Con la zia a pranzo

Scritto da , il 2021-02-04, genere incesti

Non so perché, ma i bei polpacci femminili mi hanno sempre fatto eccitare un sacco fin da adolescente: se una donna li ha formosi e tonici, accompagnati però da una caviglia sottile, non capisco più niente, soprattutto quando vengono messi in evidenza dalle scarpe col tacco alto.
E mia zia Roberta ha sempre avuto questa caratteristica, oltre a essere comunque una bella donna anche per quanto riguarda tutto il resto.
Non è molto alta ma è ben proporzionata, con tutte le curve al punto giusto, è mora, molto carina di viso e le piace vestirsi in modo sexy.
Da ragazzo, quando ci si ritrovava a pranzo coi parenti per qualche occasione, ad esempio per Natale o un compleanno, non vi dico che tortura per me se quel giorno mia zia era in gonna corta e calze, e capitava spesso perché secondo me sapeva di avere delle belle gambe e le piaceva metterle in mostra.
Una volta arrivò con un vestitino intero di lana, nero e attillato, le calze avevano il segno della cucitura posteriore e le scarpe lucide un tacco 12… uno schianto! Quando ci salutammo, avevo la salivazione azzerata e non sapevo dove guardare, non volevo che capisse che mi faceva un sesso pazzesco, ma dal sorriso che mi fece mi sa che non ero riuscito a nascondere il mio apprezzamento implicito per il suo aspetto.
A tavola si sedette affianco a me, alla mia destra, dall’altra parte aveva mio zio che però era quasi sempre girato verso mio nonno per chiacchierare delle ultime novità, così ogni tanto potevo lasciar cadere lo sguardo sulle sue cosce parzialmente scoperte dal vestito elastico che tendeva sempre a salire.
Ad un certo punto, accavallò le gambe e il suo polpaccio destro, appoggiato sulla coscia sinistra, si manifestò in tutta la sua bellezza: premuto sull’altra gamba, sembrava ancora più voluminoso e sexy e io non riuscivo a staccare gli occhi da lì, nei pantaloni il cazzo già imbarzottito da prima diventò durissimo. Lei probabilmente se ne accorse e, invece di ridimensionare la faccenda tornando seduta com’era prima, cominciò a far ondeggiare in aria la gamba alzata tirando ripetutamente il muscolo.
Io non ce la feci più e dovetti andare in bagno a segarmi, altrimenti sarei impazzito.
Non ci misi tanto a venire, ero troppo eccitato, tornato al tavolo mia zia mi sorrise chiedendomi se stavo bene, io imbarazzato le risposi:
- Sì Roby, perché me lo chiedi? -
- Così, sembravi agitato prima, adesso sei più rilassato… - ammiccò lei maliziosa guardandomi ad altezza inguine.
Era evidente ormai che stava giocando con me e che si stava divertendo, allora accettai la sfida e mi feci più audace, “vediamo dove arrivi, zoccola che non sei altro…” pensai.
Approfittando del fatto che dal nostro lato della tavola non ci stava guardando nessuno, le appoggiai una mano sulla coscia, lei fece un piccolo scattino, non se lo aspettava, ma non disse e fece niente e quindi mi sentii autorizzato a proseguire, cominciai ad accarezzargliela delicatamente e lei continuava a chiacchierare con mia madre di fronte a noi come se niente fosse, quando gliela strinsi un po’ palpando la sua consistenza dovette prendere il bicchiere e bere un po’ d’acqua, per non tradire la sua eccitazione.
Salii con la mia mano sotto la sua gonna fino a sfiorare un attimo le mutandine, erano bagnate, lo immaginavo, poi rimisi entrambe le braccia sul tavolo e avvicinai con noncuranza la mia mano destra al viso e annusai il dito che era stato davanti all’intimità della zia, il profumo si sentiva appena ma era inebriante, quel gesto non passò inosservato a Roberta e stavolta fu lei a doversi alzare e andare in bagno.
Mentre si avviava verso il corridoio, i nostri sguardi si incrociarono e col labiale le dissi “Fa’ un video”, lei sgranò gli occhi ma subito dopo fece un sorriso, ce l’avevo in pugno.
Poco dopo mi arrivò la notifica di un messaggino sulla chat, era lei; per evitare figuracce, andai un attimo in cucina dove non c’era nessuno e, dopo aver azzerato per sicurezza il volume, feci partire il video che mi aveva girato.
