Orrore (Secondo Iskra)

Scritto da , il 2020-06-25, genere pulp

A due giorni dal mio rientro, ancora non è stata trovata la colpevole. Skylar e Olimpia sono finite in un vicolo ceco. Senza vere apparecchiature per indagini è impossibile trovare altri indizi. Anche perché la mia stanza è stata messa a soqquadro per pulire e mettere dei nuovi mobili.
Mi sto giusto gustando il mio nuovo materasso ad acqua riscaldante, mentre Tiana mi dorme a fianco. In due giorni l’ho nutrita, vestita e scopata come una vera amante. È bella, sensuale, feroce e anche un po sadica. L’esatto opposto di V se si parla di carattere. Diventerà una vera mistress un giorno.
Si sta facendo giorno fuori delle finestre. A breve Chanel dovrebbe svegliare mia figlia dal coma farmacologico. Attendere ancora le farebbe male.
Puntuale come sempre arriva Skylar con alcune cartelle e la mia colazione. Frutta, latte, uova, yogurt, toast. Il profumo sveglia anche la zingara.
Ci sediamo entrambe al tavolo con Skylar. Ognuna prende quello che vuole. Io mi risparmio le uova e passo alla frutta. Mi aggiungo anche qualche cereale nello yogurt. Noto che invece Tiana abbonda con le uova e le fette di prosciutto al miele. Normalmente nel mio Regno si cerca di mantenere un’alimentazione rigida. Come le mie assassine devono essere sempre in forma, anche le mie schiave devono mantenere una dieta rigida. Vacche a parte. Ma faccio un’eccezione per Tiana. Cose così lei non le ha mai mangiate.
-Ho qui anche il plico che abbiamo ordinato dai nostri amici di Londra.-
Vedo la cartellina che Skylar tiene in mano. Lascio a metà il pompelmo e prendo la cartellina. La apro e trovo diverse foto. Mentre io me le studio Skylar legge il rapporto.
-Patrizia Vice…...Visentin. Classe settanta. Città natale Bado…….Padova. Italiana. Altezza 1.80. Bionda. Caucasica. Bisessuale. Laureata in matematica. Professoressa di matematica presso Liceo Scientifico Statale Elio Vittorini. Sposata con NON RILEVANTE. Una figlia. Divorziata. Compagna di Eva van Maar. Attuale residenza Serenissima. Porto preferito Venezia. Escort d’alto borgo con annuncio su www.escortforumit.xxx. Coinvolta nell’attacco alla S Cyril. Assunta dalla ….. come agente insieme a Eva van Maar. Coinvolta in operazioni di spionaggio e assassinio. Responsabile di diversi omicidi, tra i quali lo sterminio della famiglia di Don Gennaro di Napoli, l’uccisione di due sicari di Amersfoort e del conte Kurt von Koltitiz. Capacità in combattimento corpo a corpo, armi bianche e armi da fuoco a medio raggio.-
Eccola finalmente. Patrizia Visentin in un bel tailleur. Sembra quasi la professoressa di un porno. La fototessera in A3 è di qualche anno fa chiaramente. In un’altra foto fa le flessioni in bikini sulla sua barchetta. Ha la pelle abbronzata e da quello che vedo anche qualche ruga. Occhi grigi. Blaa. Una vecchia polpetta troppo cotta a mio parere. Potrebbe trovare un posto tra le comare di mia madre. Questo è sicuro. Ha una buona muscolatura. Potrebbe divertirmi giocare con lei. A pugni. Poi ci sono anche un paio di foto a infrarossi che la ritraggono in due diverse occasioni. In una sta appoggiata ad una ringhiera mentre un mandingo la prende da dietro. Ha un’aria beata. E nessuna tetta. Piatta da fare schifo. Nell’altra sta tra due maschioni bianchi che la trombano davanti e dietro tenendola sollevata. Una vera ninfomane.
La migliore è la foto satellitare NATO che la ritrae nuda a prendere il sole insieme ad una giovane bionda sul ponte della sua barchetta. Ha due capezzoli grossi come nocciole mature. Quasi la invidio per questo. Il pelo biondo della fica invece è di qualità. Olimpia ucciderebbe per averlo. Lei è bruna, anche se usa la rasatura per nasconderlo.
In definitiva è un’amazzone. Sensuale, ma rozza. Alta, ma appena come Skylar. E in bellezza non può neppure pensare di tenermi testa.
-La bionda è Eva van Maar. Di Amsterdam. Olandese. 1.85 circa. Bionda nordica. Bisessuale. Laureanda in psicologia. Vedova di un imprenditore italiano. Compagna di Patrizia Visentin. Escort d’alto borgo con sito indicato precedentemente. Segue Visentin da anni. Tiratrice scelta e amante esperta.-
Cazzo. Ho in mano la foto tessera ingrandita in A3 di una top model. Bionda lucente. Corpo esile e allenato. Occhi azzurri. Mia madre le offrirebbe una casa intera e un contratto da capogiro pur di averla tra le sue modelle. Che mi stupisce veramente è scoprire che questa ninfa sta con una vecchia zoccola partorisci taglia faccia. Ci sono anche una foto in cui è nuda e in posa da playboy. E una in cui si impala il culo su un portatore di cazzo seduto su di un divano e contemporaneamente spompina due cazzi sorridendo. Ha la sborra che le cola dalle labbra. Che maiala.
Prima che Skylar legga altro, le vado dietro e le metto la foto con Eva in posa da playboy davanti.
-Bella vero? Non ti ricorda qualcuno?- La prendo in giro. -La vuoi tu?-
-No.- Fa lei imbarazzata.
-Sicura?- Le chiedo stringendole la fica sotto i pantaloni da segretaria che ama mettere per sembrare professionale.
-Si.-
Skylar è chiaramente imbarazzata. Le intellettuali belle e intelligenti la arrapano quasi quanto me. Quasi. Decido di lasciarla stare e passo alle foto di seguito.
-Giulia Visentin. Figlia di Patrizia Visentin e NON RILEVANTE. Padre biologico sconosciuto. Altezza 1.70. Mora. Bisessuale. Frequenta da poco l’accademia navale di Livorno. Nessuna affiliazione al governo italiano.-
Ecco la taglia faccia. Solo a guardarla mi si infiamma il volto. È appena più bassa della madre. In compenso ha un paio di tette decenti. La foto tessera la fa apparire quasi angelica. Nella seconda è in topless sulla barca. Carina. Seguono altre tre foto. In una succhia il cazzo di un bianco facendo il segno della vittoria. In quella dopo dorme nuda da qualche parte. E nell’ultima è aggrappata nuda a sua madre, anche lei nuda e in piedi, con le braccia sulle sue spalle e le gambe avvinghiate alla vita. Le due si baciano in pieno giorno e sempre sulla loro barca del cazzo. Non conoscono vergogna queste due vacche incestuose. Almeno in questa la barca sembra in mezzo al mare invece che in un porto.
