Il covo

Scritto da , il 2017-08-20, genere pulp

E poi al covo, rannicchiata su teli di juta e stracci vecchi. Si, io lo chiamo letto, o almeno è la cosa che più ci si avvicina. Spesso la solitudine è la mia migliore amica, anche se in effetti qui la compagnia non mancherebbe se solo non fossimo tutti degli zombi. Saranno appena le dieci del mattino e questa notte è stata quasi infinita; merda ho la schiena a pezzi!
Il silenzio regna quasi sovrano, solo qualche lamento e i gemiti della troia ungherese proprio oltre la parete di fianco a me. Aranka si fa chiamare, se sia il suo vero nome non lo so. La metanfetamína è il suo sballo e cristo non avrà neanche quanta anni ma sembra già una mummia. Perché troia ungherese? Vi chiederete. Tutti la chiamano così, non so neanche se sia veramente ungherese. Quello che è certo è che, come molti di noi qui dentro, batte le strade ma a differenza mia, lei lo fa di giorno e nei pressi della stazione. Un posto peggiore non poteva certo sceglierlo; si dice che sia il luogo dove si va a morire e per quanto mi riguarda credo sia il vero. Per le persone come lei, dove ormai tutto sembra essere perduto, forse, la fine è l’unica soluzione. È triste però, non ho idea di cosa mi riservi il destino, sparlo tanto di lei e senza saperlo, magari, fra non molto, mi ritroverò nella stessa identica situazione forse litigandoci anche qualche cliente. Si, capita anche questo.

“Ehi, hai qualcosa per me? Aiutami ti prego, ho bisogno di farmi, non sopporterò un’altra crisi!”
“Guardati intorno, tutti abbiamo bisogno di farci, non sei certo l’unico disgraziato, siamo nella stessa barca ma non per questo vengo a chiederti una dose”

Tutte menzogne, la coerenza non è più una virtù, quante volte ho elemosinato anche io una spada, quante volte ho dovuto inginocchiarmi anche solo per una sniffata. La verità è che, a questo stadio, nessuno ti regala nulla senza avere qualcosa in cambio. Certe volte ti ritrovi a spacciare merda ai ragazzini, altre a fare favori sessuali a qualche stronzo con una dose in più.

“Te la renderò, lo giuro! Sono nella merda, mi hanno soffiato la roba l’altra notte, non ho più nulla. Per favore dai!”
“Evidentemente non hai ancora imparato a nasconderla bene. Vuoi un consiglio? Infilatela nel culo la prossima volta!”

Neo tossici, ecco come chiamo chi è appena entrato nel giro, da poco a ruota e in preda alle prime disperazioni. Presto imparerà anche lui; forse ve lo ritroverete sotto casa ad elemosinare qualche spicciolo o magari ad aiutare qualche operaio a scaricare un furgone. Il tutto per una misera mancia.
Una storia già sentita, già vissuta. Ci siamo passati un po’ tutti.

“Ma vaffanculo! Infilatela tu nel culo, non ci penso proprio”
“Infatti, è proprio quello che faccio anche io da un pezzo; vedrai, ti passerà”
“Vai al diavolo! Te la vuoi tenere tutta per te vero? Sei solo una puttana!”
“Certo come no, e tu sei solo un verme schifoso! Ora fammi il favore, metti a bagno il culo e togliti dai piedi, non ho più voglia di starti a sentire!”

È spiacevole lo so, nutro sempre un certo senso di colpa. Non amo trattare le persone in questo modo, un tempo l’avrei anche ceduta una dose, non mi pesava all’inizio ma poi si va a ruota e perdi tutto, non hai più un soldo. C’è chi ha la fortuna di avere qualcuno al proprio fianco che lo sostiene e lo aiuta ad uscirne. Non è il mio caso. Ad ogni modo me lo sono tolto di torno con facilità, spesso diventano anche molto molesti.

“Che diavolo voleva quello stronzo?”

E questa è Aranka. Ora, immaginate una donna sui quaranta, un ammasso di biondi capelli scomposti, occhi neri come il carbone, viso scavato, magra come un ramoscello e con la pelle che sembra un campo di battaglia. E la sua voce; la sua voce quasi rauca e stridula. Ecco questa; questa è la troia ungherese. Non ho assolutamente idea di quante ne abbia passate ma i suoi occhi parlano chiaro, la sua non è di certo un’esistenza facile. Mi è capitato di vedere una sua vecchia foto, era molto, molto bella un tempo. E in lizza per diventare una modella di successo, così dice lei almeno, ma poi, per qualche assurdo motivo, è arrivata anche lei tra di noi.

“Ah, ciao Aranka. Niente, cercava una dose”
“Lascialo perdere, vedrai si abituerà presto, dagli un mese o due e te lo ritroverai vicino a passeggiare lungo lo stesso marciapiede!”
“Già, probabilmente hai ragione”
“L’ho sentito sai. Ah! povero stronzo, ancora troppo timido per infilarsi la roba nel culo! Evidentemente non lo hanno ancora mai perquisito. Ma piuttosto, cosa ti è successo alla faccia?”
“Lasciamo perdere! Un fottuto animale mi ha colpita questa notte, bastardo vigliacco...”
“Questi pezzi di merda dovrebbero abbatterli! A testa in giù senza pietà! Infami, porci. Merda ci facciamo il culo sulle strade, ci scopano come fossimo bestie e poi? Botte, maledetti maniaci.”
“Fosse solo la prima volta ne sarei ancora sconvolta! Fortuna che almeno non sono tutti così! Qualcuno forse ci vuole bene”
“Certo, parli bene tu! Sei ancora giovane e bella, ci sta che qualcuno si innamori! Guarda me invece, non so neanche perché mi scopino ancora”

Certo, ormai Aranka non è proprio un bocconcino, o come direbbero alcuni, un bel buco dove infilarsi. In qualche modo ha il suo giro di clienti, probabilmente perché va a ribasso ma nonostante tutto quando è in strada batte come un martello. Dove trovi la forza non saprei dirlo!

