I giochi di letto di Erika 1 (continua)

Scritto da , il 2021-09-24, genere etero

La giornata primaverile era meravigliosa, un sole tiepido riscaldava l'aria tersa e io stavo passeggiando sul lungo mare quando incontro Tiziana, una cara amica con la quale avevamo frequentato le scuole superiori, eravamo sempre state in contatto e ci confidavamo i nostri segreti.

Dopo i baci e abbracci e le solite chiacchere sulla nostra routine quotidiana, vedo che improvvisamente si trova in imbarazzo e mi chiede se posso darle dei consigli su un argomento molto intimo.

Si era innamorata di un uomo conosciuto al circolo degli scacchi, e voleva fargli capire che era disposta a concedersi a lui, ma aveva poca esperienza in campo sessuale, e voleva sapere da me come comportarsi e cosa fare, dal momento che io ero ritenuta una donna disinibita e con capacità amatorie non comuni.

Sono stata un attimo presa in contropiede, ma poi ho iniziato a descriverle non solo tutte le mie performance amatorie con profusione di ogni minimo dettaglio, ma anche i miei desideri segreti repressi e che non ero ancora riuscita a realizzare.

Tiziana ascolta estasiata e alla fine del racconto mi dice

“mi son bagnata a sentirti raccontare tutte queste cose che non avrei immaginato, cercherò di mettere in pratica tuoi consigli”.

Ci salutiamo calorosamente e io torno a casa, mi faccio una doccia per rinfrescarmi ed intanto ripenso a quello che ho raccontato alla mia amica, mi asciugo e mi sdraio sul letto nuda, mi abbandono alle mie fantasie e mi accorgo che mi sto eccitando.

Le mie mani scivolano dolcemente e delicatamente sui capezzoli non ancora turgidi, dopo aver passato le dita fra le mie labbra appena bagnate di voglia.

Giocherellando piano piano li vedo irrigidirsi e il loro turgore crescere sino quasi a farmi male.

Scendo piano piano sui miei fianchi, e li afferro come fossero mani di uomo che mi percorre su tutto il corpo, e ancora più giù fino a scovare nel piccolo boschetto diradato che mi copre l'inguine e inizio ad accarezzare con piacere il mio clitoride, le mie piccole e grandi labbra.

Amorevolmente le allargo e ci giocherello facendo entrare e uscire le dita.

Ormai abbastanza bagnata, inizio con una, poi due, tre sino a quando anche il quarto dito entra con gli altri in profondità, ma la voglia è cresciuta in me e dal cassetto del comodino prendo un piccolo dildo e inizio a bagnarlo con la saliva per farlo entrare meglio.

Lo appoggio delicatamente sul clitoride e lo spingo come fosse un membro vero.

Lo strusciamendo mi fa bagnare ancora di più, e poi lo faccio entrare nella mia vulva ormai fradicia, e muovendosi mi fa eccitare, dandomi piaceri repressi che non si fermano ma continuano a darmi brividi lungo la schiena.

Allargo le gambe, le alzo sempre più in alto per cercare di far entrare il gingillo nell’altro buchino nascosto, il mio culetto non più vergine.

Umidificandolo con molta saliva faccio entrare il dildo, che scivola dentro facendomi sentire ancora più donna e più consapevole che i miei umori bagneranno tutto il letto.

Ma in quel momento si apre piano piano la porta della mia stanza, ed entra il mio vicino di casa, che avendo visto accostata la porta che mi ero dimenticata di chiudere, ma solo accostata, era entrato per controllare che fosse tutto a posto.

CONTINUA ...

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