-L’imbarcazione è uno scafo classe Mangusta a sette posti con due motori da 1800 CV ciascuno e seimila litri di carburante. Precedentemente intestata al defunto marito della van Maar.-
Vedo le foto della barca. Non è male vista in foto. Per uno straccione ovviamente. Paragonata allo yacht che mi potrei comprare io, in qualsiasi momento, la Serenissima è un guscio di noce in vetroresina. Di sicuro è meglio del cacciatorpediniere che i miei genitori usano da anni per andare in vacanza senza temere attacchi da rivali o nemici. Pensare che la Giulia abbia passato la giovinezza a bordo della Serenissima, mentre io ho dovuto stare per settimane a prendere il sole su una nave da guerra con i miei genitori troppo impegnati a pomiciare per notare gli sguardi dei marinai che mi spiavano dalle loro postazioni, mi fa venire voglia di rompere tutti i nuovi mobili della mia stanza.
-C’è anche una quarta donna nell'equipaggio della Serenissima. Una schiava volontaria non meglio identificata. L’unica informazione raccolta è la sua devozione a Patrizia.-
L’ultima foto ritrae la schiava in questione sopra a Eva che la tromba con uno strapon, mentre Patrizia le sta dietro e Giulia le scopa la bocca estasiata. Tutte e tre con lo strapon. La gamba di Giulia le copre il volto, ma una schiava di così basso rilievo non merita neppure la mia attenzione.
È allora che mi accorgo di un particolare.
-Tutto qui? La loro agenzia? Le basi di affiancamento? I corsi al combattimento?- Chiedo delusa.
-Si. Gli inglesi dicono che possono farcene avere altre allo stesso prezzo. Ma se vogliamo sapere qualcosa sui loro capi dobbiamo sborsare di più.-
Le foto satellitari in effetti non hanno numeri di serie. Le nostre spie a pagamento si sono riguardate dal fornirci un doppio servizio. Ma non voglio mettermi contro un nemico potente. Mio padre si incazzerebbe veramente se scoprisse che sua figlia gli ha messo occhi estranei addosso. La segretezza è pur sempre alla base del nostro lavoro. Io voglio solo Patrizia e le sue puttane.
Mentre Tiana va in bagno a lavarsi, io mi metto in piedi alla scrivania e studio le fototessere in A3 delle mie prede. Non passa nemmeno un minuto prima che Skylar mi venga ad abbracciare da dietro appoggiando la testa sulla mia schiena ricurva.
-Non farti comandare dal tuo orgoglio.- Mi implora lei. -Sai che non meritano la tua attenzione.-
-Dici che dovrei dimenticarmi di tutto?- Le domando.
-No. Questo mai. Ma promettimi che non ne farai una tua ossessione.-
La mia amante pelle rossa ha ragione. Come capo di una grossa organizzazione non posso permettere che una stupida vendetta mi distragga dai miei reali impegni. Devo mandare avanti la mia impresa dopo tutto.
Ecco perché la mia vendetta sarà lenta e dolorosa. Prima dovrò organizzare tutto. Poi mi basterà decidere cosa fare con queste tre. Magari farò diventare Eva la cagna da salotto di Skylar. Un anno nelle stalle e un sacco di botte basteranno a farle venir voglia di leccare il culo della sua padrona dopo ogni seduta al water. Patrizia e sua figlia invece avranno bisogno di qualcosa di più elaborato. Forse uno stupro di gruppo da parte dei miei mandingo. Ingravidarle, torturarle per nove mesi e costringerle a guardarmi mentre affogo i loro nascituri appena nati. Ripetere il tutto fino a farle impazzire e poi rivenderle al mercato di schiavi più putrido del Congo.
Uffa. Un colpo in testa mi sembra troppo umano, ma per i giochi divertenti avrò bisogno di passare giornate intere con Kimiko nel suo studio.
Skylar mi ricorda anche che il tempo passa. Dobbiamo risvegliare V. Mi faccio lavare dalle mie massaggiatrici gemelle (milf colombiane e teen tailandesi) e mi faccio spruzzare un po del mio profumo preferito.
Mi reco con Skylar nella stanza di V, mentre Tiana resta ad oziare nella mia. Ho solo la vestaglia. Per quello che intendo fare non mi servono i vestiti.
Nella stanza ci sono già Chanel, Nubia, le sue pigmee, Julie e Olimpia. V giace nel suo letto con meno bende e senza tubi o cateteri. L’unico indumento è una cuffietta che le copre la testolina rasata a zero. Con le poche ciocche rimaste, Kirilla mia aveva proposto una capigliatura punk come la sua. Di poco gusto.
Secondo Chanel ora è fuori pericolo.
Mi tolgo la vestaglia e mi infilo sotto le coperte riscaldate con V. La prendo in braccio e dopo essermi messa al suo posto con la schiena appoggiata ai cuscini me la adagio sopra a pancia in giù.
Chanel abbassa le luci e prima di andare a sedersi con le altre in fondo alla stanza, mette due gocce di stimolante nella bocca di V.
-V? Viii?- Le sussurro.
V emette un mugolio. Sento la sua mano muoversi.
-Viiiiiiii?-
-No. No!-
Lei si agita, per quanto possa fare dopo quello che ha passato, ma sono li con lei. Le faccio sentire il mio profumo.
-Buona. Sono la mamma. Sono la mamma.-
-Ma? Mamma? Mamma. Mamma.-
V si stringe a me e affonda il musetto nel mio seno. Sento le sue lacrime bagnarmelo. La abbraccio e mi assicuro che la coperta non le scivoli dalle spalle.
-Ti ho chiamata.-
-Lo so. Lo so.-
-Perché non c’eri?-
-Perdonami amore. Ma non ti ho abbandonata. E ora sono qui con te.- Le spiego accarezzandole la testolina rasata con il mento.
-I miei capelli?-
-Non preoccuparti. Sei più bella così. Ma dimmi, chi è stata a farti questo?-
-La donna nera.-
Vedo le altre interessarsi alla risposta di V. Ma qui nel Regno ci sono diverse donne dalla pelle scura.
