Dominium

Scritto da , il 2020-03-28, genere dominazione

Quando Maria si trasferì nel nuovo quartiere con suo marito, non conosceva nessuno, Lui lavorava tutto il giorno fuori casa e spesso era in viaggio, lei faceva la mamma casalinga a tempo pieno.
Un giorno incontrò Andrea, una donna divorziata che abitava in fondo alla strada, di tanto in tanto passarono del tempo insieme sorseggiando un caffè, e quando la figlia di Maria iniziò a frequentare la scuola lasciandole del tempo libero gli incontro con Andrea si sono intensificati.
Una tarda mattina andò da Andrea, portando con sè una bottiglia di vino da condividere, dopo un paio di calici le sue difese crollarono e si aprì, rivelando alla sua amica quanto si sentiva sola, suo marito non era mai in casa, sempre al lavoro per mantenere Lei e la loro figlia, e quasi non l’ha toccava più.
In quel momento, sarà stato il vino, o le sue confidenze, Andrea si sporse in avanti e prendendo il suo viso tra le mani, la baciò profondamente. Non chiedendo nulla per il suo piacere, ha impiegato le 3 ore successive a baciare, spogliare, toccare e compiacere Maria, usando la bocca e le mani ha portato l’amica a più orgasmi. Quando l’eccitazione e gli orgasmi si furono assopiti Maria arrossendo le confidò di aver avuto più orgasmi con Lei quel giorno che negli ultimi 6 mesi con suo marito.
Il ghiaccio era rotto, adesso, ogni paio di giorni, quando la figlia è a scuola, dopo aver pulito casa, e concluse le commissioni del giorno, Maria va a casa di Andrea dove nude si esplorano e coccolano a vicenda.
Il dominio iniziò lentamente, dapprima, Andrea le chiese di usare la sua bocca per leccarle la fica, poi di prendere nel culo il dildo di gomma che usava per masturbarsi, quando ha aggiunto i cinturini il rapporto è diventato più intenso e coinvolgente l’ha “costretta” anche a pulire il cazzo di plastica con la bocca dopo averlo usato nella sua figa o nel suo culo.
Un pomeriggio, convinse Maria a lasciarsi legare al telaio del letto, e dopo una lunga leccata tra le cosce, l’ha scopata più duramente di quanto non fosse mai stata scopata da nessuno, dopo diversi potenti orgasmi, cominciò a sculacciarla forte, ancora e ancora, dicendole che era tempo di sottomettersi di più, Maria sentiva le sue natiche bruciare per il dolore, mentre la testa del dildo batteva nel fondo increspato della sua figa, ignorando ogni sua protesta, Andrea ha continuato a scoparle il culo con aggressività, le schiaffeggiava forte le natiche, dicendole: “Adesso, Ti possiedo”.
Il dominio è cresciuto nei mesi successivi, più schiavitù, più disciplina ed esaudire ogni capriccio di Andrea, ore di piacere non solo per la figa, ma anche per il culo, allargando le natiche per essere punita quando non leccava a fondo l’ano dell’amica.
Per quel fine settimana Andrea aveva programmato un incontro ancora più intenso dei precedenti, quando una telefonata di Maria mandò tutto a monte, il marito aveva deciso di portarla fuori per un weekend, avrebbero chiesto alla madre di lei di tenere la bambina per essere liberi di godersi quel tempo da soli.

