Mozzoxciurma arrapata (6° parte)

Scritto da , il 2012-03-07, genere gay


Purtroppo per non sentirli più le loro lamentele sulla mia omosessualità, anche se la vita di terra era molto noiosa, in quanto mi mancava il mare, le navi, i vari porti, i marinai e soprattutto i loro cazzi grossi e duri tanto da imbarcarmi nel 74 che già ero in viaggio, ma stavolta con una compagnia straniera verso le Indie e Singapore, Cina, Giappone, Filippine. Era il mio primo imbarco con una nave che faceva rotta nell'oceano Indiano, e il Pacifico. Un anno che non dimenticai tanto facilmente, in quanto dovetti calmare i miei bollori omo e per non farmi scoprire dai marinai la mia frociaccine, anche perché a bordo per fortuna c'era Karim l'unico bel maschione negro che per mantenere la sua famiglia doveva anche sollazzare quei bei cazzi duri dei marinai per un paio di dollari. Purtroppo cantai troppo presto perché durante la navicazione verso il Giappone, e precisamente il mese di Giugno, la nave ebbe un contrattempo a causa delle cattive condizioni del mare. Saremmo dovuti arrivare al punto stabilito per pescare nell'Oceano di prima mattina, invece il Capitano dovette dirottare la nave verso un porto Giapponese, e appena attraccato al porto ormai erano le otto di sera. Eravamo appena sbarcati da un viaggio turbolento, i marinai volevamo subito divertirsi e così in tutta fretta raggiungemmo un pò sparsi in varie betole chiamate pab. Io e tre marinai che dividiamo insieme la cuccetta, Dimitriy il "Russo", Rafael e Felipe i due "Spagnoli", appena entrati insieme in quella betola scegliemmo due tavolini in un angolo del locale, io ero vicino ad una porta, simile a quella dei saloon, che dava accesso ai bagni. Il locale era affollatissimo, davanti al bancone del pab c'era un gruppo di sei marinai Giapponesi. Uno di loro con il bicchiere in mano si diresse verso il bagno, anziché entrare dentro mi cadde quasi addosso. Capìì che era ubriaco e lo aiuto ad entrare tenendolo sotto braccio portandolo verso l'urinario. Il marinaio Giapponese del tutto barcollante non so come mi trascina quasi sotto alla sua patta dei pantaloni e senza scomporsi di tanto si sbottona lasciando intravedere un cazzo del tutto strimenzito che sventolava davanti al mio naso, io, vedendo un cazzo color giallo che mancava alla mia collezione da frocia, anche se strimenzito persi completamente la testa, il sangue cominciava a bollire, la mia frociaccine spunta fuori, non so come andata veramente il fattaccio, so soltanto che lui me lo ficca tutto in bocca e ci piscia beatamente come stesse urinando al cesso, Io vacca che sono! Ho tracannato per la prima volta e per davvero tutto, non me ne sono fatto scappare neanche una goccia di urina. Non so cosa mi ha preso, forse vedendo un bel cazzo giallo mi fece perdere il lume della ragione e fuoriuscire la porcona che sono. Ero stremato a terra in un cesso che tra le labbra fluiva ancora un pò di piscio, mentre il marinaio sfila il suo cazzo ancora stremenzito dalla mia bocca avida e sbattendo due volte sul mio mento, non aveva capito dove aveva urinato.

