San Valentino Story

Scritto da , il 2010-10-03, genere incesti

SAN VALENTINO STORY

Mi chiamo David e la mia famiglia è composta da me e dai miei genitori.
Sono uno studente universitario al secondo anno di psicologia, e ho superato già diversi esami con ottimi voti. Ho 21 anni sono abbastanza alto, ho i capelli un po' crespi castano chiaro e gli occhi blu cobalto, gli zigomi pronunciati ed il fisico non proprio atletico ma asciutto. Di tanto in tanto mi lascio crescere un po' di barba anche se ciò mi rende un po' meno giovane, ma a me piace così.
I miei genitori si sono sposati molto giovani poiché mia madre rimase incinta di mio padre a 18 anni. Essi hanno continuato a studiare dopo il matrimonio avendo ricevuto molti aiuti dalla famiglia benestante di mia mamma.
Mio padre un bell'uomo di origine siciliana, lavorava in una banca della città dove abitiamo attualmente, mia mamma invece insegna all'università.
Qualche anno fa mio padre investì tutti i suoi risparmi nei fondi argentini molto speculativi, perdendo poi tutto il capitale. Questo tracollo finanziario,l'aveva molto depresso, incominciava a parlare da solo, era sempre nervoso ed iniziò a bere.
Si recava al lavoro non in orario e con un look poco dignitoso. Ricevette da principio prima dei rimproveri verbali dai suoi superiori e poi pian piano che le cose peggioravano, in quanto era diventato un alcolista, la banca da cui dipendeva si vide costretta a licenziarlo.
In casa i litigi fra lui e mia mamma erano all'ordine del giorno. La situazione peggiorava sempre di più e lui cadde in una forte depressione, si appartò in una cameretta del nostro appartamento, e non uscì più di casa. Ora vive guardando la tv, assume dei medicinali contro la depressione che per lui sembra essere diventata cronica.
Mia mamma non sapeva cosa fare, voleva divorziare, ma di certo non si sentiva di abbandonarlo in quello stato.
Così io e lei decidemmo di tenerlo in casa sperando che con il tempo la situazione potesse migliorare. Quotidianamente gli porto le sigarette in quella stanza buia intrisa da odori di chiuso.
Il mattino sempre di corsa io e mamma facciamo colazione poi ognuno esce per conto proprio. La mamma quando ha fretta per andare a lavoro gira per casa anche seminuda, e ciò a me crea un certo turbamento.
La cameriera arriva puntualmente ogni mattina per fare le pulizie del nostro appartamento, e per accudire mio padre. Ognuno di noi vive nell'appartamento separatamente, in camere diverse.
Mia mamma Silvy, come la chiamo io alla francese, a differenza di mio padre che è di carnagione scura, ha i capelli biondi con un taglio a caschetto, gli occhi azzurri ed il viso con il naso all'insù. Il suo corpo longilineo è di un piacevole aspetto e la sua grazia nel camminare la rende avvenente. Quando le fanno dei complimenti, mi rendo conto che divento geloso.
Da piccolo, amando lei l'arte, mi ha condotto sempre nei musei, a vedere i dipinti e le sculture dei grandi pittori e scultori, per cui in me si è incuneato questo seme che poi pian piano si è sviluppato e che continuo a coltivare.
A pranzo quando qualche volta ci troviamo assieme a mangiare, i nostri discorsi sono il più delle volte imperniati su conversazioni artistiche.
La settimana scorsa siamo andati a Roma a vedere una mostra sull'impressionismo francese e ora abbiamo in cantiere di andare a Milano a vedere un'altra mostra.
Siccome a noi piace molto sciare, mia madre ha comprato la scorsa estate una casa in montagna nei pressi di Pescasseroli. Una casetta senza molte pretese che alcuni conoscenti ci hanno venduto, in quanto essendo loro molto anziani, non si recano più in montagna.
A gennaio decidemmo che per carnevale, avendo lei un po' di vacanze in quel periodo, saremmo andati a trascorrere qualche giorno in montagna. Ci mettemmo d'accordo con la cameriera per far accudire notte e giorno mio padre, e così incominciammo a fare i preparativi. Comprai prima di partire un po' di abbigliamento per la neve e così fece anche la mamma. Ero contento di svagarmi, poiché nell'ultimo periodo avevo studiato intensamente, desideravo distrarmi anche perché da poco mi ero lasciato con la mia fidanzata. Lei mi piaceva esteticamente ma avevamo pochi punti di vista in comune, quindi decidemmo di rompere la nostra relazione.
