Grazie mamma

Scritto da , il 2020-03-19, genere incesti

Avevo compiuto 18 anni da un mese ed abitavo con la mamma in una casa di campagna. Stavo terminando l'ultimo anno all'istituto tecnico. Non avevo ancora avuto esperienze con donne se non qualche bacio e qualche palapata di tette. Mio padre era morto quando avevo 3 anni in un incidente sul lavoro. Lavorava un podere del sig. R. che era anche il proprietario della casa. Il sig. R. era il signorotto del paese, un uomo ben voluto da tutti e soprattutto sempre disponibile ad aiutare la nostra piccola comunità e la parrocchia. L'ultimo sabato di ogni mese passava da noi a riscuotere l'affitto. Mamma lavorara come sarta in casa e i soldi da parte erano pochi. Anche quel giorno il sig. R. si informò sul mio rendimento scolastico poi mi elargì una mancia perchè diceva che ero un bravo ragazzo. Così inforcai la bici e corsi in paese a comprare i fumetti (computer e cellulare sarebbero arrivati anni dopo) e stare un po con gli amici. Mentre pedalavo velocemente, mi ricordai di avere lasciato alcuni fumetti che dovevo prestare ad un amico nel capanno dove tenevo la bici, così feci dietrofront e tornai a casa. Passai sul retro della casa e dalla finestra vidi una cosa che mi gelò il sangue. Il sig. R. era in piedi di fronte a mamma, aveva i pantaloni sbottonati e teneva con le mani la testa di mamma. Dai movimenti del bacino era evidente cosa era intento a fare. Mamma aveva gli occhi chiusi, le mani chiuse contro al petto e sicuramente non era partecipe a cosa stava succedendo. Dopo i primi attimi di sbigottimento, corsi nel capanno afferrai una scure e corsi in casa urlando. Cominciai ad inveire contro il sig. R., a dire che era un porco e che gli avrei staccato la testa. Lui disse che mi avrebbe denunciato ed io risposi che avrei fatto sapere a tutti cosa faceva. Corse fuori e se ne andò. Mamma scoppiò a piangere ed io provai a consolarla. Tra le lacrime mi disse che da anni era costretta ad accontentare il sig. R., era un accordo per non fare aumentare l'affitto. Lui pretendeva di scaricarsi in bocca e la costringeva ad inghiottire. Come previsto un paio di mesi dopo ce ne andammo in un'altra casa perchè con l'aumento i soldi sarebbero finiti presto. Intanto i mesi passavano ed era arrivata l'estate. Com mamma non eravamo più tornati sull'argomento ma nella mia mente la scena che avevo visto era ben impressa. Mi accorsi che pensarci mi eccitava e cominciai così a masturbarmi con quel pensiero. Cominciai anche ad osservare meglio mamma. Aveva 42 anni anche se ne dimostrava qualcuno in più, non tanto alta, esile, occhi chiari e capelli castani che teneva sempre legati a coda. Una sera presi coraggio e decisi di osservarla meglio. Come sempre dopo cena andava in bagno e si preparava per andare a letto. Così, appena sentii aprire l'acqua della vasca, andai a spiare dal buco della serratura. Era la prima volta che la vedevo nuda. Aveva la pelle chiara, il seno non molto grande con le areole scure e sotto un bel cespuglio di peli. Rimasi a spiarla un po poi corsi in camera a sfogarmi. Divenne un'ossessione, mi eccitava e allo stesso tempo mi rendeva nervoso e questo cambio di umore non passò inosservato a mamma. Una sera venne in camera mia a parlarmi. Voleva sapere cosa stava succedendo, perchè ero sempre nervoso. Rimasi un po riluttante a rispondere, poi con grande imbarazzo confessai tutto. Le dissi che la spiavo in bagno, che era una bella donna e che mi eccitava guardarla. Lei rimase stupita, se ne risentì parecchio e mi disse di non farlo mai più poi se ne andò. Passarono alcuni giorni, io come promesso non andai più a spiarla e mi resi conto che avevo esagerato e sicuramente l'avevo offesa. Così una sera decisi di andare in camera sua e di scusarmi. Entrai che stava leggendo, indossava la camicia da notte e una sottoveste mentre io ero in slip. Le dissi che mi dispiaceva di come mi ero comportato e di averla in qualche modo offesa. Ero molto imbarazzato e mi misi a piangere. Lei capì che ero sincero, si spostò verso il centro del letto e disse di sdraiarmi di fianco a lei. Mi abbracciò, mi diede un bacio sulla guancia e mi disse di stare tranquillo. Aggiunse che era molto lusingata dai miei apprezzamenti e che era da tanto tempo che nessuno le diceva qualcosa di carino. Il fatto di essere li nel suo letto, sentire il suo calore mi provocò piacevoli sensazioni anche a livello pubico. Rimanemmo un po a parlare mentre mi accarezzava il petto. Volle sapere cosa provavo quando la pensavo. Mentre le dicevo le mie emozioni, lei con la mano delicatamente arrivò sui miei slip. Mi zittii immediatamente e rimasi ad apprezzare questa nuova senzazione. Tenevo gli occhi chiusi mentre lei mi accarazzava dolcemente. Poi infilò la mano sotto gli slip e mi prese il membro cominciando a masturbarmi lentamente. Intanto mi dava qualche