“Sarà forse il fascino di una tossica?”
“Ma non dire stronzate! Dimmi la verità, tu mi scoperesti? Avanti voglio saperlo!”
“ Aranka io...”
“Avanti, dillo! Se avessi il cazzo di chi ti ha picchiata questa notte, dove me lo infileresti? Eh?”
“Ok no, non credo ti scoperei!”
“Allora lo vedi? Tu forse hai fascino! Ancora. Ma vedrai , lo perderai anche tu! E a qual punto, come me, diventerai una troia da stazione!”
“Non volevo offenderti. Dai, era tanto per dire...”
“Lo so, lo so, non me la prendo con te. Sarò solo invidiosa, forse puoi ancora farcela, io non ho futuro.”
“Ora non dire così! Non farmi sentire una merda più di quanto non mi senta già di mio!”
“Ah no eh? Apri gli occhi dolcezza, tutti ci vedono come merde, siamo solo merce di scambio agli occhi di molti. Sei fortunata, ti è andata anche bene per ora. Si, tranquilla, a fare pompini. Non hai idea di quante volte me lo abbiano buttato nel culo a tradimento, scommetto che il tuo al confronto è ancora immacolato!”
“Ascolta. Si, d’accordo, sono ancora giovane e forse per alcuni sono ancora attraente e desiderabile; non ne avrò passate tante quanto te di sicuro. Non commettere, però, l’errore di pensare che io sia una miracolata del cazzo. Ok, va bene, la mia moneta di scambio sono i pompini; e lo so, lo so che questo lusso finirà presto. Già più di una volta sono finita gambe all’aria, e sai cosa? Mi hanno scopata, si esatto, e senza neanche concedermi il privilegio di menarmelo in viso alla fine!”.
“Che parlo a fare, tanto finirai esattamente come me, navighiamo nello stesso mare e la rotta è la medesima”

Non è raro litigare, discutere e arrivare alle mani anche. Non servo rancore nei confronti di Aranka, non ha colpe, come non le ho io. Ci sfoghiamo a vicenda, insultandoci ogni volta. Molti la considerano la mamma e credo di capire il perché. Non è la più vecchia qui dentro ma ciò non toglie che viva così ormai da una infinità di tempo. A molti ha donato una fetta della sua esperienza. Mi ha insegnato a vivere in strada, mi spiegato come bucarmi senza martoriarmi le vene. Cazzo mi ha anche insegnato come battere per strada, dove andare, i posti da evitare. Non che ci serva un corso ma di certo due dritte non fanno mai male.

“Dai Aranka vieni qui, resta un po’ con me, non ho proprio voglia di restare sola con me stessa oggi”
“Aah, Fanculo! E va bene, non riesco proprio ad odiarti. Sei una stronza impertinente ma ti voglio bene lo stesso”
“Ti voglio bene anche io, non voglio litigare con te!”
“Se, se ,se. Piuttosto, è vero quello che si dice?”
“Cosa? Fammi capire meglio...”
“Che sei la bocca più veloce di questo stramaledetto quartiere!”
“Ancora con questa storia? Ma siete fissati? Chi ha messo in giro questa voce?”
“Non saprei dirti, ma le voci girano. Dimmi a quanto la vendi? Venti , trenta?”
“Venticinque, stronza...”
“Cazzo! Solo!? Ma se sei così brava dovresti alzare l’asticella! Se è vero ciò che si dice in giro, dovresti chiedere almeno cinquanta!”
“Ma che dici? Mariangela si fa scopare fica e culo insieme per cinquanta euro, chi credi se lo faccia succhiare per la stessa cifra?”
“Lascia perdere quella troietta, tu vali molto di più, fidati di me!”
“Per me è una gran stronzata”
“Ma non hai proprio imparato nulla da me? Ascolta, tu fai la tua offerta, se poi non funziona ci aggiungi anche una scopata ”
“Cosa ti sembro? Un negozio di vestiti nel periodo dei saldi? Dai finiscila”
“Scherzi? Cazzo se avessi i soldi e le palle non mi lascerei scappare l’occasione!”
“Certo, allora preparami un listino prezzi, vediamo se funziona”
“Ah però! Io stavo solo scherzando, tu invece ci fai giù pesante ah ah ah!”

Nonostante tutto, Aranka sa sempre come tirarmi su il morale, ha perso tante cose nella vita. Come me non ha più una casa, i soldi, l’affetto dei cari, un lavoro. Quello che però non ha perso, a differenza mia, è il senso dell’umorismo. Certo un umorismo un po’ freddo e pungente ma in ogni caso, in qualche modo, mi scalda il cuore e mi strappa un sorriso una volta tanto.
Una qualità forse improbabile per chi è ormai ad un passo dalla fine ma forse è proprio questo che le permette di restare in vita e tirare avanti, ancora.

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