Uscii da questa storia senza soffrire molto ma mi era rimasto un vuoto dentro che pensavo di colmarlo studiando, ma l'amore è qualcosa di completamente diverso e si può sostituire solo con altro amore.
Pronti per la partenza, il 13 febbraio io e Silvy ci mettemmo in auto e partimmo, eravamo tutti e due contenti, ci volevamo un po' divertire, uscire dalla consuetudine di tutti i giorni, e lasciarci alle spalle anche se per un breve periodo i nostri problemi.
Per la strada ci fermammo in un ristorante, poiché era l'ora di pranzo, e consumammo un pasto frugale.
Riprendemmo la marcia e arrivammo nel nostro paesino verso le 16:00. Scaricammo i bagagli e li portammo dentro casa.
C'era molta neve, poiché il giorno prima aveva nevicato tutto il giorno. Per prima cosa accendemmo il riscaldamento e poi incominciammo a preparare i letti. La casa era pulita poiché avevamo avvertito una cameriera della zona di metterla a punto, una copia delle chiavi le custodisce sempre questa donna, per qualsiasi improvvisa evenienza.
Ci preparammo e andammo a fare delle compere per i nostri fabbisogni. Mia mamma era contenta e si vedeva dall'espressione del suo viso. Mi diede un bacio e ci incamminammo verso un piccolo supermercato.
Al ritorno dopo aver messo la spesa nella dispensa decidemmo di cenare fuori, in un ristorantino vicino casa, così saremmo stati anche in compagnia di altre persone.
Alle 20:00 uscimmo di casa, ed entrammo poco dopo nel ristorante non molto ampio e a carattere familiare. Il padrone ci venne incontro e ci fece accomodare, ci guardò con occhio indagatore, probabilmente pensava che fossimo una coppia, con lui più giovane di lei. Silvy dimostrava meno anni di quanti ne avesse, mentre io qualcosa in più. Insomma sembravamo una bella coppia.
Il proprietario ci consigliò ciò che aveva preparato lui stesso, un bel primo piatto del giorno e un secondo davvero saporito. Ci facemmo portare del buon vino rosso di loro produzione. Incominciammo a gustare le pietanze, quel vino era davvero buono ed io e mia madre ne abusammo un po'. Uscimmo dal ristorante un po' brilli, e ci mettemmo a passeggiare tenendoci stretti sotto al braccio. Che bello era stare con mamma, anche lei era felice, mi diede un sacco di baci era contenta, ed anch'io lo ero. La tenevo accanto a me stringendola fortemente. Lei così si sentiva protetta ma nello stesso tempo felice.
Arrivammo a casa, che non era ancora ben riscaldata e ci mettemmo comodi con gli abiti, ci demmo il bacio della buonanotte e andammo a dormire nelle due camerette separate. Al mattino ci svegliammo presto poiché ci aspettava una lunga giornata di sciate sulla neve.
La giornata passò nel migliore dei modi, uscì un bel sole e sciammo tutta la giornata. Rientrammo verso le 17:00, la casa non era ancora ben riscaldata. Facemmo una doccia e riposammo un po', alzai un po' in più la temperatura del riscaldamento e poi uscimmo recandoci di nuovo presso il solito ristorante. Era un ristorante rustico, con delle travi di legno alle quali erano appese varie decorazioni. Quella sera mangiammo a lume di candela, poiché come ci ricordò il ristoratore era il 14 febbraio San Valentino, la festa degli innamorati. Per questo motivo egli aveva imbandito i tavoli in maniera più suggestiva. L'atmosfera romantica che ci circondava ci indusse a bere qualche bicchiere di vino in più, prendemmo un'altra bottiglia di vino da portare a casa, pensando di berla in intimità. Dopo aver cenato, mentre stavamo per uscire, il ristoratore pensando che fossimo dei fidanzati ci augurò buon San Valentino. Noi un po' brilli lo ringraziammo, ci guardammo e ridemmo.
Per strada tenevo Silvy stretta con il mio braccio sulle sue spalle, poi le tolsi il guanto ed io mi tolsi il mio, misi la sua mano nella mia tasca e gliela strinsi fortemente, desideravo avere il contatto con la sua pelle.
