Durante una visita al museo

Scritto da , il 2016-03-12, genere etero

E' domenica pomeriggio. Il cielo è sereno e splende il sole. In città, i musei sono aperti e a prezzo ridotto. Decido di andare a visitare il museo archeologico. Mi chiamo Eliana, ho 37 anni, sono alta, con lunghi capelli neri,occhi neri, rossetto sulle labbra. Per l'occasione, indosso una maglietta bianca, il perizoma, una minigonna blu e scarpe con tacco alto. Chiamo Andrea, il mio ragazzo, per invitarlo ad uscire con me, ma lui risponde che non può, perchè deve andare a vedere la partita di calcio con gli amici. Allora vado da sola al museo. Dopo aver acquistato il biglietto, entro e mi viene subito incontro un ragazzo. “Benvenuta, mi chiamo Gianfranco. Sono la guida museale. Le indicherò il percorso e le darò una breve descrizione dei reperti che sono in esposizione”. Lui è alto, sui 40 anni, capelli castani, occhi castani, porta gli occhiali, indossa una giacca marrone, camicia viola e pantaloni scuri. E' un ragazzo attraente ed intelligente, ma io cerco di concentrarmi solamente sulla visita. Mentre osservo gli oggetti esposti, sento una mano che mi tocca il sedere. Mi volto e vedo la guida che mi sorride. Gli sorrido anch'io e proseguo nella mia visita. Quando il percorso guidato sta per finire, Gianfranco mi prende tra le sue braccia e mi invita a cena. Io chiamo Andrea sul cellulare, ma Andrea non mi risponde. Allora decido di accettare l'invito di Gianfranco. La cena è squisita. Mentre stiamo per lasciare il locale, Gianfranco mi abbraccia nuovamente e mi accarezza sulla guancia. “Perchè non vieni a casa mia, se vuoi, possiamo approfondire alcuni argomenti che ti sono sembrati interessanti durante la visita”. Mentre parla, infila una mano sotto la mia minigonna. Io lo lascio fare. La mia bocca si avvicina al suo orecchio e gli dico, a bassa voce, che sono già impegnata con un altro. Lui mi prende per mano e mi porta dentro una stanza. “Questo è il magazzino del museo. Di solito non entra mai nessuno. Sei bellissima... posso almeno toccarti, baciarti...” ma non riesce a finire il discorso perchè io, in preda all'eccitazione, appoggio le mie labbra alle sue. Poi, apro la mia bocca e faccio entrare la sua lingua. Le nostre lingue si intrecciano. Ci scambiamo la saliva. Lui mi abbassa la minigonna, scosta di lato il perizoma, e con le dita mi strofina il clitoride. “Continua così...mi sto eccitando moltissimo...” lo incito a proseguire. Subito dopo lui si toglie i pantaloni e tira fuori il suo pene. Sono impressionata: il membro di Gianfranco è più lungo di quello del mio ragazzo. Gianfranco mi chiede se può penetrarmi nella fica. “Non farlo, non hai messo il preservativo” gli rispondo. Lui è un po' deluso dalla mia risposta, ma continua a strofinarmi il clitoride con le dita. Io ansimo sempre più. Ad un certo punto, si abbassa e mi infila la lingua dentro la fica. Io gli accarezzo i capelli, mentre la mia eccitazione aumenta sempre più. Sento la sua lingua andare su e giù dentro di me. “Dai...Sto per venire...continua così...” gli grido. Lui spinge, con più forza, la sua lingua dentro la mia fica e, pochi secondi dopo, ho l'orgasmo. Le mie secrezioni gli bagnano il volto. Gianfranco si rialza e mi chiede di fargli un pompino. “Certamente, sei stato grande...mi hai fatto godere molto...”
gli rispondo. Mi inginocchio davanti a lui e prendo in mano il suo membro. Prima lo lecco dal glande fino allo scroto, poi lo ingoio e lo succhio con frenesia. Gianfranco mi viene in bocca. Mi rialzo e mi pulisco con un fazzoletto. Un attimo dopo, suona un cellulare. E' il mio. “Ciao amore. Sono Andrea. Ho comprato due biglietti per il concerto di questa notte. Se mi dici dove sei, ti vengo a prendere con la mia auto.” “Non c'è bisogno. Sto tornando a casa. Non ti preoccupare, riusciremo ad arrivare in tempo a questo concerto” lo tranquilizzo e spengo il cellulare. Mi avvicino a Gianfranco. Lo bacio sulle labbra e gli dico “Gianfranco, mi piaci molto. Questo bacio è un invito a rivederci ancora. Appena sarò libera da impegni, verrò di nuovo qui, a cercarti.” Lui mi sorride e se ne va. Io faccio un lungo respiro e mi avvio verso casa. P.S. Il racconto è frutto di fantasia e i personaggi sono inventati.

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