Il M-arito S-i rende conto di essere un felice cornuto

Scritto da , il 2020-04-26, genere tradimenti

Mi sono ormai rassegnato a non godere di alcuna complicità erotica con mia moglie.
Accade piuttosto raramente che si conceda a rapporti sessuali ma decisamente privi della passionalità ed attrazione che ci si aspetterebbe in una coppia affiatata.
È abbastanza evidente - acclarato - che la mia donna predilige la masturbazione “solitaria”, fantasticando di essere posseduta da altri uomini.
Sono un uomo piacente e lei è una donna normalissima; eppure io mi sento frustrato per non avere le sue attenzioni, mentre, per contro, mia moglie non si fa scrupoli a pensarsi con altri.
In questo girone infernale, ho scoperto di provare piacere, a mia volta, immaginandola tra le braccia di altri pretendenti; insomma, ho fatto di necessità virtù.
Per guadagnare quella desiderata complicità erotica, mi sono quindi deciso a provare la strada del “cuckold”; insomma, mi sarei dichiarato felice di essere cornuto.
In più di un’occasione ho accennato l’idea a mia moglie ma senza sortire particolare effetto; probabilmente per il suo timore ad ammettere apertamente di volere realmente consumare un’avventura sessuale con un altro uomo.
Nemmeno la mia resa incondizionata sembrava pertanto avere efficacia.
Un giorno, però, ci siamo ritrovati a parlare delle esperienze amorose di un mio caro amico, conosciuto anche da lei.
Lui è decisamente un bel uomo, con uno stuolo di donne al suo cospetto; giustamente selettivo viste le possibilità di cui può godere.
Mia moglie, forse colta dall’invidia per coloro che potevano averlo sessualmente, si è lasciata andare ad un’affermazione stizzita: “non ci andrei mai con uno così…anche se tutte lo ritengono il bellone della città!”
A quel punto mi è venuto istintivo ribattere: “se lo chiedesse anche a te, non esiteresti a gettarti nel suo letto a gambe aperte!”
La mia donna, malcelando forzatamente un sorriso d’imbarazzo, ha replicato: “il problema non si pone… perché ad una come me non lo chiederebbe mai… a lui piacciono solo le strafighe”.
Quasi gettandomi a capofitto nell’opportunità che intravvedevo, ho chiosato in modo malizioso: “sai… se io gli chiedessi di venire a letto con te non si rifiuterebbe mai!”.
Udendo queste parole, lei si è irrigidita, per un verso turbata per l’affondo inaspettato, e per altro verso chiaramente attratta dall’idea e dall’occasione che gli veniva offerta tra il serio ed il faceto.
Tuttavia ha liquidato la questione con un laconico “ma cosa dici??!!”.
Comprendendo che era il caso di “battere il ferro finché caldo”, ho aggiunto: “scommettiamo?... Vuoi vedere che ci sta?... Però se accetta tu devi andare fino in fondo”.
La mia donna, con sufficienza, si è limitata a chiudere il discorso con un semplice: “ma si…ma si…”.
Il treno, nella mia testa, era partito e non si poteva più fermare.
Dopo qualche giorno ne ho parlato al mio amico, con il quale c’è sempre stata una profonda confidenza e, conoscendolo fin dall’infanzia, sapevo che avrebbe certamente accettato la proposta indecente di fare l’amore con mia moglie.
Non ci restava che organizzare l’incontro, ed un aperitivo a casa nostra sarebbe stata un’ottima giustificazione.
Definiti i dettagli ho comunicato data ed ora dell’invito a mia moglie, aggiungendo: “guarda che gli ho detto che può provarci con te”.
Lei ha ribattuto chiedendo: “e lui?”
Io, prontamente: “ovviamente ha accettato!”
La mia donna, sogghignando maliziosamente ha sentenziato: “ma va là…”.
Arriva così, in maniera quasi “indolore”, il giorno fatidico.
Nel tardo pomeriggio, all’orario prestabilito, è suonato il campanello.
Mi sono presentato io ad accogliere l’ospite; ci siamo salutati calorosamente.
