La mietitura

di
genere
incesti

I miei genitori erano due contadini, ma dopo la morte di mio padre mia madre ha ceduto a Giovanni ed alla sua famiglia la mezzadria dei due fondi. Noi ci limitiamo a pertecipare al raccolto per controllare gli eventuali braccianti e la spartizione. Lavoriamo anche noi ma piu' per piacere che per obbligo. Ora che e' tempo di mietitura mia madre spigola dietro sei braccianti ed io con Ennio, il figlio dei mezzadri, trasporto il grano sull'aia a dorso di asino. Sull'aia ci aspetta Giovanni e sua moglie e si occupano della trebbiatura. Lasciata mia moglie infedele sono tornato a respirare l'aria di casa, la campagna fiorita e generosa le cose semplici dei contadini e la spensieratezza lontana da inquinamento atmosferico e intellettuale. In campagna si gode la vita senza porsi domande, si vive alla giornata e si gode la vita nella sua pienezza. Si vive la vita seguendo il proprio istinto. Ed il mio istinto mi fa ammirare il bel culo di mia madre mentre china raccoglie le spighe che i mietitori lasciano cadere. Le calze grosse scoprono le cosce nude fino all'attaccatura dei glutei e lei sorride agli operai che la guardano e ne apprezzano la bellezza da contadina florida e prosperosa colle poppe che tracimano dalla generosa scollatura. Caricato l'asino dei covoni io ed Ennio ci incamminiamo per l'aia distante tre chilometri dal fondo e prima di oltrepassare il varco d'uscita il mio amico mi indica mia madre che, credendo di non essere vista da me e da Ennio, si siede su un covone mentre un bracciante le si inginocchia davanti ed affonda il viso tra le cosce. Dopo un po' mia madre appoggia il petto nudo sullo stesso covone mentre il bracciante la penetra alla pecorina. L'uomo estrae il cazzo ancora duro e prima che si allontani ecco un altro prendere il suo posto e la fotte. Lascio che Ennio faccia un viaggio da solo e spio mia madre che uno dopo l'altro si fa i sei operai per ben due volte. All'inizio mi ha dato fastidio vederla sotto gli affondi degli estranei ma poi e' prevalsa la bestia che regna in ognuno di noi e ho visto lei come donna e come tale bisognosa di affetto e vogliosa di dare piacere. Da bambino ho spiato tutti i suoi incontri sessuali coi vari amanti che si sono succeduti negli anni e mi ci ero abituato ma essendo stato separato da lei per circa tre anni ne avevo perso la memoria e credevo che ormai sazia avesse rinunciato agli eccessi. Invece nulla e' cambiato e ho ritrovato una mamma piu' carnale e piu' puttana di prima. Il giorno dopo i braccianti sono partiti i mezzadri trebbiano sull'aia ed io faccio compagnia a mia madre che finisce di spigolare. Vista da dietro mia madre e' uno spettacolo. Le gambe affusolate inguainate in grosse calze per non ferirsi rette da elastici che lasciano le cosce scoperte vicino alle mutande, china ricorda una provocante posa di accoppiamento, i seni procaci tracimano dalla scollatura e lei non si cura di rimettere a posto visto che sono il solo maschio nelle vicinanze. Io mi dimentico che e' mia madre e rivedo la troia che il giorno prima si e' fatta sbattere per ben due volte da ognuno dei sei braccianti. Sto male tanto il cazzo tira. Il desiderio di una donna si fa sentire. Fosse stata li mia moglie le avrei perdonato le corna per fotterla. Faccio fatica a controllare l'erezione e piu' di una volta mi trattengo dallo sbatterla per terra e chiavarla come ho visto fare il giorno prima da degli estranei. Mia madre continua a raccogliere le spighe ed io le ronzo intorno senza pero' decidermi a saltarle addosso e violentarla. Minghia che voglia che ho. Mai cosi eccitato, aizzato dal bel culo proteso e dal ricordo delle chiavate di ieri. Mia madre non sembra accorgersi di essere concupita. Strizzo la patta gonfia per controllare l'erezione e cerco di non sborrarmi addosso. Sediamo sui gambi di grano tagliati per consumare un frugale pranzo. Il mio pensiero e' solo per la donna che mi sta difronte. Colle gambe accavallate stringe tra le cosce una fica profumata e vogliosa che sogno da una vita di penetrare. La base dei seni invita a baciarli ed io non faccio altro che fissarli. Mangio controvoglia, col desiderio di fottere che mi