Silvia degli ulivi

di
genere
etero

Una giornata estiva come un'altra qua in campagna, in mezzo al verde, ai campi, agli alberi, ai prati alla natura. Mi sto dirigendo in macchina a casa di Silvia, una donna sulla cinquantina molto bella, bellissimo fisico super curato, molto dedita allo sport e allo yoga, capello biondo scuro e occhi verdi, magra e definita. Discretamente alta e con un sorriso indescrivibilmente seducente, bello pieno di vita e più attraente di una grossa elettro-calamita. Ha una piccola tenuta in mezzo al verde, un posto oltre che molto pittoresco estremamente carino e accogliente. Una bellissima casa tipo fattoria, collocata in una zona sopraelevata nella campagna veneta, colma di vegetazione e circondata da un grazioso uliveto. Spesso mi invita a casa sua per darle una mano con gli ulivi, le rose, l'orto o semplicemente per farle compagnia, in cambio di un delizioso pranzo o cena a seconda dell'ora. La giornata si preannuncia stupenda, un sole di Giugno brucia alto nel cielo, delle nuvole nemmeno l'ombra lontana e tira un leggerissimo ventilo fresco che porta ristoro e risveglia i sensi. Sto guidando oramai da 35 minuti, manca poco per arrivare da lei, lascio la strada principale asfaltata e mi immetto in una stradina sterrata secondaria, che dopo qualche tornante e curvetta mi avrebbe portato davanti al cancello della sua meravigliosa e quasi poetica oserei dire casa di campagna. Ero vestito con una camicia bianca, un paio di pantaloni beige con la cintura in cuoio di colore marrone e ai piedi un paio di Converse All Star bianche basse, indossate senza calzini. Arrivo al cancello, le mando un sms dicendole che sono arrivato, lei senza nemmeno rispondermi apre il cancello elettricamente ed entro con la macchina. Parcheggio al solito posto, scendo e mi incammino verso la casa. Ad un certo punto la vedo, la china su un cespuglio di rose, come sempre a piedi nudi, vestita con un leggerissimo abito bianco di cotone, lungo fino alle caviglie, con un cappello di paglia ampissimo, i guanti verdi da giardinaggio, la paletta, il concime e un annaffiatoio da 5 litri d'acqua. Mi fermo un istante per sfilarmi le scarpe e camminare verso di lei scalzo, con le scarpe in una mano, sorridendole mentre con l'altra le facevo un cenno di saluto. Lei si ferma, lascia cadere la paletta e il concime, mi fa uno dei suoi indescrivibili sorrisi e mi corre in contro come una ragazzina di 15 anni che rivede il fidanzato dopo settimane. Mi si getta al collo baciandomelo come ha sempre fatto e come anche io del resto ho sempre fatto con lei, mi saluta con un :"Ciao Stefano! Come stai?" e così iniziamo a parlare del più e del meno. Intanto ci sediamo ad un tavolino sotto il porticato, lei porta un paio di birrette gelate, e sorseggiandole seduti sullo stesso divanetto mi dice più o meno cosa c'è da fare in giornata con gli ulivi ecc... Mi racconta di un nido che ha trovato su uno degli alberi e della necessità di levarlo da lì visto che c'erano le uova e non voleva danneggiarle con i pesticidi. Così senza indugiare oltre ci alziamo e andiamo a vedere di porre rimedio a questa cosa. C'era già una scala a pioli sull'albero, Silvia mi ci accompagna e inizia a salire sulla scala, dicendomi di seguirla che mi faceva vedere il nido. Io noto subito mentre sale, dopo le piante dei piedi nere (causa del fatto che lei la vivesse sempre scalza) la bellezza delle sue cosce e dei suoi polpacci. La definizione incredibile dei suoi muscoli e la bellezza delle sue gambe. Salendo ulteriormente però con estremo stupore (o forse non proprio) mi rendo conto che sotto quel delizioso vestitino di cotone bianco sporco, non portava alcun tipo di biancheria intima. Si vedeva perfettamente un delizioso cespuglietto di pelo castano scuro che orlava le sue grandi labbra scure, così belle, grandi ed invitanti. Così mi sono inerpicato su per la scala un piolo alla volta, fino ad arrivarle sotto. Evidentemente lei deve aver intuito