In treno 1

Scritto da , il 2021-03-24, genere prime esperienze

In treno 1

In linea generale io distinguo le scopate in due categorie: quelle con la/le persone che ami/hai amato e quelle senza troppi coinvolgimenti sentimentali.
Di queste ne ricordo volentieri una di tanti, tanti anni fa. Vivevo in un paese ad una quindicina di chilometri dalla città dove frequentavo i primi anni di liceo. Prendevo un treno al mattino per andare ed uno all’ora di pranzo per rientrare. Una volta alla settimana anche di pomeriggio per fare “educazione fisica”.
Vecchi treni e vecchi vagoni con gli scompartimenti. Un pomeriggio trovo da sedere in uno scompartimento già quasi pieno. Mi siedo di fronte alla porta, di fronte ad una signora. Io 15/16 anni, lei una cinquantina. Lei non particolarmente truccata, curata. Andava o tornava dal lavoro normalmente vestita. Mi sarebbe passata del tutto inosservata se non avesse avuto le gambe accavallate. Io sono sempre stato un appassionato del genere: accavallate. Mi piace immaginare come sono quando la donna si alza. La caviglia, seduta od in piedi non cambia. Il polpaccio della gamba che accavalla, quando è troppo grosso, si nota subito. Se è al contrario abbastanza sottile, può sembrare ben fatto perché schiacciandosi sulla gamba accavallata aumenta un po' di volume. Ma può ingannare ed essere in effetti troppo mingherlino. E poi la drittezza. Anche quella può essere ingannevole, a meno che la signora non abbia una tibia già molto arcuata. Io in genere preferisco le gambe dritte o leggermente ad x. Non mi piacciono quelle arcuate da cavallerizza. E poi, se la gonna è abbastanza corta, e si scopre anche leggermente la coscia, bisogna valutare quella riga/solco, che parte dal ginocchio e va su su verso l’anca. E’ un solco che separa il muscolo vasto laterale, antero-laterale, dal muscolo bicipite femorale che sta latero-posteriormente. Più quel solchetto è profondo più la coscia è attraente (e soda).
Beh questa signora, normalissima in tutto, aveva una bella caviglia sottile, un bel polpaccio tondetto, un ginocchio magro, ed un solco della coscia esterna molto ben segnato. La gonna mostrava un 10/15 cm di coscia. Portava scarpe con un tacco sui 5 cm, calze chiare. Dalle calze chiare si vedeva in trasparenza la presenza di peli sulle gambe.
Io non sono mai stato un appassionato di femmine irsute. Ma in quel momento tutti quei particolari messi assieme, la vicinanza di quelle gambe, per me bellissime, a 20/30 cm di distanza, mi hanno provocato una eccitazione ed una erezione, diciamo giovanile. Io non so come la guardavo, ma evidentemente qualche cosa traspariva, perché lei sembrava un po' imbarazzata ed a me, e forse solo a me, è sembrato che mi sorridesse. Il cazzo era duro e mi doleva come solo da ragazzi può succedere. Mi sono alzato e sono andato in bagno. Stando in piedi ho aperto la braga, e mi sono masturbato furiosamente. Il treno stava già arrivando in stazione, ma sono bastati pochi secondi per sborrare abbondantemente nel lavandino. Sono tornato allo scompartimento di corsa a prendere la borsa e lei si era già avviata verso l’uscita. In effetti anche in piedi e da dietro gran belle gambe! Per tutta la settimana mi sono segato pensandola. Le 2 settimane successive, stesso treno, ma non c’era. Mi facevo tutto il treno per controllare tutti gli scompartimenti. Alla terza settimana, eccola. Lo scompartimento era al completo. Sono rimasto nel corridoio, e potevo vederla anche se non era vicino all’ingresso. Io non so se lei mi ha visto, e se mi ha ricordato. Fatto stà che è uscita nel corridoio a fumare (a quei tempi si poteva!). Avrei dovuto parlarle ma ero timidissimo. La settimana successiva, forse non aveva trovato posto nello scompartimento neppure lei. Se conoscete i vecchi vagoni, in capo ed in coda di ogni vagone, c’era uno spazio dove si aprono le porte per scendere e la porta del bagno. C’era anche un predellino, ribaltabile. Lei era seduta in quel predellino con le gambe accavallate, le cosce scoperte, e quel benedetto solco laterale evidentissimo. Io la guardavo ammaliato. Mi ha chiesto se mi dava fastidio il fumo e si è accesa una sigaretta. Mi ha chiesto che scuola facessi, se mi piaceva studiare ed altre cazzate del genere. Io le ho chiesto se prendeva sempre quel treno, a che stazione saliva, e poi non so che altro. Prima di arrivare in stazione, mi ha detto che si era accorta di come la guardavo. Io sono avvampato di calore. Nel frattempo sono arrivate altre persone per scendere e siamo stati in silenzio. Una volta giù non sapevo se salutarla, ma lei mi ha chiesto se avevo tempo e se mi andava di bere una bibita o un caffè. Siamo andati al bar della stazione e mi ha indicato un tavolino. È andata ad ordinare. Tornata mi ha richiesto perché la guardavo in quel modo. Altro rossore. Mi ha detto di stare tranquillo, che non era un rimprovero, anzi che le faceva piacere attrarre un ragazzo, anche alla sua età. Poi mi ha detto che si ricordava bene della prima volta e di come fossi scappato… (non disse in bagno, ma lo doveva aver capito). Poi molto seria disse che non aveva figli e che poteva flirtare con un ragazzo senza troppe implicazioni psicologiche. Infine mi ha detto che se volevo saltare la ora di educazione fisica, potevamo continuare a parlare a casa sua. E che mi avrebbe riaccompagnato lei a casa in auto nel pomeriggio. Ho detto solo ok. Siamo andati alla sua auto. La ricordo bene, una Prinz 1000. In auto non riuscivo a staccarle gli occhi delle cosce. Siamo arrivati, casa normalissima, piccola, al terzo piano di uno stabile in periferia.
Mi sono accorto che mi sono dilungato in particolari che forse non vi interessano.
Se volete potete leggere il continuo prossimamente

Questo racconto di è stato letto 6 6 4 8 volte

Segnala abuso in questo racconto erotico

commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.