La tribù Cap.1

di
genere
bondage

Vi faccio una premessa, non mi piace abbandonare i miei personaggi, in qualche modo m’affeziono, per questo ho deciso di utilizzarne qualcuno del mio ultimo racconto TUTTO NORMALE, SONO UNO SCHIAVO

Mi chiamo Saiu, ho circa 20 anni Africano, mio padre era il capo tribù dei BECA un grande popolo guerriero, come la storia insegna i popoli sono destinati a finire per dare vita a nuovi popoli e purtroppo mio padre prese la decisione di attaccare i DACERO, i nostri grandi rivali..ci fu una grande guerra che durò 7 lune.
I beca razziarono e conquistarono molte terre dei DACERO, la sete di potere di mio padre non conosceva fine e decise di attaccare il loro villaggio principale.
I DACERO si batterono con grande onore sembravano leoni e per la prima volta noi BECA siamo stati battuti, da li la catastrofe, i DACERO presero coraggio e iniziarono ad avanzare fin quando la VII luna non sancì la fine dei BECA.
Mio padre e tutti i guerrieri furono uccisi dai nostri nemici giurati, il capo dei DACERO il grande OWASA prima di ucciderlo lo fece assistere allo sterminio della nostra famiglia, solo io fui risparmiato e ridotto in schiavitù.
OWASA promise a mio padre di non uccidermi ma avrei dovuto lavorare come schiavo per lui come monito per le altre tribù.
Avevo 6 anni quando fui catturato e da allora sono sempre stato trattato da schiavo, i DACERO mi soprannominarono INKOSI KWAMAHHALA che tradotto vuol dire PRINCIPE IN CATENE.
OWASA stabilì subito delle regole
- non ho il diritto alla parola e se venissi sorpreso a parlare mi tagliano la lingua,
- Non ho diritto alla virilità se se venissi sorpreso a fare sesso o a masturbarmi mi viene tagliato il pene
- Non ho diritto a vestirmi, la mia pelle è il mio vestito
- Devo portare sempre le catene alle caviglie e ai polsi
I primi anni sono stati anche i più duri, ero un bambino e non conoscevo la crudeltà, ho imparato cos’è il dolore fisico e cos’è la fatica, spesso mi torturano pubblicamente, OWASA in persona con lo Sciamano organizzano gli spettacoli.

Come dicevo ho 20 anni circa, non saprei dirvi esattamente la mia età, troppe volte sono stato rinchiuso al buio e troppe volte ho perso il conto dei giorni, per regola non posso parlare e chiedere in che anno o giorno siamo, vivo dentro una gabbia posta al centro del villaggio, quando servo per qualcosa OWASA mi fa liberare, ovviamente servo solo per compiti umilianti.
Che ci sia il sole, la pioggia il caldo o il freddo devo rimanere dentro la gabbia..la libertà ormai ho dimenticato cos’è.
Ogni sera puntuale viene servito il mio unico pasto della giornata, non sempre buono ma sufficiente a mantenermi in salute, a servire il mio pranzo è un ragazzo della mia età il mio unico amico, l’unica persona a trattarmi degnamente il suo nome è BAKU.
Da quando sono stato catturato e imprigionato BAKU mi porta il pranzo e mi tiene compagnia fin che può, sa bene che non posso risponderlo ma comunque mi da a parlare, mi racconta della sua vita e mi tiene informato di tutto quello che succede nel villaggio, se non ci fosse mi sentirei perso.
Vi chiederete come mai BAKU ha il consenso di OWASA, è il nipote e lo zio si fida di lui, al contrario degli altri è una persona profondamente rispettosa e mai ha fatto qualcosa per trattarmi male.

E’ sera sono 4 soli che non esco dalla mia gabbia, BAKU in lontananza si avvicina con il mio piatto, me lo porge a terra poi mi da dell’acqua “INKOSI KWAMAHHALA bevi lentamente, oggi il sole è stato cattivo con te e troppa acqua ti farebbe male..” Seguo i suoi saggi consigli, lo vedo sdraiarsi accanto alla mia gabbia “quante stelle ci sono? Un giorno le conterò tutte..magari un giorno possiamo farlo insieme, so che vorresti farlo, prima o poi succederà non ti preoccupare tutti prima o poi abbiamo delle belle giornate anche tu..”
Continua a parlarmi per molto, mi piace ascoltarlo, poi lo zio OWASA gli fa segno che è momento di smettere “amico mio ti saluto, pregherò per te”.
Dormo tutta la notte, la mattina mi sveglio per colpa dei ragazzini, si divertono infilare piccoli bastoni appuntiti attraverso la gabbia, OWASA li guarda sempre divertito, ci vuole poco ed il sole è già alto.
Lo sciamano apre la mia gabbia, è un essere orribile, un vecchio rugoso che crede di avere poteri magici..esco dalla gabbia mi tira in faccio della sabbia poi mi da una ciotola con un intruglio, bevo tutto, ls vista s’annebbia l’oscurità

di
scritto il
2020-08-11
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