Come ho conosciuto mio marito – La coppia triste (25 dicembre)

di
genere
trio

Quest’opera è di fantasia. Nomi, personaggi, luoghi ed eventi sono frutto dell’immaginazione dell’autore o usati in modo fittizio.

Sara si svegliò nel silenzio ovattato della sua casa. Non viveva un Natale così solitario da anni, ma l'assenza dei figli, stranamente, non era un vuoto, bensì una licenza. Per la prima volta da quando aveva accettato quel lavoro, si sentiva elettrizzata.
Alle nove, Marco chiamò, la sua voce vellutata di ironia. «Buon Natale, Sara.» Non fece preamboli: «Oggi Paolo e Claudia ti aspettano. Ti proporrò qualcosa di più elegante e romantico. Claudia è una donna timida, e uno dei suoi desideri più caldi è sempre stato quello di fare sesso con un'altra donna; suo marito glielo vuole regalare. È la sua prima esperienza lesbica, quindi devi essere brava a sedurla, farla sentire la donna più desiderata al mondo. E Paolo, ovviamente, anche lui avrà la sua parte: vi guarderà, poi deciderai se farlo cadere in tentazione o meno. Ricordati, il tuo obiettivo è Claudia. Oggi non ho nessun interesse economico, solo personale. Paolo è uno dei miei migliori amici sin dai tempi della scuola. Quindi, in pratica, è il mio regalo di Natale. Visto che so già che accetterai, ti saluto qui, ciao. Ah, sì, per chi ci crede: Buon Natale.»
Sara si preparò con cura meticolosa. Scelse l'abito di lana cachemire color avorio, che le fasciava i fianchi; si guardò allo specchio e si sentiva immensamente sensuale. Cosa mettere sotto? Vista l'impresa che doveva affrontare, scelse il suo completo portafortuna: era di seta color Champagne e pizzo finissimo, che le accarezzava il corpo. I capelli castani sciolti le cadevano sul seno. Il trucco leggero esaltava i suoi occhi scuri. Afferrò la sua piccola borsetta di velluto rosso e si diresse verso l'uscita.
Giunse alla villa sul Lago di Como alle 11:00 esatte. Non aveva avuto istruzioni precise sull'orario, ma partì appena fu pronta, dopo aver consumato una colazione leggera; il suo stomaco era chiuso dall'emozione. Non andava a letto con una donna da più di quindici anni.
Suonò il campanello e attese qualche secondo. Le rispose una voce maschile e, quando le chiesero chi fosse, rispose ironicamente: «Il regalo di Natale.» Sentì chiaramente un «Ohhh!» e poi la stessa voce, leggermente più agitata: «Sono Paolo, ti prego, entra sul retro, poi ti spiego.» Il cancello si aprì. Sara parcheggiò a lato e percorse il vialetto che conduceva sul retro.
Lì l'aspettava Paolo, un uomo sui quarantacinque, capelli castani con eleganti striature brizzolate sulle tempie, che gli conferivano un'aria distinta. Indossava un completo di velluto a coste color oliva e una camicia bianca aperta, un abbigliamento rilassato ma costoso. Il suo viso era teso, ma i suoi occhi color nocciola tradivano un'eccitazione febbrile.
«Grazie per la sorpresa, Sara. Ti prego, vieni con me. È un regalo che volevo fare a mia moglie da anni, e voglio che sia una sorpresa perfetta. Ti prego, non parlare.»
Sara annuì, le parole non le servivano. Percorsero un lungo corridoio affrescato, l'odore di pino e incenso che si mescolava al profumo costoso di Paolo. Arrivarono davanti a una porta di mogano che conduceva a una stanza da letto. Paolo la mise dietro a un paravento di legno lavorato, in un angolo.
«Aspettami qui, non farti sentire. Sarai il momento culminante,» le sussurrò, un lampo di malizia che gli attraversò gli occhi.
Paolo si allontanò per un istante. Sara sentì delle voci e dei passi, poi la porta si aprì di nuovo. Sentì la voce di Paolo: «Amore mio, ho qui il tuo regalo di Natale.»
Claudia si fermò davanti al paravento. Paolo tirò con gesto secco il paravento. Sara apparve, e vide per la prima volta la sua preda seduttiva. Claudia era alta, sui trentacinque anni, con lunghi capelli neri legati in uno chignon perfetto e occhi azzurri. La sua figura era tonica, modellata da anni di palestra. Indossava un abito di seta rosso fuoco e la sua evidente quinta di seno spiccava da quel tessuto, trattenuta a fatica dalla stoffa lucida.
Rimasero in silenzio per qualche secondo, poi Claudia pronunciò timidamente delle parole: «Sei... sei tu il mio regalo.»
Prima che Sara intervenisse, il marito parlò: «Sì, è il tuo regalo, amore mio. Sara è qui per te e spero che sappia esaudire le tue fantasie.»