ritrovo l'unico cibo che vorrei consumare e' la fica cruda. Finito di mangiare mia madre si arrampica su un fico per raccoglierne di bei maturi. Alzo lo sguardo e vedo in mezzo alle cosce aperte le mutande che coprono a stento una fica pelosa. Mia madre abbassa lo sguardo e vede che sto schiacciando l'inguine per soffocare l'erezione spasmodica che mi fa soffrire. Si acccorge che guardo fisso tra le sue cosce, incantato da quel poco che vedo. - Cosa guardi, porco? Stringo in mano il cazzo gonfio e spingo il bacino come per offrirglielo. Sono sudato e non riesco a spiccicar parola. Continuo a massaggiare il cazzo convinto di aver sognato la sua voce piuttosto che sentirla in realta'. Per non perdere l'equilibrio apre di piu' le cosce ed i peli escono incolti a ornare il bordo delle mutande di pizzo bianco. - Ma cosa fai? Il mio corpo e' proteso a godere lo spettacolo mentre il mio incoscio possiede la femmina. Non mi rendo conto di aver estratto il cazzo in pieno turgore e lo smanetto mentre lei cerca di colpirmi con dei fichi lanciati maldestramentre. La vedo abbracciare il tronco e lasciarsi scivolare per raggiungermi. Strusciando contro la pianta la gonna si e' arrotolata in vita ed il bel culo bianco avvolto dalle piccole mutandine mi viene offerto in tutto il suo splendore. Prima che raggiunga terra le avvinghio i fianchi e le strappo di dosso le mutande riducendole a brandelli. - Ma cosa vuoi fare, porco, lasciami stare. La sua voce e' stridula ed invece di calmarmi non fa altro che eccitarmi ancor di piu'. Il cazzo sembra un ariete pronto a sfondare la porta della fortezza. Avvinta alla pianta serra con forza le cosce ma io usando il ginocchio gliele apro e riesco a fotterla, la penetro col cazzo finalmente. Finalmente son dentro di lei. Allenta i muscoli, sospira e mi chiede di fare piano, per la fretta le ho infilato il cazzo senza inumidirlo. Piega le gambe apre di piu' le cosce e si lascia penetrare fino in fondo. Spinge verso di me il culo ed io preso dalla posizione per anni sognata le annaffio il ventre del mio seme. - Perche' lo hai fatto? perche'? Resto dentro di lei e continuo a stantuffare col cazzo piu' duro di un pezzo di legno. Lei continua ad ingiuriarmi ed a chiedermi perche' l'ho fatto ma le sue mani mi trattengono per i fianchi perche' non mi allontani. Adesso e' distante dalla pianta e riesco a scoprirle i seni e li sto massaggiando alternando le strizzate ai capezzoli e lei continua a pregarmi di non farle male mentre china sopporta il mio peso colle mani appoggiate sulle ginocchia. Le succhio il collo le bacio la schiena e mentre ripete che non dovevo si lascia scivolare a terra ed io sopra di lei. Il bacio e' passionale e le lingue si succhiano avidamente e sempre ripetendo che non dovevo e invitandomi a far piano mi fa stendere su di lei e lei stessa guida il cazzo nella fica profumata e pelosa. Dio sto chiavando mia madre. Dio, staro' mica sognando. La bacio la succhio le carezzo e quando le infilo un dito nel culo la sento godere e di riflesso le allago la fica di caldo seme. Mi trattiene dentro avvinto ai fianchi dalle gambe e la sento fremere scossa da continui orgasmi. Il cazzo molle le scivola fuori e ripetendo la cantilena del perche' lo abbia fatto mi si inginocchia accanto e lo pulisce colla lingua intanto che lo sperma misto all'umore vaginale le cola lungo le cosce e forma sulla paglia una chiazza gialla. - Guarda cosa hai fatto, maiale. Il viso paonazzo le labbra sensuali lo sguardo di fuoco continua a succhiare il cazzo benche' ormai abbia perso il suo vigore. Indossa le mutande ridotte a brandelli e che lasciano praticamente la fica scoperta. Io sono attratto dai seni che pendono liberi coi capezzoli ancora eccitati. Ne afferro uno succhio l'altro e le infilo un dito in fica. La troia si lascia fare, il piacere e' palese tanto che ritiro il dito impregnato di umore mentre cogli occhi socchiusi in un soffio mi mormora: - Torniamo a casa che la notte ci aspetta. Eccola la puttana che ho inseguito da quando ero bambino. Io sono cresciuto sono diventato uomo e lei e' rimasta la troia di sempre.
di
scritto il
2011-05-16
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