Storie di ordinario erotismo ep. 3: la giornata delle rivelazioni

Scritto da , il 2020-05-03, genere prime esperienze

Mercoledì.

Ore 5 e 40 del mattino, casa.

Mi sveglio per il casino. Un rumore clamoroso, un botto. Ma chi è che rompe le palle a quest'ora? Mi alzo dal letto: potrebbe benissimo essere qualcuno che è caduto dalle scale, in fondo, e il mio senso civico mi impone di andare a vedere. Esco, praticamente in pigiama: in fondo alla rampa di scale c'è una figura in piedi che con la torcia del cellulare punta qualcosa per terra. Scendo: è una ragazza, e per terra c'è quello che si direbbe uno scatolone rovesciato. Le dev'essere caduto, e ci sono libri ovunque. Mi guarda, la guardo. È carina, giovane, con la sua felpa troppo grande, i capelli rossi e la frangia.
"Dio, scusa, non volevo svegliarti! Mi chiamo Caterina, mi sto trasferendo qui"
"Non... non c'è problema, Caterina. Sono Marco. Ti do una mano coi libri".
"Scusami, scusami... volevo qualcosa da leggere"
"Ma no, certo, capisco"

Ore 8 e 30, sede operativa del quotidiano "La Carta"

"Buongiorno Joe"
"Buongiorno, Marco. Il capo mi ha detto di dirti che è tutto prenotato per l'inchiesta a Venezia. Oh, e hai diritto a un segretario personale, per i servizi resi all'azienda. Hai qualche idea?"
"Mi affido a te completamente"
Entro in ufficio.
"Buongiorno, Fabio. Senti, per quella questione di cui mi parli da giorni... credo di avere un po' di tempo ora. Dimmi tutto"
"Grazie, Marco"
Sorrido. Il solito ragazzo remissivo e gentile.
"Prima di ringraziarmi, aspetta di sentire se posso aiutarti"
"Credo proprio di sì. Ascoltami, in giro si dice che tu e il capo, insomma... che voi..."
"Che noi scopiamo, Fabio?"
"Sì, io... sì"
"È tutto vero. Non nego nulla. E quindi?"
"No, io... uh, non era un interrogatorio. Solo mi chiedevo..."
"Dimmi, forza"
"Vedi, io ho, ho dei problemi con mia moglie". La voce gli trema.
"Di che tipo?"
"Ci sono delle cose, a livello sessuale, che insomma-"
"Ok, ok, avete problemi a letto. Vuoi dei consigli da me?"
"No, Marco, vorrei un aiuto diretto... se non ti disturba"
"Oh"
"Spero di non essere inopportuno... io non-"
Lo interrompo, a me piace la gente diretta, e lui gira decisamente troppo intorno alle questioni: "Che genere di aiuto, Fabio? Vuoi che io mi monti tua moglie mentre tu ti seghi in un angolo? Intendi questo?"
"S-sì, ma non solo... è più complesso. Senti, senti. Il mio numero lo hai, se ti va... chiamami, vieni a casa nostra. Ne possiamo parlare lì"
"Stasera ho già un impegno a cena, ci aggiorniamo, eh. Ci penso".
Fantastico. Ci mancava questo accollo. Però la moglie di Fabio è carina, va ammesso: lui è insicuro, ma sono una coppia molto giovane, due bei ragazzi. Ma a cosa alludeva quando diceva "non solo"?
Ci penserò. Stasera non ho tempo: viene a cena da me Matteo, l'amico di lunga data che da giorni mi deve rivelare chissà quale lacerante segreto. Oggi è la giornata delle rivelazioni, cazzo.

Ore 13 e 40, spogliatoi del personale del supermercato di via Mazzini.

Do un ultimo colpo, poi mi sfilo dalla fica calda e accogliente di Laura. Lei ancora geme un po'. Si gira, ci baciamo.
"Mi piace che tra noi sia così" mi dice.
"Così come?", le chiedo io.
"Non ci sono impegni, non ci sono obblighi, ma so che probabilmente in pausa pranzo tu verrai qui e scoperemo. È tutto quello che voglio".
"Ne sono felice" dico io, ed è la verità: una relazione esclusiva in questo periodo non è esattamente la migliore delle idee.
"Però pensavo...". Ho parlato troppo presto?
"Pensavo che voglio qualcosa di particolare da te". In che senso? - mi chiedo.
"Voglio... vorrei... che tu fossi il primo uomo a cui do il culo". Arrossisce, abbassa la testa. Poi la rialza e rettifica: "Ma non oggi, so che non c'è tempo"
"Non vedo perché dovrei rifiutare" le dico io. Le do un bacio sulla guancia. È andata meglio del previsto. Ora è il momento di pensare alla cena.