Sara aprì la bocca per la prima volta. La sua voce era bassa, un invito caldo e avvolgente. «Non avere paura, Claudia. Oggi sono qui per te. Spero di essere in grado di farti godere e felice.» Finite queste parole, sapeva che lo spettacolo doveva iniziare. Si avvicinò a Claudia. Le sue mani accarezzarono il raso rosso di fuoco della spalla di Claudia. «Questo vestito è stupendo, ma nasconde troppo. Non siamo qui per rimanere nascoste, vero?»
Claudia non riuscì a parlare, si limitò ad annuire. Sara, con movimenti lenti e sensuali, iniziò a sfilare l'abito. Partì dalla zip nascosta sulla schiena, le sue dita che accarezzavano la colonna vertebrale liscia di Claudia, facendola rabbrividire. Il vestito scivolò per terra come un velo. Rivelò una lingerie di pizzo bianco che a malapena conteneva la quinta abbondante e sensibile. Sara prese il reggiseno della sua amante con due dita, lo baciò e le sorrise.
«Sei bellissima, Claudia. Sei una donna sensualissima,» lo pensava davvero.
Poi arrivò il turno di Sara. Claudia non fece in tempo a chiedere, che il regalo si sfilò il suo vestito avorio. Il cachemire cadde a terra con un fruscio silenzioso, e Sara si rivelò nel completo color champagne e pizzo nero. Il suo fisico prometteva desiderio. La vista della sua passera matura appena velata di nero fece gemere Paolo, che si era appena seduto sulla sedia accanto alla porta per godersi lo spettacolo. Sara se ne accorse, si sfilò le mutandine e gliele gettò con un gesto audace.
Ora le due donne erano nude al centro della stanza. Il marito vedeva il contrasto tra la bellezza scultorea e ansiosa di sua moglie e il corpo caldo e sinuoso di Sara che ostentava sicurezza.
«Vieni, cara, siediti qui sul letto,» dicendo queste parole, Sara accompagnò la sua partner e la fece sedere davanti a sé.
Sara si inginocchiò e si dedicò interamente a Claudia. Le sue labbra calde trovarono la figa di Claudia, ancora asciutta per la tensione. Sara iniziò a leccare, a succhiare, non con fretta, ma con devozione tenera e metodica. Spingeva il viso nella sua carne, tirando il clitoride eretto di Claudia con la punta della lingua. Le sue dita penetrarono Claudia lentamente, preparandola.
Claudia ansimava, le mani affondate nei capelli sciolti di Sara. «Sì... ti prego... non fermarti...»
Mentre Sara portava Claudia sull'orlo del piacere, allungò una mano verso Paolo. «Paolo, unisciti a noi. Sei il suo uomo, e visto che sei stato così gentile a regalarmi a lei, devi partecipare pure tu.»
Paolo, sorpreso ed eccitato, si inginocchiò accanto a Sara, la quale, pur non smettendo di leccare la passera bagnata di Claudia, prese il cazzo di Paolo in una mano. Poi lo accarezzò con la punta della lingua e l'uomo sentì il respiro caldo sul suo pene. Paolo gemette, il suono della sua voce si fuse con gli ansimi di sua moglie.
Sara si rialzò, le labbra lucide e il suo corpo che iniziava a sudarsi. «Ho una piccola sorpresa per te, cara.» Si diresse verso la sua borsetta di velluto rosso, prelevò lo strap-on e lo lubrificò abbondantemente con l'olio alla vaniglia. Si allacciò la pelle nera. «Venendo qui sono passata accanto a un sexy shop e mi è venuta questa idea piccante.»
«Adesso, Paolo, guarda come si scopa una donna, e tu, mia cara, devi lasciarti andare e fidarti di me completamente.»
Sara fece sdraiare Claudia completamente sul letto. Si posizionò sopra. Con il viso vicino, gli occhi negli occhi, Sara penetrò Claudia con una spinta lenta, misurata, sensuale. Claudia urlò, il suono si trasformò in un lungo, gutturale gemito. La penetrazione era profonda. Sara iniziò a spingere quel pene finto con più rinvigorita forza.
Sara si girò verso Paolo e gli afferrò il membro. Lo guidò verso la sua passera, ora umida ed eccitata. Paolo era ancora incredulo, ma non si fece pregare due volte e la penetrò con furia e non si trattenne.
In quel momento, tutti e tre erano legati: Sara era sia penetrata sia penetrante, era il centro della coppia. Baciò appassionatamente la donna e le palpò le tettone – «Sei stupenda» – mentre il cazzo di Paolo si faceva sempre più rovente ed entrava sempre più in profondità nel suo corpo.
«Sì, Paolo, è così che si scopa una donna! Dovrai farlo anche con tua moglie appena me ne sarò andata. Pure Claudia sente la tua passione!» la guardò mentre stava piangendo dal piacere.
Claudia per risposta non si trattenne: afferrò il seno della sua peccatrice, lo strinse con tutta la forza che aveva e le sbatté tutta la lingua dentro la sua bocca.
