La vedova e la verginella (Parte Seconda)

Scritto da , il 2011-11-18, genere trio

La vedova e la verginella
(parte seconda)

Ad un certo punto, le parti s’invertono; è, la nonna, ad esplorare la figa della nipote, la fa distendere sul letto, con le sue coscette spalancate e, dapprima inizia a farle un leggero massaggio con le mani, accarezzandole la vulva semi rasata; poi, mi chiede di venirle dietro e, di ficcarglielo nel suo sfintere vulcanico; aveva un bel culo, la vecchia troia, ancora sodo!
Gli e lo ficcai prima, facendo entrare la punta della cappella; poi, sbattendolo fino in fondo alle sue viscere, facendola godere come una tardona, troia assatanata! Si vedeva, che non prendeva cazzi nel culo e nella figa da parecchio tempo
Desdemona: oh! Si! Ficcalo, ficcalo tutto dentro! Fammi sentire, dopo tanto tempo, il piacere di un cazzo fin dentro le viscere!! Mmmm!!! Come godoo!! Mi sento, una lurida, scrofa, vacca troiaaa!!
Intanto, la nipote, gemeva e si contorceva sotto di lei; aspettava “fremente e gemente”che, il mio palo carneo, la sverginasse.
Desdemona: “ora tu, Thanatos! Dovrai sverginare mia nipote Morena; e, io leccherò la sua passera intrisa di sangue della verginità perduta! Ma, prima dobbiamo accendere le candele e l’incenso; e, dobbiamo evocare lo spirito di mio marito affinché, sia di buon auspicio per la riuscita della deflorazione della nipote”.
Capii subito che mi trovavo di fronte, oltre che ad una strega anche, ad un emoporca che, si eccitava alla vista del sangue.
Spense la luce, in camera c’era buio pesto perché, c’erano le tapparelle abbassate e, le tende erano nere; accese le candele e, le posò sul tavolo tondo, prese la foto del marito che, in precedenza, mi aveva fatto girare e, la mise al centro del tavolo con, le candele intorno.
Lei, da gran stregona e troiona che era, invocò lo spirito del marito chiedendogli, di proteggere la deflorazione della nipote e, nello stesso tempo, di perdonarla per averlo tradito. Per essere diventata: la più troia di tutte le troie; ma, se lo riteneva opportuno poteva, anche punirla, mandandole delle maledizioni fino alla morte; che, lei avrebbe accettato passivamente.
Dopo quel rito esoterico, riaccese la luce e, prima ch’io procedessi alla deflorazione, sia lei che, la nipote, s’inginocchiarono dinanzi al mio tronco carneo e, iniziarono a succhiarlo a fasi alterne fino, a leccarmi solennemente le palle; insomma, si erano rese schiave di quella verga! E, l’adoravano come se fosse un dio; il dio cazzo! Appunto.
Subito dopo il mezzo pompino di riscaldamento Desdemona, fece distendere la nipote(sempre bendata) sul lettone, con le cosce spalancate e, la sua fighetta pronta a ricevere per la prima volta un palo di carne; accese l’incenso e, cosparse il corpo della nipote; poi, mi ordinò di compiere il grande gesto! Mentre lei, in piedi ci guardava, sditalinandosi a gambe scandalosamente divaricate.
Desdemona: allora, Thanatos sei pronto per la tua opera?
Certo! Gli risposi.
Desdemona: e, allora montale sopra! E, rendila femmina; sta attento al sangue e, sborrale pure dentro! In modo che, quando avete finito io, possa gustare il sangue misto a sborra! E alla fine ingoiarlo.
Come desiderate madame! Gli risposi.
E, cosi fu! Mentre io, defloravo, spingendo il mio arnese nella sua fighetta stretta, lacerandole l’imene; e facendole perdere la verginità, Morena urlava e gemeva.
Morena: oh! Si! Spingi, spingi più forte! Ohhh!!!! Ahhhhhhhhh!!!!! Uhhhhhhh!!! Che bello! Sono diventata femmina! Ahhh!!!
Anch’io sborroo!! Ahhh!! Sborro dentroooo!!!
Uscì molto sangue; che, la strega emoporca, leccò e, ingoiò insieme alla mia sborra e agli umori vaginali della ragazza; in seguito a quel gesto anche lei, raggiunse un orgasmo celestiale.
Desdemona: oh! Si! Come mi eccita la vista del sangue; adesso, te lo lecco e, lo ingoio tutto! Cara nipotina mia; insieme alla sborra di Thanatos che, ti ha resa femmina! E, al quale devo essere grata per tutta la vita; oh! Si! Sto sbrodando, sto sbrodandooo! Mmmm!!! È buono, il sangue di mia nipote! E, anche la tua sborra è buona!
Alla fine, ringraziò lo spirito del marito per averla protetta in quella fase; e, sia lei che la nipote, dopo avermi fatto bere una pozione magica “dalla strega stessa preparata” mi licenziarono, facendomi un succulento pompino a fasi alterne, ingoiandola e giocandosela un po’ in bocca “un po’ ciascuno”il mio residuo di sborra! Ragazzi: non mi era rimasto più niente nelle palle.
Fine.

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