-Una donna africana?-
-No. Una di plastica.-
-Una donna coperta di plastica nera?-
-Si.-
Vedo Skylar illuminarsi. Ma è troppo presto per cantare vittoria. Quasi tutte le mistress al mio servizio usano il latex. Kirilla sforna dei veri capolavori in lattice. Perfino mia madre ne riconosce il pregio.
-Non sei riuscita a vederla in faccia?-
-No. Ma l’ho morsa.-
-L’hai morsa? Dove?-
-Alla tetta.-
Il mio cuore accelerare subito. Ora abbiamo la nostra pista. Rimetto dolcemente V al suo posto e faccio avvicinare Julie.
-Guarda chi è venuta a trovarti. Ora state un po insieme e poi pranzate.-
Alzo la coperta e faccio entrare Julie. La ragazzina scivola dentro e si sistema al fianco di V. Prima che la coperta le nasconda vedo le due sorridere. Che tesori.
Mi allontano in silenzio e raggiungo la porta con le altre. Non mi rimetto neppure la vestaglia da quanto sono concentrata. E furibonda.
-Radunale.-
-Chi?- Mi chiede Skylar.
-TUTTE! Schiave. Serve. Padrone. Le voglio tutte nella corte.-
Skylar ci mette poco ad eseguire le mie indicazioni. Il tempo di cambiarmi e tutte le mie proprietà si trovano allineate al muro nella grande sala da pranzo che uso anche come corte. Le uniche che mancano sono quelle nelle stalle e Veronika. Lei l’ho controllata di persona in piscina la sera prima.
-Come molte di voi sapranno, care le mie pettegole, una di voi si è permessa di entrare nelle mie stanze in mia assenza e fare del male a mia figlia. La mia principessa.-
Le mistress sono imbronciate e già stufe. Di solito a quest’ora stanno ad oziare dove gli capita. Questo mese i contratti sono pure scarsi e quindi sono quasi tutte qui nel Regno. Le serve come sempre sono inespressive. Sono istruite ad apparire come semplici oggetti e nulla di più. Mentre le schiave hanno paura. Tutte. Sanno come mi piace sfogare lo stress. Un’orgia di ventiquattrore con mistress pronte a fustigare chi batte la fiacca. Un combattimento a mani nude. Un sacrificio a me stessa.
-Quindi abbassate le vesti e mostratemi le tette.-
Non ho bisogno di ripetermi. Tutte si scoprono il seno. Le mistress lo fanno quasi tutte senza obiettare. Gerta, la mia vecchia educatrice, si sente offesa dal mio sospetto, e non nasconde il suo disappunto. Le serve non dicono niente. Mi innervosisce vedere le magnifiche bocce di due di loro e sapere che non posso toccarle senza una valida ragione. Violare il loro contratto mi costerebbe l’enorme caparra già versata ai loro principali. Le schiave tremano invece. Passo davanti ad ogni schiava. Grosse, piccole, nere, bianche, gialle. Perfino quelle avvizzite di Elena che penzolano verso il basso. La signora sta vivendo ancora gli ultimi giorni del suo soggiorno da schiava. Le pigmee di Nubia l’hanno scopata in tutti i modi possibili.
Comincio a temere il fallimento, quando invece trovo un cerotto. Mi avvicino alla donna che lo usa per coprirsi la mammella. Mi si spezza il cuore.
-Inna.-
Lei è l’unica a stare ferma. Ma si vede che è terrorizzata. Allungo la mano fino al cerotto e dopo averlo preso per un angolo piegato, glielo strappo con un colpo secco. Lei geme per il dolore, ma è nulla se paragonato a quello che l’attende. Sulla tetta ha un bel morso viola a sinistra dell'aureola.
Lei prova a muovere la bocca, ma io la colpisco in fronte con il mio pugno sinistro. Inna cade a terra. Mentre tutte le altre tornano a respirare, io brucio dalla rabbia.

É passata una settimana dalla fine delle indagini. E l'inizio dell’inferno di Inna. La prima cosa che Kimiko le ha fatto, è stata l'iniezione di siero della verità. Il succo di una pianta tropicale è bastato a farla parlare.
V l’aveva fatta sentire come morta. Un’altra bambina dei Romanov da nutrire e crescere prima di finire sotto terra. Che si aspettava dalla vita. Prima mia madre la risparmia e le offre me. Poi io do un senso alla sua merdoso vita offrendole un posto nel mio Regno. E lei mi ripaga così?
Aveva passato gli ultimi anni a stregare la nostra addetta radio. Che patetica. Alla fine quella troia si era fatta convincere a creare dei miei falsi ordini per isolare V. Poi Inna ha solo dovuto trovare un vecchio completo di latex nella stanza per le nostre serate a tema, rubare qualche utensile dall’infermeria e recarsi da V nelle notti più silenziose.
Sotto l’effetto del siero aveva spiegato il suo lavoro. All’inizio si era divertita con V. Come se al posto suo ci fossi stata io da piccola. Poi ha voluto vendicarsi di tutte le umiliazioni e botte prese da mia madre. E in fine aveva cercato di portarmela via. L’avrebbe stuprata analmente, le avrebbe strappato i dentini con la pinza, e per finire le avrebbe iniettato il veleno trovato in camera. Se V non si fosse ribellata, Inna avrebbe completato il suo piano di vendetta.
Addormentare Vlasta, simulare un suicidio e mettere in camera sua i capelli di V, era stato comunque necessario per sviarci. Per sua sfortuna non era riuscita a liberarsi della prova più importante. Il morso.
Poco prima che Kimiko iniziasse a farle veramente del male, la puttana aveva anche svelato un altro nome. Adele si era fatta convincere ad aiutarla come palo e per altre cose. La schiava più bella del mio harem aveva pensato che V potesse diventare la mia preferita. Stupida. V non sarebbe mai diventata la mia preferita. Lei è mia figlia. Unica e mille volte più preziosa di lei. Che poi Adele non era neppure la mia preferita. Si era data quel titolo solo perché io le avevo offerto più volte di leccarmi la fica. Assurdo cosa possano immaginare le schiave nel loro piccolo mondo di fantasia. Adele è sempre stata viziata, spavalda e irrispettosa. Colpa mia che non le ho mai fatto assaggiare veramente la frusta. Non sarebbe mai potuta diventare veramente la numero uno del mio harem.
