Domenica mattina

Scritto da , il 2016-08-17, genere etero

Domenica mattina. Mi sono appena svegliata. Dalle finestre si intravede la luce del giorno, ma è ancora presto... ti vedo vicino a me, sdraiato sulla schiena, coperto da un leggerissimo lenzuolo. Sento dei mugolii poco chiari provenire dalla tua bocca socchiusa mentre giri la testa da una parte all’altra, forse un brutto sogno. Mi alzo faticosamente per bere un bicchiere d’acqua, cercando di sfruttare al meglio la mia abilità nel non fare rumore e quando torno, mi infilo sotto il lenzuolo con te.

Il tuo sonno sembra essersi calmato, appoggio una mano sul tuo corpo, il palmo aperto proprio all’altezza del cuore e la testa sulla tua spalla... non resisto proprio e inizio ad accarezzarti dolcemente il petto, con movimenti via via più ampi, che portano le mie dita sempre più in basso. Hai la pelle accaldata, quel tepore tipico del sonno, sembra quasi più morbida del solito. Arrivo a sfiorare il tuo sesso… lo trovo caldo, duro, prepotentemente duro. Ti guardo sperando che le mie carezze ti stiano svegliando… i tuoi occhi si sono aperti, finalmente posso baciarti. Le mie labbra cercano le tue e subito le lingue entrano in contatto, inseguendosi da una bocca all’altra. Ho voglia di te e a quanto pare anche tu... ti stuzzico, accarezzandoti attraverso la sottile stoffa che ci copre e mentre ti struscio il viso nell’incavo tra la spalla e il collo, inebriandomi del profumo della tua pelle, mi dici che hai fatto un sogno pazzesco.

Cominci a raccontarmelo, dicendomi che è il motivo per cui il tuo sesso faceva già le bizze e che ti sei svegliato per l’eccessiva eccitazione…

“Ci troviamo in un bar, tu ed io. Seduti a un tavolino, silenziosi, ci guardiamo appena. Non capisco bene il perché... tu hai quel vestitino marrone scuro, completamente liscio, fatto salvo per una striscia traforata poco sotto il seno. Quando sei in piedi ti arriva al ginocchio, ma sei seduta vicino a me e hai accavallato le gambe, quindi ti scopre anche un bel pezzo di coscia, stranamente abbronzata. Ai piedi semplici sandali intrecciati, i capelli raccolti, anche se un ciuffo ti sfugge e ti copre parte del viso…”

Mentre inizi il racconto ti sei messo a sedere, appoggiandoti con la schiena alla testiera del letto e io mi accoccolo contro di te facendomi abbracciare, sperando in un po’ di coccole…

“Siamo stati per un po’ così, a osservarci con una strana aria, quasi interrogativa, distante… ma poi... poi ci siamo spostati in una casa, non ho idea di che casa fosse, del perché fossimo proprio lì. Appena entrati abbiamo iniziato a baciarci e toccarci ovunque, con una foga pazzesca, come se non aspettassimo altro...”

In realtà, per come è cominciata la giornata, e sentendo questo tuo racconto, forse non ho proprio voglia di coccole... quasi farlo apposta la tua mano sta accarezzando la mia coscia nuda, ridestando concretamente quella voglia che io già avevo mentre tu dormivi. La mia eccitazione inizia a farsi sentire facendomi schiudere leggermente le gambe, dettaglio che non ti sfugge e che accogli con un sorrisino malizioso…

“Stavamo lì in piedi, avvinghiati uno all’altro, a scambiarci baci profondissimi, mentre le tue mani frugavano sotto i miei vestiti ed io ti tenevo stretta, con le mani artigliate al tuo sedere, le tue mani sulla mia schiena, le mie mani sotto al tuo vestito, le tue mani sul mio collo, le mie a stringerti i seni. Poi mi hai spinto verso il muro, mi hai slacciato velocemente i pantaloni, me li hai abbassati insieme ai boxer e ti sei avventata sul mio cazzo... “

A quel punto inizio a non farcela più, inizio a dare segni evidenti di inquietudine. Mi sistemo meglio sul letto, ma in realtà lo sto facendo solo per coprirmi un po’ con il lenzuolo e potermi toccare senza che tu mi veda… non voglio che tu smetta di raccontarmi il tuo sogno…

“Ti vedevo lì, inginocchiata davanti a me, ancora completamente vestita, leccare con desiderio il mio cazzo, mentre la tua mano mi massaggiava le palle. Con una mano mi sorreggevo ad un mobile poco distante da noi e l’altra era intenta ad accarezzarti il collo, la nuca, proprio sotto l’elastico che teneva via i tuoi capelli. Non so come, ma era comparsa anche una forcina a scostare il ciuffo che avevi prima, miracoli dei sogni! Ho cercato di farti alzare, ma mi hai fatto capire che non era quello che volevi. Volevi farmi godere nella tua bocca, cosi, nell’entrata di casa. E ovviamente, eccitato anche dalla visione della tua bocca stretta sul mio cazzo, oltre che dalla sensazione, l’ho fatto…”

