Come una femminuccia (seconda parte)

Scritto da , il 2020-10-03, genere gay

Mi apparve un uomo massiccio di trenta/trentacinque anni, di carnagione molto scura, probabilmente di origine magrebina. Gli feci cenno di entrare in fretta per evitare che i vicini uscissero a curiosare. Lui entrò tenendo gli occhi incollati su di me. Addosso avevo l'imbarazzante costumino da cameriera e la parrucca bionda. Mi girò attorno un paio di volte osservandomi da capo a piedi, poi con un dito, da dietro, mi sollevò il vestitino . “Bel culo, tondo e piccolo come piace a me - disse - Sei uno schianto, non fosse per l'uccellino che hai lì davanti, passeresti davvero per una ragazza.” Lo presi come un complimento. In effetti Il mio fisico efebico si prestava all'equivoco, in più il costume e la parrucca mi davano un aria buffa ma indubbiamente sexy.

"Peccato ti manchino le tette, se no saresti perfetta.”
“Grazie.” Mi sentivo in imbarazzo a rispondere a quel genere di apprezzamenti.
“ Ma dimmi femminuccia, hai un uomo, un compagno, un amico, un cazzo che ti scopa?”
“No, sono single.”
“Ma davvero!? Non dirmi che il tuo culetto è ancora vergine?”
Abbassai lo sguardo e arrossii.
“Allora? Ti ho fatto una domanda ”disse con tono sempre più autoritario, " o devo controllare di persona". Detto questo mi spinse contro il tavolo, mi piegò a novanta e con uno strappo mi abbassò le mutandine a metà coscia.
“Incredibile, guarda che pelle… liscia come quella di una bambina e senza peli. Dai inarca la schiena!”
Aggrappandomi con le mani ai bordi del tavolo, cercai di assecondare i suoi ordini ma ero troppo spaventato e lo implorai di fermarsi. “Ti prego, non l’ho mai fatto.”
Si mise a ridere. "Be', prima o poi dovrai pur iniziare. Vedrai, una volta assaggiato il mio cazzo non potrai più fare a meno!” Subito qualcosa di duro e grosso puntò contro la mia entrata posteriore. Lo supplicai ancora.
“Zitta femminuccia…" disse dandomi un paio si sculaccioni, "allarga le natiche con le mani.”
Docilmente e per quanto mi era possibile, scoprii il cerchietto dell’ano che era così chiuso da non farci entrare nemmeno uno spillo.
Mi venne addosso con il peso del suo corpo massiccio, sentivo il suo respiro sulla nuca.
“Lasciati andare” mi bisbigliò all’orecchio , ma per quanto mi sforzassi non riuscivo proprio a rilassarmi. Alla fine dopo qualche altro tentativo ci rinunciò.
“E’ troppo stretto…dovrò allargarti” disse spazientito. Feci per sollevarmi ma lui con la mano mi tenne piegato sul tavolo.
“Rimani ferma così." Udii che armeggiava col cellulare e con raccapriccio mi resi conto che stava scattando delle foto.
“Alzati, vieni qua. Per questa volta mi accontento che me lo succhi”. Mi rialzai e mi inginocchiai sul tappeto di fronte a lui. Era la prima volta che vedevo da vicino il pene di un uomo e ne rimasi impressionato. Era enorme, il mio, al confronto, sembrava quello di bambino.
Appoggiai le labbra sulla punta dura del cazzo e lentamente allargai la bocca per inghiottirlo tutto fino alla radice. Allora cominciò a muovere i fianchi come se mi stesse scopando la bocca. Quando venne mi sentii soffocare e cercai di levarmi ma lui mi tenne fermo per la testa facendomi inghiottire il suo sperma caldo fino all’ultima goccia.
Poi andò in bagno per ripulirsi. Quando tornò levò dalla tasca un dildo di gomma rosa con una grossa ventosa attaccata alla base e me lo agitò davanti agli occhi. Poi prese una sedia e lo fissò saldamente al centro di essa. “Da oggi questa sarà la tua sedia personale. Il tuo compito sarà di usarla ogni sera, al meno per un'ora. E in quel tempo non potrai fare nulla: niente cellulare, niente tv o altro… dovrai solo pensare alla tua misera condizione di rottainculo! Ti voglio trovare bella aperta la prossima volta. CHIARO?”
Feci cenno di sì con la testa. Poi, dopo avermi dato un pizzicotto sul sedere se ne andò. Crollai sul letto sconvolto con in bocca il sapore salato del suo sperma. Prima di addormentarmi mi masturbai a lungo.

2 Continua

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