Anche lei è stata sottoposta al siero. Oltre alla sua complicità con Inna, ha svelato tutto il resto. I suoi piccoli traffici di oggetti vietati. I suoi pettegolezzi su di me e le mie amiche. E gli scherzi fatti a Julie per metterla nei guai. Nubia è diventata una furia quando ha scoperto che invece di punire una figlia maldestra, ha solo fatto il gioco di una schiava in cerca di passatempi malsani.

E adesso eccomi qui. Cammino con mia figlia in braccio verso la spa. Ho riunito tutte quante per uno spettacolo molto speciale. Uno evento raro per non dire unico.
Appena entro l’attenzione di tutte si concentra su di me. Indosso il mio migliore completo da mistress. Stivali in lattice nero con lacci rossi. Una gonna di seta rossa. Un mantello di lattice nero spesso con delle spalline dorate. E il tocco finale. Un elmo da amazzone gladiatrice che oltre a nascondere parte del mio volto, incute timore a chi mi sta davanti.
Ci sono tutte. Le mistress indossano i loro migliori vestiti. Le serve la loro solita uniforme da cameriere. E le schiave sono tutte nude. Ad eccezione degli ovuli vibranti inseriti nelle loro vagine per farle godere. Solo Elena, la zia di Veronika, indossa il suo completo da cagna in lattice e cuoio. Per lei però abbiamo riservato Oro. Il mandingo ha una maschera di cuoio che gli copre la testa. Lui e Bronzo non possono vedere V. Bronzo se l’è accaparrato Madam Gerta. Lei se lo cavalcherà a smorza candela per tutta la serata. Poveretto.
La spa esisteva già durante l’era sovietica. Creata dal comandante per i soldati e le loro famiglie. Che spreco. Io l’avevo rammodernata come tutto il resto. Il bagno turco e la sauna erano apprezzate da tutte. Lo stesso per la saletta dei trattamenti e dei massaggi. Ma è la piscina la gemma della spa. Larga venti/trenta metri e profonda dieci è la preferita da tutte. Con le acque calde delle fonti geo termiche ci si può fare bagni caldi tutto l’anno.
Adesso però è vuota. Dentro ci sono solo Olimpia, Olena e Kimiko in tenuta da dominatrici. Con loro c’è anche un'altalena del sesso. Tante posizioni oscene quante cinghie di cuoio.
Vado a sedermi sul mio trono rialzato vicino a bordo vasca. Al mio fianco su di un trono più piccolo ci sono Nubia e Julie. Nubia ha uno strapon e lo userà per scopare Julie. Con amore. Un gradino sotto di noi vi sono Tiana e Veronika. La zingara non si risparmia, e si diletta nel mostrare a tutte la sua nuova posizione sociale. Veronika invece è più sobria. Si goderà comunque lo spettacolo insieme a me. Le “sopravvissute” del mio harem invece ci serviranno. Non mi è sfuggito il racconto del loro primo pranzo con V. E tutto quello che hanno fatto a Julie.
Le luci si spengono e un proiettore rosso illumina Olimpia sul fondo vasca.
-Sorelle.- Annuncia Olimpia con un microfono. -Questa notte la nostra regina ci offre, uno spettacolo di passione, violenza e vendetta. Entrino le imputate.-
La piscina ha quattro scarichi per le acque. Idraulici sovietici. Uno di questi si apre e ne escono Inna e Adele a quattro zampe.
Adele, la puttanella altezzosa è stata rasata a zero, violentata e imprigionata nel solarium per una settimana. Abbiamo anche quello. Dopo giorni chiusa la dentro ha la pelle bruciata dal sole. Spellata e rossa come un’aragosta. Chanel si è assicurata soltanto di non farla morire.
Inna, la puttanona popputa è stata anch’essa rasata, ma lei è stata torturata per tutto il tempo. All’inizio avevo chiesto a Kimiko di spezzarle le ossa, spellarla, bollirla nell’olio bollente, bruciarla viva. Ma la coreana alla fine mi aveva convinta a lasciarle campo libero. Kimiko e Kirilla, l’avevano stuprata, ustionata con ferretti roventi, picchiata, nutrita con cibo per cani, sottoposta a clisteri esagerai, torturata con l’acqua e la corrente elettrica. Il tutto senza farla quasi mai dormire e senza smettere di riempirla di pillole d’azalina e mugerle le sue grosse tette. Fin che la vacca vive mungila. E per renderla più appetitosa è stata farcita (clistere speciale) fino a farla sembrare incinta. Sta già soffrendo gli effetti dell'indigestione. In ogni caso non sopravviverà a questa notte. Quasi dimenticavo. Kimiko le ha pure strappato gli incisivi per facilitare il lavoro agli ospiti della serata. E renderla più ridicola. Senza dimenticare le abbondanti ignizione di soluzione salina fattele da Chanel per tenerla sempre sveglia ed impedirle di svenire.
Una serva mi porta un microfono. Lo spettacolo sta per cominciare. Anche se quelle due sono quasi morte, il cuore di V non smette di battere forte. Le teme ancora.
-Tranquilla amore. Adesso ci divertiamo io e te.- Le sussurro all’orecchio.
-Come giudichi Adele mia regina?- Mi chiede Olimpia.
-Adele. Ma che hai fatto? Pensavi di essere la mia preferita?- Le chiedo parlando col microfono.
Lei trema. Forse anche per il dolore alla pelle.
-Non ne hai mai avuto la stoffa. Ma la colpa è mia che ti ho viziata. E per questo ti risparmierò la vita. Ma da oggi sarai lo zerbino di noi tutte. La schiava più brutta e inutile che si sia mai vista.-
-Ringraziala.- Le ordina Olena piantandole il tacco nel culo bruciato.
-Grazie.-
Olena riporta Adele nel suo buco facendola sempre gattonare. Tocca alla responsabile di tutto.
-E come giudichi questa vacca oscena mia regina?-
-Che posso dire? Mi hai nutrita e cresciuta per anni. Io in cambio ti ho risparmiata quando mia madre ti voleva dare in pasto ai suoi cani. Volevo farti vivere al mio fianco e nel lusso. Dovevi solo fare lo stesso con mia figlia. E tu mi ricambi così. Non mi lascia altra scelta. Farai un’ultima bella cavalcata. E poi morirai.-
Inna quasi sviene. Ma ci pensano Olena e Olimpia a caricarla sul letto a pancia in su, mentre Kimiko usa un pungolo elettrico per convincerla a fare un po da sola. Le mistress le bloccano braccia e gambe, le mettono un orign per tenerle spalanzata la bocca sdentata, e lo spettacolo comincia.
