Victor e Patrizia: “Vacanza con la figlia”.

Scritto da , il 2019-11-29, genere etero

Note:
Racconto d'antan. Ringrazio la coautrice comunque anche se non scrive più da tempo. Naturalmente lei fa la figlia e io il padre.



Victor.

-Non t’invidio! In camper con Patrizia, figuriamoci! Ma perché hai accettato? Intimo e vestiti dappertutto, è il disordine fatto persona... e non riesci a farle fare niente!-.
Chi mi parla così è la mia ex.
Siamo seduti sul tavolo di cucina di casa sua e parliamo di nostra figlia, Patrizia che ci ha appena lasciato.
E’ il mio periodo di ferie, sono appena tornato dall'Africa, dove l’impresa per la quale lavoro ha l’appalto per la costruzione di una centrale elettrica. Ho lavorato per diciotto mesi di seguito, accumulato ferie e riposi, periodo che intendo passare girando l’Europa.
Cercavo anche una compagna di viaggio ma non avevo nessuno sottomano e ne stavo parlando.
Patrizia ha assistito alla discussione in silenzio per poi chiedermi se poteva venire con me per due o tre settimane, io nicchio... lei insiste e io cedo, le chiedo del suo compagno, so ha iniziato a conviverci, non dovrebbe stare con lui?
Lei alza le spalle… ma come? Già liquidato?
La mia ex moglie me lo conferma con una occhiata.
Abbiamo finito di cenare, il compagno di Marta è via per lavoro. Patrizia ci ha fatto compagnia un po’ e poi prende la porta ed esce.
-A che ora ritorna?-.
-Se va bene alle tre o quattro, a volte neanche rientra per giorni.-
Ho la fronte imperlata di sudore freddo nonostante la serata caldissima, le vacanze con lei? Ma chi cazzo me lo fa fare? Già mi figuro la notte insonne e lei con chissà chi!
Continua.
-Invece non capisco perché ha chiesto di venire con te e su di un camper! Lei che lascia i suoi amici, incomprensibile!-.
Ora sono preoccupato, ho già affittato il camper e adesso ho il pensiero di Patrizia che si è inserita a forza.
Cazzo!
Io che voglio scoparmi il mondo in questi mesi! E lei fra i piedi!
-Non so cosa dovrò fare, non posso farle la guardia-.
-Un consiglio? Lasciala fare, tu vivi la tua vita, tanto fa lo stesso quello che vuole-.
Ormai che posso fare?
-Vedrai che andrà tutto bene, ti fermi da me stanotte?-.
Il nostro rapporto è strano, sposati, divorziati e ora amici e quando capita amanti, quando ritorno dai miei viaggi non manca mai di darmi un po’ di calore umano!
La sua proposta m’infiamma, mi alzo e libero parzialmente il tavolo, la prendo e la bacio lungamente, la stendo, le tolgo le mutandine e affondo la faccia fra le sue cosce. Il suo sapore è meraviglioso e anche il suo odore. Di donna, di femmina, di sesso, di piacere! Mi mancano dopo diciotto mesi di fame di figa.
Lei? Marta?
Tanto tiepida durante il periodo di matrimonio quanto calda anzi bollente dopo il divorzio, vai a capirla! Donne!
Ci prendiamo un anticipo in cucina e poi passiamo in camera da letto e qui diamo il meglio di noi, in questo genere di cose intendo. Non mi nega niente e pensare che da sposati non le ho mai neanche potuto infilare un dito nel culo, adesso si lascia profanare allegramente e come prende piacere dalla cosa! Me lo offre chinata testa sul letto e io mi ci perdo fra quelle natiche maestose. Glielo spingo dentro fino ai coglioni e prendo a fotterla colpendola forte con i lombi, sento i miei coglioni sbattere contro la sua figa.
La porta della camera è chiusa, ci addormentiamo, poi sento nella notte aprirsi la porta d’ingresso. Patrizia apre la porta della sua camera, ora va in bagno, sento scorrere l’acqua del lavabo, del wc… del bidet, seguo tutti i suoi movimenti nel silenzio della casa.
Apre la porta della camera…
-Mamma? Dormi…?-.
-Cosa c’è…?-.
-Volevo dirti, oh… non sapevo che…-.
Si ritira frettolosamente e va in camera sua.
La mattina seguente mi alzo per tempo, più tardi Patrizia entra in cucina.
-Buon giorno, c’è del caffè anche per me?-.
Beve il suo caffè, ci guarda preoccupata…
-Ascoltate… non è che vi rimettete assieme vero?-.
-No… è solo un episodio, capisci? Tua madre è una donna molto importante nella mia vita… e così…-.
-Ho capito! Ogni tanto, quando capita e c’è l’occasione… una scopata e via! Quando mamma è sola… dico bene mammina?-.
Marta e io subiamo il suo linguaggio sarcastico.
Poi…
-Quando vieni a prendermi?-.
Prendiamo accordi e mi raccomando nuovamente di portare solo il minimo necessario.
Speriamo bene, intanto mi mando al diavolo da solo.
Ma perché ho ceduto? Cazzo!