la mia esitazione contemplativa, perché è rimasta in silenzio fino al mio arrivo dietro di lei. Nel frattempo però la visione di quella meraviglia aveva causato in me naturalmente l'effetto più ovvio di tutti, ovvero avevo un'erezione notevole. Era bello duro sotto i pantaloni, lottava con il tessuto delle mutande e il cotone dei calzoni per farsi strada ed uscire e soddisfare le sue voglie carnali più che giustificate. Lei mi fa vedere il nido e dopo avermi spiegato brevemente il datarsi si accinge a scendere, senza preavviso operò così da sfregarsi toccandomi, il pene con il suo delizioso culetto sodo. A quel punto sentendo la mia solida e pronunciata protuberanza si volta con sguardo sexy e da "ragazzina innocente" e mi chiede cosa ci sia di bello la sotto. Io senza girarci intorno le racconto tutto soprattutto cosa avevano visto i miei occhi e lei mi risponde: "Non è che ti piacerebbe guardare meglio?" Detto questo si alza la gonna fino all'ombelico e si sporge in avanti così da permettermi una visuale idilliaca non solo sulla sua meravigliosa figa "natural" ma anche su quel delizioso buchino nero come la pece che aveva dietro... Io non ci capivo più nulla. Qualcosa ha preso il controllo delle mie azioni, come avessi inserito il pilota automatico: faccio due gradini in giù e inizio a baciarla sull'interno coscia in ambo le parti per poi risalire rapido su verso i due deliziosi orifizi oggetto di ogni mio più intimo e disinibito desiderio. Inizio ad approcciare dapprima il suo ano stretto e caldissimo, dal sapore dolciastro ma estremamente gradevole, per poi spostarmi verso il basso e trasferire le mie bagnatissime attenzioni "linguistiche" sulle sue grandi labbra circondate dal suo delizioso ed odoroso boschetto personale. I miei sensi vengono pervasi da sensazioni, odori, sapori e perfino colori che combinati insieme mi teletrasportavano in una specie di paradiso della lussuria e del desiderio esaudito. Diciamocela tutta, stava sempre in campagna, in mezzo al verde, alle piante ecc... Non era propio una fan del bidet ecco, l'ho detto! Però era comunque un qualcosa di speciale e di caratteristico. Femmina allo stato brado, donna autentica e genuina, non per tutti i palati, ma solo per quelli più decisi, disinibiti, amanti del vero, del forte del sapore e delle sensazioni travolgenti. Un aroma di pesce misto urina misto femmina eccitata e vogliosa di darsi senza ritegno, senza riserve senza risparmio. Comunque buonissimo. Richiama la più ancestrale e bestiale voglia di riproduzione di scopata all'ultimo sangue senza precauzioni pensieri o remore. E io mi ci stavo ingozzando come un animale rabbioso affamato assetato e bisognoso. Leccavo, mordicchiavo succhiavo ingoiavo. Esitavo pochissimi istanti giusto per dare anche ai miei occhi desiderosi di spettacolo la loro parte. Vedere quei filamenti densi e biancastri colare giù filando per poi appiccicarsi alle cosce prima di essere celermente catturati dalla mia avida lingua cacciatrice. La faccenda si è protratta per diversi minuti ed è terminata solo quando lei spaccata un due da un orgasmo violento, ancestrale, bestiale ed animalesco non è quasi caduta dalla scala sopra di me. Per fortuna ha trovato appoggio sul mio corpo e abbiamo scongiurato il peggio. Gemendo e mugugnando scende e come una furia si volta verso di me e mi infila tutta la lingua che aveva a disposizione in gola, per gratificarmi del meraviglioso orgasmo esplosivo che le avevo regalato pochi istanti prima. Le nostre lingue risono rincorse, prese, lasciate e ancora riprese e avvinghiate ancora per qualche minuto in una limonata memorabile. Il suo sapore senza filtri di donna arrapata pervadeva entrambe le nostre bocche e ci inebriava ed eccitava a livelli difficilmente spiegabili a parole. Senza perdere altro tempo e con una certa irruenza si strappa di dosso il vestito bianco lasciandolo cadere a terra, scoprendo tutto il suo corpo abbronzato dal sole dei campi, svelando il