa" responsabile dell'ufficio.
- "mi scusi dottoressa!" sorpreso esclamai.
- "credevo non ci fosse nessuno! Scusi anche per la maglietta, ma col caldo che fa...io mi occupo delle pulizie, piccole riparazioni o necessità."
Vidi sul suo viso passare tutte le espressioni. Dallo stupore, alla paura per poi tranquillizzarsi ed infine piacevolmente incuriosirsi.
- "vado subito a sistemarmi!"
M. S. - "non si preoccupi, capisco il caldo ed io a quest'ora non dovrei più essere qui. Prosegua, faccia pure."
La dott. M. S. è una bella donna di 45 anni circa, capelli mori raccolti, 1 metro e 65 cm, 3^ abbondante e un bel culotto ben proporzionato al resto del corpo.
Fisico ben curato come l'abbigliamento. Indossa un taieur grigio, leggermente gessato, aderente ed avvitato. Sotto una camicetta bianca sbottonata fino all'attaccatura del seno che lascia intravedere il reggiseno di pizzo. Ai piedi una scarpa aperta tacco 8. Occhiali da lettura sopra uno sguardo severo ma seducente.
Dopo aver pulito un po' dappertutto sostituisco alcune lampadine che si erano fulminate.
M. S. - "Mi scusi,..."
- "mi chiami pure Max e mi dia del tu, tanto ormai mi ha visto seminudo!"
M. S. " Volentieri Max. Puoi controllare anche i miei neon, mi sembra stiano per saltare."
Controllai le luci nel suo ufficio sopra la sua scrivania, che non avevano niente, sentendo perennemente i suoi occhi su di me.
-" Buon proseguimento dottoressa, io ho finito fino a domani."

L'indomani tornai al mio solito orario e tolto la maglietta ricominciai le pulizie.
Dopo pochi rumori la M. S. uscì dal suo ufficio.
M. S. - "ciao Max, quando hai un secondo puoi passare da me per una questione personale? So che vai in barca a vela e fai lo skipper. Di nodi e di comando te ne indendi, giusto?"
Non Indossava la giacca e, da come si notavano i capezzoli sotto la camicetta, neanche il reggiseno.
Fantasticando nella mia testa, sistemai tutto il mio lavoro e andai da lei prima di ricoprirmi.
- " dimmi dotteressa, come posso esserti utile."
Appena entro lei alza la testa dai fogli, mi guarda e le si induriscono nuovamente i capezzoli.
M. S. - "sicuramente saprai come si fanno i nodi. Mi insegni? Ho da legare una cosa e vorrei farlo senza....fare danni. Tanto ormai siamo in confidenza, no? Ti vedo sempre 'quasi' nudo!'"
Sorrise.
Le mostrai qualche nodo mostrandomi simpatico e mandandole segnali di disponibilità.
Poi la salutai e me ne andai.

