Latte, squirt e schiave.

Scritto da , il 2020-01-27, genere orge

-Se volete usarmi, fate pure. Sono vostra.-
-No Veronika. Tu non sei qui per lo stesso motivo di tua zia. Sei qui per imparare ed essere pronta per quando dovrai servirmi veramente. Inna renditi utile, e servici.-
Non essendoci più le pigmee a servire, la tata si rialzò dal letto e riannodatasi il nodo al collo per coprire i seni, iniziò a servire il secondo.
Riamaste da sole, Julie e V ricevettero da Iskra un piccolo passatempo. Una pallina di gomma trovata sotto la tavola con cui Nubia faceva giocare spesso la sua schiava. Quel piccolo gioco era un tesoro per la giovane schiava mora. Nel Regno piaceri e divertimenti erano riservati solo per chi aveva potere. Un’altra cosa che V avrebbe scoperto in seguito.
Mentre le due schiave si divertirono a passarsi la pallina sul letto, le mistress continuarono la cena parlando tra loro.
Veronika era molto più colta ed interessante di sua zia. E molto più umile e rispettosa. Le mistress rimasero quasi commosse dalla storia del suo matrimonio. Non tutti gli uomini concedevano alle loro mogli di ritirarsi con uno strano gruppo di persone per permettergli di diventare madri. Da giovane era stata una promessa del nuoto, ma preferì l’amore alla carriera. Un aspetto che solo Skylar trovò ammirevole.
Quando Inna portò in tavola il dolce Iskra e Nubia chiamarono le rispettive bambine per dar loro un assaggio. Restando in ginocchio a fianco di sua madre, V ricevette un assaggio di creme caramel alle fragole.
-Ora però vorrei vedere te Veronika.- Ammise Iskra. -Se preferisci, possiamo farlo da sole.-
-No. Posso farlo anche qui.-
Iskra era già stata molto eloquente con Veronika alla loro prima chiacchierata al telefono. Una volta arrivata, avrebbe dovuto seguire anche lei gli usi e i costumi della Sorellanza. Almeno i meno estremi.
Veronika si alzò dalla sedia e spostatasi vicino a Iskra cominciò a spogliarsi. Fu un po goffa nel togliersi il completo di Zara, ma la sua biancheria intima compensò la sua inesperienza. Veronika era un’ariana. Non come Olimpia, che per la precisione sarebbe dovuta essere mora, ma come una vera valchiria. La sua bionda chioma a boccoli unita al fisico tenuto in forma dal nuoto e la palestra, ne facevano una donna da sogno.
Il suo intimo non era da meno. Mutandine, reggiseno e calze autoreggenti bianche come il latte. Uno spettacolo quasi troppo bello per essere messo a nudo.
Quando Veronika non ebbe più nulla addosso, tutte videro le sue forme. La sua seconda di seno, il suo culo a mandolino, la sua bionda micia non rasata. Quasi un corpo da modella.
-Magnifica Veronika. Ora vediamo se sei pronta ad abbandonare ogni freno.-
Iskra si alzò da tavola e andando alla cassa dei giochi di Nubia, prese un dildo bianco come la biancheria di Veronika. Uno con la ventosa alla base. Dopo averlo inumidito con la saliva, lo piazzò sul pavimento di piastrelle e lo offrì alla sua ospite.
-Avanti, mostrami cosa sai fare.-
Veronika sembrava sicura di sé. Ma quando si abbassò sui talloni, le sue gambe tremarono come quelle di una vecchia. Adagiatasi con la vulva sulla punta di lattice, chiuse gli occhi e si impalò. I primi movimenti furono brevi e lenti. Le ci volle un po di tempo e di immaginazione, ma dopo un po Veronika prese ad andare su e giù come se intorno a lei non ci fosse nessuno.
Eccitate da quello spettacolino, Iskra e le altre mistress non poterono far altro che spogliarsi e darsi alla festa. Tutte loro indossarono degli strapon. Tutti con dei falli interni.
V provò un pizzico di timore vedendo svettare quelle quattro aste di lattice. Temeva che da li a poco se ne sarebbe trovata più di una dentro di se. E proprio questo accadde a Inna.
La tata venne presa con forza da Olimpia, e dopo essersi fatta quasi strappare il vestito di dosso, Olimpia la costrinse a chinarsi sopra di se. Stando sdraiata sul pavimento la rasata avrebbe fatto buon uso dei suoi due meloni maturi, e al tempo stesso avrebbe effettuato dei magnifici fendenti nella passere della vacca.
