Halloween night in desperation

Scritto da , il 2017-11-02, genere pissing

Sono quasi le 19.30 e sto tirando con forza gli sfilacci della zucca da intagliare cercando di eliminare più semi possibili. Impreco mentre lei irrompe nella cucina.
"Hai finito?".
"No, sto cercando di svuotarla..", "per favore vai a prendere la candela intanto".
"Ok però dobbiamo muoverci".
Getto una rapida occhiata all'orologio e impreco di nuovo.
Dobbiamo andare a casa di alcuni nostri amici che hanno organizzato una festa e siamo decisamente in ritardo.
Finisco quindi in fretta l'intaglio della zucca e provvedo a metterci dentro una candela. Ci saranno dei bambini che apprezzeranno sicuramente la mia opera.
Mi avvio verso il bagno dove lei ha iniziato a vestirsi e scoppio a ridere vendendola entrare nel vestito da strega.
In realtà è bella lo stesso.
Il vestito nero la fa sembrare ancora più sexy, sopratutto dove la gonna finisce lasciando vedere i collant neri e gli stivali alti fino al ginocchio.
Si sta spazzolando i capelli biondi quando mi appoggio allo stipite della porta e la fisso ridendo.
"Cosa ridi? Voglio vedere te con quelli addosso", e indica il mio vestito nero e la parrucca fatta di lunghissimi capelli grigi.
"No, è che sei una strega tutta da scopare".
Mi sorride guardandomi dallo specchio e si mette il rossetto nero sulle labbra, in tinta con lo smalto.
Nonostante il colore macabro le sue labbra meravigliose vengono messe in risalto e vengo colta da un'ondata di desiderio.
"Ti puoi muovere?", mi incita di nuovo.
"Faccio la pipì, poi mi vesto" e mi siedo sul water mentre lei mi guarda scuotendo la testa.
Dopo circa mezz'ora siamo nella mia macchina. Io alla guida e lei seduta accanto a me con la zucca sulle ginocchia.
Attraverso la città e noto gruppi di ragazzini mascherati ai bordi delle strade che corrono ridendo con borsette e sacchetti in mano.
"Halloween è sempre stata una delle mie feste preferite" dico poi alzando il riscaldamento dell'auto. Fa freddo e c'è una nebbia fitta che cala sempre di più man mano che la notte si avvicina.
"Non è neanche una festa italiana" commenta lei con aria leggermente critica.
"Quindi? Se è un'occasione per divertirsi devo rinunciare solo perché non è italiana?".
Non risponde ma percepisco il suo sorriso.
Arriviamo davanti alla villa dei nostri amici e accosto la macchina lungo la via. Gli altri sono già arrivati.
Appena suono il campanello i due bambini vengono ad aprirci la porta vestiti da vampiri.
Inizia il coro dei "ciaooo", "che belliiii", "woww".
Siamo io, lei, una coppia etero con i bambini e altre due coppie.
La casa è stata addobbata a dovere. Ragnatele finte pendono dai muri, zucche adesive riempiono i vetri delle finestre, scheletri parlanti ripetono la stessa cosa appena li sfiori e una tavolata enorme è stata apparecchiata con tovagliette nere e tovaglioli arancioni.
Devono aver speso parecchio tempo per riuscire a fare degli addobbi così accurati.
"I bambini andranno via presto..." sussurra la proprietaria di casa riempiendoci il bicchiere con un aperitivo a base di Campari.
"Buono a sapersi" dico io per tutta risposta abbozzando un sorriso.
Ci sediamo davanti al caminetto mentre veniamo serviti con antipasti di tutti i tipi.
I bambini urlano e corrono per tutta la casa e, sebbene non li sopporti, mi fanno tenerezza quando si avvicinano alla mia strega sexy dicendo: "Tu sei una bella strega". Lei ride rispondendo con qualcosa che neanche capisco perché sono rincoglionita dal suo sorriso.
