Vic e Paola. Il gioco della seduzione.

Scritto da , il 2018-05-28, genere etero

Chi seduce chi?
Vero è che sedurre è un gioco affascinante, può dare più piacere che l'atto sessuale stesso.

Non è che Paola gli piaccia anche se è bella, la incontra per caso in Piazza della Dogana, non la conosce molto anche se hanno frequentato lo stesso liceo e ora l'università ma in classi e facoltà diverse. C'è stato, è vero, un episodio che li ha coinvolti, una festa e il tentativo di Paola di interessarlo, fallito... dato che lui era nel suo periodo swicht e non lo attiravano le ragazze.
Lei non l'aveva presa bene... il rifiuto aveva offeso la sua presunzione, nessun uomo aveva mai rifiutato di far sesso con lei. Nessuno.

Vic veste in maniera un po’ eccentrica, è bello è attira proprio per la sua ambiguità, alto… snello, il torace magro ma con i pettorali scolpiti che si intravedono dalla camicia di seta verde shock che tiene solo allacciata, i pantaloni a vita bassa, i capelli biondi… mossi.
Gli viene voglia di giocare un po'. Ha voglia di scoparsi una donna, lei...

Paola? Ha voglia di prendersi una rivincita.

“Vic… che ci fai qui…?”
“Ciao Paola… cercavo un amico, sai volevo sbolognargli un po’ di roba, vecchi cd… libri, a lui interessa… e io me ne devo liberare.”.
“Interessa anche a me…”.
“Vieni da me e scegli quello che credi…”.
“Sei solo? Mangia qualcosa con me, c’è mia madre e poi andiamo da te…”
La madre è la copia conforme della figlia, solo un attimo più formosa, più seno, più sedere.
Ambedue delle lingue taglienti.
Paola…
“Vado a casa di Vic... dopo, non preoccuparti per la mia virtù, mammina, perché a Vic non piacciono le ragazze, le sue preferenze sono per i bei maschi, non è così... Vic? Vero che ti piacciono i cazzi...?”.
E la madre…
“Paola... ma che modo di parlare è questo? Ma è vero, Vic? Ti piacciono i cazzi? Però! Che spreco… è un vero peccato, un così bel figliolo e sembri molto ben fornito sotto a guardarti il pacco che mostri, ma pazienza… così gira questo schifo di mondo…”.
E via di seguito per tutta la durata del pasto.
Vic se la ride, dentro di sé, vede già, sa già, cosa succederà.
Farà il culo a questa Paola e le farà molto male!
Dopo vanno a casa di lui, qui in camera, lei dà un’occhiata intorno e si butta sul letto, ha completamente le cosce scoperte e s’intravedono gli slip, poi lamentandosi del caldo si slaccia la camicetta mettendo in mostra il reggiseno dal quale emergono i globi sodi del seno.
Vic si mostra indifferente.
Lei spavalda vuole prenderlo in giro, stuzzicarlo.
“Ti spiace se mi tolgo la camicetta, fa così caldo…”.
Poi ancora…
“Ma veramente non ti piacciono le donne, ne sei sicuro…?”.
La domanda classica, Vic sa quanto è eccitante per una donna sedurre un gay.
Si mostra titubante… mente spudoratamente.
“Non sono mai stato con una donna…”.
“E con gli uomini cosa ci fai…?”.
Intanto si toglie la camicetta e si tocca i seni.
“Ma niente… cosa pensi…”.
“Ma non ti fa nessun effetto veder un bel paio di tette come le mie…?”.
Così dicendo libera due belle tette sode, con i capezzoli rivolti in su e si accarezza.
Si toglie la gonna e sposta il fondo degli slip, mette in mostra un filo di pelo e lo spacco appena socchiuso fra le cosce.
“E una bella fica così? Non ti viene voglia di scoparmela?”.
Sta giocando…
“Mi stai mettendo in agitazione…”
“Come quando sei con un uomo?”.
Intanto si toglie gli slip.
“Dai, vieni qui vicino, proviamo se ti fa qualche effetto, guarda bene la mia fica bagnata…”.
Si apre le grandi labbra, mette in mostra il suo interno di un magnifico colore salmone carico, il clitoride già turgido, è bagnata, eccitata, è da quando lo ha incontrato che lo vuole, che ha voglia.
Lui si avvicina e lascia che gli prenda una mano, una mano che lei si passa prima sui seni e poi lentamente sul ventre, fino a posarla sulla sua conchiglia.
“Dai… ora toccala leggermente, piano, prima fuori… siii! Così! Siii… lungo la piega delle labbra e ora premi, aprila… siii… sei dentro, dai… toccami… toccami e ora toccami il clito, siii… così… dai… ancora! Si… così… dimmi… vi toccate anche fra voi… fra voi maschi?”.
