Nudità

Scritto da , il 2022-02-22, genere sentimentali

Ero stato io, dapprima, a pretendere la tua nudità, sin dalla prima volta, volevo ti fosse chiaro cosa essa significava per me. Dovevi essere nuda, con tutta la tua pelle esposta, con tutti i difetti di cui ti vergognavi in vista del mio sguardo per renderti conto di due cose. La prima è che non ti sarebbe bastato metterti in ginocchio per prendermi in bocca, non così, non ancora vestita, il mio piacere era anche sapere che tu fossi conscia che avrei potuto prenderti in qualsiasi momento ed in qualsiasi modo, la tua nudità doveva essere un affermazione di ribadita disponibilità. La seconda, era che volevo tu mi guardassi guardarti, perchè tu avessi una seppur vaga idea, di come ti vedevo.
Mi sono deliziato dei tuoi imbarazzi, del guardarti liberarti con qualche titubanza dei vestiti, le prime volte insieme.. e poi è successo. Ero stato io a pretendere la tua nudità, quindi puoi immaginare il mio piacere quando tu hai cominciato a viverela come nostra. Non appena soli non vedevi l'ora di restare nuda, di mostrarti di viverti con me, sebbene fin dalle prime volte, fu la lussuria del contatto delle nostre pelli ad avere il sopravvento. Il piacere impagabile di essere io a soccombere alla tua eccitazione. Persino il solo sfiorarsi con le mani, tra noi ha sempre avuto un che di profondamente erotico, intimo, sessuale. Ricordo con una sorta di strana nostalgia quella notte d'inverno, circondati da brina e neve, il tepore che si disperdeva a un paio di metri dal fuoco della stufa, la camera da letto gelata. Fu in quel frangente che ebbi nuova consapevolezza di quanto fossi cambiata. Io contrariamente al solito non mi ero spogliato completamente, la temperatura era tutto fuorché confortevole. Ti guardai tra il sorpreso e l'imbarazzato, rimanere spoglia d'ogni vestito, prima di entrare sotto il piumone, di un letto tutt'altro che caldo. Non senza un brivido, per non essere da meno, ti raggiunsi nel medesimo "abbigliamento" . Era naturale abbracciarsi, scambiarci il tepore, ma anche in quel caso era più di questo. Le carezze contro la pelle d'oca, i capezzoli rigidi dapprima per il freddo e poi per altro. Prenderci, nell'aria fredda ed immobile, resa più pungente dai nostri corpi sudati, dai nostri sessi bagnati. Le schiene esposte al freddo durante la monta, l'amorevole coprire l'altro quando dopo il piacere, l'eccitazione scemava. Tornare in quell'abbraccio caldo, quel groviglio di membra intrecciate quasi a voler essere Uno. Un bozzolo braccia, gambe, seni, bocche, un uovo primordiale, la condizione unica in cui due esseri umani sfidano l'invidia degli Dei. Porto con me, ogni dove, quella sensazione in punta di dita, la mia pelle ha memoria di te...sino ad escludere tutto il resto.

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