Quel che succede in vacanza ... (Parte seconda)

Scritto da , il 2019-12-04, genere etero

Parte seconda

Superfluo dire che la serata successiva alla nostra esibizione pubblica sotto il sole greco, aveva sbloccato Arianna e la sera dopo cena insistette per un bagno di mezzanotte; non ci fu la relativa scopata sul bagnasciuga solo perchè la sabbia le dava fastidio, ma volle emulare i tedeschi sull'isola gonfiabile in piscina, nella nostra personale versione.
La mia donna pareva essersi scatenata e perso ogni inibizione, si dava fregandosene di poter essere scorta mentre aveva il mio cazzo in bocca o riversa alla pecorina mentre la sospingevo sul gonfiabile, o mentre la toccavo tra le siepi del resort, complice la penombra avrei giurato di aver intravisto Athanasia guardarci, il pensiero mi eccitò non poco.
La notte riposammo saporitamente, fantasticamente rilassati e spossati, ma un pensiero continuava a tornarmi in testa: l'immagine di Athanasia che veniva montata da Karl e la Amelinde che li guardava, magari toccandosi.
Un sogno destinato a rimanere tale, anche perchè malgrado tutto Arianna era gelosissima e poco incline a dividermi con alcunchì, figuriamoci guardarmi mentre mi scopavo un altra.
Il mattino giunse ed io mi svegliai prima di Arianna, decisi di fare una passeggiata prima di colazione, misi il costume da bagno e infilai le infradito, con l'intenzione di fare quattro passi passando sul bagnasciuga e raggiungere l'area dove si trovavano i chioschetti.
Il tempo era stupendo, il cielo terso ed il mare calmo nonostante una piacevole brezza, arrivai senza problemi ai chioschetti ancora chiusi a quell'ora del mattino e poi tornai indietro.
Sul limitare della spiaggia del villaggio, presi la decisione estemporanea di togliermi il costume e tuffarmi in mare per fare una breve nuotata in piena libertà.
L'acqua era stupenda e ristoratrice, mi cullai per un po' tra le basse onde e diedi qualche bracciata, prima di ritornare indietro, uscendo sgocciolante e ricordandomi solo allora che non avevo con me un telo di spugna.
Fa nulla, mi sarei asciugato al sole mentre tornavo al resort, tanto nessuno ci avrebbe fatto caso comunque e poi a quell'ora del mattino parevo esserci solo io su quella spiaggia.
Mi sbagliavo... mentre camminavo sulla battigia vidi poco lontano una borsa adagaiata sulla sabbia vicino ad una vecchia bicicletta da donna, mi guardai intorno per capire a chi potesse appartenere, quando sentì alle mie spalle, provenire dall'acqua una voce “ kaliméra “ (Buongiorno!).
Mi voltai in quella direzione schermandomi gli occhi con una mano per riuscire a vedere attraverso i riflessi sull'acqua, ed ecco emergere da essa Athanasia, anche lei nuda e sgocciolante.
Evidentemente avevamo avuto la medesima idea e probabilmente non si aspettava compagnia, o forse non gliene importava più di tanto.
La ragazza era di forme giunoniche, ma niente affatto sproporzionata, i seni erano grandi e generosi con areole grandi e chiari, i capelli mossi e rossi erano incollati al collo in ciocche bagnate, la fica era un rigoglioso cespuglietto infuocato, uscì dall'acqua raggiungendomi con il suo solito sorriso radioso.
Nel mio zoppicante inglese risposi al saluto con cordialità, ma il mio sguardo non dovette sfuggirle perchè scoppiò a ridere, mi chiese se le piaceva quello che vedevo.
Io risposi affermativamente, che era decisamente molto piacevole, poi le chiesi se aveva l'abitudine di venire in spiaggia a fare il bagno in mare tutte le mattine, e lei rispose affermativamente, aggiungendo se mi sarebbe piaciuto farle compagnia, visto che aveva ancora una mezz'ora prima di dover correre a preaparare per le colazioni.
La desideravo, non pigliamoci in giro, l'idea di poter nuotare con lei e poterla magari sfiorare con una scusa mi eccitava, quindi accettai.
Il mare ci accolse abbracciandoci nella nostra nudità, nuotammo per circa una decina di minuti poi ci fermammo a prendere fiato e a goderci semplicemente il massaggio dell'acqua salata sulla pelle.
Guardavo quelle tette favolose davanti a me galleggiare semisommerse come due boe di confine, avrei dato qualsiasi cosa per toccarle...e potendo, fare anche altro.
Athenasia rise di nuovo, “if you like them can touch” ( se ti piacciono puoi toccarle) disse, e poi vista la mia esitazione mi prese le mani e se le mise sui seni, a quel punto non potevo più tirami indietro e semplicemente le presi e le strinsi, lei per tutta risposta mi abbracciò stringendosi a me e mi infilò la sua lingua in bocca.