Purtroppo non mi accorsi che sulla porta i suoi cinque commilitoni ci guardavano stupiti, ed uno in particolare devo averlo fatto eccitare molto da urlare: "Frocio, ti sei fatto pisciare in bocca!, hai la pancia piena del piscio di Akahito!!" Non mi diedero tempo di replicare che i marinai Giapponesi scansarono il loro amico che barcollanto cadde in un angolo del pisciatoio, e senza reagire mi trovai cinque belle sventole dure davanti al naso, il primo cazzo non grosso, ma bello e nodoso già completamente duro. "Adesso troietta e succhiacazzo, succhiami sta minchia!!" Cerco di fuggire da quel lurido cesso, ma vengo bloccato per la testa nelle sue mani e poi ficca la verga intostata in bocca, io, in quel momento mi sentivo molto troia da spalancare la bocca e penso solo a respirare, mentre i suoi amici gridavano eccitati: "Dai riempilo di sborra, sta puttana occidentale!!" Non pensavo che i Giapponesi fosse così veloci e di lì a poco lui con un grugnito mi ha sborrato in bocca con vari spruzzi a pause intermittente. Finito già era pronto un altro maschio col bel bigolo di fuori da succhiare, e così mi ha fottuto la bocca anche lui finché è venuto e dopo è arrivato un terzo niente male a cazzo da allargarmi la bocca che aveva solo voglia di scaricare i suoi coglioni pieni di sperma, venivano quasi subito dopo che li avevo ciucciati per almeno tre minuti. La mia testa mi facevano un male cane, immaginate le mascelle, per fortuna ero al quinto cazzo che lo sollazzavo con molto gusto. Finito coi pompini provo ad alzarmi e andarmene da quel cesso puzzolente, ma vengo bloccato dal Giapponese di prima che mi ha pisciato in bocca tanto da urlare: "Dove cazzo credi di andare? Eeh frocio di merda, devi farmi una pompa brutta troia!" E con uno sberlone mi ha fatto risedere a terra, e poi mentre ero ancora intontito dal colpo mi ha infilato il suo cazzo da succhiare. Il Giapponese forse dalla rabbia ci mise di più dei suoi compagni tanto da fottermi la bocca e riempirmela tutta di sborra. Cazzo non so come mi trovo ancora a succhiare i cazzi, non capisco ho la bocca ancora piena di tanti cazzi di ogni tipo, di ogni razza, di ogni dimensione, venosi o lisci, tostissimi e dritti o storti, dai vari gusti più diversi. In quel cesso ho bevuto tanta sborra da saziarmi e riempirmi lo stomaco, non ne potevo proprio più, appena uno aveva finito a sborrarmi in bocca e nemmeno il tempo di deglutire già un altro cazzo era pronto dentro la mia bocca, ma se accennavo a ribellarmi mi obbligavano con la forza a restare seduto! Tutti i cazzi che uno dopo l'altro mi mettevano davanti alla bocca tutti quei marinai di diverse nazionalità eccitati come lupi famelici, infatti nel locale si era sparsa la voce che una cagna bianca stava facendo pompe gratis nei cessi degli uomini, e fuori la coda si era fatta lunghissima! Alla fine succhiavo i cazzi che avevo in bocca da vera puttana e infatti i cazzi veniva quasi subito fino ad un certo punto da trovarmi davanti i tre marinai che sono sbarcati con me, il Russo e i due Spagnoli. Loro si sono insospettiti del mio ritardo, sono entrati a controllare e quando hanno capito cosa stava succedendo mi hanno portato via a forza, tra le urla di protesta di quelli che aspettavano il loro turno. Io pensavo che mi hanno salvato, invece mi portarono a bordo e nella cuccetta hanno approfittato anche loro della mia bocca, uno per uno ho dovuto spompinare anche loro fino all'ultima goccia. Era notte inoltrata oramai e non ce la facevo più a fare i pompini a quei tre maschiacci che stremati erano stesi sui loro letti, le mie mascelle erano stanche tanto che furtivamente uscìì con solo le mutande dalla cuccetta e, fuori in coperta tranquillamente fumavo una sigaretta.

