La vera storia di Adamo e Eva

Scritto da , il 2017-08-29, genere comici

Davvero non capisco perché Lui si annoiasse tanto! Stavamo tanto bene da soli! Vero che il Paradiso Terrestre non era poi tanto divertente come credeva Lui, vero anche che tutto era meravigliosamente organizzato ma se fosse dipeso da me l’avrei fatto diversamente. Lui era comunque troppo schematico… o si faceva così come diceva Lui o s’incazzava in una maniera incredibile!

Poi? Quella sua mania di comparirmi all’improvviso per chiedermi le cose più banali? Una poi l’aveva proprio fissa, aspettava che mi distraessi e…?

Pfaff…!

Mi compariva di botto davanti!

-Chi è il Padre tuo?-

E io… via a rassicurarlo…

-Tu… sei il Padre… l’unico e il vero!-

-Mi amerai per sempre…?-

-Per sempre, Padre mio…-

E via che scompariva! Per magari tornare dopo una mezz’oretta, mi chiedevo come guarirlo da questa sua mancanza di sicurezza.

Ora nel Paradiso terrestre non è vero che ero solo, c’erano tanti tipi di animali, impossibile elencarli tutti ma erano mansueti e armoniosamente in pace, nulla di paragonabile a quanto avrebbero dovuto vivere dopo! Ma perché furono coinvolti anche loro nel disastro successivo? Non avevano colpe, ma Lui quando s’incazzava ci andava via di brutto!

Mi annoiavo… dopo la milleduecentotrentesima volta che rincorrevo le farfalle a perdifiato giù per i pendii dell’Eden arrivai compiutamente a chiedermi… ma che cavolo di vita mi tocca fare? Mi annoiavo a morte. Quale è il perché di tutto questo? E poi… tutto quell’amore? Quel volersi bene? Gli animali si accoppiavano con tenerezza e starli a guardare mentre godevano mi dava angoscia! Sentire quei versi, i grugniti e ansiti di soddisfazione?
Mi creava un’inquietudine profonda e notavo sempre più che mi mancava qualcosa tanto che alla prima occasione affrontai con Lui il problema…

-Padre mio…-

-Dimmi Adamo…-

-Non che io sia insoddisfatto… ma mi chiedevo perché ogni animale dell’Eden vive in coppia e io no?-

Si batté la mano sulla testa…!

-Ecco cosa mancava…! L’insieme è imperfetto! Manca la tua compagna…! E’ vero! E’ da un’infinità di tempo che sentivo che qualcosa non andava per il verso giusto e non riuscivo a capire cosa!-

Ora dovete sapere che a Lui piaceva giocare con il fango, si recava ogni tanto ad una pozza riservata per questo e qui componeva una forma animale per poi darle vita, veramente a volte sbagliava proprio e buttava tutto, in qual caso al solito s’incazzava! Tornava ad essere invisibile e faceva il broncio per giorni e giorni!

Mi chiese…

-E come la vuoi la tua compagna, Adamo?-

E che ne sapevo io?

Non era Lui il Creatore? Provai a stare sul generico.

-Mi piacerebbe con la criniera bionda e piuttosto rotonda di forme e… più bassa di me ed anche meno bella e meno intelligente…-

Questo perché avevo osservato che in tutte le forme di vita presenti nell’Eden il maschio era più bello delle femmine.

- Adamo, andiamo alla pozza e la facciamo subitissimo! Ma dovrai darmi una tua costola…-

Una costola? Perché? Eh… no! Ma se sei il Creatore Sublime che ti serve una mia costola? Ma come il solito il suo pensare mi era astruso e rinunciai a capire.

Alla pozza mi sfilò una costola dal torace e mi fece anche un male boia e prese a maneggiare il fango e intanto mi chiedeva.

-Come la chiamiamo, Adamo…?-

E che ne sapevo di come si può chiamare una femmina? Osservando le femmine degli animali avevo notato che mica avevano un nome! Il maschio grugniva e loro accorrevano sollecite. Io volevo una cosa simile, non una cosa complicata da gestire!

-Ho trovato…! La chiameremo Eva… ti piace, Adamo?-

Mi era indifferente ma come al solito dovetti farlo contento.