Inna viene frustata da tutte e tre per diversi minuti. Allo stesso tempo noi spettatrici cominciamo a scaldarci. Ogni mistress sta dietro ad una schiava e la fotte con lo strapon. Quelle libere godono con i vibratori che hanno bloccati dentro. Oro e Bronzo hanno iniziato a penetrare Elena e Gerta. Anche se uno di loro sta sdraiato per essere dominato e l’altro sta dietro alla nobile schiava mentre questa si gode lo spettacolo. Veronika si diletta con un vibratore a palla, mentre Farah, la mia schiava araba le massaggia il seno. Tiana invece se la fa leccare con cattiveria da Flora la castana. Jane, la schiava che insieme a Adele aveva schernito di più V a pranzo, ci sta leccando. V siede a gambe divaricate sopra il mio inguine e questo ci permette di godere entrambe della lingua di Jane.
Quando Inna è coperta da nuove lesioni e tagli, oltre alle piccole ustioni, Olena prende un secchio da sotto il tavolo e ne estrae un pennello imbrattato di feci liquide.
Non fraintendetemi. Non sono un feticista dello scat. Non ancora almeno. Ma lo spettacolo dev’essere sublime. Mentre Inna viene cosparsa di feci vedo Chanel illuminarsi. La nostra dottoressa è una vera lerciona.
Quando Inna è coperta dalla testa ai piedi di liquami, Olena ne riversa il rimasuglio sulla bocca tenuta aperta dall’oring. La scrofa lo tossisce, ma per lei è già finita. Se non morirà per l’indigestione, sarà per le infezioni che si stanno creando dove è stata frustata. E seno per le infezioni, all’ora per ciò che l’attende.
-Facciamo entrare i nostri ospiti.- Annuncia Olimpia.
Da un altro scarico escono i miei bruti. I tre mandinghi violenti che teniamo quasi sempre in gabbia. Non hanno nome. Il primo è un nigeriano omicida con un randello da trenta centimetri e un fisico abbastanza muscoloso. In patria volevano giustiziarlo per stupri e omicidi. Il secondo è un senegalese con la pancetta, un corpo schifosamente quasi schelettrico e un cazzo di quindici centimetri e largo come quello di un vero cavallo. Il terzo è un vero schifo. Gobbo e col volto deforme. Affetto fin dalla nascita da qualche sindrome. Nubia l’aveva trovato in una prigione in Sudan. Il mostro aveva una proboscide al posto del cazzo. Secondo Olena praticava sesso orale da solo.
I tre entrano urlando e scimmiottando dei primati. Hanno tutti un sacco di problemi, ma riescono a capire i nostri ordini. Prima dello spettacolo Olena gli aveva informati di tutto. Essendoci V con me erano stati anche loro mascherati con delle maschere di cuoio resistenti che però lasciavano libere le bocche. Dovevano usarle. E per impedire vari scherzi, nei loro culi erano stati inseriti dei grossi strapon di ferro. Dopo capirete perché.
Senza toccarli e tenendosi sempre pronte con i taser, le tre mistress guidarono i tre mandinghi fino a Inna. Non perdono un secondo. Iniziano a leccarla su tutto il corpo. Il sapore delle feci, unito a quello del sangue e alla morbida pelle della donna, li fa venire l’acquolina in bocca. Sono peggio degli animali. Inna, bloccata dalle cinghie non può far altro che farsi leccare. Mani, piedi, genitali, bocca. Ha paura adesso. Se prima era rassegnata, ora ha paura di quello che la aspetta.
I tre però non si limitano alle leccate. La succhiano. La mordono. Si concentrano soprattutto sulle tette con ancora qualche goccia di latte.
-Vedi tesoro? Vedi come sono fatti gli uomini?- Chiedo a V massaggiandole il clito, mentre Jane mi lecca la fica.
-Si mamma. Fanno paura.-
-Brava amore.-
-Mamma. Sto per venire.-
-Fallo tesoro mio. Sarà uno spettacolo molto lungo.-
Il primo a staccarsi da lei e a mettersi tra le sue gambe è il nigeriano. La scrofa è già bagnata e lui non perde tempo a trafiggerla con la sua mazza. È cominciata. La monta selvaggia di Inna ha inizio.
Il nigeriano la stupra senza preoccuparsi delle sue condizioni. E lo stesso fa il senegalese. Sale su uno sgabello sotto alla testa di Inna, e le colpisce la faccia per farselo venire duro. Prova anche a farsi leccare la prostata, ma il plug di metallo lo blocca. L’unica cosa che può fare Inna è cercare di non soffocare e di non farsi rompere i denti che le rimangono.
Il nigeriano viene in pochi minuti. Olena gli aveva preparati da giorni vietando loro di masturbarsi o di sodomizzarsi a vicenda. Si sono anche omosessuali. Quindi hanno tutti le palle belle piene.
Il nigeriano e il gobbo si scambiano di posto. Il nigeriano torna a spremere il latte rimasto, mentre il gobbo per poco non uccide Inna. La sua cappella le finisce subito nell’utero e quasi glielo buca.
-AAAAARHHH!!!!! UUUUUHH- Urla Inna.
-Piano!- Ordina Kimiko frustando il culo del gobbo.
Mentre il mandingo si massaggia i glutei segnati, sopra di lui ci sono schiave e mistress che godono. I bordi della piscina sono macchiati da gocce di umori. I vibratori non smettono di far godere le schiave, mentre loro non possono far altro che godersi lo spettacolo. Che poi non dicano che sono malvagia. Robin, la nostra più giovane assassina, è l’unica che invece di godere cammina a bordo vasca filmando la scena con la sua videocamera. Gli amanti del genere ci faranno guadagnare milioni pur di avere il video di Inna. Il darkweb è uno dei nostri principali campi di contrattazione.
Le mistress godono più di tutte nel vedere lo spettacolo offerto dalla sottoscritta. Per il prossimo mese non avranno lamentele. Oltre a pagarle devo anche preoccuparmi di farle divertire.
Elena è quella che forse più di tutte si sta divertendo. Uno spettacolo di quel genere non capita spesso. Sua nipote invece è più concentrata su Farah. Come lesbica novizia, sembra più concentrata sulla schiava che sullo spettacolo.