Maria sapeva che l’amica odiava il fatto che a volte facesse ancora sesso con suo marito, infatti, ogni volta che le aveva chiesto della loro vita sessuale, se sapeva che c’erano stati dei contatti, diventava particolarmente aggressiva e dominante, per questo fu sorpresa quando Andrea le disse di passare un buon fine settimana e che si sarebbero viste la settimana successiva.
Una volta tornata in città, Andrea l’ha invitata a casa per trascorrere del tempo insieme.
Maria si preparò all'imminente incontro facendo un bagno rilassante, eccitandosi al pensiero delle sue labbra tra le cosce e delle sue mani tra i seni, in fondo lo sapeva, Andrea era un amante migliore di suo marito, e sentiva di essere sempre più in sintonia con il suo lato sottomesso, Andrea aveva scoperto cose su di lei che non aveva mai conosciuto.
Bussò alla porta, Andrea aprì facendola entrare, e baciandola appassionatamente la guidò nel grande soggiorno, con un sorriso sadico sul viso la portò al centro della stanza, dove da un gancio nel soffitto penzolava una corda con un gancio girevole alla sua estremità. Usando due polsini in cuoio Andrea legò le mani dell’amica al gancio, quindi tirò la corda fino a quando le braccia non furono sopra la testa e la fissò a una bitta nel muro.
Avvicinandosi a Maria, la baciò ancora ma questa volta in modo più approssimativo, lavorando la lingua in profondità nella sua bocca, poi uscì dalla stanza per tornare con una scatola piena di oggetti come cucchiai di legno, una pagaia, un crop da equitazione, un cinturino in pelle, alcuni morsetti, tappi e giocattoli sessuali.
Maria cominciò a tremare.
“Non hai detto che tuo marito era fuori città per qualche giorno?”
“Sì ...” sussurrò.
“Quindi trascorreremo una giornata molto divertente insieme e avrai qualche giorno per recuperare” Maria divenne ancora più nervosa.
Andrea si avvicinò con uno strano sorriso sulle labbra, lentamente le sbottonò la camicetta, e sganciò il reggiseno dalla clip sul davanti spingendo la camicetta e il reggiseno di lato, lasciò libere alla sua vista quelle tette sode e corpose, adorava leccare e succhiare quei capezzoli e sentirla gemere sotto la sua lingua, poiché non aveva mai provato prima quella delizia.
Facendo un passo indietro, allungò la mano verso la scatola e tirò fuori un bavaglio, e dopo averlo inserito con sicurezza nella sua bocca, lo fissò dietro la sua nuca, e afferrando una manciata di capelli biondi le tirò la testa all'indietro, sussurrandole: “Abbiamo 5 ore prima che l’autobus di tua figlia arrivi qui… mi godrò ogni minuto”
Andrea la lasciò penzoloni ad immaginare il prossimo futuro e andò in cucina per qualche minuto ritornando con un calice di rosso tra le mani.
“Non ti dispiace se bevo qualche bicchiere, vero? Tu non puoi con il bavaglio in bocca e, beh, è difficile”.
Le tolse le scarpe, le slacciò i pantaloni sfilandoli insieme alle mutandine, e lasciandola completamente nuda, quindi prese un grosso plug anale dalla scatola e l’ho spruzzò con una abbondante dose di lubrificante, quindi dopo aver esplorato il suo ano con un dito lo infilò nel suo culo, togliendole il respiro, nell'attimo che fu tutto intero dentro di Lei, dilatandola e riempiendola.
Mentre Maria cercava di adattarsi alla grande “spina” all'interno del suo corpo, Andrea prese dalla scatola un lungo e grosso vibratore, spalmò di lubrificante anche a quello, chiese a Maria di allargare un po' le gambe, accese il vibratore che lentamente inserì nella sua figa. Una volta sistemato all'interno, mentre l’amica cercava di adattarsi alla sensazione del vibratore nella figa e del plug nell'ano, perdendosi in quella sensazione, Andrea con una morbida corda di cotone bloccò il vibratore in modo che non potesse uscire dalle sue, ormai fradice labbra vaginali, quindi, fece un passo indietro per ammirare il suo lavoro.
Bevve un sorso di vino, e le chiese: “Tuo marito ti ha riempita così durante il fine settimana?”
“Scuotendo la testa, in segno di negazione” – Maria le confessava la verità, non si era mai sentita così piena in vita sua.
Posò sul tavolo il calice, si avvicinò e, prendendo in mano le sue tette, chiese: “Tuo marito ha toccato questi nel weekend?”
Maria annuì con un cenno del capo, urlando attraverso il bavaglio mentre Andrea le afferrava forte i capezzoli, torcendoli senza pietà, tirando, e stringendoli con entrambe le mani.
Maria si lasciò cadere come un pesce preso all'amo mentre Andrea lavorava sulle sue tette come nessuno mai aveva fatto, la combinazione del dolore, del plug nel culo e la costante vibrazione nella sua figa la stavano portando all'apice dell’orgasmo, quando vede l’amica allungare la mano verso la scatola, e tirarne fuori un grosso frustino, e iniziare a frustare le sue tette con colpi duri e precisi, sferzando avanti e indietro, su e giù, i movimenti del polso arricciavano le dure dita del cuoio intorno alla sua tenera carne, disegnando righe rossastre sulla bianca pelle.
Andrea ammirava il suo capolavoro sorridendo, Lei gemeva con il viso madido di sudore e seguiva i movimenti di Andrea con apprensione ed eccitazione, la vide spostarsi dietro la sua schiena, e senti le sue mani impastare le natiche con fermezza, “Tuo marito l’ha toccato durante il fine settimana?”
Tremando per le conseguenze della sua risposta, ma sapendo che le sarebbe piaciuto, emise un suono basso e selvaggio, annuendo.
Andrea le carezzò il culo, poi andò alla scatola e tirò fuori un lungo cinturino di pelle nera con un manico di legno.
Incapace di vedere, Maria chiuse gli occhi per un momento, poi il suo mondo esplose mentre la cinghia le sferzava il culo, facendola ballare come un burattino su una corda.
Non poteva vedere, ma dal dolore e il calore che sentiva, capiva che c’erano molti segni rossi, e lividi che si sollevavano sul suo culo ancora tenero, si sentiva svenire ogni volta che la cinghia si abbatteva sulla sua carne senza pietà, solo il vibratore nella sua figa continuava a compensare un pò del dolore.
Fu allora che Andrea slacciò lentamente la corda di cotone che le univa le gambe, afferrò il vibratore e aumentandone le vibrazioni iniziò a stuzzicarle il clitoride. Per quasi 10 minuti Maria ha sentito crescere l’orgasmo nel profondo del suo corpo, e sapeva che non sarebbe stato un orgasmo di superficie veloce, ma profondo e potente, mentre il vibratore continuava a ballare sul suo clitoride, Lei continuava a coprire il mento, il collo e il corpo con la bava.
Alla fine, con la schiena arcuata in avanti e un grido proveniente dalla sua anima, si piegò e sussultò come una rana percorsa da una scossa elettrica, cavalcando un orgasmo duro e altri 2 più piccoli, con il viso coperto di sudore, in piedi solo per la grazia di essere legata in quel modo, Andrea estrasse il vibratore e poi la grande spina dal suo tenero culo.
Quando erano entrati in Lei la prima volta, Maria si era sentita piena e soddisfatta, ora si sentiva vuota, delirante, persa.
L’amica si versò un altro bicchiere di vino e ammirò il risultato del suo sforzo, accarezzando la faccia di Maria, le disse: “Sono così buona con te, e te ne vai per il fine settimana, lasciando che tuo marito si goda il tuo Svuotò il calice di vino e posando il bicchiere, disse a Maria di allargare le gambe, avvertendola che le avrebbe aperte con la forza, se avesse dovuto.
Quindi riprese il pesante fustigatore, e si avvicinò massaggiandole la figa con il manico, chiese: “l’ha toccata durante il fine settimana?”
Maria gemette e annuì, mentre la fustigatrice iniziava il suo primo di molti archi dal pavimento, sferzando la sua figa allargata ed esposta…

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