Impeto
di
valchiria96
genere
saffico
Io e Lara formavamo una insolita coppia, clinicamente single con una forte e reciproca attrazione fisica l'una verso l'altra. Un amore inespresso o magari un appetito fino ad allora insoddisfatto ma consumato solo con lo sguardo e con parole non dette. Non che la verità non fosse chiara ad entrambe come anche a chi ci circondava. Ci conoscevamo nel profondo e la nostra intimità non era certo rimasta inesplorata anche se ben studiata a distanza. Certo, una distanza molto sottile. Per farla breve, nessuna delle due aveva mai avuto il coraggio di saltare addosso all'altra almeno fintanto che non successe e allora quella quiete cessò di essere lasciando che la tempesta si scatenasse nel modo più intenso.
Era una calda giornata di luglio, non molto soleggiata ma perfetta per trascorrere qualche ora in spiaggia e fare una nuotata. Ci mettemmo in viaggio al mattino presto, munite della vecchia ape del nonno di Lara e Dio solo sa come quel rottame ancora oggi funzioni, raggiungemmo il lido dove affittammo un ombrellone e un camerino.
Era un martedì, in spiaggia c'erano solo poche persone perlopiù anziani con i nipotini. Preso posto all'ombra e stesi i teli, ci tuffammo subito in acqua che a quell'ora era ancora piuttosto fredda e restammo al fresco per un paio d'ore almeno.
Ci piaceva tuffarci dagli scogli che per raggiungerli era necessario una lunga nuotata. Restammo a prendere il sole per un po' anche lì e lontane dalla costa era un posto perfetto per metterci in topless. Per me era sempre piuttosto eccitante mostrarmi nuda a Lara e la cosa non era certo non corrisposta. Tra quelli scogli c'era un punto in cui i massi erano disposti in modo da creare una piccola pozza d'acqua larga non più di un paio di metri, poco profonda e raggiungibile solo dall'alto. Lì l'acqua era molto calda e decisi di immergermi in quel piccolo spazio. Si stava divinamente, tanto che invitai Lara a scendere per provare. Eravamo come su un'isola deserta, al riparo dalla corrente. Inutile dire che è stato lì che la diga cedette una volta per tutte.
Lara era snella, gli occhi di un nero pece come anche i suoi capelli che erano lunghissimi, la pelle chiarissima
e le labbra sottili. Il suo naso invece particolarmente sexy, piccolino e all'insù. Piccolo come anche il suo seno e i suoi capezzoli rosa a punta, il sedere tondo e sporgente con una stella tatuata sulla natica destra. Io non ero molto diversa, anzi per certi versi ci assomigliavamo anche ma al tempo ero bionda e riccia.
Era bello stare lì con lei, i nostri sguardi erano eloquenti e continuavo a ripetere nella mia testa «Ora la bacio, Ora la bacio». Mi trovavo appoggiata di schiena sulla roccia dietro di me e toccavo con i piedi quella immersa subito sotto, l'acqua arrivava poco sotto il mio seno. Lara si avvicinò a me, non disse una parola, poggiò il suo petto al mio e le mani sui miei fianchi, mi guardò negli occhi, sorrise e prese a sciogliere i due fiocchi che tenevano insieme l'ultima parte del mio bikini. Lasciai che me lo sfilasse, lo estrasse dall'acqua e lo posò su di un masso lì di fianco. Ero piacevolmente paralizzata, non presi neanche lontanamente in considerazione l'idea di fermarla, era quello che volevo, certo, non come lo avevo sempre immaginato ma assolutamente quello che volevo.
A quel punto ero completamente nuda, i nostri corpi incollati ma non riuscii ancora a baciarla, non sapevo se fosse ancora il momento giusto, lo era ovviamente ma il gioco lo stava conducendo lei e volli restare a vedere.
Lara, allora si insinuò con la sua coscia destra tra le mie gambe,la sua pelle sfiorò il mio sesso, chiusi gli occhi e a quel punto lei mi baciò. Sentii il cuore galoppare e una strana scarica corrermi lungo la schiena. Nel momento in cui le nostre lingue si incontrarono afferrai i suoi fianchi e la spinsi verso di me prendendo ad ondeggiare sulla sua coscia ormai saldamente piantata tra le mie. Via via il mio piacere cresceva, sempre di più fino a che di colpo lei non si staccò da me. Ebbi l'istinto di dire qualcosa quando poggiò il suo indice sulle mie labbra e, prendendomi dalle caviglie, mi invitò a distendermi di schiena sulla superficie dell'acqua.