suo meraviglioso piccolo seno e rivelando un paio di ascelle non depilate ma ugualmente naturalmente sexy ed attraenti. La vera donna, autentica, selvaggia al naturale. Ognuno ha i suoi gusti naturalmente ma per me nulla può battere una donna del genere, mi dispiace. Sarò un pazzo, un misero, uno schifoso, un poveraccio, non mi interessa. Io per una così farei qualunque cosa... Rapidamente (ma meno violentemente) mi denudo anche io, ed iniziamo ad abbracciarci e a toccarci freneticamente in ogni dove. Lei ad un certo punto me lo prende in mano, con vigore deciso, come avrebbe afferrato una carota di 18 cm fatta però di carne muscolo e sangue. Inizia a segarmelo dapprima teneramente e con estrema dolcezza, poi sempre più intensamente man mano che i miei umori lo inumidivano e lubrificavano via via sempre più. Fino quasi a farmi gemere di dolore. A quel punto mi fa distendere sulla schiena e con prepotenza mi sale sopra infilandosi nel mio cazzo come avrebbe potuto fare un arrosto sullo spiedo, iniziando a scoparmi e a cavalcarmi come se fossi un cavallo da tiro. Mi sbatteva come fossi un oggetto, il suo oggetto. Fino a che non prendo io in mano la situazione, e mettendole le mani sulle chiappe, stringendogliele forte come per ancorarmici la sollevo leggermente e inizio a scoparla con un incessante movimento di bacino, stile martello pneumatico. Continuo fino a sentire i suoi gemiti animaleschi sfondarmi i timpani, la vedo madida di sudore gocciolare sul mio viso, sui miei pettorali e addominali. Sento un fiume di odorosissimi quanto densi umori colarmi sui peli pubici e spandersi tra le mie cosce fino a colarmi sull'ano. Ad un certo punto ecco la magia, vediamo contemporaneamente, io dentro di lei in maniera indecente, lei sopra di me in maniera indegna. Continuo a fotterla violentemente e ad ogni colpo un mio fiotto di densissimo sperma le entra nell'utero e su per le tube. Continuano cosi per qualche interminabile manciata di secondi poi ci fermiamo, a contemplarci esausti, coperti di sudore sotto un sole inclemente estivo ma molto molto stimolante... Lei si sfila, si alza in piedi, mi porge una mano e mi aiuta ad alzarmi, ci guardiamo reciprocamente. Eravamo coperti di sperma liquido vaginale vario, sudore come se fossimo stati buttati in acqua e terra che mischiatasi ai liquidi sopra citati si era trasformata in una leggera patina fangosa. Sembravamo quasi due primitivi che si erano appena dati ad un selvaggio accoppiamento con esito assai positivo. Siamo scoppiati a ridere. Senza nemmeno considerare i vestiti ci siamo incamminati verso casa dove ci siamo soffermati a bere un sorso di birra fresca prima di dirigerci insieme naturalmente verso la sontuosa doccia circondata da mosaici stupendi di uno dei bagni della casa. Una doccia molto romantica e rinfrancante, una dolcezza quasi opposta alla foga selvaggia assetata di sesso e amplessi di qualche decina di minuti fa. Insaponarsi a vicenda tra schiume profumate e bolle colorate non aveva prezzo. Un rapporto oserei dire perfetto completo al cento per cento e realmente genuino, come io ne vado pazzo e come per me dovrebbe sempre essere... Il resto del pomeriggio lo abbiamo passato scalzi e completamente nudi a prenderci cura del suo splendido uliveto. Un posto magico che riserva sempre delle meravigliose avventure ogni volta che ci metto piede...

Spero vi sia piaciuto il racconto, forse (piccola auto critica) sono stato un tantinelllo prolisso nella descrizione iniziale, però a mio parere è necessaria per dare al lettore una visione scenografica del contesto, che secondo me in un racconto è assai fondamentale. Detto questo aspetto una valanga di commenti se potete per piacere. Non importa se positivi o negativi l'importante è che li facciate, perché servono moltissimo per migliorarsi che è proprio quello che voglio fare nel mio caso. Grazie mille a tutti in anticipo!
di
scritto il
2018-11-19
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