Cena Aziendale - cap. 5

di
genere
etero

Che gran maiala! Esclamo tra me e me, dopo aver letto (e riletto) gli ultimi whatsapp di Laura.
Sono steso sul letto, la luce del sole del tardo pomeriggio filtra soffusa attraverso le persiane semichiuse. Condizionatore a palla, e sto messaggiando con Laura, che mi ha fatto sapere di essere disponibile a parlare della cena aziendale dell’altro ieri.
Ed ha appena finito di raccontarmi la sua notte di fuoco. Sono completamente nudo, e gli effetti del suo racconto si notano in una imponente erezione che svetta tra le mie gambe.
“sentire quello che combini è eccitante quasi quanto star con te”
“che poeta.. peccato che sei troppo impegnato a cercare la donnina perfetta”
“o tu sei troppo impegnata a giocare alla mogliettina perfetta :-P lo sai che per me avrai sempre un posto speciale”
“ruffiano”
“comunque.. non sapevo che fossi bisex!”
“ehi carino, ci sono tante cose che non sai di me”
“non vedo l’ora di scoprirle :-P ma poi.. chi era quindi la tipa?”
“non credo la conosci. È di quelli del quarto piano. E poi tranquillo, ha le tette troppo piccole per i tuoi gusti”
“sicura di conoscere così bene i miei gusti?”
“li conosco, li conosco tesoro”
“solo perché le tue tette sono la serie A, non vuol dire che i campionati minori mi facciano schifo”
“ma quanta poesia oggi.. ti credo solo perché so che vi infilereste in qualunque cavità ancora calda. Comunque.. la tua serata com’è andata?”
Con la mente torno a venerdì sera, mentre scrivo a Laura il resoconto della mia serata.
“Dopo averti salutata, ho gironzolato qua e là durante l’aperitivo, saltando da un gruppetto all’altro”
“paura di incrociare qualche vecchia fiamma?”
“non me ne parlare. Martina mi è subito saltata in schiena”
“è quella della cena di Natale?”
“proprio lei”
Capelli biondi, occhi chiari, curve abbastanza generose da soddisfare i miei gusti. Abbiamo scopato alla cena di Natale, e da allora si è dimostrata troppo ossessiva per me, arrivando a propormi di voler rompere col suo moroso per stare con me. Proposta che ho sempre declinato con sfacciata chiarezza. Ma questo non l’ha mai fermata, ed è sempre stato piacevole sfogarmi con lei. Ma questa è un’altra storia.
“non credo di averla vista. Com’era vestita?” domanda Laura
“sandali con tacco a spillo, gonna a palloncino bianca e canotta nera con scollo a V”
“bella?”
“faceva la sua porca figura. Ma non ho mai visto una che non fosse in tiro”
“è una competizione, carino. Voi non potete capire”
“in ogni caso, prima dell’inizio della cena, l’ho portata in bagno”
“nooo, dai..! te la fai con una che ti sbava dietro da inizio dell’anno, e nel luogo più banale e inflazionato del mondo..! La comfort zone proprio.. Prossimo passo..? Sesso solo a luci spente, alla missionaria?”
“sarà che sto invecchiando”
“bah.. le crisi di mezza età a 30 anni.. Sei messo male, carino. Comunque, continua, signor tradizionalista..”
“non appena ci siamo chiusi dentro si è inginocchiata davanti a me, mi sono abbassato i pantaloni e lei me l’ha tirato fuori. Ha iniziato a baciarmi le cosce, poi ha leccato le palle con la punta della lingua, mentre con le mani saliva sotto la camicia, toccandomi l’addome”
“..chi non vorrebbe fare l’amore con quella tartaruga da statua greca che ti ritrovi, e che non so come fai a mantenere..”
“dieta, tanto allenamento, zero alcol, e dormire almeno 8 ore a notte. Dicevo… mi lecca le palle, dalla punta usa tutta la lingua, e se le infila in bocca. Succhia mentre a palmi parti scorre lungo l’addome. Dalle palle passa alla base del cazzo, lo bacia, muove le labbra lungo tutta la sua lunghezza e lo infila in bocca. Sento la sua lingua intorno alla cappella, mentre raggiungo la mia erezione cresce.
Le afferro i polsi, e guido le sue mani lungo i miei fianchi, fino al mio sedere. Serra le dita sui miei glutei e muove le labbra lungo il mio cazzo, baciandolo e leccandolo dalla punta alla base. Quando allontana le labbra e si rialza in piedi, il mio cazzo è duro e pulsante, lucido della sua saliva.
Si gira, mi da le spalle, e tira su la gonna, mostrandomi le sue cosce e il suo culetto coperto da un perizoma color carne. Glielo sfilo, e sollevo la sua gamba destra facendogliela poggiare sulla tazza del water. Mi godo la vista delle sue natiche, e le tiro qualche schiaffetto, provocandole dei mugolii di piacere. Muovo le dita tra le sue natiche, lungo la sua fica, allargandole le labbra, e mugola ancora, vogliosa.
Le mie mani esplorano il suo corpo, dalla pancia risalgono sui seni, mentre la punta del cazzo sfrega contro le sue grandi labbra. Mugola ancora, mi dice di volerlo dentro. E io l’accontento. Con una mano a reggerle la coscia sollevata, infilo la punta tra le grandi labbra, e la ritraggo subito. Geme vogliosa, e spinge indietro il bacino, a cercare il mio cazzo. Le prendo il fianco con l’altra mano, e con una spinta secca la tiro a me mentre spingo, facendolo entrare fino a far sbattere il mio bacino contro il suo culo.
