Come una vita può cambiare 13

Scritto da , il 2019-06-18, genere etero

WEEKEND IN MONTAGNA
Il weekend in montagna si stava avvicinando, a Sofia raccontai che Daniela per ringraziarci di quel sabato passato al lavoro, dato che non avrebbe potuto autorizzare straordinario, pensò di premiare me l’altra collega con un bel fine settimana nella sua casa in montagna.
Sfortunatamente la nostra collega non sarebbe potuta venire, (non apprezzava la montagna, non sapeva sciare, in realtà non esisteva questa collega); ma creammo una storia quantomeno credibile.
Sofia era un po’ timorosa di passare un intero weekend con degli “sconosciuti”, ma un po’ per compiacermi, un po’ la passione per la montagna, non ci misi molto a convincersi.
Daniela utilizzò uno stratagemma simile, chiedendo al marito di passare un fine settimana alternativo e spiegandogli che in noi vedeva una coppia come erano loro da giovani, infine le avrebbe fatto molto piacere fargli conoscere il suo dirimpettaio.
Io ancora la reputavo un’idea pessima, ma oramai non potevo più tirarmi indietro, decidemmo che ci saremo trovati direttamente alla loro casa il venerdì sera, Sofia era riuscita a farsi sostituire a scuola e avremo potuto goderci per intero il sabato e la domenica, quantomeno. Ovviamente per non arrivare a mani vuote ci fermammo a prendere in una pasticceria, una tortina accompagnandola ad una bella bottiglia di Brut.
Il navigatore ci portò finalmente a destinazione, lungo tutto il viaggio la mia compagna mi ricordò di starle sempre vicino, di non parlare troppo di lavoro e che mi amava, vedevo e percepivo il suo disagio, ma era comunque contenta.
Scendemmo dalla macchina, prendemmo le valigie e arrivati davanti ad una porta rossa suonammo il campanello, venne ad aprirci un uomo di mezza età, brizzolato, non potevo dirgli “ciao… Federico, siamo i tuoi ospiti”, questo per ovvie ragioni, la prima, che lo avevo riconosciuto solamente grazie alla foto che campeggiava nella loro camera da letto, (in realtà in quella foto aveva i capelli più scuri), ma anche perché la Capa in ufficio non aveva nessuna foto di loro due, tranne di lei con la figlia, come seconda che all’inizio sono sempre molto timoroso e taciturno, quindi virai su un atteggiamento più educato:
o Salve.. cercavo Daniela.
(Non riuscii neanche a finire la frase che dietro di lui comparve).
o Finalmente siete arrivati, dai Fede aiutali con le valigie, piacere Sofia io sono Daniela vieni dentro.
o Salve Signora Daniela..
o Sofia stai scherzando, non permetterti di darmi, scusa di darci del lei, d’ora in avanti ci si da tutti del tu.
Dai entrate che c’è freddo, ho preparato un bel minestrone di verdure e un polpettone.
o Non dovevi disturbarti così tanto…. già ci ospitate a casa vostra.
Ci siamo permessi di prendere un dolcetto e una bottiglia di vino.
o Veramente troppo gentili, siete due ragazzi belli e giovani, state proprio bene insieme, Sofia vieni che ti faccio vedere la casa, mentre gli uomini aprono la bottiglia per fare aperitivo.
o Allora tu lavori con mia moglie, ti trovi bene? è così comandina anche in ufficio?
(Sogghignando mentre apriva la bottiglia).
o No, dai.. è molto più democratica.
o Sei un giovane diplomatico, bravo mi piaci…
Quando le donne tornarono dalla visita stavano già parlando come migliori amiche, presero entrambe un calice e brindammo al weekend e alla nuova “amicizia”.
La cucina e il salotto erano un ambiente unico, quindi noi uomini seduti a tavola e le nostre donne impegnate nel terminare di preparare la cena, riuscivamo a parlare tutti insieme di vari argomenti; quello che teneva maggior banco ovviamente era incentrato sul nostro lavoro e sul rapporto simbiotico che avevamo io e la Capa. Dentro di me a certe domande del marito riflettevo sul tutti i tipi di rapporti che avevo con sua moglie, cercando di mascherare al meglio e riflettere per bene prima di ogni mia risposta.