Arrivammo a casa, e Silvy molto brilla si tolse quasi tutti gli indumenti, dicendo: ”ma qua fa un caldo pazzesco, togliti anche tu gli abiti David, altrimenti se sudiamo ci prendiamo un raffreddore!” Rimanemmo in déshabillé, lei solo con gli slip ed il reggiseno ed io con i boxer.
Mia mamma ha un bel corpo, e non pensava di certo che stando così in mia presenza mi avrebbe potuto provocare delle forti emozioni. Ci sedemmo sul divano, aprii la bottiglia di vino ed incominciai a versarne un po' nei nostri bicchieri. Non sapevo che mamma sopportasse poco l'alcol, ma anche io di certo non ero sobrio. Lei mi teneva la mano nella mano e mi guardava negli occhi con quello sguardo che mi comunicava il suo amore. Mi disse: “ su prendi i CD che abbiamo portato e metti un po' di musica”. Io l'assecondai subito e misi il CD che lei ascoltava molto spesso a casa, con della musica tipo “Fooled around and fell in love”. Il CD glielo avevo compilato io con tutte le canzoni che a lei piacevano di più. Molte erano di cantautori di genere melodico.
Appena la musica si diffuse nella stanza mi sedetti, ma lei mi chiese di ballare: “sai non ballo da molto tempo e lo desidero tanto”. Non avevo ballato mai con mia mamma, la canzone era bella e melodica, e noi stavamo stretti a ballare come due fidanzatini. La musica era così coinvolgente ed io la strinsi forte e le diedi un bacio interminabile sul collo. Si era creata un'atmosfera meravigliosa, eravamo in sintonia. Finita la prima canzone mia mamma disse: ”su fai il cavaliere versami un altro po' di vino” e poi aggiunse:” sai che quando mi hai baciato un brivido ha percorso tutto il mio corpo, baci proprio bene”. Mi sentivo un po' turbato dalle parole che mi aveva appena detto. Le versai del vino che lei sorseggiò con grazia. Feci andare avanti di nuovo il CD ed iniziò una bellissima canzone che entrambi amavamo. Mi sentivo trascinato dai sensi, ero quasi nudo ed abbracciavo mia madre con quell'intensità che anche lei desiderava. Ero coinvolto mentalmente ed emotivamente. Questa volta fu lei a baciarmi sul collo ed io sentii dentro di me pulsare il cuore a mille, la strinsi ancora più forte, lei ora sentiva il mio pene irrigidito che spingeva contro il suo ventre e ciò le faceva piacere; le misi una mano nei capelli e glieli accarezzai dolcemente, stavamo guancia a guancia, i miei sensi erano tutti in subbuglio. La mia mano scese delicatamente su i suoi glutei e la spinsi verso di me, lei mi si avvicinò ancora di più. Stavamo provando le stesse emozioni però nessuno dei due aveva il coraggio di prendere un'iniziativa più azzardata. I nostri corpi si strusciavano e sentivano il piacere dei sensi. Sfiorai una sua mano e la baciai dicendole: ”ti voglio bene” lei mi strinse fortissimo. Presi la sua testa fra le mie mani e dopo averle accarezzato la nuca la baciai sul collo e sulle guance. Le sue labbra mi vennero incontro e la sua bocca si dischiuse, ci baciammo intensamente, le nostre lingue prima si toccarono delicatamente poi incominciarono a toccarsi con una frenesia e vorticosamente con grande amore. Io tenendola stretta fortemente a me, presi le sue mani e gliele strinsi dietro la sua schiena. La stringevo così forte che quasi pensai di farle male, allora allentai un po' la presa, ma fu lei che si strinse a me ancora più forte, spasimavano entrambi per quei baci tanto desiderati. Stavamo li così a baciarci con un'intensità e un fervore che non avevo mai provato con nessuno. Ci fermammo un attimo e ci sedemmo sul divano senza dirci una parola, la musica continuava ad accompagnarci melodicamente. Il suo sguardo mi trasmetteva tutta la voglia che lei aveva dentro, io le ricambiavo l'emozione che sentivo stringendole forte le mani. Ormai eravamo in balia dei nostri sensi, avevamo allentato i nostri freni inibitori. Era venuta fuori quella voglia latente che avevamo accumulato negli anni, il