“Certo… ci baciamo e poi ci tocchiamo e facciamo l’amore…”.
“L’amore! Ve lo mettete nel culo, vuoi dire!”.
“Prima lo prendiamo magari in bocca… e delle volte veniamo così”.
“E io… ti faccio eccitare?”.
Non risponde e intanto continua a toccarla, le introduce prima un dito e poi due, con il pollice le titilla il clitoride, lei dimena il bacino e spinge verso la mano.
Prende a baciarle le tette, morde i suoi capezzoli e li tira con le labbra fino a farli indurire come due fragoline.
“Si, bravo… dai, continua così, vedrai com'è bello far l’amore con una donna…”.
Vic le lecca il ventre e prende a baciarla fra le cosce, la fica e lei sobbalza alle carezze della sua lingua, lui la penetra nuovamente con le dita e la mena fortemente.
Lei con la mano lo cerca, lo trova e si meraviglia di trovarlo duro, lo fa rialzare gli toglie i pantaloni, la camicia, sposta a lato il tanga nero che lui porta e emette un grido eccitato!
“E’ magnifico! Mai visto un cazzo così grosso e lungo, lasciamelo toccare!”.
Si mette in ginocchio sul letto e comincia ad accarezzarlo con le mani e poi con la lingua e con la bocca.
Poi tutta eccitata…
“Hai visto? Sono riuscita a fartelo rizzare…”
Poi… mentre allarga le gambe…
“Ora… mettimelo dentro, dai... fallo.. adesso… subito…”.
L’accontenta, la trova piuttosto stretta o è lui che è largo, ma lentamente riesce a penetrarla e inizia a montarla, le chiede se dove usare precauzioni e al suo no… si mette d’impegno per farla godere, alterna movimenti veloci ad altri lenti, muove il bacino, vuole inserirlo il più profondamente possibile.
E quando la sente godere, ripetutamente, si lascia andare, viene dentro di lei con dei ripetuti getti di sperma.
Restano ansimanti per qualche minuto, poi la accompagna in bagno, a lei sgocciola dello sperma fra le gambe, si siede sulla tazza, lui la guarda mentre fa pipì.
Il cazzo non gli si è ammosciato, è rimasto parzialmente eretto e tornati sul letto lei lo prende in mano e chiede…
“Dai raccontami cosa fate, dopo che ve lo siete preso in bocca…”.
“Dopo che ci siamo eccitati a sufficienza, quello che fa la parte, diciamo così femminile, lo prende nel culo”.
“Così grosso… farà male…”.
“No, non sempre, se si lubrifica e si penetra piano, quando è tutto dentro si comincia a pompare, prima piano per poi aumentare il ritmo…”.
Lei… mentre parla si siede sulla sua verga eretta e se la infila, si alza… su e giù, facendo forza sulle ginocchia, lui le stringe le tette… lei viene, gode… rovescia la testa, urla… geme… grida, poi si alza e si gira, mostrandogli la schiena, lui le mette le mani sui fianchi aiutandola ad alzarsi per poi farla abbassare con forza sul suo cazzo.
Con un pollice prende a toccarle il culo fino a penetrarla, sente che gode, pur restando in silenzio, non geme né mugola ora, ogni tanto si ferma completamente per poi riprendere il movimento di su e giù, poi… esplode il suo orgasmo, grida… smania, e i suoi… ancora… ancora... i dai… riempiono la stanza, la fa alzare e la dispone a pecora sul letto, lui in piedi, la prende per i fianchi penetrandola a fondo, con le mani le tocca il suo bel garofano, che ora è ricettivo e si lascia penetrare dal dito con facilità, entra nella figa fradicia e la monta a lungo a lungo, fino a godere, a venire dentro di lei.
Lei si distende nuovamente sul letto, Vic si sistema vicino a lei, lei mette la testa sul suo ventre e prende a guardarlo e poi a toccarlo.
“Ma io penso che prendere un così grosso affare nel culo faccia male, tu lo prendi?”
“Ho provato, ma preferisco metterlo e poi non è così doloroso, anzi quel po’ di dolore aumenta il piacere…”.
“E mentre lo prendi, ti tira il cazzo?”
“Si, altroché e di solito si viene masturbati da chi t'incula, così è anche con una donna, almeno credo, mentre sei nel suo culo, la masturbi…”.
Glielo prende in bocca, moscio e comincia a lavorarlo…
“Io ancora non ci tengo a farmi rompere il culo, ho paura del dolore…”.
“Hai delle riserve assurde, ti credevo più aperta, più disponibile a nuove esperienze…”.