Skylar invece le andò dietro. Lubrificatasi l’asta con del gel anale, poggiò dolcemente la cappella finta sul bucone posteriore di Inna, e facendo comunque attenzione, sprofondò nel retto della tata.
L’indiana non amava trattarla male come le altre. Quella donna aveva fatto da balia anche a lei quando i genitori di Iskra l’avevano salvata dallo sceicco che l’aveva comprata.
In tanto V e Julie erano rimaste incantate nel vedere Veronika auto impalarsi davanti a loro, mentre Olimpia e Skylar facevano un bel tramezzino con Inna, che già stava muggendo come faceva di solito.
Nubia si avvicinò a Julie ancora sul letto, svettando la sua asta di lattice nero. Non le servì dire nulla. Julie iniziò subito a leccarle l’uccello finto come se fosse quello di un uomo.
Per un attimo V rimase rapita dai movimenti della schiava, poi Iskra le poggiò la punta dell’indice sotto al mento per riportare il suo sguardo alla sua protesi di gomma. Quello di Iskra era delle stesse dimensioni di quello con cui aveva sverginato V. Ma rosso fuoco e più duro.
-Dai lecca. Dopo te lo metterò dentro. E dev’essere bello lucido.-
V avvicinò lentamente la bocca al fallo rosso, e tirando fuori la lingua iniziò anche lei a leccare. Per essere la sua prima volta con un cazzo di gomma in bocca non se la cavò male. Non era esperta come le amanti migliori di Iskra, ma le sue dolci leccatine bastarono a stimolarla tramite il fallo interno.
Nel frattempo Olimpia aveva già iniziato a sudare spingendo il suo bacino in alto. Per quanto allenati fossero i suoi addominali, il suo metabolismo la portava spesso a sprigionare copiose secrezioni di sudore. Ottime durante un’orgia selvaggia, fastidiose durante le sue posizioni acrobatiche. Un’altra cosa che alla skinhead non piacque fu la scarsa quantità di latte lasciata dalle due schiavette nelle tette della vacca. Si era messa apposta sotto a Inna per poter gustare anche lei quel dolce nettare, rinunciando alla possibilità di incularla e godere di più come invece Skylar stava già facendo. Irritata Olimpia tirò il labbro inferiore di Inna costringendola ad abbassare la testa.
-Muoviti anche sul mio cazzo vacca. O giuro che ti strappo le tette e le d’ho in pasto ai maiali.-
Preoccupata più per il suo labbro che per le minacce della rasata, Inna cominciò a muoversi con più vigore sull’asta di Olimpia. Il suo ano ne risentì, dato che Skylar non riuscì più a muoversi correttamente dietro di lei, ma per lo meno Olimpia sembro soddisfatta dal servizio. Finalmente poté starsene sdraiata per terra e sentire il fallo interno del suo strapon stimolarle il punto G senza dover fare alcuno sforzo.
Veronika invece stava per toccare il cielo. Vedere altre donne godere intorno a se l’aveva infoiata più di quando suo marito le aveva comprato un elettro stimolatore vaginale. Ma proprio quando i suoi gemiti cominciarono a farsi sentire più forti e frequenti di prima, Iskra la interruppe.
-Ferma Veronika. Vieni qui con noi.-
Pur riluttante al dover rinunciare all’imminente orgasmo, Veronika si alzò dal fallo bianco ancora attaccato al pavimento, e perdendo qualche goccia dalla passera fradicia, raggiunse Nubia e Iskra davanti al letto matrimoniale su cui le due schiavette stavano leccando e cucciando i loro due cazzi finti.
-Ci stiamo divertendo?- Le chiese Iskra accarezzandole la passera sempre più zuppa, mentre Nubia le prese in mano la tetta destra per contemplarla.
-Si! È bello.-
Veronika avrebbe speso ore a descrivere le emozioni che stava provando in quel momento, ma da quanto eccitata era, non riuscì a dire altro. E poi Iskra le fece sprofondare la lingua in bocca. Per essere il suo primo bacio con una donna, la bionda non ebbe da ridire.
Poi Iskra smise di accarezzare la testa di V con l’altra mano, e prendendola per le spalle, spinse Veronika sul letto. La donna cadde tra le due ninfette. Voltandosi vide le due mistress bisbigliare e scambiarsi le loro solite occhiate. A breve avrebbe provato gli orgasmi migliori della sua vita.