Lara rimase a guardarmi per qualche istante dalla punta dei miei piedi, li baciò per poi lasciarli scorrere lungo il suo viso, così, centimetro dopo centimetro, risalì lungo le caviglie, i polpacci e infine le cosce baciando ogni singolo lembo di pelle.
I suoi occhi puntavano dritti al mio sesso, la sentivo avvicinarsi, lenta ma sempre più prossima al mio piacere mentre le sue mani anticipavano la sua bocca fin quando giunsero nel mio interno coscia per poi spostarsi sotto il mio sedere. A quel punto era arrivata, lì dove l'avevo sempre desiderata, sentivo il suo respiro caldo proprio sopra di me. Quell'infinita emozione, mentre attendevo il momento fatidico, il momento in cui finalmente sarei stata sua, si risolse quando Lara finalmente si decise affondando la sua lingua tra le mie grandi labbra dritta dentro me.
Sussultai lasciandomi scappare un lieve gemito, strinsi i pugni e avrei urlato di gioia più che di piacere.
Non potei far altro che gustarmi l'attimo mentre la sua lingua lambiva frenetica ogni millimetro del mio sesso.
Il tempo era come se si fosse fermato, ero preda dei sensi, l'acqua sotto di me che mi sorreggeva e cullava, il sole che illuminava il mio seno e il mio amore che consumava il mio desiderio.
Lo zelo di Lara fu tale che, ormai prossima all'orgasmo, prese a scoparmi il culo con un dito. Mi sorprese ma sarebbe disonesto non ammettere che fu una piacevole sorpresa. Ogni muro ormai era infranto, mi sentii veramente sua in quel momento e lasciai quindi che il piacere montasse al punto di prendere il totale sopravvento.
Mi infiammai perdendo il respiro per un momento, la mia schiena si inarcò, mi sfuggì un gemito secco e distinto e così lo lasciai andare. Il mio orgasmo si liberò e come un impeto mi sovrastò, si impossessò del mio corpo mentre Lara tenne la sua lingua piantata dentro di me per tutta la durata di quell'attimo.
Mi ricomposi in qualche modo qualche istante dopo, tornai ad abbracciarla e ci lasciammo andare in un bacio lungo e profondo.
Ero pronta a ripagare il suo gesto ma non volevo staccare le mie labbra dalle sue e mi sembrò chiaro che anche lei non desiderasse altro in quel momento. Mi lasciai guidare da lei che accompagnò la mia mano lungo il suo corpo fin sotto i suoi slip.
Era arrivato il mio turno, lo bramavo curiosa di esplorare tutto il suo essere. La toccai, le miei dita un po' timide si insinuarono in quel morbido e sottile strato di pelo che ricopriva il suo sesso. Ero insicura lo ammetto ma estremamente vogliosa di entrare dentro di lei, sentire il suo calore e tastare il suo desiderio.
L'accarezzai con dolcezza e senza pensarci troppo mi ritrovai a non dar tregua al suo piccolo clitoride che stuzzicavo con piccoli movimenti circolari.
Il respiro di Lara si fece più intenso e corto, decisi a quel punto che dovevo spingermi più a fondo e così la penetrai con due dita. Gemette, a quel punto smise di baciarmi, appoggiò la sua guancia sulla mia e così, come se stesse cantando, prese a descrivere il suo piacere col suo respiro dritto nel mio orecchio destro.
Ero dentro di lei, il palmo della mia mano premeva contro il suo piccolo bottoncino e iniziai a masturbarla con ancora più determinazione, sebbene stessi per procurarmi un crampo non ero intenzionata a fermarmi per nessun motivo al mondo e poi. Poi accadde, come un treno in corsa arrivò impetuoso, forte, se possibile ancor più intenso del mio. Con forza Lara mi strinse a sé e si lasciò andare in un orgasmo profondo accompagnato dai suoi gemiti sordi, fatti solo di intensi respiri. Durò per qualche a lungo, più di quanto credevo possibile. D'impulso le succhiai un capezzolo che si inturgidì all'istante tra le mie labbra. Poggiai la testa sulla sua spalla per poi alzare lo sguardo, la guardai fissa negli occhi e mi sorrise. Volli però fare ancora una cosa, dovevo toglierle l'ultimo pezzo del suo costume, mi immersi e le sfilai gli slip gialli. Non oppose alcuna resistenza, anzi li stava già abbassando lei. Mentre ero ancora sott'acqua li infilai in bocca lasciando solo un piccolo lembo uscire dalle labbra e riemersi. Ovviamente Lara non resistette, afferrò con i denti il suo slip dalla mia bocca e lo sfilò.
