Mia Madre e il vicino - Mickey pt.1

Scritto da , il 2021-09-27, genere pulp

Seduta sul divano del nostro salotto, mia madre guardava la televisione con aria esterrefatta.
Aveva la mano sulla bocca, come se volesse soffocare un pensiero che la stava facendo inorridire, ma, al contempo, i suoi occhi increduli e spalancati guardavano avidi le immagini riprodotte sullo schermo.
Io, poco più in là, la fissavo compiaciuto con le braccia conserte.
Gli unici rumori nella stanza erano quelli provenienti dallo schermo sul quale avevo mandato in onda un video. Più che di rumori si trattava di veri e propri ululati, gli ululati di due partner che si stavano dedicando ad un focoso amplesso.
Il video terminò con il protagonista maschile, Giulio, che veniva copiosamente all’interno della vagina di una donna, bionda e bendata, poggiata sul bancone di una cucina.
La cucina era la nostra e la donna, che riceveva lo sperma, era mia madre.
Esatto, avevo deciso di far vedere a mia madre il filmino amatoriale che la ritraeva protagonista e che io, con l’inganno, avevo girato.
La convinzione con cui gestii la situazione mi permise di superare l’imbarazzo iniziale, inoltre mi consentì di trasformare il ricatto cui la stavo sottoponendo ad una fonte di discussione. Le ricordai che avevo un video che la ritraeva, inoltre sapevo della sua tresca con il nostro vicino di casa Francesco e che non avrei esitato a raccontare tutto a mio padre. Il mio monologo proseguì fin quando non arrivai a toccare l’unico punto debole di mia madre, l’unica cosa a cui lei teneva, l’unica cosa per la quale avrebbe fatto di tutto.
Mia madre voleva godere, godere e ancora godere e io potevo aiutarla.
Durante la mia opera di convincimento riuscì a farle ammettere la grande ed evidente eccitazione che l’aveva colpita nel vedere, in video, sé stessa venire scopata.
La nostra discussione terminò con il mio ennesimo successo. Anche se lei non lo disse espressamente avevo strappato il suo consenso per la registrazione di futuri video, inoltre ero riuscito a carpire uno dei suoi più grandi sogni erotici.
Quando ebbi finito di parlare con lei, uscii di casa raccomandandomi che si sarebbe dovuta masturbare guardando il filmino, in modo da poter avere un assaggio di come sarebbe cambiata la sua vita, e che io sarei tornato prima di cena.
Una volta in sella alla mia bici, pedalai verso una meta ben precisa.
Mia madre voleva più uomini e io sapevo esattamente dove trovarli.

Raggiunsi la periferia della mia città e, dopo aver pedalato su alcune stradine sterrate, arrivai ad un fabbricato apparentemente abbandonato sul quale girava la nomea di essere un ritrovo di prostitute, scambisti e chi più ne ha ne metta. In città, tutti chiamavano quel posto con il nome di “La Tela”.
Nel parcheggio fui accolto da un gruppetto di uomini intenti a fumare e parlottare.
Erano brutti ceffi e, con cattive maniere e senza neanche darmi modo di spiegare, mi intimarono di andarmene dicendomi che quello non era un posto per ragazzetti come me.
Estremamente deluso pedalavo sulla strada del ritorno, quando fui fermato da un altro uomo.
Il tizio, sulla cinquantina e leggermente stempiato, mi fece segno di avvicinarmi.
La prima impressione che mi diede fu quella di un tipo strano ma soprattutto viscido, però il suo modo di parlare riuscì a mettermi a mio agio spingendomi a rivelare il motivo per cui mi ero spinto in un postaccio come quello.
Grazie allo smartphone feci vedere a Mikey, insistette molto affinché lo chiamassi così, alcune foto di mia madre e della mia volontà di organizzare una gangbang con lei protagonista, con tanto di videocamera per immortalare l’evento.
Mikey fu entusiasta. Sì complimentò con me per essere un figlio così premuroso e mi rassicurò che avrebbe fatto di tutto per aiutarmi. Anzi, io dovevo solo stare tranquillo, ci avrebbe pensato lui ad organizzare il tutto con precisione e discrezione. Ovviamente, lui avrebbe partecipato all’orgia “ma solo per assicurarmi che le cose vadano tutte come da programma” disse con il tono di chi sta organizzando un’escursione in montagna. Ci scambiammo i numeri di telefono con la promessa che mi avrebbe fatto avere presto sue notizie, se non ché, prima di salutarci, assunse un’aria titubante. Mikey iniziò a chiedermi se mia madre avesse già avuto altre esperienze con più uomini contemporaneamente e, alla mia risposta negativa, scosse energicamente la testa in segno di diniego. “Non va bene… mmmh assolutamente no” ripeteva come un giradischi rotto. ”Per tua madre questa dovrà essere un’esperienza indimenticabile… per questo forse è meglio procedere per gradi, prima dovrei conoscerla in modo da capire quali sono i suoi… limiti” disse lui e io, che ormai mi ero fatto arronzare come un idiota, non colsi il tono perverso con cui pronunciò quell’ultima parola.
Accettai.

Il giorno dopo, Mikey mi avrebbe inviato una posizione su whatsapp alla quale mi sarei dovuto presentare in compagnia di mia madre e della mia fedele fotocamera.
Pieno di gioia, pedalai a tutta birra verso casa. Non vedevo l’ora di raccontare tutto a mia madre.
Tornato a casa la trovai presa da un’intensa sessione di masturbazione. Totalmente nuda e con le gambe aperte poggiate agli angoli del tavolino, si stava sgrillettando con vigore il clitoride. Sul pavimento, i suoi umori formavano un piccolo laghetto lussurioso.

A cena io e mia madre brindammo alle spalle di mio padre, suo marito.
Quella sera dormii sereno, felice e ansioso per ciò che sarebbe accaduto l’indomani.
Non mi ero per nulla reso conto di ciò che avevo fatto.
Non mi ero reso conto di aver messo me e la mia famiglia nelle mani di uno sconosciuto. Di un probabile psicopatico.
Forse, anziché brindare, quella sera avrei dovuto ascoltare il TG.
Se lo avessi fatto, avrei saputo che nella mia regione le forze dell’ordine erano alla ricerca di un criminale accusato di diversi reati a scopo sessuale. Un criminale la cui descrizione corrispondeva a quella di un uomo di mezza età, leggermente stempiato.
Se avessi ascoltato il TG avrei saputo tutto questo.
Ah, dimenticavo. Il giornalista nel servizio aggiunse un ultimo dettaglio. Il criminale era noto alle forze dell’ordine con il nome di Mikey.
Forse, se avessi ascoltato il TG, non avrei dormito così serenamente.
Forse… non avrei dormito affatto.

Continua…

Isaia.racconti@gmail.com

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