-Bambine. Giratevi. A quattro zampe.- Ordinò loro Nubia.
Poi le mistress andarono ai lati del letto, e dalla parete fecero scendere due corde con due anelli. Degli interessanti gadget che Nubia usava per allenare le braccia e altro.
-Tenetevi a questi per aiutarvi a stare su.- Disse Nubia offrendo l’anello dal suo lato a Veronika.
La bionda appoggiò la schiena ai cuscini del letto e prese in mano gli anelli. Per un attimo le parve di essere tornata in palestra. Il perché di quegli anelli, rimaneva comunque un mistero per lei.
Le due mistress tornarono al loro posto davanti al letto, e dopo essersi inginocchiate sul materasso penetrarono V e Julie.
-AH! Ti ringrazio padrona!- Esultò Julie sentendosi finalmente penetrare.
-Zitta!- Le ordinò Nubia dandole una piccola sculacciata sulla natica. -Non essere servile adesso. Piuttosto latra come una brava cagnolina.-
Julie allora iniziò a gemere come Nubia le aveva insegnato fin dai primi giorni della loro relazione padrona schiava. I suoi gemiti furono brevi e bassi. Come quelli di una signorina educata che non disturbava le mistress con belati animaleschi, e allo stesso tempo dimostrava l’apprezzamento per le attenzioni della sua padrona.
Non si poteva dire lo stesso stesso di Inna, che dopo anni di orge, gang bang e umiliazioni pubbliche aveva preso la cattiva abitudine di muggire come la vacca che era. Una caratteristica alla quale lei non faceva più tanto caso, visto che tanto oramai il suo destino di puttana reale era già stato segnato da anni.
V invece si trattenne dall’esprimere la sua passione. Passandole la mano sulla schiena Iskra percepì subito che la sua schiava era di nuovo tesa come una corda di violino. Adagiandosi su di essa le strofinò il seno nel tentativo di darle un pizzico di sollievo.
-Non essere timida amore.- Le sussurrò all’orecchio continuando a muoversi con lo strapon. -Gemi. Fa sentire a tutte come canti quando la mamma ti riempe con il suo amore.-
V allora si sforzò di aprire la bocca, e quello che all’inizio fu un flebile miagolio, dopo qualche altra spinta da dietro, divenne il ruggito di una giovane leonessa. Non molto esperta, ma comunque sulla buona strada per diventare un’amante di qualità e...intonata.
Le due ninfette gemettero allegramente per qualche minuto, con in sottofondo Olimpia e Skylar intente a raggiunge l’apice del piacere. Quando le due mistress urlarono tutto il loro ardore conficcando gli strapon ancora più in profondità, anche Inna gemette mostrando l'apprezzamento per quella doppia farcitura.
Nubia e Iskra decisero allora di passare al gran finale. V e Julie non avrebbero resistito ancora a lungo. Affinché il loro elaborato piano andasse a buon fine, le bambine dovevano essere eccitate. Non rilassate.
Le mistress spinsero in avanti le schiave, rischiando di far venire V. Subito presero Veronika per le caviglie, alzando così la bionda ancora aggrappata ai due anelli e spingendo Julie e V ad avvicinarsi. Le loro due testoline si ritrovarono attaccate davanti alla vulva bagnata di Veronika.
-Ora leccatela, o invece di farvi godere, vi faremo correre nude sulla neve.- Minacciò Nubia.
Sia V che Julie non se lo fecero ripetere. E senza pensarci presero a leccare la fica di Veronika con passione. Ebbero solo un attimo di esitazione quando aprendo gli occhi si accorsero di aver incrociato le labbra e le lingue. Ma spinte dalle minacce dell’africana tornarono subito a lappare il pelo lucente che racchiudeva il prezioso buco di Veronika.
Mentre la bionda iniziava a provare un nuovo tipo di piacere, le ragazze tornarono a sentire le padrone pompare a ritmo costante.
Per V fu una nuova incredibile esperienza. Se da un lato la sua padrona la stava scopando davanti a più persone, dall’altro stava assaporando il dolce nettare di un’altra donna e tastando il suo soffice boschetto. Un po più rado rispetto a quello di sua madre.