Si tratta di un giovane uomo alto, sportivo, nuotatore agonista, di aspetto decisamente attraente e vestito “casual” ma con gusto: un paio di jeans ed una polo.
Mia moglie, non prendendo sul serio le mie parole, non si era vestita in maniera idonea per l’occasione ed aveva indossato una semplice maglietta, con pantaloni di una tuta; l’unica particolarità era data dal fatto che non indossava il reggiseno per il fastidio che gli dava il primo caldo di tarda primavera.
I suoi seni, non molto prominenti ed abbassati dalla gravidanza, si muovevano in maniera vistosa sotto il tessuto degli indumenti.
Dopo i convenevoli, ci siamo accomodati sul divano per gustare un campari; il mio amico, già “addestrato” si è subito posizionato vicino alla mia donna, mentre, io, altrettanto maliziosamente, mi sono messo distante, quasi sulla punta della penisola, per avere una migliore visuale di quel che speravo accadesse.
Mia moglie, sebbene un pochino stranita, non si è preoccupata più di tanto della situazione.
Dopo qualche sorso, nella rilassatezza del dialogo, il mio caro amico, “Casanova” navigato, ha appoggiato una mano sulla coscia della mia donna: il più classico degli approcci.
A quel punto, lei mi ha rivolto silenziosamente lo sguardo, probabilmente cercando un’indicazione su come uscire da quelle circostanze; per contro, gli ho lasciato chiaramente ad intendere che si stava realizzando quanto gli avevo preannunciato.
Mia moglie era visibilmente imbarazzata ed irrigidita.
Comprendendo l’opportunità del momento, il mio “socio” ha iniziato a muovere la sua mano, in modo che, pian piano, la sua azione divenisse un vero e proprio palpeggiamento della gamba sinistra della mia donna; la mano ad ogni movimento si spingeva sempre più pericolosamente verso il pube di lei.
Gli sguardi di mia moglie in cerca di un aiuto, venivano decisamente rimandati al mittente dal sottoscritto.
Il tutto si svolgeva ammorbidito dalla prosecuzione del dialogo, quasi a ridurre l’interlocuzione ad una sorta di cortina fumogena alzata per coprire le vere intenzioni.
Con la “zampata” tipica di un lesto felino, il mio amico ha gettato nel discorso un’evidente allusione ai seni di mia moglie e, mentre si rivolgeva piuttosto evidentemente a loro, con la mano libera ha dato un buffetto al capezzolo della preda in trappola che, presagendo inconsciamente l’eccitazione, aveva fatto capolino tra le forme della maglietta.
Lei, sorpresa, si è limitata a balbettare qualche frase incomprensibile, lasciando sfuggire una leggera risata isterica; io, conscio del frangente, ho reagito in segno di approvazione, aggiungendo: “tanto vale che ti presentavi senza maglia…si vede comunque tutto!”.
La mia donna ha sgranato gli occhi, incredula; il mio amico, ormai prossimo a vestire i panni del “bull”, ha portato a termine l’azione decisiva e, mentre esclamava “dai…ha ragione…togliti la maglia”, con le mani aveva repentinamente iniziato a spogliarla.
Mia moglie, sopraffatta, ha acconsentito a lasciarsi denudare il dorso e, prima che potesse realizzare quanto accaduto, si è trovata la bocca del “bull” attaccata ai capezzoli dei suoi seni come un bambino alla tetta della mamma.
Per qualche secondo mi ha guardata esterrefatta, poi, incontrando nei miei occhi il piacere per quanto vedevano, ha iniziato a rilassarsi, le sue mani hanno avvolto la testa del mio amico e si sono uditi i primi gemiti di piacere.
Il bull aveva capito che la breccia era aperta e, di tanto in tanto, sostituiva alla sua bocca le mani avide intente a trastullare i seni, per dedicarsi a qualche bacio che mostrava chiaramente convulsi intrecci di lingue.
Lei godeva sempre più di questa situazione e, dopo i primi sguardi incerti lanciati verso di me, le sue furtive occhiate al mio indirizzo apparivano sempre più sadiche e gaudenti per il tradimento che stava compiendo.