Finalmente tutti seduti a tavola cominciammo a mangiare, il tutto era buono e la serata passava in serenità, il discorso si soffermò su Sofia e al suo lavoro da maestra, i due genitori di una ragazza già cresciuta si chiedevano come fossero i ragazzini di oggi e lei con il suo fare molto accattivante si lanciò in un’argomentazione, precisa e perfetta.
Passammo al dolce e Federico si prodigò nel recuperare una bottiglia di Grappa Bonollo, anche se non sono un intenditore, devo ammettere che fosse squisita, ci omaggiò prima della degustazione di una breve spiegazione su come si apprezza una grappa.
Oramai erano le undici e il dopo cena proseguiva tra aneddoti e battute, prima il vino e poi la grappa aiutarono molto e anche Federico, che prima sembrava un uomo corrucciato, si era disinibito ed iniziò a raccontarci del suo lavoro e delle loro giovani avventure universitarie.
Seduto accanto alla moglie proseguiva ad argomentare il discorso, tutti noi con lo sguardo rivolto verso di lui, sentii un piede strusciarsi sulla mia gamba, non girai lo sguardo verso di lei, capii immediatamente quanto stesse accadendo, il timore di essere scoperto mi fece ribollire il sangue, ma dal canto suo il suo piede proseguiva il massaggio; prima sul mio polpaccio ed in seguito risalendo sulla coscia.
Anche indossando un abbigliamento prettamente casalingo ed ai piedi delle calze di lana, l’effetto che mi faceva era il medesimo, ora si era fermata lasciando la pianta del piede sul ginocchio, nessuno si era accorto di nulla, ad un tratto il marito ci chiese cosa ci sarebbe piaciuto fare l’indomani, io guardai la mia compagna e capii al volo che le sarebbe piaciuto andare a sciare, già dalla mattina di buon ora, espressi io il suo desiderio, ad un tratto Daniela intervenne chiedendo se nel pomeriggio ci sarebbe piaciuto andare a rilassarci alle terme. La mia preoccupazione salì di nuovo, chissà cosa aveva in mente, per fortuna Sofia venne in mio “aiuto”:
o Cavolo a saperlo ci saremo portati un costume, mi piacciono un sacco le terme.
o Scusa, non ci ho proprio pensato.
o Ma diamogliene uno dei nostri (Intervenne il marito).
o Bravo amore.. che bella idea, mi piace quando sei così brillante. (Tornando a strusciare il piede).
o Grazie Federico, troppo gentile.
(Federico ne ero uscito, con una gran botta di culo devo ammettere, potevi farti i gran cazzi tuoi).
o Bene… allora deciso, domani mattina sciata, pomeriggio mangiamo in baita, poi decidiamo cosa fare al momento, veniamo a casa prendiamo il tutto e ci rechiamo alle terme, ora però direi di andare a dormire.
Tutti ci alzammo, Daniela fece scorrere il piede lungo tutta la gamba, con mia estrema eccitazione, mentre ci dirigevamo al piano superiore nelle due camere, dissi a Sofia che sarei andato a controllare se avessi chiuso bene la macchina, la baciai e la lasciai salire. Presi la giacca ed uscii, l’aria era gelida, mi diressi rapidamente verso la macchina, controllai una portiera e tornai indietro; appena entrato in casa, deposi la giacca sull’attaccapanni e dalla cucina mi sentii chiamare:
o Sei ancora qua?
o Sì.. volevo aspettarti.. direi che è stata una bella serata..
o Sì.. sì..
o Cosa succede non ti sei divertito?
o Vogliamo parlare di quanto successo sotto il tavolo?
