Un simpatico trio

Scritto da , il 2019-12-29, genere saffico

Durante le superiori io, Veronica e Miriam facevamo parte di un terzetto molto unito ed eravamo tra le ragazze più ambite di tutta la scuola. Ovviamente da questo cercavo di trarne il massimo vantaggio, flirtando o giocando con i ragazzi più carini o addirittura qualche prof con i quali era sufficiente mettere un po’ più in mostra le tette per ammorbidirli.
Miriam non era certo da meno e anzi lei andava decisamente oltre. Era noto ai più che era solita portarsi a letto la professoressa di italiano, o meglio farsi portare. La maggior parte però era convinta fosse solo una voce di corridoio ma solo noi tre eravamo a conoscenza della versione ufficiale. Lei, dichiaratamente bisessuale, aveva sempre dimostrato interesse per quella donna sulla quarantina, ci confidava i suoi sogni erotici, in vasca da bagno, sulla cattedra o direttamente in aula professori. Devo ammettere che la prof era particolarmente attraente, occhi castani, labbra sottili, mora, capelli ricci poco sotto le spalle, una terza piena, gambe slanciate e un sedere che le avrebbe permesso di vincere il concorso “miss culetto d’oro”. Miriam in effetti le assomigliava parecchio, se non fosse per il fatto che era piatta come un marciapiede. Io invece ero più simile a Veronica, entrambe bassine, occhi chiari, labbra non troppo sottili, capelli biondi ma mente io li portavo corti lei li aveva fino al sedere e spesso raccolti in una coda favolosa. Fisicamente Veronica era leggermente più in carne, quel tanto che bastava per renderla probabilmente la più sexy di noi tre.
Se la prof di italiano, fuori dal contesto scolastico, a detta di Miriam, era dolce e romantica, in classe era assolutamente la più velenosa delle vipere. Non ho idea di come lei sia riuscita a sedurla.
Miriam ci raccontò che per prima cosa riuscì a intuire che fosse lesbica tramite i suoi social. Alcuni suoi post erano decisamente inequivocabili, molte foto la ritraevano in compagnia di un’altra donna in particolare, probabilmente la sua ex, probabilmente il motivo per cui era anche così acida a scuola.
Così, una volta accertatasi del fatto, iniziò a stuzzicarla un po’ in modo molto velato tastando il terreno. Incredibilmente la prof sembrava stare alle sue avance. Tutto questo non avveniva quasi mai in aula, piuttosto nei corridoi o all’uscita da scuola.
Il colpo di grazia finale, da parte di Miriam, arrivò circa un mese dopo l’inizio di questo teatrino quando, con la scusa di restituirle un libro di letteratura, decise di rifilarle il suo numero di telefono scrivendolo sulle sue mutandine che si era tolta in bagno poco prima dell’ultima campanella per poi infilarle tra le pagine.
Il piano, quantomai azzardato, riuscì alla perfezione e la prof dimostrò un certo apprezzamento per la cosa tanto che il giorno dopo Miriam, durante la riconsegna del compito di letteratura, trovò tra le pagine del suo tema un bigliettino con su scritto un numero di telefono, un indirizzo ed un orario. Inutile dire che quel pomeriggio ci fu totale silenzio radio da parte della nostra amica.

Veronica, invece, tra le tre era la più posata, un po’ insicura e magari perché non si rendeva conto di quanto fosse bella, intelligente e dotata. Non prendeva molto in considerazione i ragazzi che spesso la corteggiavano e in effetti, all’apparenza, poteva sembrare anche piuttosto schiva.
In realtà era una ragazza molto calda, sentimentale e costantemente alla ricerca dell’amore che però non arrivava mai. Reduce da diverse storie finite troppo presto o in modi infelici prese, col tempo, a vivere storie di solo sesso con ragazzi anche molto più grandi e di tanto in tanto anche con più di uno per volta. Il suo chiodo fisso era Lorenzo, poco più che ventenne, di bell’aspetto e altrettanto dotato ma cosa più importante per lei era che le procurava del sesso orale da premio oscar. Su quest’ultimo punto credo di poter confermare in quanto eravamo solite studiare insieme, spesso a casa sua e di frequente in compagnia di Lorenzo anche lui preso dallo studio per gli esami universitari. Non c’era volta in cui non si appartassero in camera o in salotto incuranti del fatto che potessi comunque sentirli o per la precisione sentirla venire gemendo con insolita enfasi, non era proprio una cosa da lei. Se la godeva per bene, diavolo se se la godeva!
Lorenzo, da parte sua, sembrava provare sentimenti un po’ più profondi della sola attrazione fisica e mi confidò di essere innamorato di lei ma che lei non ricambiava. Con il tempo la relazione finì, lui credeva che prima o poi Veronica si sarebbe lasciata andare ma invece, quando lei gli attaccò la candida capì che non era l’unico nella sua vita e che non lo sarebbe mai stato.