Ovviamente, la mia eccitazione cresceva con la loro e, con delicatezza, lasciandomi cadere verso il muro dietro il divano, ho iniziato ad accarezzarmi la patta.
Dopo qualche istante ho slacciato i miei pantaloni ed estratto il sesso già turgido, iniziando così a masturbarmi con viziosa lentezza.
Il bull, percependo il piacere della mia donna, ha infilato una mano nei pantaloni e nelle mutande della mia signora, frugando evidentemente con decisione la sua vagina; ad ogni movimento della mano, lei sussultava per il godimento.
In men che non si dica, la mia donna si era calata anche i pantaloni e le mutandine, restando completamente nuda.
A questo punto, lui si è staccato per un momento da mia moglie, per alzarsi e spogliarsi; non appena si è tolto pantaloni e mutande, lei ha letteralmente assalito il suo pene avvolgendo con la sua bocca il glande.
Non era l’arnese di un superdotato ma si tratta di buone dimensioni; pelo corto, molto turgido e testicoli decisamente gonfi.
Mia moglie gli ha fatto un servizio di bocca come non avevo mai avuto modo di apprezzare nella nostra intimità; ha usato una passione inusuale e provava tanto piacere da lasciar fuggire gemiti nonostante l’ingombro che raggiungeva quasi la gola.
Il bull, gradiva e si dimenava avanti ed indietro per seguire il movimento della sua bocca.
A meno di due metri, io ammiravo e proseguivo la mia lenta masturbazione.
Dopo cinque o dieci interminabili minuti di sesso orale, il bull si è seduto nuovamente sul divano, invitando la mia signora a cavalcarlo.
Lei non si è fatta pregare e, sedendo a cavalcioni su di lui, ha permesso che il bull entrasse senza alcuna fatica nel suo sesso fradicio di umori.
Lei si è improvvisamente scatenata; schiacciava il suo pube contro il basso ventre dell’amante; sobbalzava con vigore ed suoi seni sbattevano in faccia al mio amico che, per trattenerli, li ha afferrati con le mani sfoderando una stretta quasi dolorosa.
Il movimento convulso dei loro corpi, generava strani rumori dovuti ai liquidi che lubrificavano ormai copiosamente il pene e la vagina.
Il bull staccava periodicamente le mani dai seni di mia moglie, solo per afferrarne i glutei, e schiaffeggiarli sonoramente.
Io, nelle vesti di “cornuto”, faticavo a trattenere il mio orgasmo, nonostante avessi mantenuto l’accortezza di gestire la masturbazione con tranquillità … e cum control.
Avvicinandosi l’apice del piacere, i due amanti si sono lasciati totalmente andare; lui aizzava la mia donna con frasi scurrili: “coraggio troia, fai vedere a quel cornuto di tuo marito come godi… fatti scopare… digli che non ti fa godere come faccio io”.
Lei, in preda al delirio, non lesinava gentilezze: “sono la tua puttana; adoro il tuo cazzo…”; poi, lanciandomi uno sguardo quasi incattivito, ha scagliato la frecciata: “guarda cornuto; guarda come si scopa!”.
I gemiti si facevano sempre più rumorosi e ravvicinati; la mia donna lanciando un vero e proprio urlo, si è contorta su se stessa e, quasi soffrendo, ha raggiunto un orgasmo profondo.
Il bull, soddisfatto per il lavoro eseguito, ha affondato ancora qualche colpo; ha estratto lestamente il suo sesso dalla vagina di mia moglie e, sfregandolo sul suo sedere, è immediatamente e copiosamente venuto sulle sue natiche; lei, guardandomi ancora una volta, ha raccolto con le dita un po’ di sperma per portarselo alla bocca.
Quest’ultimo atto ha fatto esplodere anche il mio piacere; ho schizzato sperma spargendolo per buona parte del divano e sul mio corpo.
Riavuti dall’amplesso ci siamo rassettati; io ed il mio amico discorrendo del più e del meno; mia moglie, quasi in silenzio, è andata a sistemarsi in bagno.
Ci siamo salutati come accadeva nella normalità dei casi. Ad eccezione, tuttavia, dei due amanti che si sono congedati con un lungo ed appassionato bacio davanti ai miei occhi.




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