-Magnifico… Padre mio…! E’ il nome perfetto per la mia compagna…-

Beh… a lavoro finito dovetti convenire che non gli era riuscita male. Aveva una criniera bionda che le arrivava alla schiena e anche molte cose interessanti, insomma era diversa da me.
Intanto sul davanti, sul petto, aveva due palle di carne soda che io non avevo, guardarle mi dava parecchia inquietudine, sulla sommità di queste bocce candide aveva anche un cerchio di carne rosata e proprio inserite nel centro di queste areole aveva delle piccole adorabili escrescenze. Un’altra cosa che notai subito fu che non aveva quello che avevo io fra le gambe, ma anche negli altri animali avevo osservato questo, i maschi avevano una protuberanza e le femmine una fessura, quando giocavano fra loro il maschio inseriva di forza la sua protuberanza nella fessura e grugniva forte!
Lei… Eva, lì aveva solo del pelo che sembrava molto soffice.

Era diversa anche dietro, era più formosa e il suo… insomma quella parte che usiamo per sederci… era più largo e più rotondo, comunque ammisi che stavolta gli era riuscito un buon lavoro al Padre!

Che ci dovevo fare con questa Eva? Avrebbe rincorso con me le farfalle correndo a perdifiato?

Chiesi lumi al Padre ma Lui, al solito, fu ermetico. Come quelle volte che gli chiedevo di Lui e di me e Lui mi rispondeva così…

-Io sono l’inizio e la fine, il tutto e il niente, il finito e l’infinito… l’esistere e il non esistere…-

E via così, io non mi raccapezzavo e lasciavo perdere. Alla fine fare l’Onnipotente gli riusciva bene.

Prima di lasciarci soli, Eva ed io, mi si raccomandò…

-Non ci fornicare subito… prima falla ambientare… non stressarla…

Fornicare? Che voleva dire? Portarla a vedere i termitai delle formiche nere? Non conoscevo questa parola, gli chiesi spiegazioni e lui specificò.

-Fornicare… copulare… mi capisci, si?-

Veramente no… ma nel timore che si incazzasse finsi di aver capito e lui si dileguò lasciandomi solo con lei, con essa, con la femmina, insomma con Eva.

Sapeva parlare o si manifestava a gesti?

Mi avvicinai e indicandomi con le mani le dissi…

-Io… Adamo…-

Poi indicando lei…

-Tu… Eva…-

Mi guardò con uno sguardo dal quale capii subito che mi considerava un imbecille!

-Sei tu il maschio Alfa della nostra specie? Perché io mi accoppio solo con il maschio Alfa!-

Maschio Alfa? Ma cosa stava dicendo?

-Non c’è nessuno che si chiami Alfa qui, l’avrei conosciuto se esistesse…-

Anche la sua voce era diversa dalla mia, non tonante come quella di Lui… non profonda come la mia, insomma diversa, a sentirla sentivo un qualcosa di strano nascere nel mio ventre, come un vuoto! Era piacevole.

-Chi era quel Vecchio che c’era con noi?-

-Quello è il nostro Creatore… il padrone di tutto quello che vedi, insomma il Padre Nostro…-

-FIGO! Mi vanno a sangue gli uomini potenti come Lui! Quei capelli grigi, l’aria di sicurezza che hanno! Ed è nostro padre, dici?-

-Si… ci ha creati per farsi voler bene da noi…-

-Uhmm… nessun problema, nessuno sa voler bene ad un vecchio come posso farlo io…! E come si passa il tempo qui? Cosa propone di bello questo Eden?-

-Io rincorro le farfalle! Mi diverte tantissimo! Vuoi provare anche tu?-

-Ma sei scemo davvero o ci fai? Rincorrere le farfalle? Io so tantissimi giochi molto più interessanti… vieni che ti faccio vedere…-

Mi prese per mano e mi portò su un prato dove l’erba era morbidissima e qui mi fece stendere. Lei mi si sedette accanto e prese a toccarmi. Ora già vi ho accennato a quella protuberanza che avevo fra le gambe, spesso mi dava davvero fastidio, mi s’induriva di brutto e diventava una cosa scomoda per correre dietro le farfalle! Mi ballonzolava e m’impediva d’essere veloce come sempre!

Eva mi prese fra le dita la protuberanza.