bacetto sulla guncia e diceva di rilassarmi. Fu bellissimo, cercai di resistere il più lungo possibile poi esplosi sulla mia pancia. Mi diede un ultimo bacio sulla guancia, mi disse di andare in bagno a pulirmi e mi diede la buonanotte. Andai in bagno come in trance, ma appena mi misi a letto realizzai cosa era successo e mi masturbai nuovamente. Ormai il ghiaccio era rotto. Così ogni tanto alla sera andavo in camera sua con la scusa di salutarla. Mi sdraiavo al suo fianco e iniziavamo a parlare del più e del meno. Lei intanto mi accarezzava il petto e la pancia ed io aspettavo il momento clou, cioè che la sua mano finisse sui miei slip. A quel punto mi zittivo e mi godevo la situazione. Erano attimi bellissimi e intensi. Poi aspettavo il suo bacio e la buonanotte e tornavo in camera mia. Erano passati alcuni mesi, ogni tanto alla sera mi godevo la sua mano mentre di giorno era tutto normale. Era arrivato l'inverno e una sera osai di più. Mentre mi godevo la sega e forte del fatto di essere a occhi chiusi (cosa che in qualche modo mi dava coraggio), le chiesi cosa provava il sig. R. quando la costringeva a soddisfarlo. Lei non disse nulla, continuò nella sua lenta e meravigliosa sega poi si fermò e andò sotto le coperte. Un attimo dopo percepii un calore mai provato che mi avvolgeva il membro. La sentivo muoversi ritmicamente, sentivo le sue labbra scorrere sul mio coso. Provai a trattenermi ma non ci riuscii e mi scaricai nella sua bocca. Il primo pompino che ricevevo e soprattutto da parte di mamma. Un regalo meraviglioso. Un altro passo era fatto. Da quella sera, quando passavo a salutarla, a volte le chiedevo se poteva andare sotto le coperte. Lei mi sorrideva dolcemente e mi soddisfaceva. Poi una sera le chiesi una cosa che la imbarazzò molto. La guardai negli occhi e le chiesi se mi insegnava a fare l'amore. Rimase perplessa, disse che quello che facevamo era già troppo e che anche se mi voleva un gran bene la richiesta era davvero grande. Rimasi un po deluso ma comunque mi deliziò la serata con un bellissimo pompino. Passarono alcuni giorni e una sera fu lei a parlarmi. Disse che aveva riflettuto, che non si era dimenticata cosa avevo fatto per lei per liberarla dal sig. R., che mi voleva bene e che era felice se i nostri incontri serali mi davano soddisfazione. Le risposi che le volevo bene, che erano momenti meravigliosi soprattutto perchè nessuna mi aveva mai dato quelle sensazioni. Decise che il grande momento era arrivato. Si sfilò le mutandine e si sdraiò a gambe aperte e disse di posizionarmi sopra di lei. Ero molto eccitato ma anche molto impacciato. Mi aiutò ad entrare in lei. L'unica raccomandazione fu di non scaricarmi dentro perchè non era ancora in menopausa. Fu bellissimo. Nella mia mente mi dicevo di andare lentamente ma il godimento era massimo ed anche quella volta, come le altre prime volte, non riuscii a trattenermi e mi scaricai sulla sua pancia. Rimasi alcuni minuti sdraiato sopra di lei mentre mi accarezzava la schiena. Poi mi fece alzare mi diede il solito bacio sulla guancia. Andai in bagno e poi a letto ma ero talmente felice ed ecciatato che mi tirai una sega. Per i mesi successivi i nostri incontri serali continuarono. Se potevo mi svuotavo sulla sua pancia altrimenti era la sua bocca a portarmi in paradiso. Erano semplici rapporti tanto che lei non si denudò mai completamente e mai ci baciammo sulla bocca. Passarono un paio di anni io intanto avevo cominciato a lavorare e conobbi una ragazza che diventò poi mia moglie. I rapporti con mamma finirono del tutto fino al giorno prima del mio matrimonio. Quel sabato sera passai in camera sua a salutarla. Lei si commosse, mi disse che era felice per me ma che le dispiaceva rimanere da sola. Disse che gli ultimi anni erano stati bellissimi e mi ringraziò per le sensazioni che le avevo dato. L'abbracciai e le dissi che lei mi aveva fatto i regali più belli, che il nostro era vero amore. Fu un attimo. Le alzai la camicia da notte e finalmente potei assaporare il suo seno. La feci sdraiare e le sfilai le mutandine. Mi spogliai e le andai sopra. Cominciammo a fare l'amore. Fu una sera speciale. Mi girai sulla schiena e lei mi venne sopra. Mentre mi calvalcava le accarezzavo il seno e giocavo con i suoi capezzoli. Cominciò a gemere poi ad un certo punto inarcò la schiena reclinando la testa all'indietro. Stava venendo. Sentivo la sua vagina stringermi il membro. La girai sulla schiena e continuai a muovermi dentro di lei. Quella volta non mi ritrassi e mi scaricai dentro. Rimanemmo abbracciati a lungo poi mi prese il viso tra le mani, mi diede un lieve bacio sulle labbra e mi disse grazie. Fu l'ultimo incontro con lei.
Adesso ho 58 anni, mamma è volata in cielo ma non potrò mai scordare il dono più bello che mi ha fatto. Grazie mamma.

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