Perché, a volte, il picchiare una donna non è solo opportuno ma necessario

di
genere
tradimenti

Nota dell'autore. Ho provato ad immedesimarmi nel protagonista ma proprio non ci sono riuscito, ho voglia di picchiarlo... di pestarlo fino a fargli riprendere il suo ruolo di uomo. E' una storia "quasi" vera, provo a scriverla interpretando lei... sbagliando senz'altro...



Quanto mi è diventato insopportabile!
E pensare che fino a poco fa lo consideravo l'amore della mia vita e ancora lo potrebbe ridiventare, basterebbe che tornasse a fare l'uomo.
Alla prima mia pazzia, avrebbe dovuto prendermi per i capelli, trascinarmi in camera da letto, riempirmi il viso di schiaffi fino a farmi sanguinare dal naso e dalla bocca, strapparmi gli abiti di dosso, togliersi la cinghia e frustarmi sul sedere fino a farmelo gonfio e dolorante e poi prendermi, prendermi violento, da bestia.
Invece mi guarda con la sua aria da cane bastonato.
Lui... un uomo grande e grosso, ricco e potente, mi... mi viene una voglia di umiliarlo, di farlo soffrire!
Perché non lo lascio?
Non lo so.
Perché l'amo ancora nonostante tutto?
Perché spero che cambi?
Non lo so.
Stiamo raggiungendo Cap d'Agde per una breve vacanza, ci siamo fermati in questo autogrill per mangiare un boccone.
A qualche tavolo da noi c'è un uomo che sta finendo di cenare, mi sta divorando con gli occhi, è un camionista, sta in canotta e mostra un torace pieno di peli neri, due braccia muscolose, una barba di diversi giorni, due occhi neri e incandescenti.
Un turco? Un albanese?
Mi intriga, il suo sguardo mi eccita, sento che il clitoride mi si sta inturgidendo e sento il solito umidore fra le cosce, ho voglia... ho voglia, ho voglia di un uomo e voglio umiliare questo lumacone che è diventato mio marito.
Guardo il camionista e gli mostro la mia disponibilità, gliela faccio capire, un sorriso, la lingua passata sulle labbra, lo sguardo che non si stacca da lui, non gli sembra vero! Mi vedo con i suoi occhi, una bellissima donna, ben vestita, giovane, accompagnata, che gli si offre, non crede alla sua fortuna.
Mio marito?
Non me ne importa nulla, da tempo faccio quello che mi pare, lui accetta tutto e accetterà anche questa pazzia altrimenti mi perde.
Mi alzo, non spiego né il perché, né dove vado, né quando tornerò'.
Niente..... neanche una parola.
Raggiungo il locale WC e aspetto, lui si precipita dentro, lo porto fuori, all'esterno giro appena l'angolo, ha capito tutto, sa di sudore, un odore che mi disgusta e mi eccita, non diciamo una parola, mi brancica dappertutto, mi strapazza le tette, mi palpa il culo.
Lo fermo.
-Andiamo sul tuo camion...-
Capisce, mi precede e usciamo sul piazzale, raggiungiamo un grosso autoarticolato, apre lo sportello e spingendomi per il culo mi fa salire, un odore di sporcizia, sudore, di mangiare strano, mi segue e mi prende, mi abbranca con un abbraccio da orso, mi abbassa le spalline del vestito e mi strappa il reggiseno, mi stringe i capezzoli con le sue dita enormi, mi morde la bocca, sento il suo fiato fetido, si apre i pantaloni e a fatica tira fuori un cazzo veramente enorme, mi prende la testa e me la tira sul suo ventre, mi costringe a prenderlo in bocca, sa di urina, non si deve esser lavato da una vita questo maiale, a fatica lo insalivo e provo a inserire questo mostro di cazzo, mi entra solo la cappella, gli lecco la corona, lo succhio, lui mi tiene forte per i capelli, mi guida dove vuole, vuole il piacere così, io vorrei questa mostruosità nella fica, vorrei sentir male, vorrei sentirmi rompere, ma mi adeguo, lo succhio, lo lecco, lo meno, gli stringo nella mano i suoi coglioni da mulo, li stringo e lo faccio gemere, sento che sta per venire, che sta per godere nella mia bocca, sento lo zampillare della sua sborra, sento che mi riempie la bocca e ingoio e ingoio, un sapore forte e acido, mi spinge la sua verga fino in fondo alla gola, mi causa un conato di vomito che controllo a fatica.