Non avevo ancora finito con lei ma questa è un'altra storia.
Era una calda giornata di luglio, non molto soleggiata ma perfetta per trascorrere qualche ora in spiaggia e fare una nuotata. Ci mettemmo in viaggio al mattino presto, munite della vecchia ape del nonno di Lara e Dio solo sa come quel rottame ancora oggi funzioni, raggiungemmo il lido dove affittammo un ombrellone e un camerino.
Era un martedì, in spiaggia c'erano solo poche persone perlopiù anziani con i nipotini. Preso posto all'ombra e stesi i teli, ci tuffammo subito in acqua che a quell'ora era ancora piuttosto fredda e restammo al fresco per un paio d'ore almeno.
Ci piaceva tuffarci dagli scogli che per raggiungerli era necessario una lunga nuotata. Restammo a prendere il sole per un po' anche lì e lontane dalla costa era un posto perfetto per metterci in topless. Per me era sempre piuttosto eccitante mostrarmi nuda a Lara e la cosa non era certo non corrisposta. Tra quelli scogli c'era un punto in cui i massi erano disposti in modo da creare una piccola pozza d'acqua larga non più di un paio di metri, poco profonda e raggiungibile solo dall'alto. Lì l'acqua era molto calda e decisi di immergermi in quel piccolo spazio. Si stava divinamente, tanto che invitai Lara a scendere per provare. Eravamo come su un'isola deserta, al riparo dalla corrente. Inutile dire che è stato lì che la diga cedette una volta per tutte.
Lara era snella, gli occhi di un nero pece come anche i suoi capelli che erano lunghissimi, la pelle chiarissima
e le labbra sottili. Il suo naso invece particolarmente sexy, piccolino e all'insù. Piccolo come anche il suo seno e i suoi capezzoli rosa a punta, il sedere tondo e sporgente con una stella tatuata sulla natica destra. Io non ero molto diversa, anzi per certi versi ci assomigliavamo anche ma al tempo ero bionda e riccia.
Era bello stare lì con lei, i nostri sguardi erano eloquenti e continuavo a ripetere nella mia testa «Ora la bacio, Ora la bacio». Mi trovavo appoggiata di schiena sulla roccia dietro di me e toccavo con i piedi quella immersa subito sotto, l'acqua arrivava poco sotto il mio seno. Lara si avvicinò a me, non disse una parola, poggiò il suo petto al mio e le mani sui miei fianchi, mi guardò negli occhi, sorrise e prese a sciogliere i due fiocchi che tenevano insieme l'ultima parte del mio bikini. Lasciai che me lo sfilasse, lo estrasse dall'acqua e lo posò su di un masso lì di fianco. Ero piacevolmente paralizzata, non presi neanche lontanamente in considerazione l'idea di fermarla, era quello che volevo, certo, non come lo avevo sempre immaginato ma assolutamente quello che volevo.
A quel punto ero completamente nuda, i nostri corpi incollati ma non riuscii ancora a baciarla, non sapevo se fosse ancora il momento giusto, lo era ovviamente ma il gioco lo stava conducendo lei e volli restare a vedere.
Lara, allora si insinuò con la sua coscia destra tra le mie gambe,la sua pelle sfiorò il mio sesso, chiusi gli occhi e a quel punto lei mi baciò. Sentii il cuore galoppare e una strana scarica corrermi lungo la schiena. Nel momento in cui le nostre lingue si incontrarono afferrai i suoi fianchi e la spinsi verso di me prendendo ad ondeggiare sulla sua coscia ormai saldamente piantata tra le mie. Via via il mio piacere cresceva, sempre di più fino a che di colpo lei non si staccò da me. Ebbi l'istinto di dire qualcosa quando poggiò il suo indice sulle mie labbra e, prendendomi dalle caviglie, mi invitò a distendermi di schiena sulla superficie dell'acqua.
Lara rimase a guardarmi per qualche istante dalla punta dei miei piedi, li baciò per poi lasciarli scorrere lungo il suo viso, così, centimetro dopo centimetro, risalì lungo le caviglie, i polpacci e infine le cosce baciando ogni singolo lembo di pelle.