Tiana è invece è di tutt’altro avviso. Si è seduta sulla faccia di Flora, e da come guarda Inna e i mandinghi, sembra esserne rapita. Lei si che sa apprezzare.
V è in estasi. Ha goduto da poco. Jane non smette di leccarle la patatina. Dopo tutto quello che ha passato, questo è il minimo. Anche Nubia e Julie si divertono. Le pigmee leccano le loro micie scure in modo servile. Da oggi non potranno più fare quello che vogliono con Julie.
Intanto il gobbo è tornato all’attacco di Inna. Anche lui non dura molto. Ma la situazione è talmente unica che non vuole perdere l’occasione.
Inna ha spesso usato il suo titolo di mia vecchia tata per fare molte cose. Negli ultimi anni aveva passato molte notti a divertirsi con gli schivi nelle stalle. Cagne, vacche, stalloni. Con i tre bruti si era divertita a sodomizzarli, a frustarli e a scoparli mentre questi erano incatenati ai loro letti. Quindi anche per loro era un vendetta.
Il senegalese aveva preso da un po a fotterle la bocca. Anche dal mio trono potevo vedere bene la sua gola gonfiarsi mentre lo schiavo le infilava il cazzo attraverso la bocca martoriata. Quando questo gode, praticamente sborra nello stomaco di Inna.
Appena lui scende per cambiare buco, Olena si avvicina per constatare i danni. Inna respira ancora. Si allontana appena il nigeriano si stacca dalle poppe prosciugate per avere anche la sua parte di bocca. Prima di salire e scoparle la gola, la bacia leccando saliva, sperma e aroma di feci. Sono inguardabili questi maiali.
Intanto il gobbo ha cambiato buco e prova a incularla, ma trova una brutta sorpresa. Per mantenere la sua pancia gonfia, dopo il clistere speciale, a Inna è stata messa una grossa palla gonfiabile di gomma che le blocca il culo. È come vedere un cannone che viene caricato. Il gobbo prova a infilarlo, ma il suo cazzo è troppo lungo e non fa molta strada. Stufo di spingere la palla di cannone nella canna intestinale, torna alla fica con il cazzo di nuovo bello duro.
Olimpia e Kimiko si stanno accarezzando a vicenda. Sono arrapate. Vedo Kimiko leccare la testa rasata di Olimpia mentre questa le strizza i capezzoli.
Olena invece deve intervenire quando vede il senegalese litigare con il gobbo per il buco di Inna. Da una frustata al gobbo che senza aver finito la seconda, si ritira verso le tette della scrofa. Quando la mazza larga del senegalese penetra la vagina slabbrata di Inna, ho la conferma di quello che sospettavo. Sta godendo. Anche dopo essere stata torturata e stuprata sta godendo come una vacca. Anni di sesso l’hanno preparata a ricevere anche il cazzo di uno stallone. Che in effetti era quello che succedeva quando ogni tre mesi, per divertimi la mettevo imbrigliata sotto Caligola e questo la scopava come una sua simile. Uno spettacolo pericoloso ma eccitante.
La monta va avanti per un’ora. Poi i nostri portatori di cazzo iniziano a perdere ritmo. Quasi non li sentiamo più grugnire di piacere. Ci pensa Olimpia a dagli una scossa. Letteralmente.
Premendo il bottone del suo telecomando, innesca la scarica elettrica a potenza massima dei plug nei culi dei negroni. Gli scimmioni si irrigidiscono e gemono di dolore. Terminata la punizione, il nigeriano si massaggia il cazzo, mentre il senegalese si struscia sul fono della vasca come a cercare di aprire un buco nel pavimento col pisello tornato duro. Il più volgare è il gobbo, che con la sua asta di nuovo eretta al massimo si agita come una scimmia in segno di protesta.
-UUH! OOH! UUH! OOH! UUH! OOH!-
Ci pensa Kimiko a sedarlo, con una sferzata di frustino dritta sulla cappella che per poco non gliela porta via. Lui cade a terra cercando di coprire con le mani la sua punta, mentre noi altre, schivare comprese, ridiamo di lui. Vedo che anche V è rimasta divertita da quella scena pietosa. Birichina.
Eccitata ed euforica, Olimpia ci mette un po del suo, e sferra un bel calcio alla gobba del negro a terra. Il colpo gli fa vedere le stelle sotto il cappuccio. E gli fa capire che non deve più neppure riprovarci.
Non servono altri “incitamenti”. Dolenti e stimolati a dovere, i tre portatori di cazzo tornano a fottere la star della serata.
Venti minuti dopo ancora, Inna ha la bocca e la figa piena di sborra calda e noi altre abbiamo goduto più volte. É il momento di passare al finale.
Kimiko allontana i tre schiavi mentre le altre liberano Inna dall’altalena del sesso e la lasciano per terra. È quasi morta, ma può ancora divertirci.
La coreana lascia i mandinghi e questi avanzano verso Inna tastando il fondo della vasca. Sono sempre accecati dalle maschere di cuoio. Quando la trovano iniziano a usarla come una bambola di gomma. Il nigeriano continua a usare la sua bocca, mentre il senegalese le scivola sotto per incularla e il gobbo le penetra la figa da sopra. Questi due le accarezzano la pancia gonfia. Forse pensano che la puttana sia gravida, e questo li eccita più degli stimolatori messi vicini alle loro prostate. Ma le loro rudi carezze non fanno altro che provocarle altri dolori.
Il senegalese penetra il culo di Inna con successo. La palla si dev'essere spostata in su e il suo cazzo non è troppo largo. Credetemi. Quel culo ne ha presi di più grossi. Vedo che esce anche del sangue. Ma poco importa. Non le servirà ancora per molto.
Il nigeriano invece sembra concentrato sulla bocca. Senza gli incisivi quel buco dev’essere bello comodo. Le mistress devono solo controllare che lo scimmione non la soffochi.
Il gobbo è forse quello che se la gode di più. Mentre sfonda la cervice di Inna, può accarezzarle il pancione rigonfio.
Inna è quasi morta. Gode, ma le forze la stanno per lasciare. É rossa paonazza e suda come in una sauna. Densi fiotti di sangue cominciano a colarle da tutti e tre i buchi. Insieme allo sperma ovviamente. Non le resta molto. Prendo il microfono.
-Ora Olena.-
Olena prende il telecomando in mano e i plug dei negri iniziano a emettere scosse elettriche ritmiche e stimolanti. A differenza di prima, gli scimmioni prendono la cosa come una stimolazione quasi piacevole e un’ordine. E cominciano a trombare Inna con maggiore forza e cattiveria. Urlano. Ragliano. Soffrono. Godono.