Ore 20 e 10, casa.

"Posso?"
"Entra, Matté, entra. È tutto pronto?"
Ma come si è vestito? Mi surclassa in quanto a stile. Ma è profumo quello che sento?
Doppio bacio sulla guancia all'ingresso. Non è una nostra abitudine. Perché sono così teso? Che deve dirmi?
"Vieni, seguimi in sala".

Ore 21 e 10, sala di casa.
"...e così gli ho detto che poteva andare a fare in culo!"
"Che storia allucinante". Rido di gusto, poi torno serio. È il momento.
"Oh Matté, ma che volevi dirmi?"
"Ah... ma no, nulla"
"Dai su, è tutto il giorno che parlo con gente che non vuole dirmi le cose. Tra me e te non ci sono segreti. Parla"
Tiene lo sguardo basso, perso nel vuoto. Poi si decide e lo alza.
"Senti, io-" e mentre lo dice mi si avvicina, siamo sul divano.
"So che tutti questi sono discorsi strani e tu puoi benissimo dirmi che non ha un cazzo di senso". Ora mi guarda direttamente negli occhi. Sono verdi. Sono sempre stati verdi?
"Ma è da un po' - anzi, da un po' troppo tempo che sono sicuro di quello che voglio"
"E cos'è che vuoi?" gli chiedo. Mette la mano sulla mia, siamo vicini, molto. Ma è strano, non sono a disagio.
"Marco, a me piacciono gli uomini e tu sei il primo a saperlo. Ormai ne sono sicuro. Ci conosciamo da sempre, tra noi c'è sinergia. Parliamo di tutto, ci diciamo tutto. Io vorrei che fossi tu il mio... battesimo. Insomma, Marco, voglio che tu sia il primo uomo che mi scopa".
Mentre mi parla siamo così vicini che sento ancora il suo profumo. È buono, non ci avevo fatto caso prima. Non ho mai fatto sesso con un uomo. Mi piace? No. Non lo so. Ho sempre detto di no, ma forse... i forse sono il sale della vita. Buttarsi è il sale della vita. Ha sempre avuto questi bei lineamenti? Sono gentili, dolci. Come lui. Mi va? Non lo so. Che gli dico? Mi ha chiesto di scopare. Che si dice in questi casi? Nulla. Non si dice nulla. Se si vuole, si fa. Mi sporgo - bastano pochi millimetri - e lo bacio. Ci baciamo a lungo, profondamente, sul divano. È un sapore nuovo. È tutto nuovo. Ma mi piacciono le novità.
Matteo fa scorrere le mani sul mio corpo. Non ho detto nulla, ma sa che il mio era un sì. E così, pochi secondi dopo, il mio amico di una vita ha il mio cazzo in mano, e mi sta segando. Sega meglio di molte ragazze - ha esperienza, è logico. Sbottono io i suoi pantaloni. Il suo cazzo è rasato da poche ore: lo fa sempre o sperava in un sì? È a quel punto che sento che c'è qualcosa in particolare che voglio provare. Mi stendo, lui capisce i miei cenni (maldestri per la prima volta da anni), ruota e si china su di me. Matteo, il mio migliore amico, ha il mio cazzo in bocca, e io il suo. Ei piace, mi piace da schifo. Mi piace il suo sapore, mi piace sfiorare la punta con le labbra e poi prenderlo tutto in bocca, leccare l'asta e poi succhiare. Lui fa lo stesso, ed è bravo. Fanculo i bigotti, fanculo me per essere stato così quadrato. Dovremmo tutti scopare con chi ci pare a prescindere da cosa ha nelle mutande, senza problemi.
"Marco, aspetta... aspetta o vengo". La voce di Matteo mi riporta alla realtà. Mi alzo, lo stendo sul divano.
"Ti va?"
"Lo sai"
Ed è così che prendo la verginità anale del mio migliore amico.

Ore 23 e 30, casa.

"Pronto, Fabio? Per quella cosa di tua moglie... ci ho pensato e va bene. Passo da voi domani, visto che venerdì dovrò partire per lavoro".

(ATTENZIONE: questa è una serie di fantasia. Le varie sottotrame si sviluppano in più capitoli. Vi invito a leggere tutti gli episodi per seguire meglio la trama!)

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