Patty.

Patriziaaaaa… perché parti con papà???
E’ la mia testa che se lo chiede da tutto il giorno ma in fondo è la soluzione migliore per liberarmi di Manuel… dio che ossessivo!
Lo sapeva che sono uno spirito libero e poi viene a farmi la ramanzina appena saputo che sono stata con Stefano! E che scenata! Per una scopata di una notte! Neanche mi interessa quel cretino!
Troppo montato di testa… egocentrico al massimo! Anche facendo sesso si notava… lui che adorava se stesso!
Contro lo specchio di casa sua mi sbatteva, io fissavo i nostri corpi sudati e lui invece si contemplava tutto quasi fosse un modello!
Vabbè… tutti possono sbagliare. Io ho fatto un errore di valutazione.
Era meglio Enrico quella sera.
Comunque… Manuel non l’ha presa tanto bene, ma tutta quella trasgressione nella sua vita di tastierista rock di cui parlava? Ma dov’era???
Non che io volessi chissà cosa ma scopare un po’ più spesso, no???
Lui invece mi faceva il nervoso… il geloso… l’oppressivo!
Io ho 21 anni. Non voglio mica smettere di divertirmi.
E’ stato bello finché è durato, ho preso le mie tre valige, quelle con cui facevo la spola tra il suo monolocale e casa mia (si, non ci ho portato tutto… ero lì con lui da soli tre mesi, mica mi ero impegnata a vita!), le ho riempite dei vestiti che avevo portato e sono tornata a casa.
Mia madre non si è neanche meravigliata.
Certo un po’ chiedeva… non siamo affini mamma, la convivenza è un passo importante per una coppia.
Cosa potevo dirle? Mamma, quel cretino non mi scopa? O non lo fa abbastanza? O è sempre a spasso con quei suoi deficienti di compagni di band mezzo fumati?
Il problema è venuto dopo.
Perché sono iniziate le telefonate, i messaggi, le mail, i post su facebook… non riuscivo a liberarmene tanto era oppressivo!
Allora ho detto a quel cretino che non voglio perdonarlo per essersi arrabbiato con me e tanto meno voglio il suo perdono per averlo cornificato, poi ad altre sue insistenze gli ho detto che ho un altro… un uomo più grande che se non la smette gli farà una faccia così a forza di sberle.
Poi viene papà a casa… e guarda che occasione d’oroooo!
Per due motivi: il primo è che mi faccio vedere un po’ con lui e magari mando anche un paio di foto a quell’ossessivo di Manuel così lo scambia per il mio nuovo uomo; il secondo è che almeno se non ce l’ho tra i piedi per un mesetto al mio ritorno avrà smesso di ossessionarmi.
Credo.
Spero.
Certo, andare in vacanza con papà sarà palloso ma sempre meglio che restare qui! Ma... posso sempre sganciarmi, no? Se mi rompo troppo torno a casa, semplice!
E poi è stranamente contento di avermi a spasso con lui, non ha reagito poi così male quando ho detto di volerlo accompagnare… caspita se la vecchiaia fa brutti scherzi!

Victor.