Quando finalmente la mia mano inizia ad intrufolarsi fra le cosce sono già un lago. Non posso accarezzarmi come vorrei, l’ideale sarebbe che lo facessi tu… ma poi ci lasceremmo prendere dalla voglia di noi, e addio sogno. Continui a raccontare e il mio respiro inizia a farsi pesante, a stento trattengo qualche gemito, mentre le dita sfiorano il clitoride. Sono in uno stato di eccitazione pazzesco, mi pare di sentire tutto amplificato, qualsiasi movimento della mia mano fra le gambe pare darmi delle staffilate… e alla fine un sospiro più accentuato e profondo ti fa capire il perché delle mie guance arrossate…

“Ci siamo spostati in una stanza, su un grande letto... ci siamo liberati dei vestiti con la stessa foga con cui ci siamo toccati e baciati appena entrati, ti ho sdraiata sul materasso, deciso a farti godere, mi sono sistemato bene tra le tue gambe, appoggiando la bocca direttamente sul tuo monte di Venere. La tua figa mi ha accolto subito con le labbra schiuse e leggermente umide… ho continuato il mio bacio, scendendo finché non ho trovato la resistenza del letto. Allora le mie labbra si sono spostate sul tuo clitoride e la lingua ha cominciato a picchiettarlo, mentre un dito si faceva strada più sotto, nella tua figa madida di piacere… quando la mia lingua scendeva a penetrarti, due dita prendevano il suo posto e il contrario… volevo farti impazzire di piacere. Ad un certo punto ho iniziato a masturbarti come una furia: due dita in figa, un altro dito ti violava il buchetto del culo, mentre i tuoi orgasmi si succedevano velocemente, strappandoti gemiti e grida… non ti ho mai sentita urlare così!”

Non dici nulla, ma prendi gentilmente la mia mano, spostandola dal mio sesso e già prevedo la fine di questo gioco che mi ha riempita di desiderio... e invece le tue intenzioni non sono quelle che penso io. Le nostre mani si posano, guidate dalla tua, sul tuo cazzo. Di nuovo, o ancora, in erezione. Non serve che tu mi dica altro, lo accarezzo, lo stuzzico, lo stringo… e poi mi sorprendi di nuovo: stai lentamente scivolando sul letto fino a trovarti sdraiato, sento le tue mani afferrarmi i fianchi facendomi capire che mi devo alzare, mi ritrovo a fianco a te, in ginocchio, all’altezza del tuo torace. Non parli, ma il luccichio dei tuoi occhi dice tutto. Ancora non capisco, sto per chinarmi a prendere il tuo cazzo in bocca, quando sento le tue mani afferrarmi le gambe, poco sopra le ginocchia, e spostarle fino a trovarti con il viso fra di esse. Ora è tutto chiaro…

“La mia voglia era vivissima e tu, nonostante i numerosi orgasmi, sembravi perfettamente in forma e in piena forza. Dopo averti baciata, facendoti sentire il tuo sapore, mi sono risistemato davanti a te, ho preso le tue gambe e le ho sistemate sulle mie spalle. Senza preoccuparmi troppo di precauzioni o di farti male mi sono infilato nel fradiciume della tua figa con un unico, lento e lungo colpo, fino a sentire il tuo culo a contatto con le mie palle. Un attimo dopo ti stavo già scopando come un animale, con forza, mentre ti accarezzavo, leccavo, mordicchiavo le caviglie e i polpacci. Stufo di quella posizione ho fatto una cosa che mai farò. Ti ho presa in braccio, cercando di non sfilarmi da te, mi sono alzato, ti ho sbattuta al muro e ho ricominciato a scoparti cosi, con mie braccia sotto le tue gambe, affondando le labbra e i denti nel tuo collo, le mani che ti stringevano le chiappe aperte, le dita a stuzzicarti tra le natiche…”

Ora posso abbassarmi a lambire con la lingua quel magnifico cazzo pulsante e arrossato dall’eccitazione. Le tue dita si stanno amorevolmente infilando nella mia fessura. Le sento scorrere delicatamente, prima solo una, a cui se ne unisce poi un’altra, mentre con l’altra mano non riesco bene a capire cosa tu stia facendo, la sento appoggiata, con il palmo aperto, ferma, sopra il mio clitoride, mentre il lavoro delle dita si fa più intenso… più sotto, io sto facendo all’incirca quello che tu hai descritto poco tempo prima. Il tuo cazzo, reso scorrevole dalla mia saliva, scivola agilmente nella mia bocca, procurando piacere anche a me. Vorrei sentirti ansimare, ma tu prosegui con il racconto…

