Eccomi in prima fila

Scritto da , il 2010-09-05, genere voyeur

Vittorio e` stato lo storico amante di mia madre. Dopo averlo sgamato nascosto al buio in fondo alle scale ho assistito a tutti i suoi incontri con mia madre sulla madia del pane. Vedere il suo cazzo curvo entrare nelle viscere di mamma china sulla madia era uno spettacolo eccitante e, benche` non sborrassi ancora, li spiavo smanettando il pistolino duro come un bastoncino di legno e colla capocchietta viola simile ad un fungo chiodino. All`epoca venivo chiavato in bocca dallo zio e nel culo dal ciabattino ma ne`l`uno ne` l`altro mi eccitavano come il vedere mia madre presa alla pecorina dal cazzo curvo di Vittorio. Mi ha sempre affascinato il cazzo curvo ed anche tuttora quando ne vedo uno non posso fare a meno di succhiarlo, mi sento un pesce preso all`amo ed impazzisco quando lo sento ravanare nello sfintere. Vittorio organizzava ogni anno dei pellegrinaggi a vari Santuari. Quell`anno ne organizzo` uno a Monte dell`Angelo, sul Gargano. Io e mamma vi partecipammo. La sera facemmo sosta a Manfredonia e dopo aver cenato in un ristorante sul mare, mangiando un gelato facemmo una passeggiata sul lungomare inoltrandoci nel buio fuori dell`abitato. Io camminavo dietro mentre davanti a me i due piccioncini erano abbracciati e vedevo distintamente una mano di Vittorio carezzare le chiappe di mamma mentre lei aveva infilato una mano nella cintola di lui e l`agitava. Certamente non sapevo di preliminari ma che lei gli stesse facendo una sega questo lo sapevo benissimo. I lampioni si fecero sempre piu` radi ed al chiarore di una fantastica luna piena e delle stelle si vedevano sul bagnasciuga delle coppiette che cercavano un po` di intimita`. Ad un certo punto Vittorio mi porse dei soldi e mi disse di andare a cercare un gelato e di mangiarlo mentre lui discuteva con mamma di cose da grandi. All`epoca ero ingenuo ma non abbastanza da non capire che volevano stare da soli per darsi piacere. Presi i soldi e m`incamminai verso la citta`. Fatti pochi passi scorsi i due superare la cunetta ed incamminarsi sulla sabbia in direzione del mare e riuscii a distinguere la pelle bianca delle cosce di mamma che aveva alzata la gonna e cavava le mutande mentre camminava. Era la conferma a quanto avevo creduto di capire ed iniziai cosi` una corsa perche` avevo voglia di romper loro le uova nel paniere. Tornare dal gelataio gia` nostro fornitore superare la fila di bambini in attesa del loro gelato afferrare il mio ritornare verso i due amanti libidinosi fu questione di pochi minuti. Appena scorsi mia madre seduta sulla chiglia di una barca rovesciata colle gambe ripiegate e le ginocchia aperte con Vittorio che in piedi entrava ed usciva dal suo ventre mi fermai un attimo per riprendere fiato mentre il gelato si scioglieva. Quindi in punta di piedi mi avvicinai fino a distinguere il culo bianco di lui che si dondolava seguendo chissa` quale ritmo e riuscii persino a distinguere il pelo pubico di mamma quando l`uomo si allontanava per affondare di nuovo dentro di lei. Sentivo il loro respiro affannato con lei che gli sussurrava di fare piano e di aspettarla, lui col fiato grosso sembrava una locomotiva in salita o il rauco cadenzare dei boscaioli quando abbassano la scure. Vedevo l`asta luccicare alla luna quando veniva estratta ed il tonfo delle palle contro la vagina spalancata di mamma. Era un buco nero circondato da peli che brillavano alle stelle. Avevo gia` spiato i loro incontri in cucina e mi ero anche smanettato ma questa volta non mi eccitavano. La curiosita` era tanta ed inoltre sentivo l`odore acuto del maschio misto a quello dolciastro della femmina in calore. Non c`era alito di vento ma l`odore dei sessi eccitati si espandeva nell`aria e mi faceva girare la testa. Vittorio volse il capo e mi vide. Si fermo` per un attimo poi riprese subito con maggior veemenza indicandomi con un cenno del capo la femmina a cosce aperte come una vacca o come la puttana che tutti conoscono. Mi strizzo` un occhio e si fece da parte per farmi vedere meglio l`asta che affondava nelle viscere amate mentre la vittima implorava di andare piu` in fondo. La voce rauca di mamma mi scosse e mi fece pentire di essermi avvicinato troppo. Non avrei dovuto ma ormai c`ero. Vittorio mi fissava ed intanto accelerava il ritmo ed aumentava il rantolo. Forse la mia presenza lo eccitava di