Siamo in viaggio, prima tappa la Costa Azzurra, tre o quattro giorni, le piace molto il motorhome, è distesa sulla poltrona del passeggero, i piedi sul ripiano davanti e ascolta musica con le cuffie.
-Papà…-.
La guardo interrogativo…
-Durante la vacanza… posso chiamarti per nome? Sai… la vacanza è un ottimo modo per creare un rapporto alla pari… sai, da uomo a donna, ti dispiace?-.
Le dico che va bene e lei sorride.
Le chiedo il perché e allora lei continua irridente.
-Voglio farti fare la figura del porco… sai? Non ti piacerebbe avere un'amante giovane come me? Una bella figa così come sono? A me... tu non dispiaceresti affatto, ti scoperei eccome!-.
Il suo linguaggio un po’ mi urta e un po’ mi piace.
Comunque cerco di contenerla.
-Ma cosa stai dicendo? Comunque certo che si, solleticherebbe il mio ego ma dato che non è vero…-.
-Ti faccio una domanda personale, ok?-.
-La domanda la puoi fare, però per la risposta vedremo…-.
-Non hai una donna fissa? E con la mamma cosa intendi fare…?-.
-Veramente le domande sono due, la prima… sono cose che non ti dovrebbero interessare ma ti rispondo lo stesso, no… al momento sono solo.
Domanda numero due… con la mamma non intendo fare niente, non ci passa nemmeno per idea di rimetterci assieme, però è successo… l’attrazione c’è e ogni tanto ci ricaschiamo… contenta?-.
-Davvero cerchi una compagna per l’estate?-.
-Certo…! Ho passato due anni ai confini del mondo a fare l’eremita, è naturale che abbia bisogno di un po’ di sfogo…-.
-Non ti sarà facile trovare qualcuna su due piedi, anche se sei un bell’uomo, interessante e con quell’aria… sai… da “porco vissuto”?-.
-Ti ringrazio del tuo interessamento, accetto suggerimenti e se tu avessi qualche amica un po’ più grande di te da presentarmi…-.
-Io non ti andrei bene…? Come tipo intendo…-.
-Si… sei un bel tipetto spudorato, ma sei mia figlia e quindi… no.-.
-Peccato… peggio per te perché ero disponibile…-.
La guardo per capire se dice sul serio.
No… sta ridacchiando e ammiccando, mi prende in giro!
Mentalmente la sfanculo.
Che sta facendo? Non sa che voglia ho?
Leccherei anche il solo disegno di una figa dal pavimento!
Ma sento il bisogno di chiarire una cosa.
-Patrizia... ognuno fa la sua vita. Ok? Tu la tua e io la mia.-
-Ma certo!-
Un segno d’assenso e si rimette le cuffie.
Poi… un anticipo di quello che mi aspetta.
Un grandissimo cornuto con un Porsche cabrio mi sorpassa e rientra in una maniera omicida. Suono il clacson per protesta… lo maledico.
Lei?
Prima si incazza in una maniera incredibile… inizia con il tipo che guida una serie di gesti… gli fa le corna, poi non contenta si alza, si abbassa i pantaloncini e girandosi gli mostra il culo nudo. Accidenti! Immagino che la si veda benissimo attraverso il grande parabrezza… non contenta si rigira e gli fa dei cenni indicando il suo ventre. Ora il gioco si fa sessuale. L’altro alza il medio irridendola. Lei sempre a gesti gli mostra la figa e poi gli fa segno di no… che non gliela da! Alza la maglietta e gli mostra le tette. No… non può fare così… non deve…!
Cosa mi sono portato dietro?
Ma è mia figlia questa? La ragazzina che ricordo?
Cerco di calmarla… la faccio sedere. Il tipo con il Porsche sparisce.
Faccio a tempo ad osservare che è depilata. Noto lo spacco deciso della sua figa… il gonfiore delle labbra esterne. dio se è bella!
La cosa mi ha messo in crisi, sono inquieto non per quello che ha fatto ma per quello che ho visto.


Patty.