Quella notte calda e stellata sul ponte ricurvo sulla ringhiera di ferro a gambe larghe a guardare le altre navi attraccate al porto, mentre con le mutande calate cercavo di sfogare il mio bambinello e svuotare i coglioni ancora pieni di sborra. Il torpore del momento e flash di vita e ricordi cose a me capitate tanto che con il braccio appoggiato alla rinchiera tenevo la sigaretta e la mano libera che andava su e giù sul mio cazzo, in piena notte quei pensieri lussuriosi mi fece eccitare sparanto una bella sega. Nella nave non c'era nessuno, cosi pareva, ma non mi accorsi che uno chissà chi da dietro senza chiedere permesso mi abbassa del tutto le mutande, sorpreso mi girai e non mi aspettavo di vedere Karim il bel maschione Afro. Io... da cagna in calore, lo guardo del tutto sballato, in quando ho una preferenza sui maschi Afri, il suo odoro selvaggio mi incute la porcona che sono. Era incredibile le sue fattezze corporali: petto villoso e cosce lisce senza pelo che svettava un pezzo di nerchia nera e dura, circondato da una sfumatura di peluria ricciolina, i suoi coglioni, enormi, che fuoriusciva dai pantaloni. Io ero oscenamente ricurvo su quella ringhiera del ponte, con le cosce aperte, le chiappe spinte in fuori pronte a ricevere un bel cazzone duro. Mi saluta dandomi una bella pacca forte sulle chiappe. Non ci scambiammo una parola. Io ero in preda ad una totale confusione erotica. Da brava troia non mi scomposi di tanto, anzi il mandrillone mi sfila completamente le mutande, forse l'aria del mare o il dondolio delle barche, mi sentivo più puttana delle altre volte tanto da ruotare le chiappe e leccarmi le labbra. "Dai troia sbrigati, allarga le chiappe!!", disse mentre me lo infilava nella mia ciccina vogliosa. Io senza dire niente mi abbasso in avanti facendo leva sulla ringhiera e allargare le chiappe, lui invece spinse dentro quella biscia nera e dura con un pò di difficoltà, essendo da parecchi mesi digiuno di cazzi. Lo stallone mi fu sopra a cavalcioni in un momento, era agile come una scimmia, non so per quanto tempo era lì Karim, di sicuro aveva visto quello che facevo in cabina con gli altri tre maschiacci. Non diedi peso alla cosa tanto lui era ormai incollato sopra e pompava come un ossesso con un cazzo grosso e duro all’inverosimile, che andava su e giù per le mie budella, sentivo una bestia salirmi sullo stomaco, godevo come non mai e facevo felice lui che oramai pompava a tutta andazzo. Karim incollato a me oramai grondante di sudore mi bisbiglia all’orecchio con parole volgari, con bestemmie: "Porcoddio, frocio figlio di puttana, mi stai facendo godere con il tuo culo slargato da altri cazzi, non sapevo? Che eri un finocchio, porcatroia, dimmelo che ti piace essere sfondato dai cazzi grossi, che ti piace prenderlo nel culo tutto il giorno, dai frocio allarga bene porcoddio che ti infilo pure i coglioni in questo lurido buco di merda!!" Urlava e bestemmiava con un buon ritmo accelerato fino a leccarmi a grandi slinguate la faccia, il collo, a mordermi le orecchie, era completamente assatanato fuori di se. I suoi occhi strabuzzati da paura, io ben afferrato alla ringhiera vengo da lui sollevato alle chiappe e prese a scoparmi con violenza alla pecorina, era instancabile, aveva una forza bruta, sentivo i suoi coglioni sbattere ritmicamente nella mia fessura ingorda e farmi barcollare tutto e rischiare a finire in mare. In quei minuti interminabili cominciavo a sentire la mancanza di quel vuoto che lentamente si stava riempiendo di nuovo di quella ciccia dura che già evevo quasi scordato, mi voltai guardai la faccia di Karim del tutto partito da spronarlo: "Dai sporco nero sfondami tutto, così, mi fai morire, siiii! Porco spaccami il culo, siiii! Cazzone fammi morire, siiii! Inculami qui sul ponte per tutta la notte!!" Era arrapato e le mie parole lo eccitarono di più, lo stallone comincia ad assestare colpi sempre più vigorosi tenendomi belle larghe le chiappe, sentivo quella verga rovente espandersi nel budello sempre più, il cazzo che sembrava diventare sempre più lungo e grosso, che arrivava sempre più in profondità. "Aaaaaaaahhh!!!, come godo!!", dissi con urla da troia, mentre lui mi afferra i capelli e prese a cavalcarmi tirandoli a se: "Urla frocio maledetto, così, devi sentire il culo spaccato in due, urla, urla troia bianca!!" Con una mano prese a sculacciarmi con forza, sentii un forte bruciore alle chiappe, il piacere iniziale cominciava a trasformarsi in dolore, ma contemporaneamente mi piaceva che mi sculacciasse, non avevo mai provato quel genere di piacere.