piu`. Sta di fatto che ad un certo punto diede un paio di affondi vigorosi fino a che si alzo` sulla punta dei piedi si irrigidi` mentre mamma gridava: - Spingi... spingi... spingi piu` in fondo....Quindi si unirono in un bacio che duro` una vita e sentivo persino il risucchio delle lingue. Ero impietrito e non riuscivo a distogliere lo sguardo dai sessi congiunti. Eccolo il cazzo curvo di Vittorio uscire colla capocchia molle e gocciolante. Lascio` un buco nero da cui sembrava uscire del vapore. Mia madre allungo` le gambe per scivolare dalla barca e solo allora mi vide. - Ma....ma....tu sei qua? Io avevo lo sguardo fisso alla fica pelosa ed al biancore della cosce. Vittorio si era allontanato perche` lei si ricomponesse. - Non potevi aspettare sulla strada, no eh? Imbecille, dammi le mutande, presto, cretino imbecille... Come un automa raccolsi le mutande sulla sabbia e gliele porsi. Lei sempre colla gonna alzata e le cosce aperte ed i seni che pendevano alla luce della luna si deterse la sborra che luccicava alla base della vagina quindi nascosta dall`uomo gli puli` il cazzo colla lingua. Mi venne vicino col viso paonazzo e cogli occhi brillanti e sorridendo con rabbia come finallora non avevo mai visto mi disse con un filo di voce: - In albergo faremo i conti... non potevi aspettare sulla strada?... Io avevo la testa reclinata sul petto e pensavo che in fondo non avevo fatto nulla di male, mentre Vittorio le diceva di lasciar stare, in fondo avevo diritto di imparare ad essere uomo ed a vedere a cosa serve il bastoncino in mezzo alle cosce. Mamma si ricompose . Vittorio tiro` su i pantaloni e loro abbracciati davanti ed io dietro come un cane mazziato tornammo in albergo. Prima d lasciarsi i due amanti si baciarono davanti alla porta della nostra stanza e senza curarsi della mia presenza mia madre gli mise ancora una volta la mano nella cintola e l`agito` su e giu` fino a che l`amico le disse di smettere se non voleva che la fottesse li` nel corridoio dell`albergo. Entrati in camera io mi spogliai e mi misi a letto mentre mamma lascio` scivolare tutti gli indumenti restando nuda come da tempo non vedevo. Era bella la mia mamma col triangolo di pelo riccio e folto a guardia di una fica che tutti in paese anelavano penetrare. Le belle poppe gonfie con in cima dei capezzoli eternamente ritti un paio di chiappe sode che quando camminava per strada la gente si fermava ad ammirare due cosce affusolate e dritte con in cima un bosco peloso che mi affascinava. Era quel bosco che attirava la mia attenzione e che mentre preparava la vasca da bagno intravedevo tra le chiappe e che circondava il buco del culo con un alone scuro. Nascosto dal lenzuolo mi toccavo ed il cazzo svettava duro e voglioso di visitare mia madre alla stessa stregua di come l`aveva visitata Vittorio qualche ora prima. La mia amata mamma sculettava per la stanza per cercare l`intimo pulito per cercare i sali da bagno per chiudere le imposte per tante piccole incombenze ed il pelo pubico che mi faceva girare la testa. Lei lo sapeva che ero affascinato dal suo triangolo e faceva di tutto per passarmelo sotto al naso tanto che sentivo l`acre odore dello sperma rancido e del piscio stantio. Smanettavo con gesti lenti per evitare che se ne accorgesse quando la sentii: - Sei un porco vizioso. Dovevi aspettare sulla strada che avessimo finito. Io e Vittorio ci vogliamo bene e facciamno le cose che fanno tutti quelli che si vogliono bene. Dio se ci amiamo. A dire il vero mi era venuta voglia di chiederle se amava anche lo zio Ettore ed anche il ciabattino ed anche Minuccio il fratello del ciabattino e Giovanni il nostro colono. Non osai. Si avvicino` al letto tiro` via le lenzuola e scopri` il cazzo ritto che stavo smanettando. - E smettila di menarlo una buona volta che perdi la vista, lo sai o no? Non devi smanettare sempre, devi controllarti. Io restai impietrito col cazzo ritto verso il soffitto. Mi coprii col lenzuolo e mentre lei faceva il suo bagno mi appisolai. Ad un certo punto, mezzo assonnato, la sentii entrare nel letto e girarmi le spalle. Spenta la luce mi avvicinai e l`abbracciai, notai cosi` che era nuda, mi accostai ancora di piu` e mentre il cazzo sempre ritto le entrava nel canale profumato che separa le chiappe mi addormentai felice di essere figlio di cotanta madre. Mitana

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