I due movimenti simultanei erano afrodisiaci. Le pareti vaginali di Claudia si strinsero con forza attorno al dildo e anche Sara sentiva tutta la pressione di quel cazzone dentro di lei. Era una sfida su chi godeva di più. Claudia si inarcò, le grandi mammelle si scuotevano sotto l'assalto. I suoi occhi azzurri piangevano senza sosta. Lanciò un grido animalesco mentre raggiungeva l'orgasmo più violento della sua vita; se non fosse per lo strap-on che agiva come diga, dalla sua figa sarebbero usciti dei liquidi come un'onda anomala.
Sara si girò, estrasse il pene finto, il materasso si bagnò completamente. Disse al marito di uscire da lei, e lui obbedì. Baciò ancora Claudia che sembrava esausta: «Non abbiamo ancora finito, cara.» Tolse lentamente la cintura e mise le gambe intorno al corpo di Claudia, spingendo la sua figa calda contro il suo viso. «Leccami, amore, leccami.»
La moglie non si fece pregare: mise le mani intorno al sedere di Sara e leccò con intensità devastante il clitoride eretto che si trovò davanti.
Sara gemette. «Ora tocca a te, Paolo!» si sentiva immortale. «Non vedo figli in questa casa, è ora di dare a questa donna un altro regalo. Penetrala.» Lui baciò la schiena di Sara e inserì il cazzo dentro sua moglie. Claudia sbarrò gli occhi, non aveva mai sentito un cazzo così duro. In quel momento di passione, Sara ballava sul viso e sul seno enorme di Claudia. Paolo afferrava il seno di Sara e penetrava sua moglie. Più Sara sentiva stringersi le tette, più sentiva che l'orgasmo di Paolo stava per arrivare. Il fiato del marito era sempre più spezzato.
L'orgasmo montò in fretta. Con un ruggito di liberazione, eiaculò un getto bollente e copioso dentro il corpo di sua moglie.
Il lavoro di Sara teoricamente era finito, ma visto che si sentiva in comando, si afferrò le tette, inarcò la schiena e agitò la sua figa sulla bocca di Claudia, che non smetteva di leccare; era nata per leccare fighe.
Prese il cazzo di gomma che era rimasto sul letto e lo diede a Paolo. «Inculami, ti prego, fallo.» Lui lo prese, si chinò e leccò l'ano di Sara che pulsava. «Ora capisco perché Marco ha scelto te, sei una maledetta Porca.» Finite quelle parole, sbatté il cazzone dentro il culo e Sara urlò.
Passarono diversi secondi così, la lingua che si agitava sulla sua figa, il cazzo di gomma che le sfondava il culo, quando Sara spalancò gli occhi e un getto potente si scagliò sul viso di Claudia. Era la sua prima volta. Si sentì svuotare e crollò sul letto, devastata.
I tre rimasero uniti, ansimanti e sudati, i corpi bagnati, per un lungo momento di silenzio, il profumo di vaniglia e sesso che saturava l'aria. Claudia si girò verso Sara e la baciò con una passione mista a dolcezza mai vista. «Grazie.»
Sara si alzò, vide che il pene di Paolo era ancora eretto. Era giunto il momento di lasciare ai due sposi di concludere il Natale da soli. Mentre si rivestiva in fretta, Claudia le si avvicinò con le sue tettone ballonzolanti. «Grazie ancora, amore, mi hai fatto un regalo incredibile.» La baciò ancora. «Ti prego di non dimenticarmi.» Con un gesto fugace, le lasciò scivolare il suo biglietto da visita nella borsa. I suoi occhi azzurri erano speranzosi di un incontro futuro. Sara lasciò la stanza e vide che Claudia aveva raccolto il cazzone del marito tra le tette. Per un attimo le venne voglia di rimanere, ma quel Natale aveva deciso che non avrebbe fatto nulla gratuitamente. Tornò in macchina e si diresse a casa, aveva bisogno di riposarsi.
Arrivò a casa, si spogliò e si fece una doccia, poi si abbandonò nuda sul letto. Si girò e vide sul comodino due cose: un assegno e il suo cellulare. Prese l'assegno: erano i 10.000 euro. Come aveva fatto Marco ad entrare a casa sua e lasciarlo lì? Si appisolò.
Sentì suonare il cellulare. Ovviamente, immaginò che era Marco che le faceva i complimenti. Afferrò lo smartphone e rispose, la voce stanca ma soddisfatta: «Marco, dimmi pure.»
«Sei stata magnifica. Paolo mi ha chiamato in lacrime, ha detto che è stato il Natale più bello della sua vita,» rispose la voce vellutata di Marco. «Come premio, la busta l'ho lasciata io sul comodino. Ora goditi i tuoi soldi, li hai guadagnati. E preparati: una vecchia conoscenza è rimasta molto colpita dal tuo lavoro e non vede l'ora di rivederti. Ti chiamerò puntuale domani, il 26, per l'incarico. Fidati, questa volta la posta in gioco sarà più alta.»
Sara sorrise nel buio. Non vedeva l'ora.
scritto il
2025-12-25
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