Ad un tratto mi gira, e mi solleva mettendomi a cavalcioni in modo da impalarmi facendomi piombare con forza sul cazzo ormai incandescente: "Stai ferma brutta troia, il cazzo ti deve uscire dalla bocca, dai muoviti, muoviti, culorotto!!" Io, per non cadere portai le braccia al suo collo, lui mi morse il collo, con forza, mi fece portare le gambe attorno ai suoi fianchi e ricominciare a scoparmi. Il suo cazzo non usciva mai completamente dal mio culo da sentirmi sempre riempito dal quel bel salsiccione duro e nodoso, Karim continua a pompare per così tanto tempo tanto che il culo cominciava a diventare insensibile, anche se durante la fottuto ho tentato di baciarlo, lui alza in alto in viso lasciando scoperta la gola da una barba incolta che presi a leccare in questa altalena di sesso selvaggio. L’ebbrezza dei sensi, oramai stava pian piano calanto e grondante di sudore dappertutto, il mio corpo scivolava sotto la stretta delle braccia nerborute di lui mentre urlava di godimento: "Dai troia, così, così, muovi le chiappe che te lo ficco tutto in questo lercio culo bianco!!!" Non so come mi ritrovo a pecorina e lui ricomincia di nuovo a cavalcarmi senza tregua, oramai mi sentivo stremato. Karim ancora possedeva una forza incredibile che prese di nuovo a schiaffeggiarmi le chiappe, a stringere sempre con più forza il bacino, oramai parlava poco, sentivo solo grugniti animaleschi e vogliosi di un maschione arrapato che vuole sfogare il suo istinto e soddisfare quel bel cazzone nero che si trova tra le sue cosce, anche se la trombata andava avanti per circa un quarto d'ora cambiando varie volte posizione. Anche se io, più volte cercai di farlo smettere (ero troppo stremato da quella trombata) ma lui non mi sentiva neanche, e continuava indisturbato la sua opera devastatrice. Ad un certo punto i colpi si fecero non so come più poderosi e veloci, sentivo il suo cazzo allargarsi a dismisura nel culo, capii (anche dai grugniti) che stava sborrando. "Porcatroia sborrro, sborroo, nel tuo culorotto!!" Urla, mentre sento i schizzi densi e caldi di sperma invadermi le viscere, uno, due, tre, cinque, dieci volte, fino a tirare fuori il cazzo. Il povero Karim che dovette fare la troia ai marinai a bordo per pochi dollari, adesso che ebbe l'occasione di fottere un bel culo bianco e svuotare le sue palle piene tanto che il suo cazzo continua copiosamente a sborrare, e colpirmi in faccia, uno, due, cinque, dieci, schizzi potenti, aprii la bocca come una troia navicata, il suo cazzo puntava in quella direzione, i suoi coglioni, durissimi e enormi penzolavano sotto il cazzo del mio bel maschione nero. Non so come, ma ero seduto e appoggiato alla ringhiera, mentre Karim in piedi spinse il cazzo in bocca ancora che sborrava, istintivamente presi a leccare la sborra calda e dolcissima che mi riempi la bocca, inghiottivo e vedevo lui godere vedendomi deglutire. "Troia, bevi porcoddio, bevi, puliscimi la cappella frocio di merda, così dai cosiiiiii!!!" Quasi ipnotizzato presi a leccare e leccare avidamente la cappella oramai rossa allo spasimo, grossa come un pomo sulla cima di un’asta di bandiera, Karim si accascia anche lui, sulla ringhiera e strinse con le cosce sulla mia faccia. Era quasi l'alba Karim si alza tiranto su le mutande e i pantaloni e scompare dai miei occhi come era comparso, io mezzo morto dal troppo fottere prendo le mutande e nudo rientro alla cabina, i miei tre compagni ancora dormono come angioletti. Mi fermo a guardarli, e poi mi butto sul letto nudo e stanco, anche se non passa un minuto che ronfo dalla stanchezza, anzi durante il sonno mi sentivo in preda ad una totale confusione, come se una cappella spingesse a fondo sotto lo stomaco. Non diedi molto peso, forse stavo sognando di essere ancora fottuto da Karim, anche se il mio cazzo era semi_duro, mentre il piacere diventava sempre più forte lungo il retto anale, che improvvisamente è stata percorsa da una sferzata di calore e portarmi ad un orgasmo di un'intensità mai provato che invadeva di nuovo lo sfintere del mio culo. Il mio cazzo, sempre non completamente duro, fuoruscì una cascata di sperma, non a spruzzi, ma colando abbondante lungo l'asta e la mia mano. Sarà la stanchezza o la fottuta con Karim, oppure il desiderio di fottere altri cazzi da sentirmi così indisagio da non aprire le palpebre degli occhi, anche se volessi mi mancavano tanto le forze.