Ma il meglio fu Julie. Stando così attaccate, con le cosce di Veronika a stringerli le teste, le due non poterono fare a meno di scambiarsi qualche bacio e leccatina. V avrebbe voluto che quel momento durasse in eterno. E lo stesso valeva per Juliet. Anche se lei aveva passato la giornata ammanettata ad un generatore, e i suoi muscoli le dolevano ancora.
Nessuna delle due immaginò quali piaceri il futuro avrebbe riservato loro.
Iskra e Nubia furono felici di vedere cosa fosse nato tra le loro due bambine. In futuro avrebbero potuto usarle per dei giochi molto più interessanti.
-Iskra! Sto per venire! Fatemi venire! VI PREGO!-
-Va bene. Vieni Veronika. Godi come una regina!- Disse Iskra iniziando a trombare V con più ardore. -E voi due leccate! LECCATE!-
V e Julie si concentrarono sulla ficca sempre più fradicia della bionda, e quando le pompate di Iskra e Nubia arrivarono al massimo, le due non poterono far altro che lasciarsi trasportare. Rapite dai movimenti delle mistress e intontite da quel ritmo insostenibile, V, Julie e Veronika vennero quasi all'unisono. Le ragazzine reggendosi a malapena e soffocando nelle carni umide di Veronika, e quest’ultima gemendo e tremando con tutto il corpo scosso dalle convulsioni dell’orgasmo.
Stanche e appagate, si adagiarono sul letto respirando affannosamente. Le due mistress però non aveva ancora goduto. E con altre due dolci sculacciate sulle chiappette delle schiave, le risvegliarono dal loro momento di beatitudine.
-Non è ancora il momento di riposare. Noi due non abbiamo ancora goduto.- Ricordò loro Nubia.
Julie tornò subito i ginocchio chinando il capo.
-Volete continuare a penetrarci?-
-No non direi.- Disse Iskra guardando Nubia con un ghigno beffardo. -Gara di seghe?-
-Era ora che me lo chiedessi.-
Le due mistress si scambiarono di posto. Ma invece di mettersi in ginocchio, presero posizione come dei lottatori di sumo. Gambe piegate, mani sulle ginocchia allargate quasi a centottanta gradi, schiena convessa e bacino in avanti.
-Sbrigati V. Tra poco diamo il via.- La chiamò Iskra.
La piccola rossa si ricompose come Julie, attendendo altre indicazioni dalla sua padrona.
-Pronte...via!-
Julie partì per prima, e iniziò a muovere le mani lungo l’asta rossa di Iskra come se quella fosse il membro di un vero uomo. V invece non seppe cosa fare di preciso. A parte i ditalini nel suo letto, non è che avesse fatto molta pratica.
-Avanti amore!- La incitò Iskra divertita dalla sua inesperienza. -Falle una sega! Altrimenti mamma perde.-
Non volendo deludere o disubbidire a sua madre, V prese ispirazione da Julie e iniziò anche lei a muovere la mano su e giù per l’asta nera di Nubia.
La gara di seghe era uno dei tanti giochi di moda nella Sorellanza di Iskra. La resistenza al piacere era considerata una grande dote per Iskra e le altre mistress. Mentre le schiave e gli schiavi dovevano dimostrare apprezzamento per le attenzione delle mistress, queste potevano raggiungere l’orgasmo a piacimento. C’era chi durava tre minuti lasciando alla schiava soltanto i propri umori addosso e neppure una nota di piacere, e chi come Iskra trovava più gratificante portate la propria partner allo stremo prima di esplodere in un orgasmo da capogiro.
-Com’è la mia Julie?- Domandò Nubia.
-Brava. Si capisce che l’hai fatta allenare. Solo con i giochi di plastica vero?-
-Naturale. Prima che un uomo la violi dovrà ghiacciarsi l’inferno.-
La gara continuò per altri minuti. Poi Iskra notò che la sua ospite aveva trovato intrigante il loro gioco. Dopo essersi risvegliata dall’orgasmo più grande della sua vita, aveva iniziato a masturbarsi senza neppure accorgersene. La sua attenzione era stata completamente rapita dallo spettacolo saffico in fondo al letto. Non avrebbe mai pensato che le donne potessero scambiarsi simili piaceri.
Nel frattempo Iskra si fece sfuggire un sottile gemito. Più simile ad grugnito di dolore.