In realtà la candida fu scolo una scusa. Veronica in realtà non l’aveva presa da un altro ragazzo e neanche per caso, bensì da Miriam e non era la sola, anche io mi ritrovai contagiata. Già, questo perché non era insolito masturbarci tutte e tre insieme e non necessariamente l’una per conto suo.
L’idea per la prima volta venne a Miriam durante il terzo anno mentre eravamo in viaggio d’istruzione a Berlino con la scuola. Esattamente la prima sera, appena arrivate in albergo, ci sistemammo e presi posto nel letto matrimoniale con Veronica mentre Miriam buttò la sua roba sul letto singolo. L’albergo era da paura e il nostro bagno era immenso con una doccia spaziosissima, tanto che decidemmo di farla tutte e tre insieme per far prima così da poter poi buttarci sul lettone e riposarci un po’ di più prima di cena.
Almeno l’idea era quella. Miriam dapprima iniziò a fare allusioni sulle tette di Veronica, poi sul mio culo e via dicendo. Certo, tutte e tre nude insieme capisco che le si fosse infuocato l’ormone. Io onestamente non diedi molto peso alla cosa ma Veronica, con la mano di Miriam che le strizzava una tetta, iniziò ad arrossire vistosamente. “Senti quanto sono morbide, avessi io le tue tette…”.
Miriam aveva più volte espresso il desiderio di scopare con ognuna di noi ma non aveva mai osato spingersi troppo oltre, un po’ perché Veronica era in fissa con alcuni ragazzi ed io, per quanto sotto sotto avessi voluto essere al posto della prof di italiano, ero comunque sempre un po’ titubante.
La situazione iniziò a scaldarsi ben presto quando Miriam, forse senza neanche rendersene conto, complice forse il fatto che eravamo così intime, prese a strusciarsi sulla coscia di Veronica che senza dir nulla la lasciò fare per un po’. Io continuai a far finta di niente mentre lei continuava ad ondeggiare nuda sulla gamba dell’altra mentre parlavamo di cose a caso, porcate varie, ragazzi e prof di italiano. Decisi di intervenire cercando di rompere la tensione che cresceva in Veronica quando Miriam, visibilmente eccitata, interrompendo quella danza sensuale per mettersi seduta di fronte a noi lasciò sulla coscia di lei una piccola striscia di umori. “Siamo bollenti questa sera Miriam?” - “Ho una voglia di scopare che non hai idea” e in tono sarcastico aggiunse “Non dirlo a Veronica ma le ho bagnato la coscia”.
A quel punto Veronica scoppiò a ridere “Fortuna che non siamo da sole, altrimenti saresti già tra le mie gambe!” - e Miriam “E perché credi che non vi scoperei tutte e due insieme qui ed ora se solo mi diceste di si?” Nel mentre Miriam, senza troppo ritegno, prese a masturbarsi, niente di nuovo in realtà, non era la prima volta che lo faceva davanti a noi ma non era mai accaduto di trovarci in una situazione simile, in genere eravamo tutte più o meno vestite e solo lei che si dava da fare.
“Ragazze dai, almeno toccatevi insieme a me, non fatemi sentire l’unica allupata del gruppo!” Continuò Miriam.
Devo ammetterlo, non me lo feci ripetere, quella scena dopotutto mi aveva eccitata, mi fingevo distratta solo per non sciogliermi e per non darlo a vedere ma sarei voluta essere al posto di Veronica. Mi tirai su, mi misi seduta proprio di fronte a Miriam ed iniziai a toccarmi. Lei era appoggiata ben comoda allo schienale del letto con le gambe divaricate e la topina bagnata ben in vista, era piuttosto curata, non depilata del tutto ma accorciava leggermente quel suo manto nero pece. Io ero l’unica alternativa a darci giù di rasoio al minimo nanometro di pelo, Veronica era al naturale, curava solo l’eccesso ma per il resto lo lasciava tutto com’era e tra di noi era quella che ancora si limitava a guardare.
A quel punto Miriam - “Dai Vero, manchi solo tu, guarda che Sara sta per venire, sarebbe più bello se tutte venissimo insieme no?”.
E lei - “Scusa ma non ci riesco se qualcuno mi guarda”.
Miriam - “Cosa? Scusa di solito quando scopi come fai, ti sarai masturbata per qualcuno no?”.
Veronica - “Ma si certo però è diverso, insomma quando scopo è un’altra cosa, con voi è strano!”.
Io - “Fai così, chiudi gli occhi fai finta di stare da sola sul tuo letto o magari nella vasca da bagno”.
A quel punto Veronica seguì il mio consiglio, chiuse gli occhi e affondò il medio fino in fondo nella fica e Miriam con il labiale mi sussurrò sorridendo e scuotendo la testa, “Guarda quanto è bagnata!”.
Per qualche minuto, andammo avanti in silenzio o quasi.
Veronica - “Certo che immaginarsi da sola è difficile con voi che ansimate e il cif ciaf delle vostre dita”.
Avevo gli occhi di Miriam puntati sulla fica mentre con la lingua simulava un cunnilingus, non faceva che eccitarmi ancora di più, non so cosa mi abbia trattenuta dall’invitarla a leccarmela per bene ma poco prima che potessi anche solo pensare di cedere, Veronica esplose in un orgasmo epico, ansimò tre volte come se stesse per morire soffocata e infine si lasciò andare in un urletto liberatorio. Alla vista di quella scena non resistetti più e dopo pochi istanti venni a mia volta, gemendo leggermente.
Solo Miriam rimase sull’orlo dell’orgasmo, forse per lei non era ancora abbastanza ma poi per provocarla decisi di avvicinarmi e a dieci centimetri dal suo naso mi leccai le dita ancora pregne di me.
Miriam - “Ah, quanto sei porca!”.
E a quel punto si lasciò andare anche lei urlando come una pazza assatanata facendosi udire da chiunque sul pianerottolo.