Non riuscivo a distogliere dal sonno, non so la cosa andava per le lunghe tanto che venivo rigirato da una parte all'altra spesso volte, forse da qualcuno, anche se il sonno era tanto, purtroppo dovetti svegliarmi. Appena aprì le palpebre e riuscire a malapena a focalizzare la vista, davanti mi appare la faccia di Dimitriy che mi stava fottendo, mentre le mie gambe stavano sulle sue spalle. "Buongiorno troia, ce ne hai messo di tempo per svegliarti!, eeh frocio!!" Non capivo, mi sentivo rintronato. Il porco mi trombava senza mai interrompere la scopata, ed io non dissi di sicuro di no... a quel bel cazzone. "Ti piace i cazzi!, eeh troia, si vede che hai il tubo allenato da altri cazzi!!", disse con sargasmo Dimitriy. "Bhe!, lo abbiamo spupazzato per diverse ore, e come lo prende inculo i cazzi non credo che sia verginello!!", disse ridendo Rafael. "Cazzo se sapevamo di tenere una troia nella cuccetta, non mi facevo il culo di Karim, almeno sparagnavo qualche dollaro!!", finisce Felipe sghignazzando. Non so cosa ma preso, potevo mandarli affarinculo tutte e tre, ma li lasciai fare fino che svuotassero le palle piene di sborra. Io, in quel momento non me la sentivo di collaborare, inerte aspettavo che sborrassero, non tardano molto che svuotarono gli ultimi schizzi di sperma e allontanarsi da me per allungarsi nei rispettivi letti. Non scambiai una parola. Ero molto stanco, tutto il retto indolenzito per le violenze subite dai tre. Non avevo la voglia nè la forza di alzarmi; sentivo a colarmi lo sperma dall'ano lungo le cosce, mi passai un dito fra le chiappe ancora dilatate, ficcai nel buco ancora inondato del loro sperma e mi riaddormentai. Dopo un paio di ore mi svegliai, Dimitriy, Rafael e Felipe non c'erano. Io, feci uno sbadiglio e mi rivesti per andare sul ponte. I tre stavano fumando sulla ringhiera dove mi feci sbattere da Karim, ma erano ansiosi che io uscissi, appena mi videro sorrisero. "Cazzo avevi un sonno bestiale! Hai poco dormito stanotte!!!", disse Dimitriy. "Che volete ragazzi, ho dovuto accontentare i vostri bei cazzoni e anche quello di Karim!!", risposi serio. "Minchia? Ti sei fatto sbattere da un altro frocio!!", esclama Felipe meravigliato. "Bhe!, frocio per bisogno. Non di fatto! E poi io... vado matto per certi negracci!!!", chiudo. "Cazzo!, ma dove t'ha sbattuto, non nella nostra cuccetta... spero?!!", chiese Rafael. "No!, il maialetto aveva assistito ai pompini che ho fatto a voi tre. Ma appena uscito a fumare una sigaretta, ma sbattuto lì dove state voi adesso!!", dissi con sfida. "Ah!, ecco perché eri stanco e tutto nudo sul letto!? Brutta troia!!", disse Dimitriy un pò incazzato. "Su ragazzi non fate i gelosi, mi basta e avanza le vostre mazze. Quello di Karim era uno sfizio di quel momento e ricordare i bei tempi!!" Non finisco a parlare che appare Karim che viene verso di noi. "Ehi Checco, buongiorno!!" "Si al cazzo, frocio di merda!!", disse incazzato Dimitriy. "Che c'é? Mi so perso qualcosa!!" "Si! La tua minchia!!" "Ah? Ho capito! Hai parlato troia!!", disse guardando verso me, mentre mi defilai senza rispondere, anche se tutto si aggiusto senza gelosie ed ogniuno ebbe il suo. Una volta quando facemmo scalo ad Hong Kong mi difilai senza la loro compagnia, così evitavo varie gelosie di gruppo. Finalmente nel percorso mi accorsi di essere finalmente solo, e con calma incominciai cauto ad aggirarmi tra i vari Pab del posto alla ricerca di qualche avventura con un bel maschione asiatico, anche se camminare in quelle viuzze stavo provando delle sensazioni da ricordare las Palmas. Nel percorrere quelle viuzze notai un gruppetto di 10 marinai Americani tutti Afroamericani che entravano in un Pab, incredibili nel vederli provai una sensazione di essere posseduto da loro, il mio buco del culo fremeva, anzi boccheggiava come se urlasse: fottimi, fottimi, fottimi, non so mi prese la smania di fare una esperienza con quei bei bestioni Afri come avvenne nelle carceri di "Kiri Kiri" dove Vittorio e altri marinai dell'equipaggio furono stuprati, anche se potevo finir male in mezzo a quei bestioni, anzi incurante del pericolo entrai in quel fumoso Pab girando qua e là, non feci pochi passi che intravidi tre marinai in mezzo a due file di sei uomini che in piedi bevevano e fumavano sul bancone, mentre parlottavano tra loro con dei boccali di birra, invece altri erano sparsi in vari tavolini a bere e parlare.