-Brava Julie. Fai godere questa porcella bianca dalla fica d’oro.-
-Te lo sogni iena negra.-
Le due mistress amavano lanciarsi quelle frecciatine razziste durante le loro sfide. Ovviamente senza esagerare.
Julie era molto più esperta di V, ma Iskra era un osso duro. Non si poteva dire lo stesso di Nubia che solo negli ultimi tempi aveva iniziato a partecipare a quelle gare di resistenza. E poi V non era affatto negata. Come ogni altra vera donna sulla terra anche lei conosceva le basi per far godere un uomo. O una donna con il cazzo di gomma.
Fino a quel momento V aveva solo mosso la mano su e giù. Poi aveva usato la bocca e tastato la cappella finta. Ma quello avrebbe avuto effetto solo su un pisello di carne. Alla fine riuscì a scorgere nei movimenti di Julie il segreto di una sega allo strapon.
Guardando negli occhi la mistress africana prese a flettere il fallo in modo da far muovere il fratellino dall’altro lato. Misurando bene l’intensità dei movimenti e la loro profondità, V iniziò a far godere veramente la mistress.
Nubia non era resistente come Iskra. E le pompate effettuate prima su Julie non avevano fatto altro che renderla più calda.
Bagnata e in difficoltà la mistress usò lo sguardo per mandare messaggi di incoraggiamento alla sua bimba, senza che l’avversaria se ne accorgesse. Avversaria che invece era concentrata e all’apparenza fredda. Nubia provò in ogni modo a trovare qualsiasi distrazione. Pensò all’imminente viaggio d’affari in Olanda, alle tariffe dei trasporti in nero, ma ormai era al capolinea. Il suo errore era stato sottovalutare le capacità della schiava novizia e l’aver scelto uno strapon con il fallo interno perfetto per la stimolazione del punto G.
-Julie...cazzo...sbrigati! Merda!-
-Così presto?- Le chiese Iskra ormai anche lei con il volto rosso. -Dai sborra! Sborra come un’elefante col cazzo duro.-
-AAAAHHH! AH! VENGOOOOOO!-
Gemendo e schizzando qualche goccia ai lati della vagina, Nubia si accasciò sul letto abbandonando la posa da sumo e imitando un maschio ancora sconvolto dalle scosse dell’orgasmo. V rimase felicemente sorpresa dal traguardo appena raggiunto. Sua madre fu fiera della sua cucciola. Aveva fatto godere la sua prima vera mistress in modo abbastanza plateale. Ora però toccava a lei.
Spingendo all’indietro Julie, Iskra le si inginocchiò sopra, tenendole le spalle schiacciate sotto le caviglie e la fica sopra alla bocca. E dopo aver agguantato la sua protesi con le mani, prese a masturbarsi con forza ed irruenza. Digrignando i denti e ringhiando, Iskra venne finalmente riempiendo la bocca di Julie con i suoi umori. La ragazzina cercò di berne la maggior quantità possibile, anche se il pene di lattice rese le cose molto più difficili, essendo in mezzo.
Iskra si godette la sua vittoria flettendo la schiena all’indietro fino a distendersi sul letto senza muovere le gambe. Anni di danza classica avevano dato alle articolazioni di Iskra una buona flessibilità.
Le mistress e le schiave si godettero un attimo di tregua, con in sottofondo i gemiti di Olimpia e Skylar, scambiatesi di posto, e i muggiti di Inna sempre intenta a farsi montare. Veronika invece non aveva smesso di toccarsi. Aveva solo rallentato sperando di poter assistere ad un altro spettacolo di magia saffica.
E in fatti Iskra voleva ancora dare spettacolo. Effettuando una magnifica capriola all’indietro, Iskra scese dal letto atterrando sul pavimento come un'acrobata del circo. Tornando al mobile dei giochi di Nubia sganciò le cinghie e si sfilò lo strapon della vagina. Dopo aver abbandonato il suo ex membro nel cassetto della roba da lavare, studiò attentamente il resto della collezione di Nubia. Alla fine trovò quello che stava cercando. Un altro strapon, ma con il dildo interno più piccolo e quello esterno leggermente più grande rispetto a quello di prima. Dopo averlo cosparso con del lubrificante a base d’acqua, Iskra tornò a letto, ma non se lo mise lei.
