Schiava umiliata, frustata e venduta

Scritto da , il 2015-11-24, genere dominazione

Sono nata in una famiglia di schiavi, fin da piccola ho visto mia madre sottomettersi al suo padrone e mio padre obbedire a tutto ció che il signore desiderava. All'etá di 20 anni il mio vecchio padrone mi chiuse in una stanza per evitare di farmi vedere da altra gente. Dato la mia bellezza e la mia gioventú. Quella stanza era la mia casa. Non vidi piú mia madre e mio padre per 7 anni. Ero prigioniera. Non uscivo per nessun motivo, mangiavo li, bevevo, mi lavavo, urinavo e facevo cacca proprio li. Tutto dentro una stanza di 4 metri quadri. A prendersi cura di me, la cameriera di casa. All'inizio tutti i giorni veniva la cameriera con un oggetto strano che io non capivo cosa fosse, (oggi lo capisco benissimo, era un dildo) la mandava il padrone e la obbliga a mettermi dentro la mia piccola e innocente figa quell'oggetto strano. La cameriera mi faceva sdraiare sul letto, pancia in su mi diceva, gambe aperte. Io non capivo, pensavo fosse una visita. Pian piano entrava il dildo, lo entrava e lo usciva, nei suoi occhi una tristezza. Lo lasciava dentro per un po, mentre vibrava e andava. Io rimanevo a letto con quell'oggetto dentro che mi vibrava tutto il corpo fino al suo ritorno. Tornava. Lo usciva fuori. Il padrone mi ordinó che domani andremo al sederino. Io non capivo quelle parole. L'indomani, stesso oggetto, sta volta mi fece mettere a quattro zampe sul mio letto. Schiena piegata e sederino in su mi disse. Prese una crema la spalmó all'interno del mio sedere. Si mise dei guanti. E inizió con un dito dentro. Io lo sentivo e dicevo che dovevo fare la cacca urgentemente. Mentre lei diceva che non era cacca ma erano le sue dita che scivolavano all'interno del mio buco. Prima uno, poi due, tre.. poi il dildo. Dicevo alla cameriera che mi faceva male, non volevo. Ma erano ordini. Diceva che mi stava preparando al padrone così le facilitava fatica. Piangevo, urlavo. Troppo male. Lo entro tutto. Mi fece girare e mi fece sedere. Con quel dildo dentro e faceva malissimo. Questo andó avanti per diverse settimane. Un'altro giorno prese quello strano oggetti e mi disse apri la bocca. Lo mise dentro e mi disse impara a leccarlo e a succhiarlo. Mi spiegó come fare. E imparai subito. Le lo infilava e io lo succhiavo per bene. Me lo lasció, dicendomi di esercitarmi. Una mattina tornó. Mi fece spogliare completamente. Mi lego i polsi davanti la pancia con delle catene. E un guinzaglio agganciato. Con le lacrime agli occhi mi disse povera bambina, e mi bació la fronte. Seguimi mi disse. Arrivammo fuori. Un centinaio di persone a osservarmi.Mi lasció al mio padrone. Spero avrai imparato bene mia serva!. Gente lei é la mia serva! Oggi vi mostreró le sue funzioni, potete provarla se volete. Verrà venduta alla migliore offertà! Mi fece inginocchiare ai suoi piedi. Iniziai a baciarli poi mi uscí fuori una cosa che nn avevo mai visto prima. E a quel punto capii giá cosa farne. Dovevo spompinarlo. Mi mise a novanta come avevo fatto nella prova. Mi inculó forte. Mi giró a pancia in su e mi scopó violentemente. In tutto questo io piangevo. I miei genitori erano li a guardarmi. Mi provarono più di quaranta uomini. Io svengo.. mi massacrarono a colpi di frusta. Il dolore era terribile. Mi svegliai tremavo. E cadevo a terra. Mi sputavano tutti.. mi pisciavano. Sentivo puttana chiamarmi.. cagna da 4 soldi non ti comprerei mai non vali niente.. e un altro schiaffo arrivava. Subito dopo un cazzo in bocca. Poi un altro. Poi entravano dita fino alla gola. E vomitai. Leccai il mio vomito. Mi tenevano una decina di persone. Io urlavo. Mia madre piangeva. Un cazzo nel culo. Una fila di 20 uomini per la bocca. Nella figa dita a non finire. Poi sento.. é venuta é venuta.. mentre io urlavo e facevo come una pazza. Altre botte. Altre tirate di capelli. Mi tracinarono dentro una gabbia. E mi ci chiusero. Mi compró un signore per 118 soldi. Il prezzo più passo che hanno offerto. Per questo valevo. Non valevo proprio niente.

Questo racconto é frutto di fantasia. Magari desidero essere una schiava nella realtá. E trattata proprio cosí o peggio.

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