-Uh!Oh! Uh!-
-AAAHHHH! AAAAR!-
Sembrano dei gorilla arrapati e furibondi. La manza bianca tra di loro gorgoglia e rantola strizzando gli occhi e sperando che la cosa finisca in fretta. Ma ormai i maschi hanno le palle vuote. Anche con la stimolazione elettrica della prostata non raggiungeranno l’orgasmo in fretta.
Stringo la testa di Jane tra le gambe. Sto per godere. Masturbo V con due delle mie dita belle tese. Sta per venire anche lei. Per la quarta volta. Le lecco il collo e lei ansima. Si sta trattenendo.
-Mamma. Sto….sto per ….-
-Urla amore. Fa sentire a tutte noi il tuo ruggito.-
-Ah. Ahh. AAAAH! AAAAHHHHHIIII!!!!!!!!!-
Il suo è più il miagolio di una cucciola di leonessa. Godo anch’io e l’aiuto ad affermare il suo piacere.
-AAHH! AAAAAAAAA! AAAAAAAAAAAAAHHHHHHH!!!!!-
Il mio gemito sovrasta quelli di tutte le altre. E per assurdo da un incentivo ai negri, che spronati dai gemiti della loro padrona suprema accelerano e spingono con più forza.
Vengono quasi all’unisono, riempiendo la vacca con le ultime secchiate di sperma. Inna riceve la sua ultima buona dose di sperma dolce. Non gode fino in fondo. Non per la quinta o sesta volta di fila, se ho contato bene le volte in cui l’ho vista simulare un sorriso. Ma tanto non è quello lo scopo della serata.
I plug smettono di torturare i tre portatori di cazzo, che sudati e sfiniti si accasciano a terra. Ansimano a lungo. Il senegalese si toglie di dosso Inna con poco garbo e facendola stramazzare a terra. Ora perde molto sangue da tutti e tre i buchi. Ano e vagina sono quelli messi peggio. Anche dal mio trono riesco a vedere il prolasso anale di Inna. Ha una buona sezione di intestino rosso che le cade tra i glutei. Una codina di pochi centimetri. Ma la cosa più disgustosa è il prolasso uterino. Il gobbo l’ha sfondata con tale forza da farle uscire l’utero dalla vagina. Succede. Alle donne sottoposte a parti lunghi e duri. O a pressioni particolari in quel posto. Inna è una milf usata e sfruttata. Non mi stupisce che alla fine le sia accaduto.
Mentre le altre continuano a gustare la scena, io avvolgo V nel mio mantello e la porto da due serve.
-Riportatela nella mia stanza. Lavatela e portatele la sua cena. E non fatele toccare terra.-
-Si padrona.-
Le due escono dalla spa tenendo V in braccio. Non vedo l’ora di sistemarmi con lei per la notte.
Torno al mio trono. Nubia mi sorride. Sa che il gran finale sta per arrivare.
-Julie. Amore. Potresti condurre Veronika nelle sue stanze. È meglio se andiate a riposare.-
Ubbidiente come sempre, Julie prende per mano Veronika ormai stanca. e l’aiuta a rialzarsi. Ci salutiamo senza doverle spiegare il perché di quella sua esclusione.
Batto le mani e tutte si fermano. Gli strapon, i vibratori e le lingue smettono di muoversi. Qualche mistress abbandona la spa. Non a tutte piace il gran finale che ho in programma. Lo stesso fanno tutte le serve. Non prima di riempire le vagine delle schiave rimaste sole con altri vibratori per non farle sentire escluse. Le schiave invece sono tutte obbligate a rimanere. Devono capire cosa succede a chi osa troppo.
L’altalena del sesso viene alzata. Olimpia e Olena escono arrampicandosi sulla scaletta. Kimiko invece resta per concludere in bellezza. Mette al collo di Inna, prossima a morire di stenti, un grosso collare di ferro. E per risvegliarla le spruzza del peperoncino piccante in faccia. La puttana riviene in un attimo. Urla e si contorce infischiandosi delle sue condizioni e del dolore. Gli occhi le si infiammano. Da naso e bocca cola muco e saliva. Si è talmente imbizzarrita che dai sui genitali escono piccoli getti di sangue e altro sperma. Incresciosa e imbarazzante fino alla fine.
I tre mandinghi rivengono anche loro e riconoscendo l’odore nell’aria cercano di allontanarsi dalla donna in agonia. Gli sprai al pepe restano la migliore difesa contro quegli animali. Alla fine Kimiko li fa rientrare nel buco dello scarico come un gregge di pecore.
È il momento di indossare uno dei miei strapon preferiti. Il cazzo di drago con le punte in gomma. Nulla di estremo. Solo appariscente. Prendo Tiana per il braccio e dopo averla messa a pecorina sul bordo vasca, inizio a scoparmela.
Kimiko esce e un altro scarico si apre. Questo segue un tunnel che va dritto nel bosco vicino. Un’altra stramberia degli idraulici comunisti.
Mentre Inna continua ad urlare sul fondo della vasca, l’aria si fa tesa e le ultime luci si spengono. Molte delle schiave tremano. Quelle non nuove a questa cosa. Le mistress si trattengono per il finale. Manca poco. E proprio quando inizio a pensare che le esche nel bosco messe di mattina siano state inutili, entra il primo lupo.
L’animale non è spaventato da noi o dalla tenue luce artificiale. Non è la prima volta che accade. L’abbiamo brevettata col tempo la cosa dei lupi. Ancora prima che Inna se ne accorga, il predatore le morde una gamba. Lei urla per il nuovo dolore. Arrivano anche altri due. Uno si guarda intorno, mentre l’altro la azzanna al collo. Il collare di ferro però gli impedisce di squarciarle la gola, e il residuo di spray sul volto di Inna gli irrita il naso. Passa allora al braccio. I loro morsi sono micidiali. Tagliano la carne della vacca come burro. Arrivano anche gli ultimi due e lo spettacolo finale entra nel “vivo”. Mentre io e le altre mistress penetriamo le nostre schiave, quelle sole guardano sconvolte il banchetto. Qualcuna vomita. Una delle gemelline tailandesi versa la sua anima in vasca mentre i lupi addentano il pancione di Inna. La aprono come una bambola di gomma. Le sue interiora si riversano per mezza vasca. È allora che il cibo per cani con cui Kimiko l’aveva riempita si espande riempiendo l’aria con il suo odore forte. L’altra tailandese sviene e altre schiave cerano di coprirsi gli occhi. Ci pensano le mistress vicinie ad obbligarle a guardare con colpi di frusta e sberle. Robin intanto non smette di filmare. Quella piccola pazza cammina sul bordo incurante del pericolo sotto di lei. Quanto mi arrapa il suo coraggio.