-V. Avvicinati e apri le gambe.-
Se V era rimasta confusa da quella richiesta, Nubia ne rimase sconvolta. Nessuna schiava aveva mai osato fottere Iskra Romanov. Con o senza il suo permesso. E nessuna misteress aveva avuto l’onore di farlo se non dopo essere entrata nelle sue grazie.
-Apri bene.-
Con la delicatezza di una farfalla Iskra fece scivolare il piccolo dildo dentro V, strinse le cinghie e si sdraiò sul letto tenendo testa e piedi ai lati del letto. In modo che tutte la vedessero.
-Qui, qui.- Disse Iskra indicandole di la fica.
V andò a sistemarsi tra le gambe di sua madre, e fu allora che anche le tre donne poco più in la si accorsero dell’evento senza precedenti. La prima fu Olimpia, che sgranando gli occhi smise di pistonare il culo di Inna. Lo stesso fecero poi la tata e l’indiana. Solo che per loro tre la cosa fu più sconvolgente. La tata non aveva mai fatto una cosa simile alla sua padrona. L’indiana lo aveva fatto in giovane età circa un anno dopo l’incontro con la sua padrona/amante. E la rasata aveva passato due mesi a spaccare denti e a dimostrare di essere una degna servitrice.
La piccola rossa si fece aiutare da Iskra, ma all’inizio sembrò non avere ben chiare le misure della sua nuova protesi. V aveva iniziato a spingere il grosso arnese che le svettava dalla passerina come un chiwawa con il suo micro pene.
-Amore più dentro. Spingi più dentro.-
V allora si fece coraggio, e sperando di non arrecare danno ai genitali della sua padrona, infilò tutta l’asta di gomma fino a quando i loro bottoncini non si sfiorarono. Iskra dovette trattenersi. Il lubrificante era di qualità, ma sentirsi violare in un solo colpo, anche se lento, da quella grossa verga era troppo bello.
Appena V prese a pompare con movimenti brevi e lenti, Skylar riportò la sua attenzione alle due donne sopra di lei. Inna era ancora con la bocca spalancata per lo stupore. Olimpia invece stava digrignando i denti e fulminando con lo sguardo la piccola e ignara V.
Temendo che la rasata potesse esplodere ed interferire con i piani di Iskra, Skylar allungò la mano in alto e dopo aver tirato il mento di Olimpia fino ad incrociare i loro sguardi, le lanciò uno dei suoi sguardi più erotici con tanto di leccata delle labbra.
La rasata si sciolse vedendo la donna più colta e retta che lei avesse mai conosciuto farle quello sguardo da porcona. Ricevuto il messaggio. Olimpia tornò ad inculare Inna con più grinta di prima. Non smise di provare rabbia nei confronti della mocciosa che le aveva portato via la fica della sua amante preferita, ma per lo meno smise di fissarla con sguardo da serial killer.
-Julie, vieni dietro di me a sostenermi.-
Ubbidendo alla regina del Regno, la piccola negretta andò ad inginocchiarsi dietro di lei, permettendole di appoggiarsi su di se.
Iskra si ritrovò come un pascià. Davanti aveva la sua piccola intenta a darle piacere con lo strapon, e dietro aveva un poggia schiena in morbida pelle color ebano con due giovani, grossi e morbidi cocomeri su cui poggiare la testa. Il paradiso per una persona comune. Ma per Iskra si poteva fare di meglio.
La rossa avrebbe voluto dietro di se un poggia schiena più maturo ed esperto. Davanti un amante con molta più pratica nell’uso della verga. Due cagne intente a leccargli i piedi. Una servitrice con un vassoio di frutta tropicale accanto per saziarle il languorino. O una vacca con le tette cariche di latte. E magari una decina di persone intorno a lei intente a masturbarsi ripetendo il suo nome.
In quella situazione però dovette accontentarsi di quello che aveva. Veronika era un’ospite, quindi la lasciò a masturbarsi all’altro lato del letto. Olimpia e Skylar avrebbero potuto dare un po di tregua alla sua vecchia tata, ma preferì tenerle fuori dal suo gioco. C’era un motivo se non le aveva rese partecipi.
-Julie tesoro. Massaggiami i capezzoli.- La pregò Iskra. -Non devo essere sempre io a dirtele certe cose.
La negretta scattò quasi come una molla, e iniziò a massaggiare le punte di Iskra.