Geme, inarca la schiena, mentre io reclino il bacino lentamente e spingo ancora, fino in fondo. Alterno spinte lente e decise ad altre veloci e corte, lei geme, lo accoglie stringendo le natiche e mi incita a spingere più forte.
Mentre veniva tra gemiti e mugolii ha abbassato la gamba, stringendo le natiche attorno al mio cazzo così forte da rendermi impossibile spingere. Sono rimasto dentro di lei per qualche secondo, poi è scivolato via e l’ho inviata a girarsi con una pacca sul culo.
Si è inginocchiata di nuovo davanti a me, e ha preso con foga il mio cazzo in bocca. Le ho preso la testa, tenendola dai capelli, e ho iniziato a muovere il bacino, scopandole la bocca. Il cazzo scivolava avanti e indietro stretto tra le sue labbra, mentre dei rivoli di saliva le colavano dalla bocca. Ho iniziato a spingere più forte, fino a far impattare le palle contro il suo mento, mentre lei, immobile, accoglieva in gola i fiotti di sperma e l’orgasmo mi travolgeva”
“una degna conclusione dell’aperitivo, insomma..”
“comunque penso che i tuoi racconti sono molto più eccitanti dei miei”
“non fingerti modesto ora, dovresti vedere che effetto mi hai fatto..”
La mia non è falsa modestia, forse mi eccito di più con i suoi racconti solo perché posso immaginarla nelle sue maialate…
“dimmi di più su questo effetto…”
“ho una mano tra le gambe, fai te…”
Per quanto desiderassi più di ogni cosa poterla vedere ora, non le chiedo di inviarmi una foto, ben consapevole della sua contrarietà verso foto ed altre ‘prove’ indelebili
“dove sei ora?” le chiedo
“divano. Tu?”
“letto. In tutta la mia statuaria nudità” ammetto
“spero che con le statue condividi solo la tartaruga, altrimenti avresti ragione a sentirti invecchiato :-P”
Dalla mia posizione supina il cazzo svetta eretto, attraversato da vene che lo percorrono dai peli della base fino alla cappella, su cui brilla una piccola gocciolina. Mi fotografo in questa posizione, inquadrando parte dell’addome e delle cosce. Rigorosamente contratti
“enjoy” commento assieme alla foto che le invio
“..che cavalcata che mi farei..”
“puoi sempre pensare a me, quando più tardi monterai tuo marito. Ma lo so che non è la stessa cosa”
“stronzo.”
“cosa indossi tu?”
“canotta e mutandine”
“canotta già sollevata su, immagino”
“immagini bene…”
“gambe oscenamente divaricate, talloni sul divano, mano nelle mutandine che sono già un lago”
Immaginarmela in quella posizione a toccarsi mi fa impazzire. Non resisto e con la mano libera inizio a segarmi lentamente
“..non hai finito di raccontarmi la serata..”
La maiala vuole sentire altro, ma io nella testa ho adesso stampata l’immagine di lei che si masturba. Assieme ai ricordi delle nostre scopate. Cazzo quanto la voglio.. rallento il ritmo della mia sega, e cerco di concentrarmi
“cena tranquilla, al mio tavolo nessuna di interessante. Poi ho ballato con Mariangela. Quella del mio stesso piano, ala opposta. Castana, riccia, bassina.
Vestitino rosso smanicato. Le ho palpato un po’ il culo mentre ballavamo, poi ci siamo defilati dalla pista”
“per andare..?”
“sotto un tavolo”
“noo.. ma serio fai!?”
“giuro. Tra le tovaglie lunghe, e le sedie foderate, è stata una genialata”
“cioè fammi capì.. tu l’hai presa e le hai detto ‘vieni sotto il tavolo?’”
“l’ho presa per mano e l’ho portata fino al tavolo più lontano dalle luci. Ci ho fatto il giro, controllato che non ci fossero borse o altre robe sulle sedie, e mi ci sono infilato di sotto, e lei mi ha seguito.
Ci siamo masturbati a vicenda, poi abbiamo scopato su un fianco, a cucchiaio. Prima di venire gliel’ho infilato in bocca”
“devi aver sbattuto la testa diverse volte”
“non sai quante..”
“con una alta come me non avresti potuto”
“mi ricorderò di provare”
“il tradizionalista vuole ampliare la lista dei suoi posti strani”
“no. Il tradizionalista scoperebbe ovunque con te”
“quanto amore, per uno che le sue scopate le mette in classifica”
“sei tu a chiedermi le classifiche. E non scendi mai dalla cima”
“..sto per venire..”
Me la immagino a contorcersi sul divano, le dita che si muovono sulla sua fica, mentre appoggia il telefono per potersi toccare anche con l’altra mano e godere di quel suo intimo momento.
Mi sego più velocemente, lasciando che le immagini si susseguano nella mia mente
“vieni per me dolcezza. Vorrei essere dentro di te mentre godi” le scrivo, e appoggio il telefono sul letto per toccarmi i testicoli mentre non smetto di frizionare il cazzo su e giù.
Poco meno di un minuto e mi risponde con bacino, prima di bloccare il mio numero dal suo cellulare privato. Metto via il telefono, e torno ai miei piacevoli pensieri.
di
scritto il
2020-07-18
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