-Ora vediamo… speriamo che il Padre abbia fatto un buon lavoro con te e non abbia lesinato sulle misure…-

Quanto mi piaceva quel suo maneggiamento! Le sue dita erano delicate e nello stesso tempo prepotenti, mi aveva afferrato per bene e lo scuoteva e io mi sentivo crescere! Si! Crescevo a vista d’occhio! Un attimo ed era proprio tanto duro! Sentivo lei mugolare di soddisfazione…

-Si si… proprio un bel lavoro! Lungo una spanna e mezza della mia mano e largo… uhmm… non riesco a stringerlo con una mano sola! Mi ci vogliono due mani! Allora se lui è fatto così… io devo essere altrettanto profonda per contenerlo tutto… dobbiamo proprio provare…-

Mi massaggiava forte e intanto parlava da sola…

-Notevole… dobbiamo dargli un nome… tu hai un’idea?-

Ma tutti hanno ora la fissa dei nomi? L’Eden sta diventando un luogo di una confusione pazzesca!

Feci segno di no con la testa.

-Ho deciso… che lo chiamerò CAZZO! E’ una parola che da proprio la sensazione di potenza virile, di prepotenza!-

Mi si era stesa fra le gambe in ginocchio e aveva preso a passare le sue labbra morbidissime su quell’asta di carne dura che avevo ora, poi… mi baciò a lungo, passava la lingua dappertutto e infine si mise l’intera asta in bocca.
Che cosa meravigliosa! Mai avevo provato un piacere così intenso e presto mi fece arrivare all’apice! Sentii nascere dentro di me un impeto che non riuscivo a controllare, il piacere divenne talmente forte che mi prese tutto e… rantolai come gli animali dell’Eden quando si accoppiavano. Intanto dal mio… ehmm… cazzo… (scusate… ancora non riesco a familiarizzarmi con questi nuovi termini) aveva preso a zampillare fuori del liquido cremoso che sembrava qualcosa fra latte di cocco e… non so cosa.

Eva ne aveva piena la faccia di questo liquido e si passava la lunga lingua sulle labbra per assaggiarlo. Sembrava che le piacesse. Ne raccolse di più con le dita e se le porto alla bocca.

Lei per me era sempre un mistero, non la capivo. Si stese lei ora e spalancò le gambe, fu così che vidi fra le sue cosce un qualcosa di davvero bello appena nascosto dal suo vello dorato.

Mi chiamò con un gesto della mano vicino a lei e mi chiese…

-Vuoi vederla…?-

Chi? Che cosa? Non riuscivo a connettere di cosa parlasse e allora lei spazientita indicò con la mano quella cosa meravigliosa che aveva fra le cosce.

Liberò con le dita l’apertura dal pelo e se l’aprì.

Dio…! Padre mio! Stavolta hai fatto un capolavoro!

Eva si stava accarezzando pigramente proprio sulla meraviglia di fessura che aveva. Passava le dita su quello che sembrava una bocca anche se disposta per il verticale, stringeva le labbra e poi le apriva! Dentro era bellissima! Sembrava un conchiglia di mare! Una conchiglia con il suo mollusco roseo.

Io ero in adorazione fra le sue gambe! Proprio rapito dalla visione!

Mi chiese se volevo assaporarla…

Ma perché doveva conoscere mille più parole difficili di me? Cosa voleva dire… assaporarla? Spazientita mi tirò la testa sulla fessura e mi trovai con la bocca incollata proprio alla conchiglia… Siiii! Ora capivo il significato di assaporarla! Stavo assaporando la sua conchiglia…!

Il suo sapore e odore era quanto di meglio avessi mai trovato! Eva mi teneva la testa con le due mani e mi guidava…

-Ecco… succhia lì… lecca… lecca! Avrai visto come leccano i cani, no? Lecca anche tu così… lunghe linguate… DAI! Ora… mordimi tutta! Mordi le labbra e mordimi su in alto! Lì si! Bravo Adamo! Dacci dentro che sto per godere!-

Si inarcò e gemette forte e dopo un attimo mi disse…

-Mettilo dentro… dai… svelto che sto morendo dalla voglia di essere penetrata…-

Metterlo dentro? Mi sembrava più facile dirlo che farlo! La sua fessura sembrava così piccola e il mio… ehmm… cazzo… così grosso! Non era possibile che intendesse questo.