-Perdonatemi signora. Non era mia intenzione trascurarvi.-
-Non temere. In futuro cerca di avere più iniziativa però. Non tutte le mistress mordono.-
Iskra non pote biasimare Julie. Sia perché la sua mancanza non era stata affatto grave come la schiava aveva pensato in un primo momento, sia perché Julie aveva già avuto modo di scoprire quanto certe donne non apprezzassero l’iniziativa di una schiava.
-Nubia potresti dare un incentivo a V.-
-Con piacere.-
Nubia si affiancò a V dando le spalle a Veronika. Poi prese la testa della giovane schiva con una mano e la spinse a baciarla. Quando le labbra carnose della donna incontrarono quelle piccole della ragazza, V provò ancora quell’indescrivibile sensazione di sottomissione e piacere carnale. Rimase talmente rapita da quel piccolo contatto che per un attimo smise pure di trombare sua madre.
Ma una bella pacca di Nubia sul sedere la convinse a riprendere il lavoro.
-Non fermarti piccola. Altrimenti ti faccio assaggiare la frusta.- La minacciò Nubia spostandosi dietro di lei. -Lascia che ti aiuti. Spinte lente ma decise. E profonde.-
Imitando la posizione di V, Nubia la seguì con il suo corpo ad ogni movimento. Dopo qualche correzione V iniziò a muoversi come un’esperta di cazzo. Nubia non smise comunque di seguirla. Strusciare il suo cioccolatino marrone sul culetto di V fu abbastanza piacevole da spingerla a continuare. E poi da quella posizione, poteva raggiungerle le tettine con le mani e leccarle le orecchie.
-Bello vero? Usare il cazzo. Ti fa sentire quasi come un uomo. Solo che un portatore di cazzo non può percepire questo.-
Nubia munse i capezzoli di V premendoli con i polpastrelli delle dita, causando nella ragazzina un’altra scarica di piacere.
-Aahh. Mamma.-
-Si amore. Godi se vuoi. Ma promettimi che dopo continuerai a muoverti.-
-No! Voglio che veniamo insieme. Come ieri sera.-
Iskra quasi arrossì di nuovo. V non era solo una promettente amante. Ma anche una romantica. Caratteristica che in futuro avrebbe giocato a favore di Iskra.
-Ma che porcellina che sei V.- Le sussurrò Nubia infilandole la lingua nell’orecchio. -Cosa dovremmo farci Iskra?-
-Dovremmo farla godere come una vera signorina. Resisti all’ora tesoro mio, mentre la mamma ti raggiunge.-
V pensava che godere all’unisono fosse facile. Ma per Iskra in quelle condizioni era un lavoraccio. Mentre V era una neofita molto sensibile e prossima a raggiungere nuovamente l’orgasmo, Iskra era una veterana da maratona sessuale che un attimo prima si era fatta una bella sega col cazzo di gomma. Per non deludere la sua bimba dovette ricorrere ad alcuni dei suoi migliori trucchi.
Portandosi una mano al capezzolo sinistro, sostituì la mano di Julie e cominciò a massaggiarselo come a lei piaceva. L’altra mano andò a stimolarle il clitoride, dandole una notevole accelerata al raggiungimento del piacere. Il suo sguardo si concentrò sugli occhi di V, mentre con la testa si strofinò sulle grosse tette della negretta.
-Ah, guardala.- Continuò Nubia all’orecchio di V. -La mamma è partita. Quando fa così si capisce subito che vuole godere. Ma non come una cagna in calore. Lei vuole godere come una dea.-
Le parole di Nubia furono più un incentivo per Iskra. Le lusinghe per lei erano molto più eccitanti di uno spogliarello al maschile.
-Eccola. Sta per arrivare.-
Iskra aveva iniziato a diventare molto più rossa in viso. I suoi respiri erano aumentati. Le sua gambe e i suoi addominali si erano irrigiditi. E nei suoi occhi aveva iniziato ad ardere una fiamma di passione.
-Preparati piccola. Adesso te la faccio cavalcare come a lei piace.-
Nubia spostò la mano destra dal seno di V sulla sua fragolina, ma senza smettere di massaggiarle l’altra mammella. V cominciò a credere di non avere più il controllo di quello che stava facendo. Quando l’africana ebbe la conferma che la sua regina stava per raggiungere l’apice, strinse tra l’indice e il pollice della destra il fallo di V per tenerlo ancor più saldamente, e premendole da dietro il suo monte di venere con più forza, tornò a comandare gli affondi di V.
