Diario di Paola: Mc Donald’s

Scritto da , il 2020-02-10, genere etero

Colsi subito l'occasione per mostrarmi, quel ragazzino, per quanto piccolo fosse e per quanto si vedesse che fosse in fase di masturbazione acuta, mi eccitava. Mi eccitava l'idea di come mi sentivo guardata e dell'imbarazzo che gli procuravo; non una eccitazione fisica, ma una eccitazione mentale.
Allargai le gambe, ancora in preda alla eccitazione del cinema porno e nascosta leggermente dal tavolino, presi ad accarezzarmi la gamba, intercettando l'attenzione del tipo.
Continuai ad accarezzarmi, spingendo la mano sempre più vicina alla mia figa, allargando bene le gambe e, appoggiando il ginocchio al divanetto, in modo da essere totalmente aperta e a vista, ma comunque pronta con il lembo del giaccone a coprirmi qualora necessario.
Tornò Lucia dal bagno, e mi raccontò delle sue sensazioni in quella sega al cinema e di quello che la stava smuovendo dentro in questo momento.
Mi vide toccarmi, e capì perchè lo stessi facendo, quando, voltando lo sguardo si rese conto della faccia imbambolata del tipo, che, sotto il suo tavolino e incurante dei suoi amici, aveva iniziato ad accarezzarsi la gamba.
Proseguii finchè non lo vidi alzarsi e dirigersi verso il bagno.
"Ora lo aiuto" dissi alla mia amica e mi alzai di scatto, pronta ad essere dietro la porta di accesso al bagno non appena lui fu entrato.
Entrai nell'anticamera del bagno e li tenni la porta del bagno degli uomini socchiusa, per aspettare il momento giusto per spingermi dentro. Lo vidi guardarsi allo specchio e poi quando fu uscito un uomo che aveva pisciato nell'urinatoio a muro, il quale tra l'altro mi guardò con aria interrogativa, fece per entrare nel bagno; io fulminea, mi infilai dentro, gli bloccai la chiusura della porta, la spinsi ed entrai.
Lui mi guardò scioccato, emettendo un semplice "ma...". Chiusi la porta appoggiando il seno al suo viso e bloccai la porta.
"Tienimi questo..." dissi e mi tolsi il giaccone, poi mi piegai sul water senza toccarlo e feci la mia bella pipì davanti a quel ragazzino ancora più scioccato; poi, gli liberai le mani e lo invitai a pulirmi.
Lui sempre più scioccato mi guardava come un ebete. Provò ad allungare la mano verso la carta igienica ed io, gli bloccai l'iniziativa sul nascere. "Con la bocca, leccamela".
Il ragazzino allora, si prese di coraggio e ci provò. Si mise in ginocchio e prese a leccare.
"Non è un gelato. Fa piano. Con la punta e in maniera leggera." lo condussi alla sua prima volta, lo fermai un paio di volte e lui sempre in ginocchio mi guardava con grande voglia di imparare.
"Ecco. Adesso cominciamo a ragionare" Felice di avergli insegnato i rudimenti del sesso orale, ma di fatto non provocandomi alcuna eccitazione, gli sorrisi e lo inviati ad alzarsi; poi appesi il giaccone al gancio dietro la porta e gli misi una mano in mezzo alle gambe sul rigonfiamento più che appariscente.
"Sei messo bene ragazzino!" Lui non sapeva che dire, continuava a guardarmi intontito.
"Abbassa i pantaloni". Lui lo fece in modo quasi meccanico e tolse le mutande, mettendo a nudo un pisello sicuramente interessante.
Fu la mia volta di abbassarmi e presi a crucciarglielo. Mi piaceva. Mi piaceva quel pisello avvolto nella peluria adolescenziale e spropositata, che nascondeva ancora una buona parte di quel membro. Avevo dimenticato il solletico del pelo sul naso durante il pompino, ma proseguì nella mia azione. Ad un certo punto ci fu un tonfo, e fu il ragazzino che si era gettato inerme sulla porta. Proseguì a ciucciare, infilandomelo fino in gola. Sentivo le sue vene pulsare attorno al suo membro. Quando stancai presi a segarlo, e a strizzargli le palle.
Lo vedevo e lo sentivo gemere, era sicuramente pieno; i pugni chiusi, non osava toccarmi.
"E' la prima volta?" gli chiesi. Mi annui. "Lasciati andare. Tranquillo"
E così mi rimisi in bocca quel pisello, spinsi e spinsi ancora finchè non sentii il suo liquido caldissimo e denso in bocca. Accolsi la crema; cucchiai la cappella finchè non fosse uscita tutta, poi gli morsi la cappella allargandogli il buchino, infilandogli la lingua e succhiando quel poco di sperma rimasto.
Ingoiai e mi tirai su.
"Spero ti sia piaciuto" gli dissi. Lo baciai in bocca, recuperai il mio giaccone e uscii dal bagno, tornando da Lucia.
"Ho preso qualcosa anche per te. Vista la tua faccia, penso che una coca ti serva per lavarti la bocca."
Le sorrisi mentre mi sedevo accanto a lei.
Finimmo le patatine e ce ne andammo.
Il ragazzino era ancora in bagno...


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