Si spazientì subitissimamente e con uno sbuffo di intolleranza mi disse…

-Ho capito! Non sai fare proprio niente! Su stenditi che faccio io…!-

Obbedii e mi stesi a terra, lei si rialzò, mi scavalcò con una gamba e si piegò sulle ginocchia, mi prese saldamente con le due mani… ehmm… il cazzo… e se lo puntò proprio sulla fessura! Si abbassò ancora facendo forza e mi sentii contenere da una cosa meravigliosa! Calda, bagnata e stretta! E mi prese tutto! Il mio… cazzo… sparì tutto dentro di lei che prese ad alzarsi ed abbassarsi con molta forza e accanimento! Mi venne una voglia di spingerlo ancora più dentro di lei e m’inarcai assecondando i suoi movimenti! Nuovamente provai quella cosa sublime di poco prima e spruzzai di nuovo! Lei continuò ancora a lungo e ogni tanto s’inarcava e gemeva forte! D’istinto misi le mani su quei grossi globi di carne soda e liscia che aveva sul petto e strinsi quelle meravigliose piccole escrescenze. Riuscimmo a giocare ancora a lungo a questo meraviglioso gioco e cioè fino a quando lei si tolse sfinita.

Ora, stesa che era, potevo vedere la sua meravigliosa conchiglia ben aperta dall’uso fatto e piena del mio succo. E lei… non ricominciò con la cosa dei nomi?

-E… la mia come la chiamiamo…?-

Contento, espressi la mia opinione, lieto di essere intelligente quanto lei!

-Conchiglia?-

Mi sembrava un nome bellissimo e pieno di poesia, coerente con la sua natura.

Ma lei non fu d’accordo.

-No no… troppo banale… si vuole qualcosa di più immediatamente erotico, qualcosa che richiami la voglia di godere… la chiameremo… FIGA! Ho deciso!-

Ora… il nome mi andava anche bene, era un nome di fantasia, ma quello che mi disturbava leggermente era questa sua aria di sufficienza che usava nei miei confronti! Dimenticava che era stata creata dal Padre meno intelligente di me?

Glielo dissi chiaro e lei sbuffò…

-Essere meno intelligenti di te? Vuol dire essere dei dementi…-

Quanto era antipatica quando faceva così! E pensare che non soffriva neanche dei disturbi del marchese (* vedi nota dell’autore), ma si del mestruo. Infatti inizialmente, quando tutto andava per il verso giusto nell’Eden non c’erano mestruazioni, come non c’era imene nella… ehmm… figa di Eva. Furono imposti dopo, come punizione aggiuntiva, ma… per il fatto dell’imene non gli riuscì come voleva a Lui, doveva essere proprio una chiusura totale, un impedimento finale alla penetrazione ma sapete bene come è in realtà.

Ora durante la giornata addio alle corse dietro alle farfalle, Eva pretendeva moltissime volte che usassi il mio… ehmm… cazzo con lei, e quante ne inventava! E dopo mi chiedeva…

-Questa posizione come la chiamiamo?-

Io di solito stanchissimo neanche reagivo più e faceva tutto lei.

-La chiameremo… alla pecorina! Mi piace troppo! Ricordati… eh? PECORINA!-

Poi ancora…

-E questo giocare con la figa e il cazzo? Come lo chiamiamo…?-

Mi piacque mostrarmi erudito e dissi tutto contento…

-Lo chiamiamo fornicare…-

-Ma sei proprio un deficiente! Se mi dici… Eva andiamo a fornicare mi si asciuga istantaneamente la figa! No… no! Ho deciso che lo chiameremo FOTTERE! Senti come suona bene… Eva andiamo a FOTTERE…!-

Presto iniziò a passare molta parte della giornata con il Padre e vedere come si comportava mi dava un senso di gelosia e fastidio. Ecco per esempio cosa gli diceva…

-Padre mio carissimo… ohhh…! Quanto vorrei mostrarti tutta la mia riconoscenza… dammi modo di mostrarla… Sei meraviglioso!-

E spudoratamente gli si strusciava contro e si mostrava proprio come intendeva lei.

Lui… gradiva queste sue attenzioni e anche i complimenti sperticati che lei gli faceva, per essere vanesio… eccome che lo era! Ma in quanto a fare quanto lei davvero desiderava? Non rientrava nel suo ordine di idee. Proprio non lo concepiva! Lui era tutto spirito…

Questo spazientiva Eva che dopo aver provato e riprovato con Lui mi veniva a cercare.

