La nipote monaca.

Scritto da , il 2019-04-02, genere etero

Torno dal mio lavoro di trasportatore a casa e mia moglie mi dice che domani avremo ospite sue nipote Michela che viene a stare un poco con noi. L'ultima volta che l'ho vista aveva quindici anni ed era molto carina, gentile e ad immaginarla ora vestita da suora ... ma non ce la so vedere, proprio. Al mattino con mia moglie andiamo a prenderla alla stazione e, quando arriva il treno e la vedo scendere, quasi non la riconosco ma lei ci trova subito in mezzo alla gente che parte ed arriva in ogni stazione e viene subito ad abbracciarci. Ci rechiamo subito in casa e lei, stanca del viaggio, ci chiede di poter riposarsi un poco. Mia moglie approfitta e va a fare la spesa alimentare ed io rimango in casa. Michela, dopo un'ora di sonno, mi chiede di fare la doccia ed io le preparo asciugamani ecc..Entra in bagno ed io , incuriosito di vederla come è fatta, vado a spiarla dalla serratura della porta. Mi si presenta un corpo da favola: viso d'angelo, bionda, occhi azzurri, un collo cigneo, il seno prosperoso, dai capezzoli grossi e scuri, fianchi sinuosi, un pelo foltissimo al pube, , un culo che avrei tanto voluto palpare e le cosce che sembrano colonne da quanto sono lunghe. Insomma:una super figa! Lei esce poi dal bagno ed io mi faccio trovare in salotto a vedere la televisione. Lei va a vestirsi in camera sua e ritorna con un vestitino leggero ma lungo fino alle caviglie e potevo solo apprezzare il suo sporgente culo ed il seno abbondante. Niente scollatura però! Lei si siede accanto a me e si appoggia alla mia spalla ringraziandomi per la settimana che passerà con noi. Poi si sposta per baciarmi sulle guance ed io mi trattengo faticosamente nel baciarla solo sulle guance perchè darei non so che cosa per infilarle la lingua in bocca ma almeno la abbraccio fortemente e le dico che sono felicissimo di averla qui con me e lì sento la pressione dei capezzoli. Intanto torna paola, mia moglie e prepara un ottimo pranzo. Dopo pranzo Michela fa molti complimenti a Paola ed io avevo notato che la ragazzona è una "buona forchetta" e poi, forse per la lunga passeggiata in città al pomeriggio, a cena mi mise quasi pensiero per quanto si era divorato ma invece passò la notte benissimo. Al mattino Paola va al suo lavoro così accompagno Michela ad un altra visita della città. Il pomeriggio andiamo tutti e tre al cinema dove ci divertiamo molto e, alla sera, altra cena pantagruelica che Paola prepara meravigliosamente e Michela "non perde un colpo"!
Il mattino seguente Vedo Michela alzarsi tenendosi la pancia con espressione di sofferenza sul viso e le domando cosa non va, dove mi risponde di non essersi ancora liberata nella pancia. Colgo la palla al balzo, ... non aspettavo altro ..., dico a lei che noi ci liberiamo spesso con l'aiuto di un clistere ( e infatti il clistere fa parte dei nostri giochi erotici! ), così, dopo un convincente discorso, riesco ad accompagnarla in camera sua, dicendole di stendersi sul letto con il sedere scoperto per praticarle il clistere. Vado in bagno, riempo la pera di gomma da due litri e, preso il tubetto del gel, vado dritto da lei che trovo stesa sul letto col vestito tirato sui fianche e le mutandine abbassate a mezza coscia. Che sudorino mi crea lo spettacolo! Con quelle cosce marmoree e le natiche polpose! Poso la pera e le allargo le cosce che accarezzo brevemente ma con tanta voglia di leccarle dalla figa alle caviglie, poi prendo il gel che cospargo col dito sull'ano che istintivamente si stringe e le infilo tutto il dito per ungerla anche dentro. Ungo la cannula rigida e grossa e gliela infilo dentro, lentamente, godendomi i suoi urletti di dolore. Quando è tutta dentro, faccio pressione sulla pera che manda dentro i due litri di acqua e camomilla. Lei geme per il dolorino creatole ma io le accarezzo le natiche rassicurandola che sto per finire ma starei lì a massaggiarla per ore ancora. Terminato il clistere lei sta per alzarsi ma la consiglio di attendere un poco e, posata la pera, la faccio girare a pancia sopra e la massaggio fino a scendere all'inguine e ... "involontariamente", le carezzo il pelo e le accosto un dito al suo grilletto che subito si drizza gonfiandosi. Continuo a scendere un poco e le infilo il dito in figa e lei ansima e sbrodola succo di figa che mi bagna la mano ma continuo a toccarla e, fattomi coraggio, le vado a baciare i seni e lei s'irrigidisce ma io la stuzzico ancora al clitoride e poi risalgo alla sua bocca che apro con la lingua e le stampo un bacio che la fa tremare dal piacere rpovato. Le dico di spogliarsi tutta ed altrettanto faccio io poi le vado a leccare la figa e lei poco dopo mi scongiura di possederla ed allora le metto il cazzo in mano e le dico di metterselo in bocca e succhiarlo per poterla ben sverginare senza ostacoli. Lei mi fa un bocchino che rimarrà nella storia per come me lo ha praticato, così le appoggio il cazzo alle labbra vaginali e la penetro lentamente. Lei geme sempre più forte ed io ad un certo punto sento che sono arrivato all'imene e le dò un colpo secco che la fa urlare dal dolore. Inizio a pompare con foga e lei piange e ride insieme, dopo le sto per venire dentro, così lo estraggo e le schizzo la sborra sulla pancia e, messa su un dito glielo ficco in bocca dove ne sente il sapore. Rimaniamo abbracciati e lei d'improvviso scoppia a piangere presa dal rimorso della perdita della verginità e del voto di castità. La conforto accarezzandola e facendola ragionare che è doveroso nella vita provare i piaceri del sesso e poi decidere sulla strada da percorrere. lei mi fissa negli occhi e mi dice che in tutta la settimana avrà tempo per decidere se confermarsi suora o uscire dal convento.

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