“Passato un po’ di tempo, non essendo miracolosamente ancora venuto, ti ho rimessa sul letto. Ho avuto la visione bellissima del tuo corpo accaldato, coperto da un velo di sudore, il viso arrossato, il respiro affannato, le labbra schiuse, l’espressione beata… la voglia. In un attimo ero di nuovo fra le tue gambe, deciso a prendermi un’altra parte di te… capendo al volo le miei intenzioni ti sei girata sulla pancia, lasciando al mio sguardo il tuo splendido sedere. Appena hai alzato il culo, piegando le gambe, i miei occhi si sono posati nell’avvallamento tra le tue natiche aperte, su quel buchetto grinzoso, tanto invitante da non riuscire ad evitare di posarvi immediatamente la bocca…”

Neanche a dirlo, mentre vai avanti con questa parte del racconto, le tue dita scorrono fra le mie gambe, trascinando i miei umori dalla vagina fino al buchetto posteriore, iniziando una lenta carezza. A quanto pare vorresti protrarre il nostro piacere ben oltre la fine del tuo racconto. Al contrario io, egoisticamente, mi sto fermamente impegnando per farti godere della e nella mia boccuccia, anche in modo da farti concentrare esclusivamente su di me… gli affondi sul tuo cazzo sono sempre più profondi e ravvicinati, cerco di combattere il serrarsi della mia gola e di lasciar entrare il più possibile il tuo sesso pulsante, avvertendo sempre più sospiri e incertezze nella tua voce.

Per quanto permette la posizione una delle mie mani gioca con le tue palle, le sento pesanti, gonfie… ho deciso: voglio che tu venga. Ora. Mi scosto leggermente in modo che tu capisca che non voglio che mi tocchi, voglio che tu ti goda le mie carezze, la mia bocca, la mia lingua. Ti lecco, ti succhio, ti accolgo nella mia gola, do anche qualche risucchio particolarmente forte, sperando non ti dia fastidio anziché piacere. I movimenti del tuo bacino mi aiutano, ti sento irrigidirti e sono pronta a ricevere tra le labbra il tuo piacere, che sgorga abbondante e caldo… rimaniamo un attimo cosi, in silenzio. Ti riprendi dal tuo orgasmo e mentre mi giro per venire da te, mi trattieni. Ti piace potermi toccare in quel modo e vuoi finire di raccontare…

“Ho incominciato così a leccare il tuo fantastico culetto, con le mani ben salde sulle tue morbide chiappette, non tralasciando di tanto in tanto di stuzzicarti anche altrove. Dopo qualche minuto di questo trattamento i tuoi mugolii si facevano sempre più intensi, quindi mi sono inginocchiato dietro di te, brandendo il mio cazzo quasi viola per l’eccitazione accumulata. L’ho passato più volte lungo la tua figa e fra le tue natiche, facendotelo sentire bene proprio sul buchetto, finchè non mi sono fermato proprio lì, dando qualche leggera spinta, e vedendolo subito cedere, ho aumentato la forza, entrando nel tuo culo, seguitando ad avanzare, fino a trovarmi completamente dentro di te…”

A questo punto le tue dita hanno lasciato il mio culetto e mi stanno masturbando vigorosamente. Sono credo due, o forse tre, nella mia figa. Sono completamente sdraiata sul tuo corpo, la mia figa è a pochi centimetri dal tuo viso e di tanto in tanto sento la tua lingua colpirmi il clitoride. Respiro affannosamente e sono sicura che qualche goccia del piacere che la mia fighetta sta stillando copiosamente, stia cadendo fra le tue labbra mentre parli. Sono al limite dell’orgasmo, ma tu continui a raccontare…

“Una volta entrato ho aspettato un attimo, ma davvero poco, prima di uscire e riaffondare nella tua carne e questo per molte volte, fino a sentire l’anello completamente rilassato attorno al mio cazzo. A quel punto ho iniziato a scoparti il culo come un indemoniato. Se facessi davvero così ti farei un male bestiale, ma lì era solo godimento, puro godimento. Mentre una mano giocava con il tuo clitoride, l’altra era ben salda all’altezza del tuo fianco, spostandosi di tanto in tanto ad accarezzarti la schiena. In un attimo i colpi si sono fatti più lenti e profondi, quasi volessi entrarti dentro ancora di più. Ho goduto cosi, a lungo, piantato profondamente nel tuo culetto mentre tu soffocavi il tuo piacere nelle lenzuola…”

La tua mano e la tua bocca si sono invertite, sento la tua lingua penetrare il più possibile nella mia figa, mentre le tue dita si stanno muovendo veloci sul mio clitoride. Proprio mentre pronunci queste ultime parole, e sento il tuo pollice forzare il mio buchetto dietro, esplodo in un orgasmo fortissimo, che mi lascia un po’ intontita. Quando mi riprendo sei raggiante e ti sorrido..

“Tesoro, ora mi scopi?”

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