Figli del sole

Scritto da , il 2014-06-15, genere prime esperienze

Come promesso continuo la narrazione delle vicende iniziate nel racconto "i gemelli".
Dopo quel che era successo nella notte la mattina dopo i rapporti tra Piero, Paolo e me erano completamente cambiati. Prima i ragazzi avevano manifestato nei miei riguardi una certa diffidenza, ora erano aperti, chiacchieravamo e facevamo insieme progetti su come trascorrere il tempo. La zia era soddisfatta. "ero sicura che quando vi foste conosciuti avreste fatto amicizia"; infatti ci eravamo conosciuti nel senso biblico del termine.
Quella mattina, dopo aver fatto colazione, liberato l'intestino (tra il materiale eliminato ci doveva essere anche parte dello sperma che ci eravamo scambiati...) ed esserci lavati partimmo per un giro nei campi. Eravamo vestiti in modo essenziale: calzoncini, maglietta e sandali, i ragazzi non avevano messo le mutande e io, su loro consiglio, avevo fatto lo stesso. Piero, se non era Paolo, aveva preso una vecchia copia di un quotidiano, non capivo a cosa servisse ma non feci domande.
Girammo per un'oretta attraverso i campi per viottoli e sentieri, alla fine eravamo abbondantemente sudati e i ragazzi proposero di trovare un posto dove fermarsi. Entrammo in un campo di granturco, le piante erano già alte più di un metro e mezzo, percorremmo uno dei solchi tra due file di piante sino a giungere verso il centro del campo, qui c'era un tratto in cui le piante erano più rade.
- fermiamoci qui - disse Paolo
- sì - rispose il fratello - è un buon posto, nessuno ci vede-.
In un batter d'occhio i due ragazzi si tolsero maglietta e calzoncini rimanendo con i soli sandali e mi invitarono ad imitarli, cosa che mi affrettai a fare. Presero il quotidiano cui avevo accennato e misero le pagine per terra in modo che potessimo sederci o sdraiarci senza farlo sul nudo terreno.
- Cosa fate? - Chiesi un po' stupito
- Facciamo un bagno di sole, quando è bel tempo lo facciamo tutti i giorni. -
- Sì, ma perché senza costume? -
- Il sole fa bene a tutto il corpo e allora bisogna prenderlo dappertutto. -
Guardando i corpi dei gemelli mi resi conto che quanto dicevano, a proposito di prendere il sole nudi ogni giorno, era vero, infatti avevano un'abbronzatura uniforme, io invece mostravo un corpo poco abbronzato e con l'evidente zona chiara dovuta allo slip.
Stesi sui fogli di giornale a prendere il sole cominciammo a chiacchierare. I ragazzi mi raccontarono di due amici, loro compagni di giochi, che abitavano a poca distanza e che passavano il loro tempo nel cortile di casa senza vestiti, era da loro che avevano preso l'idea dell'abbronzatura integrale.
- Ma i loro genitori cosa dicono? - chiesi stupito
- Niente, anzi quando possono si mettono nudi anche loro, sono naturalisti (in realtà naturisti...) e pensano che stare nudi sia naturale. Quando andiamo da loro ci mettiamo anche noi nudi a giocare -
- Oggi pomeriggio andiamo a trovarli, così vedrai e ti presenteremo in modo che potrai giocare anche tu con loro. -
Continuammo a parlare e pian piano la nostra conversazione si spostò sulle esperienze di sesso. I due mi raccontarono come avevano cominciato ed io feci altrettanto. Entrammo anche in particolari e cominciammo ad eccitarci; le nostre mani cominciarono a muoversi...indovinate dove e i nostri membri si ingrossarono, ad un certo punto ci trovammo tutti tre in piena eccitazione.
Piero e Paolo si guardarono tra loro poi, con una risatina mi furono addosso. Mi fecero alzare le gambe in modo che il mio buchino fosse ben esposto ed accessibile, poi uno dei due cominciò a lavorarmi l'uccello con le mani e la bocca mentre l'altro si mise a leccare l'ingresso posteriore.
- Ti piace? - Mi chiese quello che mi stava spompinando fermandosi per un momento.
- siiiiì - Fu l'unica cosa che fui capace di rispondere.
Intanto l'altro spingeva la lingua dentro il mio buchetto, fortuna che la mattina, dopo essermi liberato l'intestino, mi ero lavato per bene quella zona. La lingua abbondantemente bagnata di saliva si muoveva oltre l'anello muscolare che si era molto rilassato. quello che stava lavorando il mio cazzo mi stava leccando le palle. Ad un certo momento i due si staccarono da me e si scambiarono le posizioni, quello che ora si stava occupando del membro si accucciò sulla mia faccia piegandosi in avanti per raggiungere quel che avevo tra le gambe, in questo modo mi trovai il suo buchetto davanti alla faccia, non mi feci problemi e cominciai a leccare spingendo anch'io la punta della lingua nella rosellina tra le natiche.
Ad un certo punto il mio pene esplose, schizzai una dose abbondante di sborra calda dentro la bocca che mi stava spompinando, non andò persa nemmeno una goccia. Il gemello cui stavo leccando il buchetto si aiutò con le mani e schizzò anche lui il suo seme che, l'altro aveva smesso di vellicarmi il buchino e si stava dando da fare sul suo cazzo finché non venne anche lui con uno zampillo di sborra.