Mi accostai ai tre al bancone all’istante e credo se ne fossero accorti, ordinai una birra e preso un pò dal panico misi una sigaretta in bocca, non mi diede tempo ad accenderlo che già una fiamma era accesa, era il bel mandingo Afroamericano, io feci un sorriso compiaciuto e accostai la sigaretta ringraziandolo in Inglese. Bevendo e girando lo sguardo veloce dove ovunque vedevo uomini seduti ai tavolini che bevevano e fumavano, mentre con le mani si toccavano sotto le gambe e in quel labirinto di sesso gratuito non sapevo più che fare. Una mano si posa sul mio culo, mi voltai di scatto. "Sei niente male a poppa, eeh marinaio?" Era il bel mandingo che mi accese la sigaretta e dal vocione profondo, il naso un pò a patata avrebbe reso quel bel viso nero molto affabile dal carattere dolce e non vedendo la mia reazione. "Ma che bel bocconcino abbiamo qui ragazzi!, un bel culetto che smania di essere fottuto dai nostri cazzi duri!!!", disse direttamente ai suoi commilitoni senza mai togliere la mano e cominciare a tastare da per tutto il culo. "Quanta carne hai addosso.. ma il tuo Capitano non ti ha detto se giri con questa poppa.. ti ritrovi speronato da prua dai nostri siluri?" Io appena quelle mani robuste mi toccavano mi calmai subito e capii cosa dovevo fare, presi l'altra mano il suo grosso indice e lo infilai nella bocca come se spompinavo un bel cazzo, mentre lui mi guarda incerto, io allungo la mano verso quel bozzo dei suoi pantaloni, e tastando lo sento che si stava indurendo lentamente, mentre il maialino godeva io, sfilo il suo dito umido e sussurro con voce da cagna in calore: "Non vedo l'ora di essere speronato da questo bel siluro speciale, mmmmmhhhh!!" Il marinaio mi guarda incerto, non si aspettava quella risposta. Quarda i due suoi compagni e senza dir parola affonda la mano dentro ai pantaloni fino ad arrivare con il dito alle pieghe del culo che scivola veloce dentro al mio buco già dilatato da altri cazzi e poi mi tira a se, i nostri bacini si incontrarono e un enorme minchione chiuso nei pantaloni mi premette addosso, sentii il grande petto dal pelo riccio contro i miei capezzoli e lui senza dire una parola mi caccia la lingua in bocca spingendo il dito in culo fino in fondo. Il suo linguone carnoso era ricco di saliva che mi riempì la bocca, mi baciava con passione come se fossi già suo, poi si scosta e mi sussurra: "Riempiti bene la bocca di saliva che devi lubrificare tanti siluri se non vuoi che ti facciamo male a questo bel buchetto.. anche se sento che è bello largo da far passare anche una corvetta!!!" Io sorrisi da quella battuta e mi divincolai dall’abbraccio, mentre lui porta le dita al naso per annusare i miei odori da dirgli: di seguirmi al cesso con i suoi commilitoni per speronarmi e affondare la mia poppa con i loro siluri carichi di sborra. I tre marinai sorrisoro e fece cenno anche ai loro compagni di seguirli, mentre camminavamo allineati in quel corridoio puzzolente diretto verso i bagni si stringono stretti a me facendo sentire i loro siluri duri da farmi sbrodolare la ciccina. Appena entrati infoiato mi inginocchiai e non ci pensai molto che già sbottonavo le loro pacche che spuntavano delle belle cappelle gonfie, nere, e dai prepuzi molto carnosi, anche se scappellate quelle aste erano belle in tiro, venose e dalla circonferenza di un bel salame stagionato e quindi entrambi sfoggiavano quei fagotti di carne dura che sballozzavano a destra e a sinistra, ma il mio porcone di prima lo ferma afferrandolo saldamente e indirizzando verso la mia bocca che golosamente lecco i baffi da ingoiarlo tutto.