Cornuto… coglione… pazzoooo!
Oggi finivamo all’ospedale per colpa sua!
Non capisco certa gente come fa ad avere la patente! L’hanno trovata per sbaglio nel fusto del dixan???
Non potevo non reagire! Se me lo fossi trovato faccia a faccia una ginocchiata dove non batte il sole non gliela avrebbe tolta nessuno!
Mio padre deve essersi arrabbiato non poco visto lo sguardo che ha fatto appena ho calato il pantaloncino.
Dire che fosse sconvolto è poco!
Ogni tanto lo guardo con la coda dell’occhio. E’ silenzioso. Non dice nulla di nulla. Mi soffermo ad osservare quella ruga che ha sulla fronte, più profonda delle altre… ieri non mi sembrava ci fosse. Sarà stata mica causa mia?
Ma no… gli uomini mi adorano.
Ma tutti! Nessuno escluso! Anche i papà, si.
Tipo il padre di una mia coetanea, Linda. Quello si che era un gran porco.
Altro che ripetizioni di matematica! Il ripasso lo facevo io a lui.
Si chiamava Valerio. Io avevo 16 anni e in debito in matematica e fisica, lui 45 anni e laureato in economia.
Certo non ci vuole una laurea per capire quando uno ci sta. Bastava una camicetta più scollata o una gonna, qualche ammiccamento… mi scopava sulla poltrona della sua stanza di casa adibita a studio. Mentre tentavo di risolvere qualche equazione mi scansava i capelli dal viso e mi accarezzava una guancia, poi metteva una mano sul mio ginocchio e la faceva risalire… gli esercizi li sbagliavo tutti, puntualmente.
Però ho goduto eccome! Lui semidisteso sulla poltrona scura in pelle e io impalata su di lui, sotto del tutto nuda e sopra con le sue mani infilate nella mia magliettina a strizzarmi le tette. Mi chiamava “la puttanella di papà”!
Dio che pensieri… mi sento sciogliere! Se il mio papi potesse leggermi ora nella mente si scandalizzerebbe!
Stringo le cosce per calmare i fremiti e ciò che ottengo è l’effetto contrario. La mia figa reclama, pulsa come non mai. Ogni tanto mi volto verso papà e noto com’è concentrato sulla strada, non dà molto retta a cosa faccio.
Approfitto della sua disattenzione e inizio a strofinare lievemente le cosce con lui a pochi centimetri da me, le stringo e le allargo in brevi impulsi e sento il clitoride compresso che trae piacere dai miei movimenti quasi impercettibili. Socchiudo gli occhi impulsivamente e un po’ mi blocco appena mi rendo conto che potrebbe accorgersi di qualcosa.
Resto calma, faccio in modo di avere un respiro regolare mentre con le cosce mi lavoro la figa. Le strofino un po’ ripensando a Valerio e mi eccita il pensiero di masturbarmi a fianco a papà. Sento i gemiti che mi nascono spontaneamente dentro ripensando al suo cazzo venato che mi faceva sentire spaccata in due per quanto era grosso e serro le labbra alla meglio fino a che la scossa dell’orgasmo non mi prende, breve ma goduriosa.
Strozzo malamente l’ultimo singulto in gola mordendomi le labbra ma stavolta si accorge di me e si volta.
-Tutto bene, Patrizia?-
-Si si…! Certo papi!-
-Mmm… ok! Tra un po’ di ore saremo arrivati.- mi dice e guarda di nuovo la strada.
Salva per un pelo…

Victor:

Ci fermiamo in un campeggio vicino a St. Tropez e lei prende a recitare la sua parte da vera attrice, caro di qui e caro di là. Tanta è la voglia di far credere a tutti che siamo amanti che ostenta in maniera sfacciata.
Sono un po’ a disagio, poi andiamo al ristorante e anche qui sceneggiata, tanto che devo pregarla di andarci piano.
Poi, stanchi, pensiamo a prepararci per la notte.
Le mostro il letto basculante che utilizzerò io e la cuccetta per lei, ma non le va bene, la cuccetta è troppo calda, non c’è finestra, perché non può dormire su anche lei? C’è tanto spazio ed è molto ben ventilato.
Ha ragione, come faccio a dirle di no?
Preparo il letto, solo un lenzuolo visto il caldo che fa. Mi ritiro in bagno e metto solo i pantaloncini, poi tocca a lei e quando esce a momenti mi prende un colpo! Ho sempre pensato a lei come a una bambina, alla piccolina che gattonava sul pavimento e ora… è una donna fatta e che donna!
Addosso ha il minimo indispensabile, uno slippino che dietro le si è infilato fra le natiche e un top leggerissimo, le sue tette lo spingono in fuori e i capezzoli sembrano voler bucare il tessuto!
Mi giro verso la parete per non farle vedere il mio turbamento, lei si arrampica e si sdraia, la sento girarsi e rigirarsi…
-Vic…?-.
-Si…?-.
-Tutto bene…?-.
-Si…-.
-Buonanotte…-.
-Anche a te…-.
E’ caldo e teniamo gli oblò del tetto aperti e anche parte delle finestre e così c’è abbastanza ventilazione, non è proprio buio, entra un po’ della luce delle lampade del camping.
Io non riesco a prendere sonno, evito di girarmi ma è un supplizio, poi sento il suo respiro farsi regolare e profondo e mi giro verso di lei. E’ disposta sul fianco, i miei occhi si posano sul suo culo e non riescono più a staccarsi, quelle rotondità! Lo spacco deciso fra le natiche, la linea delle anche! Sento un calore che mi sale dal basso ventre… no! Non è possibile, mi sto eccitando guardando il culo di mia figlia!
Mi manca lo scopare! Mi manca scaricare tutta la tensione erotica che ho dentro!
Sono teso… sono eccitato!
Il cazzo è talmente duro che mi fa male! Mi trovo tentato a metterle una mano sul fianco, la mano si muove da sola e la tocco sulla pelle nuda fra slip e top, è liscia e calda… passo la mano sulle natiche nude.
Poi… realizzo… e scappo.
Scendo dal letto cercando di non svegliarla, voglio andare a fare un bagno, devo calmarmi.
Mi maledico mille volte per aver accettato di portarla con me!
Apro la porta del camper e la rinchiudo piano, corro in spiaggia, mi spoglio ed entro in mare nudo, il fresco dell’acqua mi da sollievo, poi una doccia. Mi asciugo e rientro, mi sdraio, evito di guardarla ma il solo suo profumo mi da le vertigini. Alla fine… per fortuna, mi addormento.
Il giorno seguente vita di spiaggia.
La ragazza si è già procurata alcuni ammiratori e sta flirtando con loro, meglio così!
La sera andiamo nella discoteca del camping, ci sono tutti i ragazzi della spiaggia, un vero casino, bene!
Cerco qualcuno della mia età per scambiare due parole… tedeschi, olandesi, giro finché non trovo una coppia di italiani, sui quaranta, lei una bella morona emiliana con due grosse tette.
Balliamo e quando il marito si assenta tento qualcosa con lei, riesco a portarla in un angolo e le do una bella palpata, ho la certezza che senza il marito intorno me la mollerebbe!
Che tette! Sono eccitato, lei lo sente mentre si strofina con il ventre, sono al momento che le sto mettendo una mano sotto la gonna, fremo dalla voglia di toccarla, di sentire il suo bagnato.
Cazzo! Il marito la cerca e le dice che lui è stufo e va a dormire, lei rimane ancora.
Brava!
Le bevo la bocca in un angolo fuori dalla discoteca. Torno con la mano alla sua figa e trovo un lago. Un lago di lava rovente. La tocco fino a farla inarcare mentre mangio i suoi gemiti di piacere.
La sua mano mi stringe il cazzo sopra i pantaloncini, me li abbasso e ora lo tiene saldamente… lo mena!
La porto in spiaggia, la distendo e le alzo la gonna alla vita.
Ho fame… ho fretta! Le sposto lo slip e la bacio… no! Gliela mangio! Con le dita la penetro forte fino al palmo, in figa e in culo, poi mi metto sopra.
Dio! Scopare!!
Cosa c’è di meglio nella vita?
La monto forte con dei colpi che la spingono sulla sabbia, lasciamo delle tracce come quelle delle tartarughe!
Le mordo le tette, gliele strapazzo proprio, la tormento e mi svuoto in lei dividendo assieme un orgasmo forte… pazzesco!
Si sistema in fretta, l’aiuto a togliersi la sabbia e sparisce.
Torna dal marito.
Ma le lascia tutta questa libertà, non è geloso? Le chiedo...
No... non lo è, se la voglio la trovo la mattina presto in spiaggia, corre con il cane.
Cerco Patrizia, l’ho intravista qua e là durante la sera, la vedevo uscire un po’ stranita dal bagno, c'era un andirivieni… ragazzi e ragazze che entravano, che uscivano, qualcosa stavano combinando…
Beati loro!
La cerco con gli occhi. Nulla… me ne vado a dormire.