I suoi occhi puntavano dritti al mio sesso, la sentivo avvicinarsi, lenta ma sempre più prossima al mio piacere mentre le sue mani anticipavano la sua bocca fin quando giunsero nel mio interno coscia per poi spostarsi sotto il mio sedere. A quel punto era arrivata, lì dove l'avevo sempre desiderata, sentivo il suo respiro caldo proprio sopra di me. Quell'infinita emozione, mentre attendevo il momento fatidico, il momento in cui finalmente sarei stata sua, si risolse quando Lara finalmente si decise affondando la sua lingua tra le mie grandi labbra dritta dentro me.
Sussultai lasciandomi scappare un lieve gemito, strinsi i pugni e avrei urlato di gioia più che di piacere.
Non potei far altro che gustarmi l'attimo mentre la sua lingua lambiva frenetica ogni millimetro del mio sesso.
Il tempo era come se si fosse fermato, ero preda dei sensi, l'acqua sotto di me che mi sorreggeva e cullava, il sole che illuminava il mio seno e il mio amore che consumava il mio desiderio.
Lo zelo di Lara fu tale che, ormai prossima all'orgasmo, prese a scoparmi il culo con un dito. Mi sorprese ma sarebbe disonesto non ammettere che fu una piacevole sorpresa. Ogni muro ormai era infranto, mi sentii veramente sua in quel momento e lasciai quindi che il piacere montasse al punto di prendere il totale sopravvento.
Mi infiammai perdendo il respiro per un momento, la mia schiena si inarcò, mi sfuggì un gemito secco e distinto e così lo lasciai andare. Il mio orgasmo si liberò e come un impeto mi sovrastò, si impossessò del mio corpo mentre Lara tenne la sua lingua piantata dentro di me per tutta la durata di quell'attimo.
Mi ricomposi in qualche modo qualche istante dopo, tornai ad abbracciarla e ci lasciammo andare in un bacio lungo e profondo.
Ero pronta a ripagare il suo gesto ma non volevo staccare le mie labbra dalle sue e mi sembrò chiaro che anche lei non desiderasse altro in quel momento. Mi lasciai guidare da lei che accompagnò la mia mano lungo il suo corpo fin sotto i suoi slip.
Era arrivato il mio turno, lo bramavo curiosa di esplorare tutto il suo essere. La toccai, le miei dita un po' timide si insinuarono in quel morbido e sottile strato di pelo che ricopriva il suo sesso. Ero insicura lo ammetto ma estremamente vogliosa di entrare dentro di lei, sentire il suo calore e tastare il suo desiderio.
L'accarezzai con dolcezza e senza pensarci troppo mi ritrovai a non dar tregua al suo piccolo clitoride che stuzzicavo con piccoli movimenti circolari.
Il respiro di Lara si fece più intenso e corto, decisi a quel punto che dovevo spingermi più a fondo e così la penetrai con due dita. Gemette, a quel punto smise di baciarmi, appoggiò la sua guancia sulla mia e così, come se stesse cantando, prese a descrivere il suo piacere col suo respiro dritto nel mio orecchio destro.
Ero dentro di lei, il palmo della mia mano premeva contro il suo piccolo bottoncino e iniziai a masturbarla con ancora più determinazione, sebbene stessi per procurarmi un crampo non ero intenzionata a fermarmi per nessun motivo al mondo e poi. Poi accadde, come un treno in corsa arrivò impetuoso, forte, se possibile ancor più intenso del mio. Con forza Lara mi strinse a sé e si lasciò andare in un orgasmo profondo accompagnato dai suoi gemiti sordi, fatti solo di intensi respiri. Durò per qualche a lungo, più di quanto credevo possibile. D'impulso le succhiai un capezzolo che si inturgidì all'istante tra le mie labbra. Poggiai la testa sulla sua spalla per poi alzare lo sguardo, la guardai fissa negli occhi e mi sorrise. Volli però fare ancora una cosa, dovevo toglierle l'ultimo pezzo del suo costume, mi immersi e le sfilai gli slip gialli. Non oppose alcuna resistenza, anzi li stava già abbassando lei. Mentre ero ancora sott'acqua li infilai in bocca lasciando solo un piccolo lembo uscire dalle labbra e riemersi. Ovviamente Lara non resistette, afferrò con i denti il suo slip dalla mia bocca e lo sfilò.
Non avevo ancora finito con lei ma questa è un'altra storia.
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