-Ahhhh…! Ma che devo fare con Lui? Io sono tutto un bollore, sto con Lui e sono tanto eccitata che mi fa godere senza toccarmi! Mi struscio… mi mostro… sento io il mio odore e ho la schiumetta che mi esce dalla figa dalla voglia! Immagino cosa abbia davvero sotto quella tunica e sono sicura che sa scopare proprio da dio! E’ un tipo che mi fa sangue! Senti Adamo se non è vero! Sono bagnata fino a metà coscia!-

E al solito toccava a me arginare quella prorompente voglia e l’eruzione di umori della sua conchiglia. La cosa mi piaceva… ma… dieci, venti volte al giorno? Alla fine dovetti trovare uno stratagemma e mi nascosi per buona parte della giornata, questo la fece arrabbiare tantissimo e si adirò con me. Ora aveva anche iniziato a frequentare un serpente che girava spesso dalle nostre parti. Un essere infingardo al massimo che faceva delle proposte assurde, una su tutte…? Dando retta a lui si poteva prendere il posto del Padre nell’Eden. Subentrargli. Io non mi ero mai fidato e lo allontanavo con disprezzo e avevo un’idea precisa su di lui e cioè che fosse mandato apposta dal Padre per tentarmi! Ma come avvisare e mettere in guardia Eva? Si riteneva troppo intelligente e non mi ascoltava.

Penso che fu un’idea ispirata da lui, dal serpente, quanto successe poi!

Pochi giorni dopo stavamo giocando a fottere, io ero in vena e si vedeva! Il mio… ehmm… cazzo… era ritto e duro come un bastone e stavo proprio per penetrarla nella posizione che le piaceva di più, ma si… quella alla pecorina, quando lei mi disse…

-Adamo… mettilo dentro a fondo e bagnalo bene… che poi ti insegno un altro gioco… si chiama… INCULARE, perché non provi a mettermelo anche nell’altro buco che ho? Si… quello che ho fra le chiappe che stai ora aprendo con le mani, lo vedi…?-

Lo vedevo si! Non era una conchiglia ma piuttosto un fiore con i petali ancora rinchiusi! Aveva un meraviglioso aspetto e un colore affascinante!

-Baciami lì… Adamo! Passaci bene la lingua e lasciaci su la tua saliva, senti come diventa morbido? Pronto per essere deflorato? Non vuoi farlo? Su Adamo svegliati… AGISCI! Mettimelo dentro lì!-

Intanto scuoteva in maniera incredibilmente invitante il suo bel… CULO, si… quelle due splendide chiappe morbide e sode.

Non fu un lavoro propriamente facile, io a spingere tenendo forte l’asta con una mano e lei aprendosi le chiappe mentre era con la testa a terra, ma alla fine ebbi la meglio! E sprofondai nelle sue viscere per tutta la lunghezza della mia verga dura e iniziai a penetrarla violentemente! Il piacere che provavo era diverso, forse perché non era la fessura adibita propriamente al piacere? Era una trasgressione?

Si… che lo era!

Eva non lasciò passare neanche una mezz’ora dal fatto e andò a lamentarsi con il Padre! E lui mi chiamò con la voce di tuono! Eccoci… mi dissi… ci risiamo! E’ ancora incazzato con me! Ci andai di corsa e mi guardò con aria di estremo rimprovero!

-Cosa hai fatto? Queste sono cose contro natura! Non degne di te che ti ho creato a mia immagine e somiglianza! In ginocchio! Pentiti!-

Eva rincarò la dose… era brava in questo!

-Non ho potuto difendermi… Padre mio carissimo… mi ha costretto! Io non volevo assolutamente… mi teneva forte ed ero impossibilitata a difendermi, a negarmi! Me lo ha spinto proprio dentro! Guarda… Padre mio carissimo… quanto sono ancora rossa, infiammata e aperta dall’uso bestiale che ha usato Adamo, mi ha fatto davvero male…!-

Lui… guardava incuriosito e interessato ed effettivamente il fiore sembrava spampanato, aperto e gonfio, proprio sfatto.