Patty:

Stasera niente sesso, giuro!
L’ho detto a Matilde, una ragazza con cui ho fatto in fretta amicizia. Anche lei è sola come me e quindi si è deciso che prenderemo una bella sbronza, io e lei!
Fanculo uomini!
Mi ha raccontato di Fabrizio, il suo ragazzo… se così lo si può chiamare.
L’ha mollata lì da sola dopo averla vista flirtare col bagnino. Ma si può? Per poche chiacchiere innocenti?
Lui non fa altro che dormire sotto al sole come fosse un lucertolone. Si stende sotto l’ombrellone e rimane lì fino al tramonto. Punto e basta. E la sera, con l’insolazione che ha preso e ustionato com’è, non ha la forza di scopare!
Io le racconto di Manuel, di come ritornava sbronzo o fumato e di come ho cercato un conforto per me stessa in qualcuno a cui rimanesse duro per più di mezz’ora.
Matilde comprende e annuisce.
Mi chiede di Victor... chi è?
Oh... non posso certo dirle che è mio padre! Invento che è uno che mi offre la vacanza in cambio di sesso.
Insomma un porco. Lei che mi guarda, dicendo... che cazzo! Se la farebbe anche lei una vacanza con un uomo così!
Odiosi uomini, dico io.
-Stasera niente sesso, capito Matilde? Stasera ci sbronziamo!-
Primo drink… leggero… un cuba libre… scivola giù come acqua.
Secondo? Un cocktail tropicale… ridiamo rumorosamente al bancone.
E anche questo giù.
Terzo? Rum e pera… prima il rum o la pera? Boh? Li buttiamo giù entrambi e sento il fuoco dentro.
Guardo in faccia Matilde e mi chiedo se sono paonazza quanto lei.
Quarto… per finire in bellezza, negroni con abbondante ghiaccio!
E dopo questa bomba alcolica balliamo sui tavoli.
Cioè ci proviamo ma salirci sopra da un po’ di vertigine.
Tento di farlo sorretta da Matilde ma sento lo stomaco e la testa ruotare alla stessa velocità… ok, meglio rinunciare!
La prendo per mano e la porto in pista. Balliamo belle strette e nel farlo le palpo il culo sodo. E’ magra, con le tette piccole e il culetto alto. Sento i suoi capezzoli appuntiti spingermi contro mentre si struscia a me. Non ha messo il reggiseno sotto il vestitino, che porca! Beh... neanch'io lo porto!
Niente uomini stasera.
La sua mano sul mio fianco scende sulla minigonna verso la coscia, con l’altra mi avvicina al suo viso e mi bacia. Un bacio alla francese, a labbra leggermente dischiuse che si poggiano delicatamente sulle mie e poi sento la sua lingua che gioca con la mia, la succhio a lungo. Le nostre gambe restano incrociate tutto il tempo in cui balliamo e ci sfioriamo di continuo.
Beviamo ancora... ma non so cosa.
Tutto questo fino… alle tre? La discoteca chiude e tutti emigrano altrove, comprese noi.
Eccitate e sudate come non mai decidiamo di smaltire la sbronza facendo due passi lungo la statale che passa di lì. Ed è in quel momento che mi sembra di rinsavire.
Aria fresca finalmente!
E un meraviglioso cielo stellato sopra le nostre teste.
Ridiamo, scherziamo, ci baciamo ancora… Matilde mi piace sempre più!
Mi capisce al volo questa ragazza, siamo affini in una maniera incredibile!
Camminiamo vicino al ciglio, lei è più sfasciata di me e ride a più non posso quindi la sorveglio e ogni tanto la tiro a me che va sempre più verso la corsia.
Fortuna che non passano auto!
Somigliamo ai due ubriachi della barzelletta: io, alticcia come sono, le dico che deve ritornare alla sua tenda perché non capisce più nulla.
Lei ride ancora… vabbè, meglio vederla ridere che vomitare!
Sento il tunz tunz da lontano e vedo un bolide nero sfrecciare vicino a noi.
Matilde saluta… poverina se sta fuori!
Agita la mano… ciao… ciaoooo!