Dopo due tosti aperitivi ci sediamo a tavola dove i nostri bicchieri vengono nuovamente riempiti con un frizzantissimo prosecco.
Parliamo, scherziamo, ci si raccontano cazzate di ogni genere e sopratutto mangiamo fino a scoppiare.
Sono già le dieci di sera quando guardo l'orologio.
Devo andare in bagno ma non ho voglia di alzarmi dalla sedia, così decido di resistere ancora un po' e, senza pensare, ingurgito altro alcol.
"Bambini cosa ne dite di andare a nanna?" e così, finalmente, i due bambini se ne vanno a casa accompagnati dai genitori che ci salutano con due baci sulle guance.
Restiamo in sei. Tutte coppie.
Decido di prendere un altro po' di dolce/gelatina a forma di cervello e, la padrona di casa, ci porta dei bicchierini fumanti di Punch all'arancia.
Lei, seduta accanto a me, muove con impazienza le gambe strusciando i collant, poi si alza dicendo: "Devo fare pipì".
"Anche io" rispondo subito alzandomi e affrettandomi a raggiungere il bagno prima che lo faccia lei.
"Dai amore, me la sto facendo addosso". Mi volto a guardarla e noto che, fregandosene degli altri, si è palesemente messa una mano fra le gambe.
"Vieni con me allora".
I nostri amici ridono e suscitiamo frasi ambigue: "A fare cosa?", "Sarà che dovete solo pisciare".
Ignorandoli mi segue e ci chiudiamo nel bagno.
Mi guardo allo specchio e decido che è ora di togliermi la parrucca grigia. Nel farlo provo un immenso sollievo.
Butto la testa in giù liberando i miei capelli castani fino al quel momento stretti da un elastico e li scuoto con le mani. Lei, intanto, si siede sul water e inizia a fare lunga pipì sospirando.
"Ahh me la stavo facendo addosso", ribadisce strappando un pezzo di carta igienica.
Subito dopo di lei, tocca a me e assaporo il sollievo sentendola uscire con forza.
Una volta finito torniamo dagli altri e scopriamo che hanno finalmente tirato fuori l'erba.
Io mi sento già abbastanza ubriaca e so che un solo tiro potrebbe essermi letale quindi declino l'offerta mentre lei, sedendosi sul divano, si lascia passare la canna e fuma socchiudendo gli occhi.
Dopo un quarto d'ora è fatta e ubriaca mentre io mi riempio ancora il bicchiere.
"Ho voglia di scopare" mi dice in un sussurro.
L'erba evidentemente ha provocato lo stesso effetto anche nelle altre coppie perché si sono staccate dai dialoghi e stanno limonando senza ritegno.
Spinta dalle circostanze faccio lo stesso con lei. Mi appoggio sul suo corpo infilandole la lingua in bocca. Il rossetto mi si spalma sulle labbra mentre la bacio con un ardore sempre più crescente.
Quando mi fermo un istante a guardarla negli occhi vedo che sono rossi e semichiusi.
"Sei strafatta" dico sorridendo.
Ricambia il sorriso prima di dire: "E tu ubriaca".
Subito dopo mi afferra una mano e la fa scivolare lungo i collant, fino all'orlo del vestito da strega, costringendomi ad alzarlo un po'.
"Ci sono gli altri" dico.
"Non se ne accorgono".
Con la mano mi guida in mezzo alle gambe, fino alle mutandine e mi spinge le dita sul clitoride attraverso il tessuto.
Geme non appena lo sfioro.
"Shhh", le dico all'orecchio impaurita che gli altri si accorgano della situazione.
"Sono tutta bagnata" sussurra poi rivolgendomi un'occhiata piena di desiderio.
"Fammi sentire".
Spingendomi di più le dite attraverso le mutandine mi fa sentire la stoffa bagnata di umori.
Inizio a muovere il medio sul clitoride disegnando piccoli cerchi, lei chiude gli occhi appoggiando la testa al divano. Accentuo il movimento e aumento la velocità. Non può venire lì, se ne accorgerebbero tutti...ma posso farla arrivare al limite.