desiderio l'uno dell'altra. Misi una luce un po' più soffusa mi inchinai su di lei, che era stesa sul divano, e le incominciai di nuovo a baciare il viso e le sue calde labbra, lei si tolse il reggiseno, le baciai il collo le toccai il seno, lei con uno sguardo m'invito a baciarglielo, era cosi bello e turgido, appena lo sfiorai il suo capezzolo si rizzò, lo toccai e lo leccai prima amorevolmente ma poi con più foga, la sentivo respirare sempre più forte! Il suo corpo era diventato caldissimo, quasi avesse la febbre, non ce la faceva a resistere e avevamo tutti e due voglia di andare avanti. Mentre le baciavo il seno scesi lentamente con la mano verso le sue intimità, ebbe uno scatto verso la mia mano incominciai a massaggiarla sopra gli slip andando poi all'interno delle sue cosce. Questo massaggio la inebriava, le sentivo pulsare il cuore molto forte. Udivo che gemeva di desiderio. Più il massaggio era intenso e più gemeva. Le tirai giù gli slip bagnatissimi e vidi il suo pube, sembrava così piccolo come quello di una ragazzina. La mia mano carezzava la sua pelle liscia ed il suo pube contornato da quella corolla color oro. Ebbi dei brividi ed un desiderio di baciarglielo subito. Non staccai mai la mano da lei finché non arrivai con le labbra a baciarglielo. Lei lo aprì come si apre una cassaforte con dei gioielli dentro, mi porgeva la cosa più preziosa che aveva. I suoi umori mi avevano inebriato il cervello, il suo clitoride mi aspettava e quasi mi chiedeva di essere baciato. Lo feci immediatamente ed ebbi subito sulle labbra i suoi umori tanto desiderati. La mia lingua assaporava quella dolce sensazione, la sua vagina era intrisa, la baciai così intensamente che lei ebbe vari sussulti e fremiti, la mia mano le toccava i seni e la mia bocca era un tutt'uno con la sua vagina, sentivo dei gemiti e il suo desiderio ormai irrefrenabile. Era così bello che pensai di avere l'amplesso con lei il più tardi possibile. La portai all'estremo del piacere, sembrava rapita dai sensi si dibatteva in un modo forsennato non si controllava più, ebbe molti orgasmi e quando poi con una forte stretta di mano mi comunicò di voler condividere l'orgasmo assieme, venne su di me e la penetrai sentendo quel caldo della sua vagina che si espanse su tutto il mio corpo. I suoi movimenti ritmici mi portarono all'estasi, lei mi guardò intensamente negli occhi e mi baciò sulla bocca, le nostre lingue erano intrise dei suoi umori, un odore particolare ed inebriante. Sentii i suoi movimenti farsi sempre più veloci. Il ritmo era aumentato, stavamo per avere l'orgasmo tanto desiderato da entrambi. Tutto il mio seme quando schizzò nella sua vagina la fece esplodere di gioia, la sentivo che stringeva il mio pene dentro di sè come se lo volesse strizzare. Mi guardò intensamente negli occhi e disse: “non preoccuparti per quello che farò” ed incominciò a stringermi forte la gola con le sue mani. Divenni quasi paonazzo, le arterie del mio collo si gonfiarono, il sangue affluì velocemente verso il basso, sentii il mio pene che si irrigidiva dentro la sua vagina. La forte erezione la fece sobbalzare godevamo come non mai. Fu una sensazione meravigliosa celestiale e bellissima, mi guardava negli occhi come per dire: “ti piace, stringo di più?” Poi mi lasciò la gola e cademmo tutti e due sul tappeto, sfiniti ma ancora con la voglia di continuare. Ma cosa ci aveva preso? Dopo un po' che eravamo abbracciati in un silenzio interrotto solo da sguardi d'amore, Silvy mi disse :“ ho voglia di teeeeeeeeee David amore mio, ti amo” “anch'io” le risposi. :“Ti amo Silvy con tutti i miei sensi” Ci abbracciammo e vidi sul suo viso scorrere delle lacrime di gioia: “Sono pazzo di te“ le gridai a voce alta dando sfogo a quanto avevo dentro di me.
Le nostre anime quella sera si unirono e godettero del paradiso dei sensi.

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