Le disavventure giovanili di Gena. (2)

Scritto da , il 2018-08-10, genere prime esperienze

La perdita della verginità...

...Si addormenta insoddisfatta e sogna di un amante bello e delicato e la mattina non ricorda nulla, del sogno si intende, il resto è il carrettiere a ricordarglielo, la stuzzica, lei si avvicina ai due religiosi e trascorre la giornata appresso a loro.
La sera il carrettiere la bracca, lei si stende fra il padre e i frati, ma l'uomo approfittando del momentaneo allontanamento del frate anziano si insedia accanto a lei.
Al solito... dopo nel silenzio le si appoggia, le fa sentire che è eccitato, si abbassa i calzoni e lei di sua iniziativa senza essere costretta lo prende in mano, vuole sentirlo fremere fra le dita, ma gli sussurra...

"Solo questo... e poi te ne vai...".

Vuole sbrigarlo in fretta e poi avere pace, ma la sua mano a contatto con la grossa asta calda le trasmette una sensazione strana, forte, si inginocchia a lato del corpo dell'uomo e abbassa la testa, lo cerca con la bocca, lo annusa, sente quell'odore di cazzo non lavato, dovrebbe schifarla, invece è una ventata di eccitazione, non sa trattenersi... e mentre con una mano lo tiene per la base della verga e con la bocca lo succhia, l'altra mano passa sotto la cinta dei propri calzoni e si tocca, si strofina forte, si masturba con la mano aperta, sente le labbra esterne gonfie... le apre...
E... sente uno stimolo irresistibile, vuole alzarsi, scavalcare il corpo dell'uomo e sedersi su quel grosso cazzo gonfio... vuole sentire la cappella strofinare il suo solco... fermarsi proprio dove deve e infine farlo penetrare... entrare... violare, lo vuole dentro... fino al suo più intimo recesso!
Lascia il cazzo e con le due mani si allenta il legaccio che tiene stretto in vita i calzoni, li sta abbassando...
Quando la voce volgare... roca dell'uomo la blocca...

"Allora puttanello... che aspetti...? Fammi godere... e stavolta bevi tutto, devi ingoiarla la mia sborra.."

Si riprende Gena, riprende a ragionare, il momento pericoloso è passato, si abbassa nuovamente... e mentre lo fa godere... riprende a toccarsi e appena sente le contrazioni della verga... che sente prossima l'eiaculazione... si lascia andare e gode anche lei... mentre beve... ingoia la grande quantità di sperma che l'uomo le spruzza in bocca!
Si addormentano...
Poi nella giornata successiva il carrettiere lascia la compagnia, deve raggiungere la miniera di Brosso in Val Chiusella mentre loro proseguono per Aosta, Gena lo guarda allontanarsi con sollievo.
Durante la sosta di mezza giornata il frate giovane le si avvicina...

"Ti ho visto stanotte... ragazzo... non è bene quello che hai fatto..."

Ha un sobbalzo, si sente divenire di brace, cerca di discolparsi...

"Mi ha costretto... minacciato...".
"Non è bene lo stesso... la tua anima è in pericolo...".

E' sconvolta Gena e durante il pomeriggio lo avvicina...

"Voglio confessarmi frate... sono pentito... e voglio il perdono...".
"Stasera... figlio mio... all'inizio della notte ti ascolterò... ora vai in pace...".

Si fermano a Nus e prendono ricovero nell'ospizio, dopo il pasto si accovacciano sulla paglia, il frate e Gena vicini... sono una di fronte all'altro, sul fianco, il loro fiato si confonde.
La incoraggia...

"Dimmi... figliolo..."

Gena si apre, racconta che non è un ragazzo ma una donna, una giovanissima donna, racconta del turbamento... della tentazione avuta, del piacere provato, di cosa ha fatto e di come lo ha fatto, è un fiume di parole quello che esce dalla sua bocca, si libera l'anima.
Sente un rumore... qualcosa che sfrega sulla paglia, guarda fra loro e con estremo sbalordimento, sente più che vedere che il giovane frate si sta masturbando!!
Sente, vede la sua mano muoversi veloce mentre il viso accanto al suo è congestionato!
E' esterrefatta!
Era in fase mistica, si sentiva liberare dalle sue colpe e invece la realtà la riporta nelle mani del temuto demonio!
Le mani del giovane frate ora la sfiorano, cercano il seno costretto a forza dalla fasciatura, accarezzano il collo, le cercano la bocca, sente le dita sulle labbra Gena e si sente infiammare, un caldo anomalo le fa arrossare viso e petto... vuole ora, vuole, vuole tutto.
Ora i loro movimenti sono scomposti, frenetici, si tolgono in fretta i loro indumenti, scioglie la fasciatura sul seno... lo libera e subito le mani del giovane se ne impossessano, accarezzano le dolci mammelle, passano lievi sui capezzoli, li inturgidiscono, mentre il languore prende Gena, si abbandona alle sue carezze... inarca il corpo, glielo offre e quando le mani raggiungono il suo fiore illibato apre le cosce, lo sente mettersi fra le sue gambe... in ginocchio e sente la cappella liscia, dura, appoggiarsi al suo solco e spingere... spingere, e... infine lo sente dentro, lo sente sforzare, incontrare la sua verginità e con un colpo deciso... frantumarla, eliminarla e il dolore... il dolore! Il dolore che le fa emettere un forte gemito, mentre il giovane le mette una mano sulla bocca, poi i movimenti di lui, ripetuti... i suoi affondi, non sente piacere Gena, lo aspetta il piacere ma non arriva, anche se il dolore scema lentamente fino a diventare solo un bruciore, poi... i grugniti del giovane e i fiotti di sperma che la riempiono.
La notte è lunga e il giovane la cerca altre due volte, ora giocano prima e Gena prende confidenza con il corpo giovane, muscoloso, bello, maschio, di lui, inizia a conoscere il piacere del bacio, di perdersi, mentre sente la lingua, penetrarla, muoversi dentro la sua bocca, mentre lei la succhia.
Prende piacere dalle carezze, carezze che riceve su tutto il corpo, sul seno, sul ventre, sulle natiche e... inaspettatamente sente il piacere inondarla, mentre le dita di lui strofinano la sua conchiglia tenera, ne aprono le valve e sente le dita proprio lì dove ogni piccolo contatto la fa saltare, la fa smaniare... e tenendolo stretto... gode, gode a lungo e si ritrova ansante e bagnata di sudore.
Poi l'atto, la penetrazione, lunga ora, prolungata e sente calore, un piccolo dolore di fondo ma tanto calore ora e uno strano piacere, il piacere di darsi, di donarsi, di dare piacere, di soddisfare l'uomo.
Poi ancora una volta alla fine della notte e il piacere è più concreto ma non diventa il fuoco divoratore dell'orgasmo provato con la mano, resta giù sommerso fra le altre sensazioni, quella di sentirsi piena... di sentirsi amata.
I primi albori li trovano svegli, parlano ora, parlano di amore, le parole sono quelle che ogni uomo e donna conoscono, promesse, progetti, speranze.
Si levano, lei si rimette la fasciatura, non può lavarsi, forse durante la giornata sulle rive di qualche ruscello lo potrà fare.

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