A questo punto restava il problema di ripulirci: schizzi di sborra avevano colpito tutti e tre, non avevamo niente con cui pulirci...o meglio avevamo le nostre lingue, i due leccarono per bene lo sperma che avevo addosso ed io ricambiai pulendo loro due.
Tornammo a casa per il pranzo e poi per il meritato riposo...dalle fatiche della notte e della mattina, passate le ore più calde ci mettemmo in movimento per andare a trovare i due amici di cui mi avevano parlato.
La casa, che si trovava a circa un chilometro da dove abitavano Piero e Paolo, era un ex rustico ristrutturato, era ad una decina di metri dalla strada e dietro aveva un cortile recintato da un muro abbastanza alto in modo che a chi si trovava all'esterno era impossibile vedere cosa succedeva nel cortile che era ombreggiato da alcuni alberi.
Suonammo alla porta e venne aprirci una signora che i miei due accompagnatori presentarono come la mamma dei loro amici. Era una bella donna sui 40, con capelli lunghi e castani, occhiali, snella ma con seno e fianchi ben delineati anche se non abbondanti. Osservandola bene mi accorsi che sotto l'abitino di cotone che portava la signora, che venni a sapere si chiamava Laura, non portava niente, questo mi fece pensare che si fosse messa qualcosa addosso per venire ad aprirci.
Ci invitò ad accomodarci nel cortile dove c'erano i due figli: Daniele e Luigi. Il primo era il maggiore ed aveva più o meno la mia età, cioè sui 16 anni, il secondo invece stava per compiere 14 anni. Dopo quel che mi avevano detto i due gemelli mi aspettavo di vederli vestiti solo della loro pelle, invece indossavano dei ridottissimi slip che coprivano quel che avevano tra le gambe. Come aspetto fisico erano abbastanza diversi: Daniele era robusto, con i capelli castano scuri e la muscolatura ben sviluppata per un sedicenne, Luigi era alto, con i capelli più chiari e la corporatura esile.
Paolo mi presentò
- Questo è nostro cugino che è venuto a stare da noi per l'estate. -
Mentre parlava fece un gesto di cui, sul momento, non capii il significato: con il pollice e l'indice della mano sinistra formò un anello, poi uniti l'indice ed il medio della mano destra li inserì nell'anello e li mosse avanti ed indietro alcune volte. Mi ci volle qualche minuto per capire che aveva mimato un buco che viene penetrato da un cazzo! Insomma aveva fatto sapere, senza dirlo che ero disponibile per partecipare ai giochi che coinvolgevano il buchetto e non sarei stato quello che avrebbe rotto le uova nel paniere.
I due ragazzi capirono subito il messaggio, divennero cordiali, Luigi propose:
- perché non vi mettete in libertà?-
Lui ed il fratello si tolsero il costume e rimasero come mamma li aveva fatti, Paolo e Piero si affrettarono ad imitarli, io ero quello più titubante, non tanto perché mi preoccupassi di farmi vedere da loro, quel che mi intimidiva un po' era il pensiero della signora Laura, ma vedendo che per gli altri la cosa era naturale mi misi anch'io in tenuta adamitica. Restammo a guardarci per qualche minuto, come i gemelli anche i due fratelli avevano un'abbronzatura integrale, osservai quello che sino a poco prima era nascosto dagli slip e mi venne da fischiare per la sorpresa: Luigi, di 14 anni non ancora compiuti, era il più fornito tra noi, tra le gambe gli pendeva un uccello con pochi peli ma di dimensioni più che rispettabili, superiori a quelli dei ragazzini che avevo visto sino a quel giorno, evidentemente quel che non era andato a rinforzare i muscoli era finito per sviluppare quella parte.
Ci sedemmo su un paio di panche e cominciammo a parlare un poco di noi, naturalmente senza parlare apertamente di quello che ci sarebbe piaciuto fare tra di noi, in fondo per quanto naturista ed aperta possa essere una mamma forse non è il caso di mettersi a parlare di inchiappettamenti con i suoi figli!
Ad un certo punto Daniele uscì con una proposta:
- Sabato prossimo papà e mamma vanno ad un matrimonio, staranno via tutta la giornata, perché non venite a stare qui con noi in modo che ci facciamo compagnia?-
L'idea ci piacque, ma naturalmente occorreva avere le autorizzazioni, Daniele andò, sempre in tenuta nudista a parlare con sua madre la quale non solo si disse d'accordo ma provvide a telefonare alla mamma di Piero e Paolo per ottenere il suo permesso.
Anche i genitori dei gemelli non ebbero niente da obiettare per cui alla fine ci lasciammo con la promessa di essere lì sabato mattina. La signora Laura ci assicurò che ci avrebbe lasciato qualcosa da mangiare per cui non ci sarebbero stati problemi, si raccomandò solo di non provocare danni in casa, ma le assicurammo che saremmo stati in cortile dove avevamo lo spazio per giocare e riposare senza entrare in casa tranne che per lo stretto indispensabile.
Ce ne tornammo a casa pensando che a sabato mancavano tre giorni durante i quali avrei fantasticato su quello che ci aspettava...

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