Quell’esperienza si ripeté ancora un paio di volte durante quel viaggio ed in particolare una volta io e Miriam da sole sotto la doccia e in quell’occasione la scintilla scattò e la pomiciata fu inevitabile. Mi sentii trascinata in quell’abbraccio così sensuale, la sua lingua intrecciata alla mia, la nostra saliva mischiata. Le mani di lei che scivolavano ovunque sul mio corpo, sul seno, sul culo, ed infine, inesorabilmente sul mio sesso. Mi sbatté contro la parete della doccia, senza però staccare le sue labbra dalle mie, con il piede mi divaricò leggermente le gambe e si poggiò, strusciandosi con la fica sulla mia coscia destra, mentre con la sua mano prese ad accarezzarmi il clitoride. L’acqua calda scendeva sui nostri corpi bollenti, il vapore saturava l’aria. Abbracciavo Miriam sul fondo schiena con la mano destra per tenerla ben ancorata a me, mentre l’altra tra i suoi capelli poggiata sul collo. Le dita di Miriam esploravano il mio sesso, curiose e voraci.
Miriam - “Dimmi che lo vuoi”.
Io - “Non fermarti Miriam, scopami”.
Miriam - “Ah si?, Scopami? No no zuccherino, detto io le regole”
Scoprì a quel punto che Miriam era una dominatrice, era lei che stava sopra, lei che decideva. Ora immagino cosa piacesse alla prof, qualcuna che a letto stabilisse l’ordine.
Io - “Miriam”.
Miriam - “Che c’è?”
Io - “Vengooo”.
Non mi trattenni, era impossibile con le dita di lei che non mi lasciavano tregua. Sollecitò tutti i miei punti più sensibili e non credo di essere mai venuta tanto in fretta come quella volta.
Quello fu il ditalino perfetto, quello che quasi tutte sottovalutiamo ma che certe volte raggiunge la perfezione. O forse vale solo per me.

Continua...

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