“Ho solo paura del dolore….”.
“Ti atteggi a spregiudicata, ma lo sei solo a parole…”.
E poi ancora…
“E non sei curiosa di provare…?”.
Intanto il suo cazzo si è ripreso del tutto nella sua bocca, lei parla fra un’introduzione e l’altra…
“Si, mi piacerebbe… è che ho paura…”
“Farò piano, non sentirai male… solo piacere, te lo assicuro..”
Mentre le sfiora con le dita il suo buchino…
“No, non puoi chiedermi questo, non posso prendere questa bestia, camminerei male per una settimana…”
“Sentirai un piacere diverso, una cosa da provare… dai…”.
“No… no… sei un vero animale… un porco, promettimi che non mi fai male…”.
“Si... si… vedrai… solo piacere… solo piacere…”
E’ ritornato nuovamente in tiro… la rovescia quindi sul letto e la prende, le fa provare tutte le posizioni che conosce, quando pensa che sia sufficientemente eccitata la mette sul letto a pecora e le bacia a lungo il suo garofano, glielo lecca, lo bagna con la sua saliva… a lungo.
La sua intenzione è quella di prenderla senza lubrificante, sentire il suo fiore aprirsi a forza.
Ma non vuole punirla… no, ora non più, non vuole che soffra, cioè non più di tanto, farà davvero piano.
La abitua a sentire qualcosa di estraneo nel culo introducendole tutto il dito medio per poi penetrarla con due, la mena per un po’ così.
Lei ha la testa posata sul letto e ha divaricato le cosce, il suo culo è magnifico, sodo e maestoso, lui si mena nuovamente e mette in corrispondenza del suo garofano la cappella, la strofina a lungo e prende a spingere dolcemente ma fermamente per penetrarla, lei fa per ritrarsi… ma la prende fermamente per i fianchi mettendo maggior forza.
“Rilassati… lasciati andare, non contrarre il sedere, spingi in fuori e lasciami entrare, vedrai che sarà piacevole…”.
Sente il buco diventare più ricettivo e spinge ancora, ora la cappella è tutta inserita, fa quindi un paio di movimenti di introduzione per poi ritirarlo e inserirlo ancora di più, lei ha preso a gemere e non sembra tutto per il dolore.
Riesce ad inserirlo per buona parte dell’asta e inizia a pomparla, prima lentamente poi aumentando i colpi, ora con maggiore frequenza e forza, con una mano le masturba il clitoride, le introduce le dita a fondo.
“Ti fa male?” .
“Un po’… ma continua… non ti fermare! Dai… spingi, continua con la fica dai… fammi godere…”.
Prende ad sbatterla con maggiore forza, ora la verga entra tutta fra le sue natiche aperte, il suo buco prensile gli fa venire dei brividi di piacere quando sfila quasi la cappella per poi reinserirla nuovamente, esce… da lei e gode nel vedere il buco rinchiudersi per poi rientrare con forza e sentirla gemere.
Dura a lungo, ora è in un bagno di sudore, è in preda ad un raptus di libidine, entra e esce da lei, continuamente e con forza, fino alla conclusione!
L’orgasmo lo fa urlare mentre si svuota in lei, mentre la riempie…
Dopo, molto dopo… le chiede se le è piaciuto.
Ha goduto dice, bello.. da rifare, anche se il sedere le fa male, lo sente strano.
Le dice, bugia, che con lei ha goduto più che con tutti gli uomini che ha avuto fino a quel momento, che anche lui vuole rifarlo.
Per quel giorno è tutto…
Mentre la accompagna alla porta le dice che l’indomani nella mattinata porta a casa sua il cartone di cd, video e i libri scelti. Lei non sarà in casa, va con suo padre fuori città fino alle tre o quattro del pomeriggio, e raccomanda di non andare a casa sua prima delle undici perché a sua madre piace dormire fino a tardi…
Paola se ne va, è soddisfatta, le fa male dietro, ma il fatto di averlo avuto, di averlo goduto… la riempie di piacere, ci pensa… ci ripensa… è ancora eccitata, sente lo sperma uscirle dall'ano. E' contenta.

Ha sedotto un gay!

Vic… invece comincia a pensare alla madre, alla madre di Paola, quelle grosse tette… quel grosso culo, alla sua bocca spudorata, pensa già all’indomani, domani toccherà a lei…
E poi ancora a una professoressa, non che Vic sia vendicativo, no... ma tende sempre a pareggiare i conti in sospeso.

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