Era seduta sul water con le gambe aperte e il cellulare le inquadrava la figa, era depilata solo sulle labbra che già brillavano madide di umori, cominciò subito a masturbarsi il clitoride, furiosamente perché non aveva molto tempo e non poteva usare l’altra mano per penetrarsi dato che doveva reggere il telefono, non ci mise tanto neanche lei, venne lanciando dei piccoli schizzi che arrivarono fino al cellulare, mi sarebbe piaciuto anche sentire l’audio e capire se era riuscita a strozzare i gemiti di piacere, ma lo avrei riguardato con calma a casa.
Quando ci ritrovammo al tavolo, stavolta le chiesi io se andava tutto bene e lei:
- Sì, adesso meglio, grazie… - facendomi l’occhiolino.
Era arrivato il momento del dolce, mia nonna compiva gli anni e quindi fu portata in soggiorno la torta, ci alzammo tutti e io approfittai per mettermi dietro Roberta, avevamo tutti il telefonino in mano per fare le foto alla nonna ma io mi dedicai ad immortalare solo le gambe e il culo di mia zia, la festeggiata per me quel giorno era lei: i polpacci erano belli tirati grazie alle scarpe col tacco alto e la cucitura posteriore delle calze passava in mezzo alle due parti del muscolo, che libidine… Roberta, sapendo che ero dietro di lei per guardarle il retro, caricava il peso prima su una gamba, poi sull’altra, in modo da variare lo spettacolo per me.
Mi era tornato duro e volevo farglielo sentire, così quando ci stringemmo per cantare la canzoncina, mi appoggiai sulla parte alta delle sue chiappe e glielo infilai praticamente in mezzo anche se avevamo i vestiti. In quell’istante le tremolò la voce e quando lo spinsi in avanti un altro po’ smise di cantare per deglutire, poi arrivò il momento degli applausi e allora colsi l’occasione per strofinarmi su e giù qualche secondo, “Così impari a farmi arrapare…” pensai sorridendo tra me e me.
Arrivato a casa, scaricai sul pc le foto galeotte fatte alla zia e riguardandole mi dovetti masturbare di nuovo, stavolta con calma: ero davanti al portatile con le immagini delle gambe e del culo di Roberta che scorrevano a rotazione, avevo messo una pellicola trasparente sopra i tasti e il monitor e cominciai a registrare un video col cellulare che riprendeva lo schermo del pc e la sega che mi stavo facendo.
Alternavo l’inquadratura del telefono tra le immagini sul monitor e il mio cazzone impugnato dalla mia mano frenetica, finchè sentii le avvisaglie dell’orgasmo in arrivo, mi venne istintivo nominare mia zia nell'audio del filmato:
- Sììì… Roberta… mi sto segando per te, adesso ti sborro addosso… cosììì… aaahhh… ti godo sulle gambe porca che non sei altro… - esclamai schizzando a ripetizione sulla pellicola che mi separava virtualmente da lei, mi svuotai completamente le palle, un orgasmo fortissimo, non oso immaginare cosa avrei provato a farlo davvero con mia zia in carne ed ossa.
Continuai a riprendere col cellulare la pellicola completamente imbrattata di sperma e poi spedii il video a Roberta, ero curioso di sapere cosa mi avrebbe risposto la zoccola.



Finalmente!
Mi sono chiusa a chiave in bagno e adesso prima di farmi la doccia mi guardo il video che mi ha mandato quel porcello di mio nipote.
Madò che cazzo che c’ha… l’avevo intuito da sopra i pantaloni che è ben dotato, ma non pensavo così tanto… è grossissimo… mmmhhh che bello, fortuna che mi sono portata in bagno il vibratore, anche se è più piccolo del suo uccellone… cosììì… sììì… quanto mi piacerebbe prendere quella bestia dentro la figa…
Che maiale che è a segarsi con le foto delle mie gambe, è da un po’ che ho capito che sono il suo punto debole e quanto mi sono eccitata a provocarlo, oggi ha sbroccato di brutto, guarda come se lo mena… quanta voglia repressa che ha da smaltire.
E che sborrata!!! Non finisce più di schizzare! Quel pisello deve essere mio prima o poi…



continua…


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