Le sue cosce morbide e sode incontrarono quasi subito la mia erezione, ma non si scompose minimamente. In quel momento non pensai che se ci avesse visti Arianna sarebbe successo un casino, pensai solo che avevo voglia di quella ragazza e abbassai una mano per guidare il mio cazzo tra le sue grandi labbra. La ragazza greca non si sottrasse, anzi strinse l'abbraccio e poi mi circondò con le gambe in modo da imprigionare il mio cazzo dentro di sé. Scopammo cullati dalle onde con l'acqua che ci arrivava appena sotto le spalle, persi la cognizione del tempo, semplicemente mi godetti quella carne giovane e sontuosamente lussuriosa, quella sana genuina voglia di vivere di godere. I nostri movimenti creavano sott'acqua un curioso effetto ventosa che stringeva l'asta del mio cazzo mungendomi letteralmente dentro la sua fica. Neppure Athenasia era una ragazza silenziosa, anche se cercò di soffocare le sue urla dentro la mia bocca mentre veniva, ed io non fui da meno mentre le sborravo dentro.
Poco dopo lei raggiungeva la riva salutandomi, correndo mentre vedevo il culo ballare al ritmo di danza delle tette, prendere i vestiti dalla sabbia, la bici e poi correre verso il resort, io aspettai alcuni minuti poi uscii a mia volta. Recuperai gli slip da bagno, le infradito e mi diressi verso la nostra camera. Arianna stava svegliandosi in quell'istante, fortunatamente l'acqua aveva smorzato la mia erezione, non fu affatto sorpresa di vedermi nudo, ma volle la sua razione di cazzo prima di colazione ed io trovai modo ed energie di accontentarla. Mentre la scopavo facendola gemere come una cagnetta in calore, nella mia mente rivivevo la sveltina ammollo con la receptionist greca, e mi accorsi che ne volevo di più ...ma come? Arrivammo a colazione in orario nonostante tutto, l'imbarazzo dei primi giorni era scomparso, salutammo la coppia gay che ci aveva scorto scopare il pomeriggio prima nella caletta, e attendemmo che Athenasia arrivasse a prendere l'ordinazione delle bevande. Quest'ultima arrivò cordiale e sorridente come se nulla fosse, i capelli legati a coda di cavallo, confesso che vederla così dopo, sapendo....avendola assaggiata era tremendamente eccitante, dopo avrei ripreso sicuramente un certo discorso con Arianna che sapevo finalmente non si sarebbe sottratta.
Feci colazione con una mezza erezione sotto il tavolo, Arianna si alzò per andare un attimo in bagno e mi pregò di attenderla, io le dissi di fare con calma eravamo in ferie e non c'era fretta, poi appena scomparve dietro l'angolo andai a cercare la mia amante greca di quella mattina. La trovai quasi subito, era tornata un attimo al bancone della reception, vedendomi sorrise maliziosa, “Will I wait for you tomorrow morning?” (ti aspetto anche domani mattina?) chiese senza troppi giri di parole, risposi affermativamente con entusiasmo, tuttavia ebbi come dire un ulteriore illuminazione, “Do you like women too?” (ti piacciono anche le donne?), il suo sorriso si allargò ulteriormente, con la mano le feci il segno di “dopo” e andai a raggiungere Arianna che nel frattempo era tornata. Tornanno nella stessa caletta del giorno prima e riprendemmo a stuzzicarci e fare il bagno per poi finire a scopare nella libertà della nostra nudità.
Mentre la stavo prendendo alla missionaria, le dissi che la notte precedente avevo visto Athenasia spiarci, mi inventai che quasi sicuramente si stava toccando. La mia ragazza mi serrò le cosce intorno alla vita abbracciandomi e ribaltando la posizione per venire sopra di me senza che uscissi da lei. Che fine aveva fatto la mia ragazza? Questa donna disinibita e vogliosa si prendeva il suo piacere, e questo non poteva che farmi felice, ma mancava ancora qualcosa. Mi sporsi a mordicchiare i suoi capezzoli, “ti piace farti guardare mentre godi come una troietta eh?!”. A quelle parole sentii i muscoli interni contrarsi contro l'asta del mio cazzo, uno stimolo al quale non potetti resistere a lungo sommato al suo movimento del bacino divenuto frenetico. Sborrai esaurendomi dentro di lei. Tornammo per pranzo lavandoci in mare alla bell'emeglio, la mia ragazza subito dopo andò in camera per una doccia e un riposino, io ne approfittai per cercare Athanasia, ma questa volta non la trovai subito, rassegnato tornai alla camera in tempo per vedere la greca che bussava alla porta con una pila di asciugamani. Feci per chiamarla, ma qualcosa mi frenò, dopotutto avevo detto ad Arianna di lei, volevo vedere come avrebbe reagito; passarono dei lunghissimi minuti terminati i quali vidi la ragazza uscire dalla nostra camera. Non mi vide subito, ma incrociandomi mi in gratificò del suo sorriso e di una strizzatina d'occhio, io attesi ancora un minuto ed entrai. L'acqua della doccia scorreva, sotto di essa Arianna mi dava le spalle, faccia al muro gambe aperte e leggermente flesse, piegata in avanti, si sditalinava furiosamente...

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