(Facendole un sorriso).
o Ah… ma parli solo di quello, ti ho visto troppo concentrato su mio marito, ti ricordo che sei il mio amante non il suo, devo essere gelosa?
o Ho sempre avuto un debole per i brizzolati…
(Non ebbi neanche il tempo di terminare la che me la trovai difronte).
o Uhmmm… non sai che voglia avrei del tuo bel cazzo piantato dentro.
(Ed iniziò a mordersi il labbro inferiore).
o Dani… shh.. parla piano potrebbero sentirci..
o Sentiamo se qualcuno ha voglia?
(Afferrandomi con una mano il pacco).
o Vuoi essere scopata?
o Sì.. non sai quanto… anche lui vuole senti che bello duro.
(L’afferrai per le spalle e la girai bloccandola tra me il tavolo).
Bravo… così mi piaci… un porco, un porco voglioso..
o Che voglia che mi fai venire quando fai così…
o E prima, quando eravamo seduti a tavola, ti sei eccitato?
o Come sempre, se fossi salita lo avresti sentito bello teso.
Tenendola ben ferma, le infilai una mano nei fuson e comincia a masturbarla, proseguivo a dirle porcate nell’orecchio; tra le dita che si muovevano delicatamente e i sussurri, stava gradendo molto.
Ad un tratto sentimmo aprirsi una porta, lei si divincolò facendomi uscire e si diresse verso il frigo aprendolo, rimanemmo ancora qualche secondo paralizzati, fino a quando uno dei nostri compagni entrò in bagno e chiuse a chiave:
o Meglio fermarsi qua, mi sono spaventata…
o Adesso ti sei spaventata…. Pure io un sacco, pensavo scendesse tuo marito o peggio ancora Sofia.
o Bevi un bicchiere d’acqua? Che poi saliamo.
o Forse è meglio.
Appoggiammo i bicchieri nel lavello, e salimmo la scala, non persi l’occasione prima di arrivare davanti alla sua camera (controllando prima che non vi fosse nessuno nel corridoio) di darle uno schiaffo sul culo; lei si girò sorridendomi e scomparendo in camera.
Quando entrai trovai la mia Sofia sul letto intenta a leggere “ci hai messo un sacco, c’era tanto freddo fuori? Sono stanca morta non vedo l’ora di dormire”, in realtà io avrei fatto ben altro, ma il weekend era ancora lungo, ci sarebbe stato tutto il tempo.
Prima di addormentarci mi disse che il fine settimana era partito ben oltre alle sue aspettative, Federico è un bell’uomo, un po’ taciturno all’inizio, ma nel proseguimento della stessa è divenuto molto simpatico e gioviale, così le chiesi cosa ne pensasse di Daniela.
Mi raccontò che durante l’iniziale visita della casa era stata piena di attenzioni e complimenti, non avremo dovuto disturbarci a prendere il dolce, era molto felice avessimo accettato, siamo una bellissima coppia, in ufficio tu parli sempre di me e altre cose di questo tipo, francamente mi ha messo subito a mio agio.
“Poi devo ammettere è veramente una bella donna, me l’avevi descritta, ma non immaginavo così tanto, forse dovrei cominciare ad essere gelosa, preferirei lavorassi con il marito”.
Cercai di mettere subito una pezza a questa idea malsana, dicendole che io ho occhi solo per lei, per fortuna si mise a ridere, mi baciò e si girò per addormentarsi.
Stavo faticando ad addormentarmi, ero ancora su giri per quanto successo al piano di sotto, quando udii degli urletti provenire dalla camera padronale, non potevo sbagliarmi, per ovvi motivi, devo ammettere che mi salì un po’ di invidia, con una puntina di gelosia; mi girai dall’altra parte alla ricerca di un sonno ristoratore.


Come una vita può cambiare può essere letta dall’inizio o nei vari capitoli, apprezzo molto i vostri commenti, le vostre critiche ed i consigli, spero continuiate ad esprimere il vostro parere alla mia e-mail harael12@gmail.com, cercherò di rispondervi il più presto possibile.
Se avete qualche idea, avete piacere di condividerla sono a vostra disposizione, see ya.

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