Io la tiro ancora a me e lei ride.
L’auto torna indietro con una lunga retromarcia e si ferma vicino a noi.
Il tizio al posto del passeggero abbassa il finestrino. Un’alitata di aria condizionata ci raggiunge.
-Buona sera bambole, serve qualcosa? Un passaggio o altro?-
-Siiii, a me si!!!-
Matilde si agita come una bambina.
-Andiamo ad una festa… venite con noi, ci stringiamo un po’…-
In effetti è presto… perché no?
Solo che la festa poi siamo diventate noi.
Compresse in quell’auto e sedute in braccio ai due ragazzi sul retro, battute e palpate si sprecavano.
Pochi chilometri più in là e accostiamo.
Fanculo promesse! Ho voglia di scopare e loro anche!
Io e i due tizi davanti usciamo dall’auto mentre Matilde rimane coi due polipi di dietro.
Al buio studio un po’ i due, uno un po’ più alto, è il guidatore dell’auto, abbastanza muscoloso direi, l’altro il passeggero, quello con cui abbiamo parlato, un po’ più basso e dal fisico massiccio. Tocco il pacco al primo mentre il secondo infila una mano sotto la mia minigonna. Mi fanno voltare e mettere con le mani contro il cofano dell’auto.
Uno mi tocca tra le cosce mentre l’altro mi solleva la gonna e mi cala il perizoma. Mi masturbano entrambi, uno con le dita sul clitoride mentre l’altro con il medio in figa. Mi scopa con quello e già godo!
Godo tantissimo e lo grido! Si tirano fuori il cazzo entrambi e uno dei due lo infila piano. Inizia a fottermi. L’altro si avvicina e mi tocca le tette. Con l’altra mano si mena forte. Al buio e stordita come sono, non so chi dei due mi stia scopando e chi toccando, sento solo il loro avvicendarsi e le urla di Matilde dall’interno della vettura.
Mi scopa il primo, forte, con un bel cazzo duro e lungo. Lo sa usare e mi fa venire un po’ di volte masturbandomi anche il clitoride. Poi il secondo e con questo tocco il limite del piacere! Un cazzo enorme, di quelli che ti sembra di essere sventrata, aperta in due e ti fa male! Mi fa sentire allargata, piena, riempita a forza… mi scopa strofinando ogni parte interna della mia figa! Inizio a gridare di godimento! Ma quanto dura? Mi sbatte violentemente per un tempo infinito... e godo, cazzo!
Mi sta massacrando di colpi mentre l’altro mi tira verso lui e mi fa abbassare per succhiargli il cazzo.
In quella posizione più calata lo sento tutto dentro fino al pelo e mi sento rompere per tanto che mi scopa forte!
Il tizio che avevo in bocca mi sborra in faccia mentre quello in figa dopo un po’ mi viene dentro, tanta di quella sborra che mi esce sulle gambe.
Io sono venuta non so quante volte e mi sento ormai tutta indolenzita. Sento dolore alle piccole labbra e lo slip che ho rinfilato mi fa sobbalzare strisciando al mio sesso mentre cammino. Mi avvicino all’auto e dentro vedo Matilde tutta nuda in mezzo ai due altri ragazzi e i loro cazzi mosci.
Lei ci gioca a sollevarli e lasciarli cadere. Anche lei è coperta di sborra.
-Vieni con noi?-
Mi chiedono.
-No, voglio tornare al campeggio… e tu? Torni con me?-
-No, resterò ancora con loro-.
Puttana, ninfomane, troia... penso.
Pochi secondi e spariscono mollandomi lì.
Che gentiluomini! Bastardi!
Non posso camminare senza gemere.
Le labbra che strisciano tra di loro mi procurano gli spasmi degli orgasmi già goduti.
Faccio pochi passi indebolita.
Alcool, Matilde, ballare e poi il sesso! Prendo il telefonino dalla minuscola borsa che porto con me e chiamo papà.
Vienimi a prendere.
Lui...
-Dove cazzo sei?-
Poi… buio.

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