Non pensavo di prenderlo quasi tutto in bocca, ma la mia troiaccine superava me stesso tanto che lavorai su quel bel tronco nero ricco di sapore e caldo che pulsava nella mia gola, tenevo le chiappone grosse del negraccio tra le mani per imprimere il ritmo al pompino e lui mi accarezzava la testa godendone.
"Mmmmmhh!! Non sei niente male, succhi il cazzo da esperta troia!!" Non passa molto tempo che i due del tutto arrapati, mi sollevano tenendomi sotto la testa e soddisfare i loro siluri, non feci nemmeno il tempo di chinarmi e prendere i loro cazzi duri già il mandingo me l'ha messo nel culo; aaah... è sempre bello sentirsi dilatare da un bel grosso cazzone nero tanto che allargai bene le cosce per riceverlo tutta quella minchia dura. Essendo io abituato a ricevere cazzi di ogni tipo e misura riuscivo con facilità ad attutire tutti quei chili di ciccia dura che mi scuotevano ritmicamente nello sfintere. Mentre venivo affondato da quei bei cazzoni neri anche gli altri sette marinai in calore, prima tre.. poi cinque.. poi due.. poi altri bis, bis, bis, bis. bis, bis, bis, erano tanti bis da ridurmi il culo in un colabrodo. Sapevo che la mia troiaccine era quello solo di succhiare e farmi sbattere, ma non mi rendevo conto che aprivo la bocca e il culo e aspettare che il più veloce ci infilasse il suo bel siluro. Non ero io che potevo decidere chi era il primo e l'ultimo, io come troia dovevo solo farli godere. In quel bagno trivellato completamente i buchi e riempito di sborra persi completamente la ricognizione del tempo, a furia di prenderlo nel culo e bere a sorsate la sborra dei marinai che eruttavano e urlavano di godimento. Qualcuno per fortuna si accorse che dovevano rientrare tutti a bordo, ad una certa ora. In un lampo erano completamente vestiti e ridevano di me di avermi spaccato del tutto il culo nella loro lingua, credo. Peccato che ormai non c’era più nulla da spaccare, con tutta la sborra di cui ero pieno e grazie alla dilatazione subita dal passato e presente dai vari cazzi, anzi probabilmente se volessero potrebbero infilarci pure il pugno fino all’avambraccio neanche me ne sarei accorto! Feci uno sforzo superumano per uscire da quella bettola. Era l’alba ed ero esausto, non ce la facevo più di prendere altri cazzi!, anche se sono una troia. Infatti io ero insaziabile di cazzo, non mi bastavano i minchioni che succhiavo a bordo, volevo anche quelli che recuperavo quando la nave attraccava un qualsiasi porto e pab. Ma purtroppo la vita passa e devi mettere la testa a posto, senza esagerare come facevo un tempo, adesso sono in pensione e vivo in un piccolo appartamento che ogni tanto mi faccio sbattere da qualche sfigato mollato dalle donne, anche se da quella volta che non sono più imbarcato ad oggi io giro sempre vestito da donna e tutti mi conoscono come Francesca, per gli amici Checco, ed altri con la puzza sotto il naso checca, però mi rispettano come tale.





Fine




By Mimi


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