-Ti piace lo spettacolo?- Chiedo a Tiana chinandomi su di lei.
La zingara non mi risponde. Ma la vedo sorridere. Anche Elena all’altro lato della vasca sorride con gli occhi sgranati mentre una donna viene sbranata viva davanti ai suoi occhi. Oro, dietro di lei, continua a fotterla, ma si vede che i versi dei nostri amici a quattro zampe lo hanno spaventato.
Intanto Inna non è ancora morta. E neppure svenuta. La soluzione di salina di Chanel non glielo permette. Ma le sue sofferenze stanno per finire. Ha una gamba lacerata. E mentre due lupi continuano a scavarle negli intestini, uno le azzanna una tetta e dopo avergliela strappata se la porta nello scarico. Quella grossa mammella nutrirà la sua cucciolata per almeno due giorni.
Inna muore appena dopo quest’ultima amputazione. Cioè proprio quando io vengo per la terza ed ultima volta in quella sera.
Lo ammetto. Non è speciale come speravo. È solo la manifestazione della mia autorità che mi diverte. La vista del sangue e le urla di Inna mi hanno quasi distratta.
L’importante è che tutte mi abbiano visto godere nel sacrificare la mia tata. Dopo questa sera nessuna schiava, serva o mistress si azzarderà a sottovalutare la mia ira.
La cena dura ancora per poco. I nostri amici trascinano ciò che resta di Inna nello scarico. La porteranno nella foresta e li la sminuzzeranno con le loro zanne. Nella vasca resta solo una pozza di sangue e resti di intestino. La puzza comincia a nauseare anche me.
Lentamente le mistress rimaste e le schiave si allontanano dal bordo. Molte delle schiave sono visibilmente traumatizzate. Skylar avrà un bel po di lavoro da fare. Quando non è impegnata a pulirmi l’agenda o a svelare i nostri piccoli misteri, offre supporto terapeutico alle schiave. Un angelo.
Mi ricompongo come meglio posso e do la buona notte a tutte man mano che si avvicinano alla porta.
-Buona notte. È stato bello. Dovremmo rifarlo. Notte. Domattina tutte pronte.-
Fingo di essere una buona padrona di casa che saluta le sue invitate a fine festa. Le schiave non mi rivolgono la parola. Non mi guardano neppure. Hanno troppa paura. Le gemelle tailandesi si fanno aiutare dalle colombiane. Poverine. Da adesso avranno paura anche solo a toccarmi.
Resto sola con Nubia, Skylar e Olimpia. Due serve dallo stomaco forte tornano con le spazzole per la vasca. Entro l’alba la vasca sarà di nuovo pulita e piena di acqua calda.
È stata una bella serata. Ci siamo divertite. I mandinghi hanno goduto. I lupi hanno mangiato. Mia figlia è stata vendicata. Vincono tutti.
-Che ne facciamo di Adele? Veramente?- mi chiede Olimpia.
-Quello che ho detto. La useremo come schiava straccio. Ora che la sua pelle è bruciata non la vorranno neppure i cani. Ne riparleremo domani mattina però. Sono stanca.-
Percorriamo insieme i corridoi fino alle nostre stanze. Salutate le mie amiche, entro nella mia camera. V è sul letto. Le due serve stanno finendo di asciugarla con degli asciugamani di spugna. Si diverte a farsi coccolare.
-Lasciateci.-
Le serve escono. E io resto sola con V. La prendo per mano e l’accompagno al tavolo. Sollevo il coperchio e le mostro una tagliata al sangue con pepe e sale. V sgrana gli occhi e resta a bocca aperta. Adorabile.
-Su. Mangia.-
Resto con V e la guardo mangiare. É una piccola predatrice. Peccato che non abbia il carattere di una dominatrice. Ma a questo possiamo trovare rimedio.
Appena ha finito di leccare il sughetto dal piatto, la porto in bagno a lavare i dentini. Ha il suo spazzolino ora. E io ne approfitto anche per farmi la doccia.
Quando torno in camera, la trovo vicina alla scrivania che guarda le foto delle mie prede. Pure curiosa la mia cucciola.
-Che stai facendo?- Le chiedo avvicinandomi.
-Scusa. Guardavo.- Mi risponde spaventata.
-Tranquilla. Non sono arrabbiata. Sai chi sono queste tre?-
-No.-
-Queste sono delle donne molto cattive. Mi hanno fatto molto male sai.-
-Davvero?- Mi chiede lei sorpresa.
La vedo turbata nello scoprire che la sottoscritta possa essere ferita. La prendo nuovamente in braccio, e portandola a letto la tranquillizzo.
-Non devi avere paura di loro. Con me non avrai più paura di nulla.-
-Ma cosa ti anno fatto?- Mi chiede mia figlia prima di spegnere le luci.
-Sono state loro ad attaccarmi. Hanno cercato di farmi del male. E ci sono anche riuscite. Mi hanno fatto molto male. Ma io sono comunque riuscita a farle fuggire.-
V si accoccola in pozione fetale tenendo la testa vicina al mio seno e i piedini al caldo tra le mie cosce. La mia storia, anche se un pizzico ritrattata, la spaventata un pizzico. Percepisco il suo timore anche da sopra le coperte.
-Ma non temere amore mio.- Le sussurro infilando anch’io la testa sotto le coperte. -Quando le rincontrerò, metterò in atto la mia vendetta. E mi assicurerò che non facciano più male a me, o a te. Hai capito?-
-Si mamma.-
-Brava. E adesso dormi. Dormi e fai bei sogni.-
V si assopisce dopo pochi minuti. Inconsapevole della fine che ha appena fatto Inna, e del ghigno beffardo che durante il mio racconto ho celato nel buio.
Non passa molto prima che la stanchezza mi obblighi a chiudere gli occhi.
Ci addormentiamo insieme nel nostro bel lettone. Cullate dall’acqua calda nel materasso riscaldante, e celate dalle coperte di seta.
Ora finalmente siamo unite. Madre e figlia. Felici e al sicuro.

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