Un casuale incontro al bar 4.

di
genere
etero

Con la chiamata di Milena, ci accordiamo per incontrarci in pomeriggio ed il luogo è il bivio con la via del mare dove c'è un chiosco di bibite. La mia mattinata, fortunatamente, va a gonfie vele e si conclude con quattro contratti con nuovi clienti. Quel giorno pranzo su una trattoria mai frequentata e, oltre ad averci mangiato benissimo, ci trovo una cameriera che è il sosia di una nota attrice: una gran figa! La sventolona mi serve trattandomi benissimo e quasi mi convinco che ha un particolare interesse di me, infatti dopo mi metto ad osservare come si comporta con gli altri avventori e, pur rimanendo sempre gentilissima con tutti, non ha l'occhio particolare come con me. Le chiedo il nome e mi risponde Amanda. Le rispondo che il suo nome è tutto un programma perchè lei è veramente una donna che non si può non amare. Mi sorride e, dopo avermi servito il caffè, mi chiede cosa può offrirmi come "ammazza caffè" ed io decido una grappa. Dopo la grappa mi porta il conto e depenna il caffè. La ringrazio e le chiedo se la ritroverò tornando lì e lei scrive il suo numero diretto per incontrarci al di fuori del lavoro. La saluto e vado via. Alle tre sono al bivio concordato e vedo arrivare la cabriolet di Milena che si ferma al mio fianco e mi dice di seguirla. Partiamo e, dopo un giro abbastanza lungo, arriviamo ai villini sulla collina. Lì capisco che tra madre e figlia, magari a reciproca insaputa, consumano lì i loro incontri galanti. Entriamo in casa e vedo un fermaglio per capelli che Beatrice portava l'altro giorno. Rapidamente me lo ficco in tasca ed andiamo dritti in camera da letto. Lì lei si spoglia completamente ed io la seguo denudandomi velocemente. Ci abbracciamo, baciamo in bocca, poi la prendo in braccio e la depongo sul letto e la faccio girare con le gambe a penzoloni fuori dal letto. M'inginocchio e le divarico le cosce morbide, burrose, eccitantissime, da farmi già addrizzare il cazzo e le vado a leccare la fighina già bagnatissima di umori. Salgo a mordicchiarle il clitoride e le infilo l'indice in figa, sditalinandola a ritmo sostenuto. Vado più su e le bacio i capezzoli succhiandoli poi con passione e, girandola di fianco, mentre la bacio in bocca, le infilo un dito nel culo facendola sobbalzare dal dolore che le provoca un urletto per me eccitantissimo. L'abbraccio ai fianchi e, allargandole le cosce ancora di più, le infilo il cazzo in figa e lei emette un lungo gemito di dolore misto al piacere. Mi dice che era tanto tempo che non scopava ed ora voleva godere tante di quelle volte da rimettersi in pari con i giorni saltati. Le promisi che col tempo avremmo recuperato ogni attimo. Quella volta la scopai per tre volte senza farle prendere fiato ed infine le preparai il culo con l'aiuto del burro preso in frigo e l'inculai anche lì tre volte e terminai il mio repertorio venendomene solo due volte ma la quantità era sempre abbondantissima e la coprii di sborra anche sui seni. Sfiniti ambedue, ci facemmo una doccia insieme e ci rivestimmo, lasciandosi con l'accordo di sentirci e rincontrarci. Lei rimase a mettere a posto la camera da letto ed io andai via. Data l'ora pensai di lavorare ancora un poco ma poi ci ripensai ed andai dritto a casa dove, sdraiato sul divano, pensai ad Amanda, la cameriera gran bona. Le telefonai e mi disse che al mattino era libera fino a mezzogiorno, così decidemmo di risentirci per le nove. Erano quasi le nove ed io ero pronto per muovermi ma lei chiamò e mi disse che a casa sua c'era sua sorella con i figli perciò l'incontro saltò. Provai a chiamare Milena ma al suo cellulare non rispondeva, così provai col fisso ma rispose Joselita ed io mi presentai e lei mi disse che in casa era sola perchè erano tutti e quattro fuori per l'intera giornata e non tornavano a cena. Le proposi di venire da lei ed accettò subito. Giunto lì in poco tempo, vidi Joselita attendermi sul viale d'ingresso che venne subito ad abbracciarmi e baciare. Entrammo abbracciati in casa per finire dritti alla camera degli ospiti. In un attimo eravamo nudi tutt'e due ma lei era bellissima, arrapante da causarmi un'erezione da paura. Indossava reggiseno rosso, slippino rosso e calze e reggicalze bianchi. Lo slippino era intriso di umori e lei ansimava da farmi diventare come un toro che è alla corrida ed io la sdraiai sul lettone sfilandole gli slip e, senza esitare, le infilai il cazzo in figa pompando con gran colpi che la facevano sobbalzare e sussultare gemendo. La scopai senza freni e le sborrai tutto dentro. Dopo che ci fumammo una sigaretta, mi misi a leccarle la figa ed il buco del culo per poi incularla e sditalinandole la figa. Le sborrai dentro anche dietro e lei urlava dal piacere, certa che nessuno la avrebbe sentita. Quella mattina scopammo fino all'ultima goccia di energie e, giunti a mezzogiorno le proposi di andare a pranzo insieme fuori casa ma lei mi propose di farmi assaggiare cose che senza dubbio non conoscevo e si mise a cucinare un piatto classico del Brasile: "arroz e feijon" per la cronaca italiana : riso e fagioli. Squisitissimo! Seguì una carne in umido coperta di farina di manjoca contorno di Jilò, verdura simile alla nostra melanzana. Infine un dolce di frutta che lei preparò in pochissimo tempo. Fu un pasto indimenticabile che terminò col caffè del Brasile, assai gustoso ma assai leggerino. Mi offrì poi un bicchierino di Casciassa, che è un liquore di zucchero di canna assai alcoolico. Poi, per completare l'opera, mi preparò la kaipirina, una bevanda composta di Casciassa, limone, ghiaccio e zucchero di canna. Quel liquore che scendeva giù come acqua fresca, mi mise fuori gioco: dormii per più di due ore! Dopo la dormita ci facemmo una doccia insieme e riprendemmo i giochi a letto ma, verso le sette, m'inventai un appuntamento di lavoro e, dopo baci e promesse di rivederci ancora, me ne andai via.
scritto il
2019-01-19
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