V capì che ormai a guidare le danze non era più lei. Ma non le dispiacque sottostare alla pantera dietro di se.
Nubia e Iskra spinsero in sincronia per qualche minuto, mentre V cercò in tutti i modi di non anticipare sua madre. E propri quando la ragazzina non ce la fece più, anche Iskra arrivò al traguardo.
-Dai cazzo! SI SI SIIIII! SBORRO! SBORRIAMO V!-
La valchiria venne squirtando in grande stile bagnando tutto il petto di V. La piccola invece riuscì solo a gemere come mai prima d’allora aveva fatto.
-AH! AAAAAAHHHH! AAAHHHHHHH!-
Entrambi i due corpi vibrarono scossi dal piacere dei loro orgasmi. Terminate le convulsioni e i gemiti, Nubia adagiò V su Iskra. Dopo aver indicato a Julie di lasciar andare Iskra, le due nere restarono a guardare le due rosse rimaste piacevolmente stordite dal coito.
Iskra avrebbe passato anche un’ora con V in quello stato di beatitudine, ma la mattina seguente avrebbero avuto entrambe una mattina intensa. E prima di andare a dormire, Iskra avrebbe voluto dare un’ultima ripassata alla sua ospite.
Rivenendo dal letto di Nubia, ormai ridotto ad un campo di battaglia pregno di umori, la valchiria sfilò lentamente lo strapon alla sua piccola, la prese in braccio e la portò al mobile dei giochi di Nubia. Li aprì il cassetto più in basso e più grande, dove Julie dormiva quando Nubia preferiva stare da sola. Sistemataci V, Iskra fece segno a Julie di entrare. Con l’aiuto di Nubia, Iskra rimboccò le coperte alle due piccole schiave rannicchiate nel comodo lettino a scomparsa.
-Ora dormite piccole. Potete stare insieme, ma non potete stare sveglie troppo a lungo. Notte.-
Chiuso il cassettone, le ragazzine rimasero da sole. Al buio, ma al caldo. Julie fu più che felice di condividere il suo piccolo rifugio con la sua nuova amica.
Mettendosi di lato le due stettero in silenzio respirando l’una il respiro dell’altra. Nonostante l’esperienza appena passata, erano entrambe troppo tese per potersi accorgere che i loro capezzoli si stavano toccando.
Julie si mosse per prima, spostando la sua gamba su quella di V e accarezzandogliela col piede. V allora vinse la tensione e accarezzò la guancia di Julie. Ci volle un po di tempo, ma alla fine le due osarono perfino baciarsi. Il primo bacio fu un lieve tocco. Il secondo fu più simile ad un vero bacio. E in un lampo V e Julie stavano già limonando come delle vere amanti. Quello che entrambe provarono, fu completamente diverso da tutto ciò che fino a quel momento, la vita da schiave gli aveva riservato. Neppure le loro padrone erano state capaci di dar loro simili sensazioni.
Quando da fuori giunsero dei forti gemiti le due si interruppero. Le misteress dovevano aver ripreso tutte insieme.
-Vi amo mia signora.- Disse Julie a bassa voce. -Vi amo e vi voglio servire per sempre.-
-Anch’io ti amo Julie. E anch’io ti voglio servire per sempre.-
-No. Voi siete una principessa. Una regina tra le schiave. Non potete abbassarvi a servirmi. Sono io che devo leccarvi. Ovunque.-
Julie leccò il collo di V partendo dalla clavicola fino ad arrivarle al mento. Avrebbe voluto baciarla ancora, ma V volle mettere in chiaro una cosa.
-No. Te lo chiedo col cuore. Non voglio che tu mi serva. Voglio che tu mi ami veramente. Voglio che tu sia felice. Con me.-
Julie avrebbe voluto controbattere. Dirle che le avrebbe leccato i piedi fino alla morte. Pulito il buco del culo con la lingua ogni volta che lei si sarebbe chinata per fare i suoi bisogni. Che un giorno avrebbe partorito anche i suoi figli, in qualsiasi modo. Ma capi che era meglio acconsentire e godersi quel momento.
-Okay V.- Le rispose semplicemente Julie trattenendo a stento le lacrime.
Le due schiave si baciarono ancora per un paio di minuti. E alla fine, stanche ma appagate, si addormentarono.

Questo racconto di è stato letto 9 3 7 9 volte

Segnala abuso in questo racconto erotico

commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.