Mi tiene forte premuta contro il suo ventre fino a che lo sento piano piano perdere l'erezione, mi lascia andare.
Mi rialzo sempre tenendolo in mano.
Lui apre la tenda del loculo dove dorme e spunta una testa.
Si, un'altro uomo, un viso grasso e baffuto, rosso anzi paonazzo, apre tutta la tenda e vedo un corpaccione, grosso, una pancia voluminosa, i pantaloni aperti e un cazzo simile a quello che ho appena finito di succhiare, ma se possibile ancora più grosso,
A fatica discende dalla cuccetta, mi prende mi piega sul ventre del primo e sento le sua mani toccarmi, strappa lo slip e mi penetra forte senza il minimo cenno di esitazione, sento il suo dito dentro che mi rovista, che mi provoca altro miele che trasuda dalla mia fica eccitata, sento che sta sistemandosi e mi attira a se, il mio culo sul suo ventre, sento la punta, la sua cappella che mi cerca e lo aiuto, si... lo aiuto a trovarmi, mi tira a sé e entra, mi allarga, mi squarta da tanto è grosso, il mio culo ora è' contro il suo ventre, la grossa verga è tutta dentro di me e... e... inizio a godere, mentre lui mi alza e mi abbassa sul suo cazzo, godo e con la mano continuo a tenere il cazzo del suo compagno, cazzo che da segnali di ripresa.
Io?
Occhi chiusi e che sensazione di essere piena, che sensazione di essere aperta, che sensazione di essere sazia, che sensazione di essere puttana!!!!
Dal cervello scende un orgasmo infinito che mi fa letteralmente perdere il senso della realtà, ora e per il seguito della serata ragionerò solo con la fica, sento urlare l'animale che ho sotto di me, sento il tremito del suo pancione e mi sento riempire della sua sborra calda, poi infoiatissima riesco a girarmi e gli lecco il cazzone enorme, mentre il suo compagno riesce a ficcarmelo dentro e inizia a fottermi come un martello pneumatico, mi spinge il suo cazzo fino in pancia, mi sbatte il suo ventre contro il culo, sento i grossi coglioni sbattere sotto.
E quanto dura!
Una infinità e una infinità di volte mi fa venire mentre continuo a leccare l'altro cazzone.
Poi... poi... me lo mettono nel culo a turno, sento il mio anello cedere, sfrangiarsi e temo per la sua integrità, sento che me lo stanno demolendo, ma quanto godo, la mia sofferenza aumenta il piacere in misura esponenziale, mi sento gemere, urlare dal dolore e godere... godere!
Poi ancora... non ce la fanno più, sono ambedue soddisfatti, mi invitano a sgomberare, io chiedo loro dove vanno, mi dicono Marsiglia, al porto. Ridono, hanno là un mucchio di amici, mi chiedono se sono interessata ad andare con loro.
Scendo dal grosso veicolo, mentre loro si risistemano.
Lui?
E' là!
A fianco dell'automobile, in piedi, in attesa.
Lo raggiungo, apro il bagagliaio e prendo la mia valigia.
-Vado con loro, ti faccio sapere quando e dove venire a prendermi, quando mi sarò stufata ti farò uno squillo...-

E pensare che potrebbe riavermi, ancora adesso, dovrebbe solo riempirmi di botte, buttarmi a terra e prendermi a calci e chiamarmi cagna, cagna schifosa, puttana!
E tornerei sua... sua, sua! Deve solo farmi sentire che ci tiene a me.
Che lotterebbe per me, che rischierebbe la vita per me.
Farmi capire che non mi permette di comportarmi da puttana.
Farmi sapere che mi controlla.
E deve essere geloso.
E picchiarmi quando non gli ubbidisco, devo sentire che mi vuole sua, solo sua.

Tibet
di
scritto il
2017-09-03
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