Il Venerdì entrai in ufficio sperando di incontrarla.
Facendo finta di niente mi ritolsi la maglietta.
Avevo indosso solo un paio di jeans molto aderenti che mettevano in evidenza il pacco già leggermente teso al pensiero.
Sentii i sui tacchi muoversi, mi girai, e fuori dalla porta del suo ufficio c'era lei con il suo taieur grigio ma senza camicetta. L'unico limite alla scollatura che arrivava all'ombelico erano i bottoni.
Il seno nudo coperto solo dai lembi della giacca sui capezzoli.
Ero sorpreso di vederla cosi, e si notava dal cavallo dai miei pantaloni.
- "dottoressa! Se ti presenti con queste libertà, i nodi ti serviranno per tenermi a freno!"
M. S. - "mmhhh, interessante. Vediamo!"
Senza troppe storie mi prese perano e mi portò ne suo ufficio, scollegò una prolunga, mi fece mettete le mani dietro la schiena e fece un nodo.
M. S. - "ora basta vederti seminudo, voglio tutto!"
Mi calò i jeans fino alle caviglie e, dato che non indossavo intimo, il mio uccello scattò verso l'alto rimbalzando davanti a lei.
Mi spinse sulla sua poltrona e si sbottonò la giacca. Immediatamente le sue tette uscirono fuori mostrando i piercing sui capezzoli. Slacciò la gonna che si arrotolò sul pavimento. Solo una mutandina la copriva.
Con le unghie percorse tutto il mio torace fino al pelo sul pube. Afferrò con la sinistra il mio uccello e con la destra diede uno schiaffetto deciso con quattro dita alla cappella.
M. S. - "ci divertiremo insieme!"
Inizio a segarlo, piano, massaggiando le palle e rigandolo ogni tanto con le unghie. Aprì la bocca e la fece scorrere delicatamente su e giù per l'asta. Poi si bloccò di colpo.
M. S. - "prima devi farmi godere."
Si sedette sulla scrivania e allargo le gambe. Solo allora notai che la mutandina aveva solo il tessuto in pizzo sul monte di venere! Due fili correvano vicino alle grandi labbra, mentre il resto era completamente aperto e mostrava tutta la sua figa liscia e bagnata.
Sempre con le mani legate mi avvicinai a quel frutto succoso e cominciai a leccare lungo la fessura, prima tutto intorno, poi affondando la lingua e risalendo più volte fino al clitoride che si era gonfiato e teso.
Sembrava un cazzetto di un centimetro.
Lo presi tra le labbra succhiandolo e leccandolo con decisione.
Mi bloccò la testa prendendomi per i capelli.
M. S. - "leccala, succhiala, scopala con la lingua! Fammi godere e ti premierò!"
Continuavo ad infilare dentro tutta la lingua in basso e arrivavo fino al grilletto soffermandomi a stuzzicarlo.
Allargava le gambe sempre di più ed io andavo più a fondo. Le sue mani stringevano sempre i miei capelli.
M. S. -" continua! Bevi il mio succoooo!"
Iniziò a tremare stringendomi più forte al suo sesso, poi le gambe scatti spasmodici e mi bloccarono. Un fiume di umori mi coprirono faccia e bocca.
Avevo il cazzo di marmo. Continuavo a leccare e lei ad inzupparmi la faccia.
Dopo avermi tirato per i capelli per staccarmi, mi allontanò.
M. S. - "bravo! Ora ti permetterò di toccarmi" e mi slegò le mani.
Appena ho avuto le mani libere l'ho afferrata per le spalle, l'ho girata e le ho fatto posare le tette sulla scrivania e allargato le gambe.
M. S. " heiii!"
Le ho infillato entrambe i pollici nella figa e i palmi sulle chiappe allargandola per bene. Il cazzo le si è infilato dentro da solo, senza bisogno di puntarlo. Era come averlo messo dentro un vasetto di marmellata.
M. S. - "oooohh!"
- " ora mi prendo il mio premio!"
Lo spingevo fino in fondo.
Ogni affondo era uno sciacquettio. Ogni spinta i piercing strsciavano e tintinnavavo sul vetro del tavolo.
Sposto il pollice zuppo dei suoi umori sul suo buco del culo tutto aperto davanti a me.
M. S. -" piano, per favore fai piano! "
Ma alla prima spinta il pollice fu come risucchiato dentro!
Mugolava. Si muoveva tutta per godersi a pieno tutte le mie attenzioni.
Ero eccitato come un toro!
M. S. - "non fermarti! Godi! Sborrami tutta! Vengo anch'io! Dai! Dai! Più forteeeee!!!"
Continuai a scoparla sempre più forte e più velocemente senza togliere il dito dal culo finché non le schizzai dentro fino all'ultima goccia del mio sperma.
Si staccò da me, mi succhiò e mi ripulì l'uccello con la sua bocca e la sua lingua.
M. S. - "buono! Meraviglioso!"
E rivestendosi in tutta fretta senza pulirsi... "ora devo correre da mio marito. Devo fargli assaggiare e raccontargli tutto".
Non riuscii a dire una parola.
Impietrito e pensieroso restai nudo davanti a lei.
M. S. - "a presto! Ho tante cose per la mente!"

Continua

maxborns4u@gmail.com














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