Tuttavia, dopo poco, mi ferma e mi guarda con aria disperata dicendo: "Aspetta...".
"Che c'è?".
"Mi sto pisciando addosso".
"Di nuovo?".
"L'alcol".
Prova ad alzarsi ma la costringo a stare giù.
"Ti prego, mi scappa da morire".
"No, resta ancora un po'".
Ricomincio a toccarle il clitoride attraverso le mutandine e i collant. Si lascia sfuggire un gemito appena udibile e io mi assicuro che gli altri stiano ancora limonando.
Insisto, insisto, insisto finché lei non mi afferra la mano sussurrando: "Sto venendo".
Mi fermo subito.
"No no, non possiamo qui".
"Non posso farci niente...". Osservo la sua espressione disperata e vedo il corpo scosso da brividi.
"Resisti, andiamo in bagno almeno...".
"No..non posso...", preme la mia mano contro la figa e le sue sopracciglia si inarcano in un'espressione di piacere mentre la bocca si schiude. Capisco che sta per gemere colta dalla prima ondata di orgasmo, così mi affretto ad appoggiare la mia bocca contro la sua soffocando il gemito.
Le ficco la lingua fino in fondo mentre la sento fremere ed esplodere fra le mie braccia.
Aspetto che l'orgasmo sia finito prima di staccarmi e sorriderle.
"Meglio?".
Mi rivolge uno sguardo assonnato prima di rispondere: "Sì...", poi si tocca la pancia aggiungendo: "Ho una pipì assurda".
A quel punto mi accordo che riscappa anche a me, quindi ci alziamo avviandoci nuovamente verso il bagno.
Quando poi si abbassa le mutandine vedo il liquido trasparente dei suoi umori e, mentre lei sta per pulirlo con della carta igienica, la fermo.
Passo un dito sulla sua figa e, bagnandomelo completamente, me lo metto in bocca succhiando avidamente.
E' leggermente salato ma è suo, ed è buonissimo.
"Voglio pulirti tutta io".
"Fammi fare la pipì...".
"No, prima te la lecco".
Mi abbasso e, mentre lei mi accarezza i capelli, io passo la lingua su ogni centimetro della sua figa ottenendo un risultato ancora più bagnato.
Nonostante i gradevoli gemiti di piacere, ad un certo punto mi ferma, annunciando: "Te la faccio in bocca se non ti fermi".
Rido e lascio finalmente che si sieda sul water ma, quando sta per farla, insinuo velocemente una mano in mezzo alle sue gambe piazzandomi proprio davanti alla figa.
"Cosa fai?".
"Falla".
"Togli la mano".
"No, falla".
"Ti prego...sta per uscire..".
Non finisce nemmeno la frase e un caldo getto di pipì mi inonda la mano. Esce con violenza mentre lei abbassa la testa a guardare quello che sto facendo.
Il mio clitoride pulsa come non mai mentre ascolto il sibilo della sua pisciata sbattere conto il palmo della mia mano.
Le allargo un po' di più le gambe per poter ammirare a mia volta lo spettacolo.
La sua figa depilata e bagnata, dalla quale esce un impetuoso getto trasparente che sbatte contro la mia mano. Ho una voglia di scoparla mai provata prima.
Una volta finito mentre io mi lavo le mani, lei si toglie le mutandine bagnate decidendo restare solamente coi collant.
Faccio poi per sedermi a mia volta sul water ma lei mi blocca.
"Per punizione non te la lascio fare", afferma guardandomi con aria sadica.
"Oh ti prego Mel, mi sto pisciando addosso".
Ed è vero. Sarà anche a causa dell'eccitazione ma ho una pipì terribile.
Nonostante le suppliche mi costringe a tornare in salotto senza averla fatta.
Gli altri stanno di nuovo parlando cercando di riprendersi dagli effetti dell'erba.