-ADAMOOOOO!!! Sarai punito per questo! Non potrai più avvicinare Eva! Tu vivrai in una parte dell’Eden e lei nell’altra…-

Non avevo proprio modo di discolparmi, quando Lui s’incazzava così mica ci si poteva ragionare…

Ed Eva seguitò ad approfittarne…

-Padre mio… io voglio vivere accanto a Te… non ho colpe e voglio bearmi gli occhi con la tua visione paradisiaca… ti prego tienimi vicino…-

Ecco tutto! Ero consapevole che lei e il serpente volevano allontanarmi da loro per mettere in pratica i loro disegni ma come dirlo? Fui costretto d’altra parte dell’Eden e vissi da solo, dopo un po’ sentii la loro mancanza e pensavo a Eva… lo so che è sciocco ma mi mancava.

Il… cazzo… quando era duro e lo era troppo spesso… non aveva modo di trovare soddisfazione e mi restava ritto per ore. Insomma ero infelice. Quello che capitò dopo mi trovò comunque impreparato!

Un brutto giorno successe il finimondo! Tuoni e lampi! E una pioggia incessante! E un’aria fredda, gelida, sconosciuta nell’Eden! Che era successo? Io seppi tutto dopo!

Lui… si era incazzato! Ma in maniera definitiva! Aveva smontato baracca e burattini e addio all’Eden! Sentivo il suo urlare, diceva che eravamo stati un fiasco colossale, che lo avevamo deluso profondamente e che da questo momento in poi dovevamo sudarci tutto e soffrire le pene dell’inferno per vivere! Altro che Eden!

Eva l’aveva combinata grossa! Le male lingue dell’ex-Eden dicevano che si era anche fatta fottere dal serpente, si era congiunta con lui, l’avevano visto entrare con la testa nella figa aperta di Eva e quivi ravanare a lungo mentre lei urlava dal piacere!
Ma si sa… quanto si chiacchiera a sproposito.

Una cosa era invece certa, quell’essere infingardo l’aveva convinta ad entrare in una parte dell’Eden a noi preclusa, lì… le aveva dato ad intendere… esisteva un albero miracoloso che mangiando i suoi frutti si diventava onnipotenti… quanto Lui.

Nulla di vero! Il serpente era una creatura inventata apposta per metterci continuamente alla prova ed Eva ci era cascata. Alla fine noi eravamo solo dei giocattoli che usava per il suo divertimento e Lui, come un bambino capriccioso, stancatosi, aveva distrutto tutto con una manata.

Era dura ora vivere e doversi procacciare da mangiare ma per fortuna conoscevo bene il luogo. Stavo per conto mio e mi stavo abituando quando un giorno vidi apparire lei, Eva.

Era piangente e avvicinandosi mi porse un bastone che teneva in mano…

-Puniscimi… Adamo…-

Ecco come mi scoprii saggio.

Punirla? Bastonarla?

A che scopo? Per vendetta? Ormai il male era fatto e non c’era modo di riparare, per mantenerla succube a me? Non era il caso, lei era fatta così, era imperfetta come tutte le creature create da Lui. Imperfetta quanto me.

A mio parere Lui si sarebbe comunque stufato del gioco e avrebbe distrutto tutto in ogni caso, era così insicuro e incostante! Era un Creatore bambino.

Preferii quindi prendermi con gli interessi quello che mi era mancato. Con molta soddisfazione la presi anche ripetutamente nel fiore fra le natiche e come godevo della trasgressione!

Lo so… voi che leggete non sarete d’accordo con me e tanto più scettici sareste se aveste visto il suo sorrisetto di soddisfazione. Ma alla fine non era più intelligente di me… non credete? Chi si era fatta fregare? Io o lei?

Comunque Eden o non Eden, la figa l’aveva lei e per averla era comprensibile che dovevo riguardarle alcune attenzioni.

In ogni caso tenni il bastone e ogni tanto minacciai di usarlo.

Se mi mancava L’Eden?

Si. Certo che si.

Mi mancava Lui?

Si. Era divertente.

Se avevo spirito di rivalsa verso qualcuno?

Ancora… Si.

Infatti da allora se incontro un serpente gli schiaccio la testa e lo uccido.

Bestiacce subdole e schifose.

 

Nota dell’autore.

Naturalmente questa è la versione di Adamo, non conosciamo ancora quella di Eva.

*Montesquieu, amante del Re Sole che quando desiderata sessualmente da quest’ultimo e impedita dal mestruo, diceva…

"Mi è impossibile mio Signore… ho il marchese in visita…".

Tibet.

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