I bicchieri vuoti sopra la tavola sono innumerevoli.
Ci sediamo nuovamente sul divano e partecipiamo ai discorsi anche se io ho la vescica che scoppia.
Dopo mezz'ora mi giro verso il suo orecchio e, sfiorandolo con la bocca, dico: "Ti prego posso andare in bagno? Me la sto facendo veramente addosso".
"No.".
Provo ad alzarmi lo stesso ma mi stringe fortissimo il braccio facendo mi male.
"Mel piscio qua, non sto scherzando" dico sottovoce.
"Piscia qua..." risponde di rimando mentre un sorriso malefico le dipinge la faccia.
All'una e mezza di notte decidiamo di andare a casa. Nonostante le mie ripetute suppliche per usare il bagno, il permesso mi viene negato fino alla fine.
Salendo in macchina le consegno le chiavi.
"Guida tu, io non riesco a stare ferma".
Annuisce e si mette dalla parte del guidatore.
Siamo a un quarto d'ora da casa ma a me sembra un'eternità.
Dopo cinque minuti sento degli stimoli continui e violenti che mi fanno capire che sto per farmela addosso.
"Fermati! Me la sto per fare addosso".
"Non penso proprio".
Stringo forte le mani in mezzo alle gambe e cerco di resistere ma nonostante tutto sento già le prime gocce bagnarmi le mutandine.
"Ti prego, ti prego, ti prego!".
"Mi preghi?".
"Sì! Devo farla, non resisto più!".
"Hai fatto la maiala prima. Adesso ne paghi le conseguenze. E pregami più forte che mi piace quando lo fai".
"Sarà un litro di pipì, mi sta scoppiando la vescica. Per favore! Poi faccio tutto quello che vuoi".
Sorride e, allungando il braccio destro, mi infila una mano nelle mutandine facendomi sobbalzare.
"Sento che siamo anche bagnate".
Il contatto con le sue dita mi fa girare gli occhi dal piacere ma allo stesso tempo mi stimola ancora di più. DEVO. ASSOLUTAMENTE. PISCIARE.
Il suo dito raggiunge l'ingresso della mia vagina e ci si infila completamente facendomi gemere forte.
Tuttavia, nonostante l'eccitazione, non posso farci niente e un primo getto di pipì esce colpendole la mano e inondandola.
La toglie subito.
"Cosa fai? Mi pisci in mano?!".
"Mi scappa troppo, te l'ho detto che me la sto facendo addosso!".
Appena arriviamo sotto casa spalanco la portiera della macchina e corro verso l'ingresso. Lei però mi raggiunge e mi afferra da dietro bloccandomi.
Mi viene da ridere ma non posso, sono troppo disperata.
Le sue braccia mi circondano e mi premono la pancia mentre ascolto la sua voce sussurrare: "Girati". Volto la testa e trovo le sue labbra. Ci baciamo...e per me è troppo.
Inizio a farmela addosso lì dove sono, fra le sue braccia, davanti alla porta di casa.
La pipì è talmente tanta che crea un lago per terra bagnando anche il suo vestito da strega mentre, vergognandomi, appoggio il viso contro il suo collo e mi lascio andare con sollievo.
Appena finisco mi trascina dentro casa, lungo il corridoio, fino alla nostra camera. Lì mi strappa di dosso i vestiti e si alza il vestito mostrandomi la figa attraverso i collant.
Non ha tempo di toglierli o di abbassarli, il suo clitoride sta pulsando a mille e ha solo il tempo sufficiente di appoggiare la figa contro la mia attraverso il nylon.
Mi scopa, mi scopa con violenza.
Le sue mani sono sui miei fianchi, le mie gambe spalancate, il mio clitoride sbatte forte contro il suo e dopo pochissimo veniamo insieme mentre i nostri gemiti si intrecciano.
Accanto a noi, fuori dalla finestra, la zucca illuminata sembra sorridere della visuale...

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